MARCELLO DUDOVICH

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miguelsonsempermi
00giovedì 2 settembre 2010 07:33
CENNI BIOGRAFICI
1878 - Marcello Dudovich nasce a Trieste il 21 marzo, da Antonio ed Elisa Cadorin.
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La Pubblicità
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1893/1895 - Frequenta con scarso profitto le scuole “Reali” della sua città. Viene introdotto dal
cugino Guido Grimani nell’ambiente del “Circolo Artistico Triestino”, entrando in contatto con le
maggiori personalità che animano l’ambiente culturale della città, quali Eugenio Scomparini (Trieste
1845-1913) e Arturo Rietti (Trieste 1863-1943). Trieste in quell’epoca era maggiormente aperta verso
la cultura europea in quanto molti triestini erano di più remota origine straniera e ciò li rendeva più
facilmente ricettivi rispetto a tutto ciò che si scriveva o pubblicava nella restante Europa. Molti artisti
convenuti a Trieste voltarono le spalle alla tradizione pittorica veneziana ottocentesca per abbracciare
le lezioni di realismo, saldo e lumeggiato da pennellate dense e vibranti, provenienti dagli insegnamenti
di Franz Von Lenbach e Max Liebermann.
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1896 c.a. - Compie il primo viaggio a Monaco di Baviera dove frequenterà l’Accademia d’Arte ove
apprenderà lezioni di nudo e interessandosi anche all’arte decorativa. Sarà a Monaco che acquisirà in
prima persona la lezione di Franz Von Stuck (Tettenweiss 1863 – Monaco 1928) e di Arnold Bocklin
(Basilea 1827 – San Domenico di Fiesole (FI) 1901). Questi due artisti sono infatti ritenuti da Dudovich
ritenuti importanti quanto lo furono Tintoretto e Veronese per la pittura italiana del XVI secolo. Con
questa prima esperienza di Monaco Dudovich si incamminerà ed abbraccerà il percorso delle secessioni
europee risentendo, in particolar modo, dell’insegnamento che trarrà da tutti gli altri artisti tedeschi a lui
contemporanei. Sarà proprio a Monaco, in concomitanza con altri focolai avanguardisti della
“Mitteleuropa” che si arriverà a realizzare il pareggiamento delle arti applicate con le altre arti culturali,
dimenticando ed evitando la trappola dello “Storicismo”, per poter entrare in una ricerca rigorosamente
più moderna e perfettamente sintonizzata sul gusto Art Nouveau (Toulose-Lautrec). Sarà proprio questo
aspetto modernista a catalizzare l’attenzione di Dudovich, improntando i propri interessi artistici verso
tale direzione. Altri insegnamenti Dudovich trasse dal richiamo modernista che gli pervenne con la
fondazione della Wiener Secession, che basava la sua principale ispirazione all’esecuzione del disegno,
quale base di partenza comune a tutte le discipline artistiche. Anche in questo caso artisti come Klimt e
Moser lasceranno un tangibile e profondo segno nella cultura di Marcello Dudovich che saprà far tesoro
delle nuove linee artistiche, raccogliendone stimoli ed indicazioni perfettamente rintracciabili nelle sue
opere. Fu così che egli acquisì in tale prima esperienza europea l’indirizzo verso una pittura astrattiva,
iconica ed essenziale.
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1897 - Il padre, attraverso l’amico pittore, cartellonista, illustratore e scenografo Leopoldo
Metlicovitz (Trieste 1868 – Ponte Lambro (CO) 1944), invia Marcello alle Officine Grafiche Ricordi di
Milano per apprendere il mestiere di “cromista”. Le officine Ricordi rappresentavano la migliore
scuderia litografica italiana, annoverando già numerose agenzie sparse sia in Italia (Milano – Napoli –
Firenze – Roma) che all’estero (Londra – Parigi – Lipsia – New York). I costanti rapporti con l’estero,
tenuti dallo Stabilimento Ricordi sono fonte inesauribile di informazioni e sollecitazioni visive per
Dudovich che avrà così modo di aggiornarsi sulle novità in campo artistico ed editoriale, miscelando le
più varie influenze artistiche internazionali.
Il carattere internazionale delle Officine Grafiche Ricordi si palesa anche nella presenza di artisti
accomunati dalla provenienza estera (Adolfo Hohenstein, Leopoldo Metlicovitz, Aleardo Villa,
Giovanni Mataloni), tutti dotati di spiccata personalità, che crearono nella Ricordi un fertile terreno per
l’attecchire delle novità europee di sigla modernista e che all’interno di una consolidata tradizione di
manifesti ottocenteschi, seppero elaborare innovative formule di comunicazione d’arte visiva
pubblicitaria. Giulio Ricordi, direttore dello stabilimento, comprenderà in breve tempo le capacità e
l’abilità del giovane talento Dudovich e sarà così che da semplice copista e cromista, verrà promosso a
disegnatore autonomo della scuderia.
1898 - Frequenta i corsi di disegno accademico e di studio del nudo presso la “Società Artistica
Patriottica” di Milano e apre uno studio di pittura assieme a Toni Metlicovitz e al pittore greco
Arvanitaki. Inizia a produrre autonomamente le prime opere di grafica pubblicitaria per la Ricordi, ma
anche per altri stabilimenti litografici quali Gualapini, Cantarella e Modiano.
1899/1905 – Proprio nel 1899, anno di svolta del manifesto italiano, Dudovich lascia Milano, pur
continuando il suo rapporto di lavoro con le Officine Grafiche Ricordi, per trasferirsi a Bologna,
accettando l’invito di lavorare presso lo Stabilimento Grafico di Edmondo Chappuis. Al 1899 risalgono
le prime opere autonome complete firmate da Marcello Dudovich. L’artista rimarrà a Bologna per sei
prolifici anni e riceverà da tale città tutti i tributi di riconoscenza già precedentemente raccolti anche a
Milano. In questo periodo Dudovich avrà contatti artistici e storici anche con la città di Firenze, nella
quale da molti anni opera Alfonso Rubbiani e la sua scuola di giovani artisti. Bologna e Firenze saranno
gli ambienti in cui si muoverà Dudovich ed i suoi cartelloni pubblicitari sapranno dare tempestiva
testimonianza di questo momento storico di vita dell’artista. Presso lo Stabilimento bolognese di
Chappuis, Dudovich sperimenterà con successo un nuovo concetto di studio dell’immagine, proiettato
verso l’Europa e la dimensione internazionale dell’Art Nouveau. Lo Stabilimento Chappuis richiama in
città i migliori disegnatori contemporanei e diverrà la fucina degli ingegni della nuova epoca
novecentista. A Bologna si concretizzerà la nascita della rivista “Italia ride”, che come un manifesto di
secessione dichiarerà scopertamente l’insofferenza nei confronti della pittura ufficiale del periodo,
deridendo e smitizzando i filoni decadenti e veristici dell’epoca.
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Erotismo .....e altro
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1900 - Vince una medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi con un cartellone rimasto
ignoto. Continua la collaborazione con la rivista bolognese “Italia ride” per la quale eseguirà numerose
illustrazioni e vignette satiriche e decorative di gusto moderno ed ispirate a modelli francesi (Le rire e
Revue Blanche) e ai recenti modelli tedeschi (Jugend, Simplicissimus, Ver Sacrum). A tale rivista
aderiranno i più importanti personaggi di spicco dell’avanguardia italiana quali Augusto Majani, in arte
Nasìca, direttore artistico, Alfredo Baruffi, Augusto Sèzanne, Luigi Bompard, Ugo Valeri, Franz
Laskoff, Ardengo Soffici, Galileo Chini, Adolfo Magrini e molti, molti altri.
Sono questi gli anni di inizio della carriera del contemporaneo Leonetto Cappiello (Livorno 1876 –
Cannes 1942), figura rilevante nella storia del cartellonismo mondiale che con il solo Dudovich
meriteranno di essere tutt’oggi gli unici due cartellonisti inseriti nell’enciclopedia dell’arte.
Nel periodo bolognese Dudovich conoscerà e sposerà Elisa Bucchi, nativa di Faenza ove Dudovich
frequentava il ‘’ cenacolo’’ di Domenico Baccarini (scultore, pittore e disegnatore attivissimo nel campo
della ceramica). La moglie rappresenterà il prototipo di tutta la schiera delle figure femminili che
costelleranno l’opera del triestino.


