Lo statuto Lombardo

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DarkWalker
00mercoledì 26 dicembre 2007 18:56
LA COSTITUZIONE LOMBARDA SARÀ NEL SEGNO DELLA SUSSIDIARIETÀ E DEL PRESIDENZIALISMO


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Giuseppe Adamoli
La prima bozza è pronta. E se tutto andrà bene, entro marzo 2008 la Lombardia avrà il suo nuovo Statuto, la Costituzione regionale, all'insegna del federalismo, della sussidiarietà e del presidenzialismo. La prima parte del Consiglio regionale di martedì 4 dicembre è stata dedicata a questo tema, con la relazione del presidente della Commissione speciale Statuto, Giuseppe Adamoli, esponente della Margherita. «Abbiamo scelto la strada del regionalismo forte e lavoriamo per uno Statuto essenziale, valoriale e non ideologico - ha spiegato all'aula Adamoli - La scelta presidenziale, fatta da una parte preponderante della Commissione, deve dispiegare le sue potenzialità senza però restringere gli spazi democratici. Se l'indirizzo politico, con l'elezione diretta, spetta al presidente, non va dimenticato che la rappresentanza del popolo risiede nel Consiglio regionale. Vogliamo dunque rafforzare le prerogative e i poteri dell'Assemblea... affinché non un euro sia speso inutilmente. Il principio cardine del nuovo Statuto sarà quello della sussidiarietà, per consentire ai cittadini di sentirsi più vicini alla Regione e il Consiglio delle Autonomie locali dovrà contare veramente e partecipare alla formazione delle leggi e degli atti amministrativi più importanti».
Soddisfazione è stata espressa dal presidente del Consiglio Ettore Albertoni, preoccupato, però, che i tempi vengano rispettati: «Registro un certo ritardo rispetto ai termini inizialmente concordati ma la scadenza del 31 marzo 2008 mi auguro possa ancora essere rispettata. Prevedendo infatti una seduta il 20 gennaio e la seconda dopo il 20 marzo, il Consiglio potrà finalmente dotarsi del nuovo Statuto entro il 31 marzo».
Non è detto che la strada sia tutta in discesa, e ci si aspetta tra Commissione e Consiglio un dibattito anche acceso. Ma come ha ribadito il presidente della Commissione Affari istituzionali, Paolo Valentini (Fi), l'intenzione è quella di varare un testo il più condiviso possibile. Valentini ha inoltre sottolineato tre punti fissi da seguire: no all'aumento dei consiglieri, maggiore rappresentatività per tutte le province in Consiglio (attualmente non ci sono rappresentanti della provincia di Sondrio) e organicità dello Statuto con la legge elettorale e il Regolamento.
Da parte di alcuni è stata sollevata la preoccupazione per un sottodimensionamento del ruolo dell'assemblea popolare. Per Arturo Squassina (Sinistra democratica) e Mario Agostinelli (Rifondazione comunista) l'elezione del presidente della Giunta andrebbe riportata all'interno del Consiglio: «Il ruolo del Consiglio così com'è ora è svilito da un potere della Giunta che si è gonfiato a dismisura e dal fatto di essere completamente vincolato alle sorti del presidente della Regione: se il presidente si dimette per un qualsiasi motivo l'assemblea si scioglie».

NON TI SODDISFA IL GOVERNATORE? MANDALO A CASA

Gli elettori devono poter avere la possibilità di revocare il mandato di chi hanno eletto se ritengono che la politica portata avanti non vada nella giusta direzione. Lo ha proposto in Commissione Statuto Silvia Ferretto Clementi, consigliere regionale di An.
Il diritto di revoca, già in vigore in numerosi Stati americani e in Svizzera, consiste nella possibilità degli elettori di revocare anticipatamente, per mezzo di un referendum popolare con quorum prestabilito, il mandato elettivo.
«Se il mio emendamento verrà approvato - ha spiegato la Ferretto - il 35% degli elettori lombardi potrà chiedere un referendum per revocare il mandato al presidente della Regione e, di conseguenza, all'intero Consiglio regionale». Il suo auspicio è che venga introdotto nella normativa regionale, non solo in Lombardia, e anche in quella nazionale.
Caio Logero
00giovedì 27 dicembre 2007 11:09
Ottimo.
-Kaname-chan
00giovedì 27 dicembre 2007 14:28
Siete un po' lenti però, il nuovo statuto del Lazio è stato approvato almeno tre anni fa... [SM=x751545]
Riccardo.cuordileone
00giovedì 27 dicembre 2007 19:12
Mah vedremo... [SM=x751574]

