Lo sfacelo della scuola italiana

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misterx78
00martedì 5 agosto 2008 02:36



Il problema sta a monte.
Io sono convinto che ogni persona ha delle potenzialità.
Non esiste la persona che non può riuscire.
Ma la società, così come è strutturata, impedisce al singolo,
spesso ribelle, mal seguito, preda e non consigliato durante
la propria adolescenza piena di dubbi, cattivi esempi,
di trovare una propria strada, di trovare interesse in qualcosa
che non sia semplicemente facile da ottenere.
Come dire: 'se si fatica non fa per me!
Meglio rubare, vagabondare, sballarsi con un goccetto,
fumo e sesso e magari cercare di diventare velina o calciatore.'.
Ma addirittura la comunicazione che diamo oggi è neanche più
fai il tronista quanto sii protagonista di qualche
indagine giudiziaria che diventi famoso!
Si pensi a Chiara, alla Franzoni, Erica e Omar et similia...


La società è disorganizzata.
Ognuno dovrebbe essere favorito nel trovare la propria identità
passando per il merito.
Fin quando non si capirà questo avremo insegnanti mal pagati e ignoranti che trasmetteranno l'inutilità,
confermata anche dalla società odierna, di una buona cultura,
di una conoscenza tecnica o specialistica.

I pilastri di uno Stato competitivo e autorealizzato nei suoi
singoli individui si basa su due grandi piedistalli:
la ricerca e la scuola.

In Italia entrambe le cose sono alla sfacelo.




La scuola NON INSEGNA. E su 4 punti in particolare.


1. Non insegna in modo adeguato a livello tecnico o di studi superiori in genere.
Spesso escono gente, ma anche a livello universitario,
che devono ancora fare esperienza pratica.
Hanno qualche conoscenza ma peccano di COMPETENZA.

2. Non insegna ad imparare. Io non ho mai visto un insegnante o
un docente, tranne qualche corso apposito a livello universitario
ma in modo comunque sommario e a scoppio ritardato a mio avviso,
mettersi ad insegnare agli allievi COME SI IMPARANO LE COSE.
Studiare il metodo di studio. Velocizzare l'apprendimento.
Come colmare le lacune. Migliorare la memoria.
Rendere interessante la cosa studiata.
Scoprire, individuo per individuo il perché ha delle lacune.
Aiutarlo e a superarle e aiutarlo nella sua autonomia organizzativa.
Inculcargli fiducia in sè stesso.
Come migliorare il proprio metodo di studio,
dalla sintesi ad approci di memotecniche, etc...

3. Non insegna la praticità. C'è gente, anche laureati,
che non sanno neanche fare una raccomandata! O non conoscono il
mondo politico, sociale, storico, le realtà del mondo,
come si organizza un viaggio, un colloquio di lavoro,
come creare una strategia, come fare la spesa!!!, o qualsiasi
altra cosa CHE SERVE nella vita di tutti i giorni e nel
lavoro in generale.

4. Non insegna ad amare.
Riassumo con una frase che sentì in un serial medico: 'Siamo adolescenti con il bisturi'.
L'attrice si riferiva al fatto che gente specializzata,
per anni e anni sui libri e sul lavoro medico in quel caso,
non sapeva assolutamente nulla dei sentimenti.
Ma questo dovrebbe essere frutto di una interazione sociale
che nasce non solo in famiglia, nucleo societario basale,
ma anche a scuola, dove bisogna comprendere che ci sono
delle regole come nella più grande società del lavoro.
Capire noi stessi.
Gestire la propria interiorità, soprattutto per un adolescente,
gli servirà per tutta la vita, non solo per far uscire
le sue potenzialità durante gli anni della scuola.
Queste non sono filastrocche ma teorie comprovate
che fanno parte dello studio sull'intelligenza emotiva.
Grandi autori sul caso sono la Filliozat o Goleman.
Nessuno ci insegna nulla.