1902 - Partecipa all’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa a Torino sotto la sigla societaria
della cooperativa artistica “Æmilia Ars”, famosa per lo studio di antichi modelli del rinascimento, della
lavorazione del gioiello, del cuoio, dei mobili e della ceramica., esponendo il manifesto “fisso l’idea”.
In tale periodo è anche illustratore di ruolo della rivista “Fantasio”, edita a Roma e specializzata in
letteratura, critica e varietà, nonché promotrice delle proposte estetiche più audaci e moderniste.


1904 - Inizia a collaborare con l’albo annuale d’arti e lettere “Novissima”, diretto da Edoardo De
Fonseca, pubblicazione considerata il “Manifesto della Grafica Moderna”. “Novissima”, pubblicata per
10 anni, ebbe un ruolo promozionale nei riguardi dello stile Liberty e dei giovani illustratori, tra le cui
file primeggia ovviamente Dudovich, oltre a Baruffi, Bompard, Terzi, Valeri, Kienerk, Casorati, Nonni,
Nomellini, Balla, Bistolfi, Previati, Mataloni e Majani.


1905 - Termina la cooperazione con lo stabilimento Chappuis di Bologna, si trasferisce a Genova
presso l’editore Armanino, dove intratterrà con quest’ultimo una collaborazione di pochi mesi.
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SSORTABLA.
00giovedì 2 settembre 2010 09:39
Anche...
...l'artista Dudovich...non lo conoscevo. Si, si, mi stò proprio facendo una cultura.

Grazie.
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