Una cosa è certa, non sarà pronta per Marzo... [SM=x751525]

Eh kaname è roma che ci mettete i bastoni tra le ruote, oltre agli stessi lombardi, autoctoni e non, centralisti...
DarkWalker
00venerdì 28 dicembre 2007 00:01
dipende anche da che contenuto si da allo statuto. Se è una fotocopia della copia di defaul bastano un paio di giorni^^
IN ogni caso c'è la tendenza a dare a questo documento una importanza eccessiva, le uniche novità di rilievo che possono essere introdotte sarebbero riguardo la forma di governo..ma la costituzione si contraddice da sola...
in secondo luogo potrebbe essere utile per dare una razionalizzazione agli uffici della pa, obbiettivo che cmq si può raggiungere anche cn normali leggi credo.
-Kaname-chan
00venerdì 28 dicembre 2007 12:25
Re:
DarkWalker, 28/12/2007 0.01:

dipende anche da che contenuto si da allo statuto. Se è una fotocopia della copia di defaul bastano un paio di giorni^^
IN ogni caso c'è la tendenza a dare a questo documento una importanza eccessiva, le uniche novità di rilievo che possono essere introdotte sarebbero riguardo la forma di governo..ma la costituzione si contraddice da sola...
in secondo luogo potrebbe essere utile per dare una razionalizzazione agli uffici della pa, obbiettivo che cmq si può raggiungere anche cn normali leggi credo.



Quelle del Lazio è stato rifatto completamente, siete voi ad essere lenti [SM=x751545]

www.regione.lazio.it/organigramma/Statuto_Regione_Lazio.pdf

Comunque anche questo è pieno di articoli inutili, i principi fondamentali esistono già nella costituzione, non ha senso inventarsene di altri, anche perché non potrebbero confliggere con la costituzione stessa. Più interessante invece il sistema di governo che ovviamente è completamente diverso da quello che c'era prima del 2000. Anche la Lombardia o le altre regione hanno l'elezione diretta, ma in realtà in una forma provvisoria, perché il loro statuto è ancora quello assembleare della I repubblica. Possono avere il presidenzialismo e il federalismo solo grazie agli articoli della costituzione nazionale, ma in realtà non li avrebbero ancora recepiti

DarkWalker
00venerdì 28 dicembre 2007 17:47
Re: Re:
-Kaname-chan, 28/12/2007 12.25:



Quelle del Lazio è stato rifatto completamente, siete voi ad essere lenti [SM=x751545]

www.regione.lazio.it/organigramma/Statuto_Regione_Lazio.pdf

Comunque anche questo è pieno di articoli inutili, i principi fondamentali esistono già nella costituzione, non ha senso inventarsene di altri, anche perché non potrebbero confliggere con la costituzione stessa. Più interessante invece il sistema di governo che ovviamente è completamente diverso da quello che c'era prima del 2000. Anche la Lombardia o le altre regione hanno l'elezione diretta, ma in realtà in una forma provvisoria, perché il loro statuto è ancora quello assembleare della I repubblica. Possono avere il presidenzialismo e il federalismo solo grazie agli articoli della costituzione nazionale, ma in realtà non li avrebbero ancora recepiti




io sapevo che semmai eravate voi a essere veloci, non noi lenti. Credo che la maggior parte delle regioni non abbia ancora lo statuto, e si tiene quello sgangheratostabilito in partenza.E' anche vero che tutto sommato, almeno in Lombardia, è stato assicurato un governo della regione stabile (Formigoni, Formigoni, Formigoni, Formigoni...) e in grado di prendere decisioni nei limiti asfittici del federalismo nostrano.
L'utilità dello statuto sta nel poter organizzare in maniera più efficiente l'amministrazione della regione in primis, e magari aumentare la sussidiarietà, nel senso di avvicinare il centro del potere al cittadino.
Nemmeno dovrebbero esserci principi "costituzionali", al amsismo possonoe ssere ammessi solo quelli già inseriti nlla Costituzione (un vizio presente però anche in altri paesi, come la catalogna che inserì un articolo sull'eutanasia).
Io spero in una forma di governo presidenziale, visto che le competenze regionali sono più che altro amministrative.
La costituzioen ammette sia la possibilità di questa FdG che la sua illeicità, ma la corte se non sbaglio dovrebbe essere stata, fin qua, favorevole.
-Giona-
00venerdì 28 dicembre 2007 17:51
Il diritto di revoca mi lascia molto perplesso. Se fosse esistito anche a livello della Repubblica Italiana, i vari Berlusconi, Prodi e D'Alema non sarebbero durati a capo del governo più di un anno per volta.
DarkWalker
00venerdì 28 dicembre 2007 17:57
Re:



-Giona-, 28/12/2007 17.51:

Il diritto di revoca mi lascia molto perplesso. Se fosse esistito anche a livello della Repubblica Italiana, i vari Berlusconi, Prodi e D'Alema non sarebbero durati a capo del governo più di un anno per volta.




infatti dubito che sarà inserito.Cmq se sarà inserito con il limite del 35% sarà inattuabile nel concreto
-Kaname-chan
00venerdì 28 dicembre 2007 18:08
Re: Re: Re:
DarkWalker, 28/12/2007 17.47:



io sapevo che semmai eravate voi a essere veloci, non noi lenti. Credo che la maggior parte delle regioni non abbia ancora lo statuto, e si tiene quello sgangheratostabilito in partenza.E' anche vero che tutto sommato, almeno in Lombardia, è stato assicurato un governo della regione stabile (Formigoni, Formigoni, Formigoni, Formigoni...) e in grado di prendere decisioni nei limiti asfittici del federalismo nostrano.
L'utilità dello statuto sta nel poter organizzare in maniera più efficiente l'amministrazione della regione in primis, e magari aumentare la sussidiarietà, nel senso di avvicinare il centro del potere al cittadino.
Nemmeno dovrebbero esserci principi "costituzionali", al amsismo possonoe ssere ammessi solo quelli già inseriti nlla Costituzione (un vizio presente però anche in altri paesi, come la catalogna che inserì un articolo sull'eutanasia).
Io spero in una forma di governo presidenziale, visto che le competenze regionali sono più che altro amministrative.
La costituzioen ammette sia la possibilità di questa FdG che la sua illeicità, ma la corte se non sbaglio dovrebbe essere stata, fin qua, favorevole.



Si il presidenzialismo è possibile. Di fatto tutte le regioni italiane sono governate da un sistema presidenziale. Anche lo statuto del Lazio è presidenziale: c'è scritto che il presidente viene eletto direttamente dai cittadini, che può nominare e revocare gli assessori, che se va a casa lui, si scioglie anche il consiglio regionale e cosi via. Per le regioni che non hanno ancora lo statuto i governi locali si appoggiano all'articolo 122 della Costituzione, riformato nel 1999, che recita:"Il Presidente della giunta regionale, salvo che lo statuto regionale disponga diversamente, è eletto a suffragio universale e direto. Il presidente eletto nomina e revoca i componenti della giunta". Quindi lo statuto in teoria potrebbe anche far tornare la regione a un governo da prima repubblica, e in realtà alcune regioni del sud (e te pareva... [SM=x751545] ) ci provarono: però in Calabria lo strano sistema di elezione che era stato adottato fu cassato dalla Corte Costituzionale. In Abruzzo invece abbiamo l'unica regione dove il presidente è eletto dal Consiglio, solo che ha poteri maggiori dei vecchi tempi, credo abbia una struttura a sfiducia costruttiva... Il predidenzialismo cmq che l'articolo 122 dava alle sole regioni ordinarie si è esteso alle regioni a statuto speciale: Sicilia, Sardegna e Friuli hanno adottato statuti presidenzialisti, soprattutto grazie ai candidati presidenti, che nel caso di Soru e Illy non si sarebbero presentati senza la garanzia di poter governare. Quindi una volta che il csx vinse le elezioni regionali in Friuli e Sardegna fu approvato il presidenzialismo. In Sicilia anche lo volle Cuffaro credo. Quindi molto probabilmente alla fine il presidenzialismo sarà mantenuto in tutte le regioni italiane man mano che approveranno gli statuti. Sul federalismo invece ci credo di meno: le regioni cercheranno di strappare poteri e competenze al governo centrale ma non le devolveranno a loro volta ai comuni. Tuttavia meglio un centralismo regionale di uno nazionale, almeno è comunque più vicino ai cittadini e alla realtà locale
DarkWalker
00venerdì 28 dicembre 2007 18:42
Re: Re: Re: Re:
-Kaname-chan, 28/12/2007 18.08:



Si il presidenzialismo è possibile. Di fatto tutte le regioni italiane sono governate da un sistema presidenziale. Anche lo statuto del Lazio è presidenziale: c'è scritto che il presidente viene eletto direttamente dai cittadini, che può nominare e revocare gli assessori, che se va a casa lui, si scioglie anche il consiglio regionale e cosi via. Per le regioni che non hanno ancora lo statuto i governi locali si appoggiano all'articolo 122 della Costituzione, riformato nel 1999, che recita:"Il Presidente della giunta regionale, salvo che lo statuto regionale disponga diversamente, è eletto a suffragio universale e direto. Il presidente eletto nomina e revoca i componenti della giunta". Quindi lo statuto in teoria potrebbe anche far tornare la regione a un governo da prima repubblica, e in realtà alcune regioni del sud (e te pareva... [SM=x751545] ) ci provarono: però in Calabria lo strano sistema di elezione che era stato adottato fu cassato dalla Corte Costituzionale. In Abruzzo invece abbiamo l'unica regione dove il presidente è eletto dal Consiglio, solo che ha poteri maggiori dei vecchi tempi, credo abbia una struttura a sfiducia costruttiva... Il predidenzialismo cmq che l'articolo 122 dava alle sole regioni ordinarie si è esteso alle regioni a statuto speciale: Sicilia, Sardegna e Friuli hanno adottato statuti presidenzialisti, soprattutto grazie ai candidati presidenti, che nel caso di Soru e Illy non si sarebbero presentati senza la garanzia di poter governare. Quindi una volta che il csx vinse le elezioni regionali in Friuli e Sardegna fu approvato il presidenzialismo. In Sicilia anche lo volle Cuffaro credo. Quindi molto probabilmente alla fine il presidenzialismo sarà mantenuto in tutte le regioni italiane man mano che approveranno gli statuti. Sul federalismo invece ci credo di meno: le regioni cercheranno di strappare poteri e competenze al governo centrale ma non le devolveranno a loro volta ai comuni. Tuttavia meglio un centralismo regionale di uno nazionale, almeno è comunque più vicino ai cittadini e alla realtà locale




aspetta, le caratteristiche che hai detto tu non sono caratteristiche della forma di governo presidenziale, infatti sono presenti anche in Lombardia (statuto "di default") che come forma di governo ha quella neoparlamentare (al di fuori dell'italia questa forma di governo sgangherata è stata sperimentata solo da israele che l'ha liquidata in 5 anni perchè totalment einefficiente).
La costituzione attuale all'art 126 disponde che il conisglio regionale possa sfiduciare il presidente, il che eliminerebbe ogni possibilità di uan forma di governo che non sia parlamentare o neo parlamentare.
A complicare ulteriormente la situazione c'è la norma "antiribaltone" che obbliga il consiglio a scogliersi nel caso l'esecutivo venga sfiduciato, andando a nuove elezioni. Il che combinato al cadreghismo e partitocrazia locali ha dato giunte ben salde^^
Cmq fino a quando la costituzione non darà potestà legislativa a province e comuni, e possibilità a questi di appellarsi alla Corte, la loro autonomia sarà una burla.
Granduca di Milano
00sabato 29 dicembre 2007 08:54
A me andrebbe bene lo statuto della Sicilia, trattenere il 100% delle tasse e se non ti bastano lo stato ti rifinanzia ancora, altro che statuto della Lombardia. [SM=x751532]
Lux-86
00sabato 29 dicembre 2007 09:49
già infatti, basta con sto mito dei soldi a chi produce, tutti i soldi a noi!
DarkWalker
00sabato 29 dicembre 2007 10:24
Re:
Granduca di Milano, 29/12/2007 8.54:

A me andrebbe bene lo statuto della Sicilia, trattenere il 100% delle tasse e se non ti bastano lo stato ti rifinanzia ancora, altro che statuto della Lombardia. [SM=x751532]




[SM=x751584]
istituiamo una cassa per il settentrione^^

No beh in veirtà sarebbe controproducente, una votla che tutti avrebbero assicurato il piatto pieno con l'assistenzialismo ci rovineremmo...
-Kaname-chan
00sabato 29 dicembre 2007 12:23
Re: Re: Re: Re: Re:
DarkWalker, 28/12/2007 18.42:




aspetta, le caratteristiche che hai detto tu non sono caratteristiche della forma di governo presidenziale, infatti sono presenti anche in Lombardia (statuto "di default") che come forma di governo ha quella neoparlamentare (al di fuori dell'italia questa forma di governo sgangherata è stata sperimentata solo da israele che l'ha liquidata in 5 anni perchè totalment einefficiente).
La costituzione attuale all'art 126 disponde che il conisglio regionale possa sfiduciare il presidente, il che eliminerebbe ogni possibilità di uan forma di governo che non sia parlamentare o neo parlamentare.
A complicare ulteriormente la situazione c'è la norma "antiribaltone" che obbliga il consiglio a scogliersi nel caso l'esecutivo venga sfiduciato, andando a nuove elezioni. Il che combinato al cadreghismo e partitocrazia locali ha dato giunte ben salde^^
Cmq fino a quando la costituzione non darà potestà legislativa a province e comuni, e possibilità a questi di appellarsi alla Corte, la loro autonomia sarà una burla.