Poi ci lamentiamo che la gente si ammazza per futili motivi. Addirittura a scuola, dove dovrebbe esserci un minimo
di tentativi per migliorare il rapporto emotivo con sè stessi e
con gli altri, gli alunni si picchiano,
insultano e denigrano l'autorità dell'insegnante,
fanno i filmini col telefonino mentre picchiano un bambino down
e poi lo mettono su youtube...


Le soluzioni possono essere trovate solo insieme.
Lavorando per aiutare la gente che sarà il nostro futuro.
Insegnanti, allievi, genitori.
Ma se tutti e tre non hanno voglia di rispecchiare i proprio ruoli
la cosa diventa grottesca e la paghiamo tutti.

Una cosa che mi piacerebbe, sarebbe trattare in modo
rigido ma meritevole l'insegnante.
Guadagnerai di più, ok, ma devi dimostrare di avere
le competenze per un lavoro che è un lavoro particolare
quale quello di avere a che fare con persone.

Un'altra cosa, piuttosto utopica e che va un poco controcorrente,
sarebbe avere classi più piccole.
Il gruppo troppo grande non serve ed è dispersivo.
Ogni allievo necessita di maggiore attenzione.
Spesso il non riuscire o la ribellione nasce da incomprensione o
impotenza a situazioni vissute, oggettivamente o meno,
come opprimenti.
E' dimostrato che il gruppo piccolo,
da tre a massimo 6 allievi con un insegnante,
è più proficuo.
Perché si mantiene l'intereazione orizzontale con i compagni di studio
e allo stesso tempo si migliora il rapporto e la comprensione reciproca con il docente.
Insomma si prende il meglio della classe numerosa
e della lezione col singolo che da soli sono imperfetti ed utili
solo in alcuni casi.

Le mie sono solo idee.

Se prima ci mettiamo ad ascoltare,
forse saremo ascoltati.

Se diamo importanza al nostro prossimo quello la darà a noi.



TA79
00martedì 5 agosto 2008 12:48
la scuola secondo me non dovrebbe insegnare a prendere voti alti,perchè cosi i giovani si fissano su ste cose e studiano a pappagallo ,che vale sapere 4 nozioni a pappagallo che manco capisci il significato?:)
misterx78
00mercoledì 6 agosto 2008 01:43
La comprensione è basilare infatti, ma non sottovaluterei le mnemotecniche.
Quelle vere sono frutto della comprensione.
TA79
00giovedì 21 agosto 2008 08:59
Abolirei gli esami di 3a media e superiori perché servono solo a buttare soldi
badaniele
00giovedì 21 agosto 2008 10:29
guardate a mio parere il problema serio dell'istruzione italiana è l'approccio troppo nozionostico e poco pratico. Io per esempio ho sempre mirato alla comprensione dei problemi e alla loro praticità, allora prendevo 30 con i professori che condividevano il metodo (e venivano da anni di cantieri) e 18-20 con gli accademici.

alla fine questo mio approccio non ha curato la mia media tant'è che mi sono laureato con solo 98, però dopo 15 giorni ero già sommerso di lavoro in una società di ingegneria e tutti mi consideravano un "anomalia" in quanto pronto alla professione subito dopo la laurea. Molti con 110 sono stati a contare i mattoni in piazza per diversi mesi
assorta
00giovedì 21 agosto 2008 11:26
Re:
TA79, 21/08/2008 8.59:

Abolirei gli esami di 3a media e superiori perché servono solo a buttare soldi




ma no! già oramai nella vita dei ragazzi p tutto scontato, tutto dovuto...se poi gli togliamo anche queste piccolissime difficoltà che si trovano a dover affrontare....come cavolo faranno ad affrontare le difficoltà VERE che incontreranno poi??? [SM=x1460418]
gli esami finali sono il MINIMO! ma io sono d'accordo anche con il ritorno degli esami di riparazione a settembre!
assorta
00giovedì 21 agosto 2008 11:27
per il resto quoto il bada e quello scritto da vinkor riguardo alla "praticità". ho conosciuto anche io numerosi laureati che non sono capaci di fare cose basilari della vita! [SM=x1460424]
badaniele
00giovedì 21 agosto 2008 11:38
Re: Re:
assorta, 21/08/2008 11.26:




ma no! già oramai nella vita dei ragazzi p tutto scontato, tutto dovuto...se poi gli togliamo anche queste piccolissime difficoltà che si trovano a dover affrontare....come cavolo faranno ad affrontare le difficoltà VERE che incontreranno poi??? [SM=x1460418]
gli esami finali sono il MINIMO! ma io sono d'accordo anche con il ritorno degli esami di riparazione a settembre!




