MASSIMO BUBOLA

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nebakanezer
00martedì 18 ottobre 2005 15:29
Amici,

il nuovo disco di Massimo Bubola è spettacolare. Qualcosa di strepitoso, così impastato di radici e canti di guerra, di orgoglio partigiano e tradizione.

Forse il suo miglior disco in assoluto, magari anche per il coraggio e l'originalità della scelta, al di là dell'alto livello qualitativo delle composizioni siano esse originali o arrangiamenti di pezzi popolari.

Eccezionale.
MisterJones
00venerdì 21 ottobre 2005 09:35
Per me ****+
Il mio giudizio è a metà strada tra quello di nebakanezer e quello di alebsp, con una leggera propensione per l'avatar con la barba.
Può essere vero che Bubola si ripete e che non inventa niente di nuovo ma, diciamo la verità, quanti degli autori trattati su RH fanno qualcosa di nuovo? E soprattutto, quanti dei frequentatori di RootsHighway cercano qualcosa di nuovo?
In realtà la cosa che mi piace di meno nell'album di Bubola è proprio l'inedita e spiazzante versione di "Era una Notte che pioveva": per me, abituato ad ascoltarla in versione eseguita dai cori alpini, un arrangiamento country appare poco convincente, quasi sacrilego nel togliere solennità al brano. Ma non è forse questa ciò che si chiama innovazione? (Fatte le dovute proporzioni, lo stesso effetto mi avrebbe fatto anche il concerto di Newport [SM=g27828] ).
Per il resto c'è molto ma molto di buono. Gli arrangiamenti sono come al solito molto curati, con il giusto apporto di strumenti che toccano le giuste corde emotive, fisarmonica pedal steel e gaita galiziana (!). La sequenza "Noi Veniam dalle pianure" / "Monte Canino" / "Ponte de Priula" potrebbe commuovere un palazzinaro romano o un broker milanese (ammesso che abbiano voglia e tempo di sentirsi questo disco).

Ragazzi i tempi sono difficili, e il peggio potrebbe essere ancora al di là da venire, questo disco nutre lo spirito e ci ricorda chi eravamo neanche tanto tempo fa. Non è poco.
nebakanezer
00venerdì 21 ottobre 2005 12:20
Sottoscrivo in pieno senza contare che in un disco come questo vanno tenute nel giusto conto non soltanto la volontà di fare un concept adottando un unico tema, la Grande Guerra, ma anche l'operazione di recupero di un certo tipo di suono e di melodia, i canti di guerra, i cori degli ALpcon un gusto quasi filologico.

Mi spiego: sono d'accordo che Ry Cooder e Bubola non sono esattamente la stessa cosa, ma porca miseria, mi pare che cercare di recuperare alla nostra memoria determinati avvenimenti gettando luce sui luoghi e i fatti di cui siamo tutti in qualche modo figli non sia esattamente un'impresa da poco. Il non riconoscere un tale fatto rischia altrimenti di relegarci in un'esterofilia un po' miope, gretta ed autoreferenziale. Certo, è solo la mia opinione.
nebakanezer
00venerdì 21 ottobre 2005 12:21
chriss
intendevo dire i Cori degli Alpini con Alpcon
alebsp
00venerdì 21 ottobre 2005 14:41
Re:

Scritto da: nebakanezer 21/10/2005 12.20
Sottoscrivo in pieno senza contare che in un disco come questo vanno tenute nel giusto conto non soltanto la volontà di fare un concept adottando un unico tema, la Grande Guerra, ma anche l'operazione di recupero di un certo tipo di suono e di melodia, i canti di guerra, i cori degli ALpcon un gusto quasi filologico.

Mi spiego: sono d'accordo che Ry Cooder e Bubola non sono esattamente la stessa cosa, ma porca miseria, mi pare che cercare di recuperare alla nostra memoria determinati avvenimenti gettando luce sui luoghi e i fatti di cui siamo tutti in qualche modo figli non sia esattamente un'impresa da poco. Il non riconoscere un tale fatto rischia altrimenti di relegarci in un'esterofilia un po' miope, gretta ed autoreferenziale. Certo, è solo la mia opinione.




Sono sostanzialmente d'accordo con te.
Infatti nel mio "giudizio" esprimevo indecisione e perplessità.
Un'operazione del genere meriterebbe 5 stellette e se non avessi sentito altri recenti dischi di Massimo, darei senza dubbio il massimo dei voti.
La mia perplessità deriva dal fatto che mi pare che Massimo ultimamente abbia intrapreso una direzione musicale univoca, e, a mio parere, troppo influenzata dal maestro Gazich.
Io non credo che l'entrata nella band di Gazich abbia portato giovamento alla musica di Massimo (forse inizialmente sì), e soprattutto nella veste live trovo il violino e la presenza stessa di Gazich troppo "insistente"

Un'altra osservazione che mi permetto di fare e che influenza (anche se non dovrebbe) ilmio giudizio e un certo atteggiamento "polemico" da parte di Massimo nei confronti di suoi colleghi (vedi polemiche con Ruggeri e non ricordo più con chi in precedenza per i titolo "rubati"), quando poi troviamo nell'album precedente un testo a nome suo che è pari pari la traduzione di un "traditional" che interpretava anche Dylan e in questo un testo dal titolo uguale a quello di un brano di M. Shocked.
Io credo siano polemiche inutili che lo rendono un po' meno simpatico.

E lo dico da persona che ha conosciuto (musicalmente parlando) Massimo dai tempi di Marabel e che ha avuto modo di parlarci più di una volta, trovandolo una persona squisita (mai però capirò la verità su Eurialo e Niso....., visto che la versione raccontatami dai fratelli Severini è l'opposto di quanto dettomi da Massimo....... e non ho osato approfondire con entrambi....)

Detto questo............., averne di cantautori come Massimo in Italia.
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