Si appunto, la norma "simul stabunt, simul cadunt" è l'essenza del presidenzialismo regionale italiano, anche lo statuto del Lazio l'ha ripresa. Significa che in caso di sfiducia al presidente o sue dimissioni si rifanno elezioni generali. In effetti il presidenzialismo vorrebbe l'inamovibilità del presidente per tutto il mandato, tuttavia non è che cambi molto, anzi non cambia nulla. Ma la tradizione politica europea è parlamentare ed evidentemente non sono riusciti a fare a meno di inserire la possibilità di sfiduciare il presidente. Però appunto è una norma solo teorica, la vedremo molto raramente penso

DarkWalker
00domenica 30 dicembre 2007 02:11
Simul stabnt simul cadunt è il principio della forma neoparlamentare (ed è quello che la costituzione rpevede per ogni regione, salvo diversa disposizione dello statuto). Non prevede separazione dei poteri (l'assemblea legislativa può sfiduciare l'esecutivo, non solo, ma l'esecutivo non può che essere parte del legislativo).
Questo allora non è un presidenzialismo, semmai una sorta di "premierato forte".
Non so, per una regione io ci vedrei bene proprio il presidenzialismo "canonico", che è praticamente quello USA. Non ci sarebbe nemmeno il rischio di paralisi (il governo centrale può intervenire in caso di empasse e sostituirsi all'ente autonomo) e tutte le possibilità di impugnazione degli atti legislativi eliminano il rischio di una troppo accentuata leadership (che c'è anche col premierato forte).
E sopratutto un esecutivo slegato dal legislativo (regionale) regolerebbe in modo più efficiente l'amministrazione, che sarebbe il veor vantaggio del regionalismo.
DarkWalker
00mercoledì 12 marzo 2008 11:47
L'INTERVISTA
A Giuseppe Adamoli, presidente della Commissione consiliare speciale per lo Statuto
«PRESIDENZIALISMO E SUSSIDIARIETÀ I PRINCIPI CARDINE»

Giuseppe Adamoli è stato eletto all'unanimità, il 5 marzo 2007, presidente della Commissione Statuto, che ha il compito di riscrivere la carta fondamentale della Regione Lombardia
Ci siamo. La nuova "Costituzione" della Lombardia sta per vedere la luce. Tra martedì 11 e giovedì 13 marzo il Consiglio regionale dovrà discutere il nuovo Statuto, approvato mercoledì scorso dall'apposita Commissione consiliare. E se tutto va bene, il testo passerà per la seconda approvazione a metà maggio e potrà entrare in vigore ad inizio settembre. Sempre che l'Assemblea regionale non si sciolga prima, nel caso in cui il governatore Roberto Formigoni anticipasse le sue dimissioni...
Che tutto vada bene è certamente ciò che si auspica Giuseppe Adamoli, presidente della Commissione speciale per lo Statuto. A lui abbiamo chiesto quali siano le principali novità. «Uno statuto completamente nuovo, per un'istituzione più efficiente e più prossima al cittadino - ci ha spiegato - Quello del 1971 è un buon documento, ma è superato dopo 35 anni e le riforme costituzionali che hanno allargato di molto le competenze della Regione». Adamoli ha voluto ribadire che si chiama Statuto d'autonomia, «perché vuole esplorare fino in fondo i limiti e le potenzialità autonomistiche insite nella Costituzione». I cardini della nuova legge sono il presidenzialismo e la sussidiarietà, come ha sottolineato il presidente della Commissione: «L'asse portante è l'elezione diretta del presidente della Regione (già previsto dalla Costituzione dal 1999, ndr), ma accanto a questa forma di governo, che garantisce efficienza e stabilità, c'è un rafforzamento del Consiglio regionale. Il principio cardine è quello della sussidiarietà, sia verticale (cioè quella istituzionale, che valorizza il ruolo di Comuni, Province e autonomi funzionali come Camere di Commercio e università), sia orizzontale (che assicura alle persone singole o associate una effettiva partecipazione)».
Inoltre, contestualmente allo Statuto, è stata elaborata la legge elettorale, «che garantirà la rappresentanza a tutte le 12 province in Consiglio regionale e le condizioni per una presenza più forte delle donne, che oggi sono solo 12 su 80 consiglieri».
Un dato sensibile per i cittadini è il numero dei consiglieri, che resta 80, anche se quasi tutte le altre Regioni l'hanno aumentato: «Noi non lo aumentiamo, ma accentuiamo il rapporto virtuoso tra consiglieri e cittadini, 1 ogni 120mila, il migliore in Italia e anche in Europa», ha specificato Adamoli.
«Uno spazio importante verrà dato alla Lombardia in Europa - ha aggiunto - con delle sessioni di Consiglio regionale che vogliono contribuire da una parte a rendere praticabile le direttive europee e dall'altra dare suggerimenti affinchè le direttive tengano conto delle grandi organizzazioni territoriali come le regioni».
«È stato certamente un lavoro difficile - ha ammesso infine Adamoli - Le posizioni di partenza erano diverse, ma il mio obiettivo è sempre stato raggiungere l'unanimità o una larghissima convergenza». E speriamo che questo avvenga anche in Aula.
DarkWalker
00sabato 17 maggio 2008 14:03