anche alle elementari erano utili, comunque era un primo scoglio da superare. Il problema serio è che oggi giorno si boccia con molta difficoltà, invece la scuola deve essere molto più dura. L'Italia da nord a sud (con buona pace di qualcuno) ha avuto sempre ottime persone preparate, in numero inferiore rispetto alla media europea. Come si dice pochi ma buoni. Purtroppo ora c'è la corsa ad aumentare il numero dei laureati e secondo me perdiamo troppo in qualità...

ad esempio io che ho la laurea in vecchio ordinamento ricordo che per fare MAcchine 2 (l'esame + tosto di tutto il corso di studio, il cui docente era uno degli ideatori del Common Rail...fatto a Bari, sempre con buona pace di qualcuno....) andavano via almeno 9 mesi... [SM=x1460401] ogni appello circa 100 persone a fare l'esame e lo passavano all'incirca 2 o 3 [SM=x1460423]


adesso so che con i nuovi corsi ci impiegano meno tempo e lo passano in molti... [SM=x1460400]
TA79
00giovedì 21 agosto 2008 22:48
Re: Re:
assorta, 21/08/2008 11.26:




ma no! già oramai nella vita dei ragazzi p tutto scontato, tutto dovuto...se poi gli togliamo anche queste piccolissime difficoltà che si trovano a dover affrontare....come cavolo faranno ad affrontare le difficoltà VERE che incontreranno poi??? [SM=x1460418]
gli esami finali sono il MINIMO! ma io sono d'accordo anche con il ritorno degli esami di riparazione a settembre!


ma i ragazzi lo sanno che tanto saranno promossi,perchè ormai non si boccia +,figuriamoci agli esami.la difficolta' dovra' essere la promozione ,e non gli esami,che tanto sanno di esser promossi e spendiamo tanti soldi inutili.
e comunque gli esami di riparazione a settembre gia' ci sono ,ma non hanno molti effetti visto che raramente bocceranno,quindi chi non vuole studiare durante l'anno,credic he studiera' in estate? [SM=x1460434]


=Ranchan=
00martedì 26 agosto 2008 09:42
Io sono felice di aver frequentato il Liceo (scientifico) perchè insegna sì tantissime nozioni (è sicuramente utile per avere una buona cultura generale), ma soprattutto insegna a ragionare, ad affrontare gli argomenti da diversi punti di vista, a farsi delle idee proprie, sono aspetti che si capiscono e si apprezzano più avanti, difficile accorgersene a 19-20 anni, impossibile insegnare queste cose a bambini delle elementari o a ragazzi delle medie.

Per quanto riguarda l'approccio pratico questo sì manca ancora molto, però ritengo che all'università con l'introduzione delle "Lauree brevi" sia stato un pò migliorato questo aspetto, almeno per quello che ho vissuto io, ho scelto la laurea breve e optato per l'indirizzo del piano studi più pratico (più orientato al mondo del lavoro) ed infatti ho trovato lavoro subito ed ho avuto poche difficoltà a passare da studio a lavoro.
=Ranchan=
00martedì 26 agosto 2008 09:43
Gli esami di elementari medie e superiori li lascerei.

E' giusto che esistano e che gli alunni sappiano che non è tutto dato in automatico.
assorta
00martedì 26 agosto 2008 11:15
Re:
=Ranchan=, 26/08/2008 9.42:

Io sono felice di aver frequentato il Liceo (scientifico) perchè insegna sì tantissime nozioni (è sicuramente utile per avere una buona cultura generale), ma soprattutto insegna a ragionare, ad affrontare gli argomenti da diversi punti di vista, a farsi delle idee proprie, sono aspetti che si capiscono e si apprezzano più avanti, difficile accorgersene a 19-20 anni, impossibile insegnare queste cose a bambini delle elementari o a ragazzi delle medie.



mah...condivido in parte...sai fare tutto e niente in pratica. ti sai adattare un po' a tutto perchè hai la mente aperta, ma di specifico non sai fare niente! Prova a guardare gli annunci di ricerca di lavoro, NESSUNO cerca un diplomato al liceo. se non fai l'università, e che sia un'università che ti forma specificamente in qualcosa, non vai da nessuna parte! e a 13 anni come fai a sapere già se farai l'università e quale??
io se tornassi indietro farei ragioneria o magistrali. geometri anche... almeno esci che sei qualcosa, hai in tasca un diploma che di per sè ti assicura un lavoro. ma se vuoi puoi anche andare avanti e fere l'università!


Per quanto riguarda l'approccio pratico questo sì manca ancora molto, però ritengo che all'università con l'introduzione delle "Lauree brevi" sia stato un pò migliorato questo aspetto, almeno per quello che ho vissuto io, ho scelto la laurea breve e optato per l'indirizzo del piano studi più pratico (più orientato al mondo del lavoro) ed infatti ho trovato lavoro subito ed ho avuto poche difficoltà a passare da studio a lavoro.



forse da voi è diverso, ma qui da noi con la triennale non ti vuole nessuno! neanche i concorsi puoi fare, io quelli che faccio sono tutti per diploma superiore, la mia laurea potrei buttarla nel cesso [SM=x1460418]
assorta
00martedì 26 agosto 2008 11:15
Re:
=Ranchan=, 26/08/2008 9.43:

Gli esami di elementari medie e superiori li lascerei.

E' giusto che esistano e che gli alunni sappiano che non è tutto dato in automatico.




esatto!
=Ranchan=
00martedì 26 agosto 2008 11:40
Re: Re:
assorta, 26/08/2008 11.15:



forse da voi è diverso, ma qui da noi con la triennale non ti vuole nessuno! neanche i concorsi puoi fare, io quelli che faccio sono tutti per diploma superiore, la mia laurea potrei buttarla nel cesso [SM=x1460418]




Ma sì Francy, con il diploma di Liceo non puoi iniziare a lavorare subito, a meno che non fai lavori tipo agente immobiliare o assicurativo e simili, ma il lavoro lo devi imparare sul campo.

Il Liceo non serve per lavorare, serve per formare la mente e dare il metodo di studio a chi prosegue gli studi all'università.

Volevo solo dire che non è vero che la scuola è solo fatta di nozioni da imparare, forse alle elementari o medie, ma non al liceo (certo poi se uno le nozioni non le impara viene bocciato, si spera!).

Il discorso della triennale ho visto che è molto variabile da facoltà a facoltà, da tipo di laurea a tipo di laurea. Nel mio caso laurea triennale e quinquennale sono trattate allo steso modo nel mondo del lavoro, ed anzi in alcuni casi viene privilegiato quello con laurea triennale perchè queste lauree brevi sono state appositamente create per il mondo del lavoro e quindi il laureato oltre ad essere in genere più giovane, ha svolto esami orientati più alla pratica che alla teoria. Ma lo ripeto, parlo del mio caso, la mia laurea è una laurea scientifica ed anche molto richiesta nel mondo del lavoro, quindi probabilmente è per questo che le triennali del mio campo sono state costruite in questo modo, probabilmente è diverso il discorso per le lauree umanistiche, o magari cambia anche da tipo di laurea a tipo di laurea.
badaniele
00martedì 26 agosto 2008 11:55
mah guarda io ho fatto l'industriale nello specifico sono un perito informatico. Chiaro lì non mi è stata data una cultura classica, ma abbastanza tecnica, anche se quella classica me la sono fatta da solo perchè cmq leggo molto