Il giudizio positivo sullo Statuto d’autonomia della Lombardia, approvato definitivamente qualche giorno fa, è confermato dal fatto che le organizzazioni dei Comuni e delle Province e molte organizzazioni sociali e culturali hanno voluto rivendicare il ruolo fattivo giocato nella sua elaborazione.

Dopo i due mesi, che la Costituzione fa obbligatoriamente ed opportunamente decorrere dalla prima alla seconda approvazione, le ragioni del voto favorevole appaiono ancora più chiare. La ricerca dell’autonomia regionale è stata puntigliosa nell’utilizzo di tutte le potenzialità che la Costituzione consente. L’identità della Regione è disegnata con equilibrio e senza cedimenti ideologici. Il principio di sussidiarietà è affermato in maniera chiara sia in riferimento agli enti pubblici che alle libere autonomie sociali. La forma di governo presidenziale derivante dall’elezione diretta del Presidente è nitida, ma altrettanto forte è la valorizzazione del Consiglio regionale in quanto sede della sovranità popolare. I costi della politica sono tenuti sotto severo controllo.

Il rispetto della Costituzione rende plausibile che il Governo non abbia motivi per impugnare lo Statuto davanti alla Corte Costituzionale. D’altra parte l’approvazione larghissima del Consiglio regionale fa ritenere ancora più improbabile la proposizione di un referendum popolare. Se così sarà il nuovo Statuto potrà entrare in vigore entro la prima metà di settembre. La permanenza del Presidente Formigoni in Regione ci permette ora di programmare il nostro lavoro costituente entro il termine di questa legislatura secondo le migliori aspettative del 2005. Tutto ciò significa che, oltre allo Statuto, saremo chiamati ad approvare la legge elettorale, il regolamento e le leggi ad hoc di attuazione statutaria.

Quando il Parlamento avrà deciso sulle maggiori forme di autonomia che la Lombardia ha già richiesto e sul federalismo fiscale, la Regione potrà vedere valorizzate pienamente le grandi potenzialità del proprio Statuto. Al termine di questo complesso processo di riforma le differenze di ordinamento e di finanza fra Regioni speciali e Regioni ordinarie saranno di molto diminuite.
Si è parlato nelle scorse settimane dell’opportunità di riaprire la discussione sulla ridefinizione territoriale delle Regioni, alcune delle quali sarebbero troppo piccole per l’esercizio delle funzioni previste dalle modifiche alla Costituzione del 2001. E’ una riflessione interessante e suggestiva. Faccio però notare che non dovrebbe riguardare la Lombardia che già secondo il famoso disegno delle macroregioni della Fondazione Agnelli del 1992 era destinata a restare immutata.

Il metodo bipartisan ed unitario, che abbiamo seguito fin qui con successo, deve ora proseguire senza tentennamenti. Sarebbe paradossale che proprio ora che anche a Roma sembra prevalere questo “spirito lombardo” la nostra Regione, nelle riforme istituzionali, imboccasse il vicolo cieco delle maggioranze autosufficienti per ripicche e gelosie fra Lega Nord e Formigoni. Rappresenterebbe un enorme passo indietro.
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