io sapevo che sarei andato all'università quindi in teoria avrei potuto fare un liceo, però sono contento della scelta che ho fatto e la consiglierei. A mio parere di sicuro è importante segliere la scuola superiore più adatta al ragazzo, però è ancora più importante scegliere un buon istituto con dei buoni professori. In effetti può accadere il paradosso in cui fai meglio una materia come storia o italiano in un istituto tecnico e non in un liceo classico per il semplice fatto che al classico la cattedra la occupa un idiota e al tecnico c'è un prof. brillante.
=Ranchan=
00martedì 26 agosto 2008 13:33
Re:
badaniele, 26/08/2008 11.55:

mah guarda io ho fatto l'industriale nello specifico sono un perito informatico. Chiaro lì non mi è stata data una cultura classica, ma abbastanza tecnica, anche se quella classica me la sono fatta da solo perchè cmq leggo molto

io sapevo che sarei andato all'università quindi in teoria avrei potuto fare un liceo, però sono contento della scelta che ho fatto e la consiglierei. A mio parere di sicuro è importante segliere la scuola superiore più adatta al ragazzo, però è ancora più importante scegliere un buon istituto con dei buoni professori. In effetti può accadere il paradosso in cui fai meglio una materia come storia o italiano in un istituto tecnico e non in un liceo classico per il semplice fatto che al classico la cattedra la occupa un idiota e al tecnico c'è un prof. brillante.




Ma certo io parlavo della mia esperienza.

La scelta della scuola superiore dipende molto dagli interessi dello studente, dalle sue attitudini e da cosa vuol fare "da grande".

Io al liceo ho studiato anche molte materie umanistiche in realtà, perchè è scientifico (con le varie branche matematiche e informatica, chimica, fisica, biologia, astronomia, anatomia, geologia ecc..), ma rimangono materie come letteratura italiana, latino, la lingua scelta, filosofia, e storia. Insomma da basi di tutto in modo che ci si possa poi specializzare in quello che ci piace all'università.

Certo non è la scelta giusta per chi vuole lavorare autonomamente da subito.
=Ranchan=
00martedì 26 agosto 2008 13:34
Il discorso dei professori è vero ma non sempre si può prevedere con chi si andrà a finire. Ci si può far consigliare, ma se penso a quanti professori ho cambiato in 5 anni...
badaniele
00martedì 26 agosto 2008 14:26
Re: Re:
=Ranchan=, 26/08/2008 13.33:




Ma certo io parlavo della mia esperienza.

La scelta della scuola superiore dipende molto dagli interessi dello studente, dalle sue attitudini e da cosa vuol fare "da grande".

Io al liceo ho studiato anche molte materie umanistiche in realtà, perchè è scientifico (con le varie branche matematiche e informatica, chimica, fisica, biologia, astronomia, anatomia, geologia ecc..), ma rimangono materie come letteratura italiana, latino, la lingua scelta, filosofia, e storia. Insomma da basi di tutto in modo che ci si possa poi specializzare in quello che ci piace all'università.

Certo non è la scelta giusta per chi vuole lavorare autonomamente da subito.



anche se ti confesso che io non sono molto favorevole alle scuole che ti danno un po di tutto, anche perchè poi bene non si fa nulla
giusto per fare un esempio io finì il 4 superiore e aiutai un amico dello scientifico al compito di matematica della maturità, perchè il programmo del 5 liceo coincideva con quello del nostro 4 (noi facevamo molte più ore di matematica)...un amico del classico lo aiutò per il latino

sinceramente sono molto per le scuole settoriali (come un classico o un linguistico o un istituto tecnico) dove quello che fai lo fai in maniera molto approfondita
=Ranchan=
00martedì 26 agosto 2008 17:13
Re: Re: Re:
badaniele, 26/08/2008 14.26:



anche se ti confesso che io non sono molto favorevole alle scuole che ti danno un po di tutto, anche perchè poi bene non si fa nulla
giusto per fare un esempio io finì il 4 superiore e aiutai un amico dello scientifico al compito di matematica della maturità, perchè il programmo del 5 liceo coincideva con quello del nostro 4 (noi facevamo molte più ore di matematica)...un amico del classico lo aiutò per il latino

sinceramente sono molto per le scuole settoriali (come un classico o un linguistico o un istituto tecnico) dove quello che fai lo fai in maniera molto approfondita




Bhè ma comee ho detto prima è una scuola che non si pone l'obiettivo di formare in modo specifico su un qualche indirizzo, non deve preparare ad un lavoro come può essere quello del geometra o del ragioniere ma fondare le basi che poi si andranno ad approfondire all'università. Sono approcci diversi, l'ho detto già che il liceo non è consigliabile senza un proseguimento degli studi all'università.

Io penso che sia giusto che esistano scuole più professionalizzanti e altre come i licei che preparano all'università, si tratta di scegliere in base a cosa si vuol fare nel futuro. Alla fine non possiamo essere tutti periti o tutti dottori. Quando io avevo fatto l'orientamento in terza media c'era l'opinione diffusa che per diventare qualcuno bisognasse prendere una laurea (e quindi frequentare un liceo), questo è sbagliato secondo me perchè infatti oggi ci troviamo una massa di laureati che non sa che lavoro fare.

Io penso che debba essere chiaro ai ragazzi di terza media che si trovano a voler scegliere se proseguire gli studi e dove che non c'è una scelta migliore dell'altra, ma c'è una scelta giusta per lui. Molti laureati di oggi starebbero molto meglio se avessero iniziato subito a lavorare, ma allo stesso tempo c'è chi (come me) sceglie di costruirsi delle buone basi generali per poter frequentare l'università e specializzarsi poi in quello che più lo interessa.

E personalmente sono contenta degli studi che ho fatto perchè (per riallacciarmi al discorso iniziale), non ho imparato solo nozioni ma anche un modo di pensare, un approccio allo studio e alla conoscenza e il piacere di conoscere (che non è poco). Visto il livello di ignoranza (nel senso di non sapere e non voler sapere) che dilaga tra i ragazzi di oggi, non sottovaluterei proprio del tutto questo aspetto, perchè la scuola non deve solo portare a guadagnarsi il pane, ma deve insegnare, formare la mente, far crescere (almeno porre le basi perchè la persona possa continuar su quella strada autonomamente e con piacere).
silvercloud87
00giovedì 25 settembre 2008 14:54
I presupposti della scuola sono errati e le aspettative della società anche. La scuola non può, non riesce e non serve a dare "cultura", la cultura si acquisisce solo con la - curiosità - di ogni singolo individuo che si interessa ad alcuni settori.
Se questo me lo date per vero, non si capisce perché un ragazzino di 17/18 anni debba avere tutte le materie sufficienti (per essere sulla retta via) quando alcune di queste magari non sono adatte a lui e non gli saranno mai utili perché magari le studia a memoria e dopo il compito resetta il cervello, a me è capitato spesso.
Non esistono scuole superiori capaci di approfondire un particolare settore tanto da darti una competenza anche parzialmente completa, perché per fare ciò occorre arrivare a livelli più alti di cultura generale, senza di essa non si comprende nemmeno il particolare, lo sfondo e la cornice in un piano di studi sono fondamentali.
misterx78
00sabato 27 settembre 2008 12:27
Prendi Bertinotti. E' uno che viene da scuole tecniche. Ed è una persona, sottolineo con idee diametricalemente opposte alle mie, di grande cultura. E' persino entrato tardi in politica. E' un esempio di come la cultura, proprio come hai detto tu, viene dal desiderio della scoperta, la curiosità, la fame del sapere. E la cosa vale anche al contrario. Nel senso che c'è gente laureata che di cultura, senso pratico e socialità, ha ben poco.









silvercloud87
00martedì 14 ottobre 2008 12:05
Re:
misterx78, 27/09/2008 12.27:

Prendi Bertinotti. E' uno che viene da scuole tecniche. Ed è una persona, sottolineo con idee diametricalemente opposte alle mie, di grande cultura. E' persino entrato tardi in politica. E' un esempio di come la cultura, proprio come hai detto tu, viene dal desiderio della scoperta, la curiosità, la fame del sapere. E la cosa vale anche al contrario. Nel senso che c'è gente laureata che di cultura, senso pratico e socialità, ha ben poco.




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