Lo SPORT DOG

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=Ereandil=
00lunedì 28 gennaio 2008 13:54


AGILITY


L'Agility nasce nel 1977, in Inghilterra, come uno spettacolo volto a riempire i tempi morti durante il Crufts(la piu' importante esposizione del Regno Unito).


Si tratta di una gara a ostacoli ispirata al concorso ippico(salti,tubi,passerella, slalom,pneumatico ecc.)con dei percorsi sempre diversi e di varia difficoltà. Il cane e il conduttore devono portare a termine il percorso,entro un tempo stabilito alla partenza dal giudice,con meno errori ed il piu velocemente possibile L'Agility è quindi uno sport,un divertimento per cani e padroni, che non lascia spazio all'aggressività, e che fa leva sopratutto sul gioco. In Italia viene introdotto nel 1988 e nel 1987 vengono organizzate le prime gare dal G.A.R.U. di Torino. Alle prove possono partecipare tutti i cani,di razza e non,e vengono suddivise in vari livelli di difficoltà:Debuttanti,Agility 1 , 2 e 3 per i cani di razza e 1°,2° e 3° livello per i meticci. I cani che ottengono tre eccellenti netti(senza quindi penalità)in Agility 1 ottengono il brevetto di Agility. In più i cani vengono suddivisi in ulteriori categorie in base alla loro taglia:Small sotto i 35 centimetri al garrese,ed i cairn rientrano in questa categoria,Medium dai 35 ai 43 cm e Large gli altri. La maggior parte dei cairn terrier trova divertente correre e giocare con il padrone specie se il premio è una ghiottoneria o una pallina e questo sport può anche servire per insegnar loro a convivere con altri cani e ad obbedire in presenza di così tanti stimoli. E' altrettanto utile per il proprietario che impara a gestirlo nelle svariate situazioni e a considerarlo un cane vero nonostante la taglia. Non dimentichiamo che per gli inglesi il cairn terrier è "un grande cane in formato ridotto"!!!!



=Ereandil=
00lunedì 28 gennaio 2008 14:05



SLEDDOG



Sleddog Il termine sleddog deriva dalle parole sled = slitta e dog = cane, si riferisce all'attività sportiva nella quale sono coinvolti l'uomo, uno o più cani e una slitta oppure sci da fondo.


Storia ed origini dello sleddog Nonostante qui in Italia lo sleddog sia ancora uno sport pressoché sconosciuto, in realtà esso ha origini antichissime ed è molto diffuso nelle regioni che per conformazione geografica ben si prestano alla sua pratica: alcune pitture rupestri ci indicano infatti che i primi cani da slitta furono utilizzati 4.000 anni fa nella Siberia centrale, a nord del lago Baikal. Questa importante iniziativa è da attribuire alle tribù samoiedo, i Koikal, e ad altre tribù nomadi che vivevano invece nel territorio più orientale della Siberia, i Ciukci: l'aspetto dei cani di quell'epoca è straordinariamente simile a quello che essi hanno ancora oggi e la somiglianza con i lupi è del tutto evidente. Ciukci e Koikals svilupparono un alto livello di tecnicità nel traino delle loro slitte, utilizzando i più svariati materiali per la loro costruzione, dal legno alle ossa di balena ai blocchi di ghiaccio e riuscirono così ad arrivare ad attaccare fino a venti cani per ogni slitta. Nel "Nuovo Mondo" dobbiamo attendere il succedersi di diverse culture, discendenti dalle tribù provenienti dalla Siberia orientale, per ritrovare con il popolo dei Thulè, antenati degli eschimesi e presenti nell'Alaska Nord Orientale, la tecnica delle slitte trainate dai cani. Cacciatori di balene, foche e trichechi, i Thulè utilizzavano le slitte come mezzi di locomozione per coprire immense distese e per il trasporto delle prede cacciate. Questa tecnica fu ripresa dagli Esquimesi groenlandesi e dal popolo dei Caribù che popolava la baia di Hudson: furono queste le tribù che gli esploratori europei incontrarono nel XVI e nel XVII secolo. Richiamati dalla caccia alla balena e dalle ricchezze che ne derivavano, gli esploratori europei si spinsero sempre più a nord: i primi osservatori, che descrissero gli esquimesi come popolazioni ancora primitive, furono particolarmente impressionati dai mezzi di trasporto utilizzati da questi "selvaggi".
Arriviamo così all'ultimo decennio del diciannovesimo secolo, anni in cui scoppia la febbre dell'oro. Migliaia di uomini si mettono in viaggio per ostili territori del nord di quella che fu la più grande migrazione umana dall'epoca delle crociate. Freddo, valanghe, rapide, malattie, fame e stanchezza spazzarono via quarantamila uomini che non raggiunsero mai la meta tanto ambita.
A quel tempo discussioni e scommesse sulla supremazia di uno o dell'altro cane erano all'ordine del giorno, ma lo sleddog divenne una disciplina vera e propria solo nel primo decennio del Novecento, per l'esattezza nel 1908, quando fu organizzata a Nome una corsa di 408 miglia (656.6 km).
E' interessante notare come, durante la prima edizione di quella gara, tra i cani iscritti e partecipanti non vi fossero cani nordici, ma semplicemente meticci di qualunque tipo: a quell'epoca infatti veniva impiegato al traino qualsiasi soggetto purché fosse abbastanza forte e veloce, a dimostrazione del fatto che ogni cane adora correre e trainare una slitta. Solamente a partire dalla seconda edizione un mercante di pellicce russo, tale William Goosak, iscrisse alla corsa una muta di nove cani importati dalla Siberia, che impressionarono per la loro velocità e per la straordinaria resistenza: quel team arrivò infatti terzo al traguardo, ma mentre tutti gli altri equipaggi giunsero alla fine allo stremo delle forze, quei nove cani apparivano freschi come rose e assolutamente desiderosi di correre ancora. Erano i cani allevati dai Ciukci e riscossero fin da subito un ampio consenso al punto che diversi musher partirono alla volta della Siberia per importare un gran numero di esemplari: da questa massiccia importazione nacque la storia moderna del Siberian Husky, un cane molto conosciuto anche qui in Italia, un cane che ha vissuto periodi di grande popolarità seguiti da un brusco arresto delle vendite, un cane che forse non è stato perfettamente compreso dal grande pubblico, ma che comunque rimane un perfetto esempio di cane da slitta. Contemporaneamente alle prime gare con i cani da slitta ebbero inizio anche le spedizioni e le competizioni verso i poli.
Pochi anni dopo anche l'Italia prese parte alla sfida polare con una spedizione guidata dall'indimenticabile marinaio alpinista ed esploratore Luigi Amedeo principe di Savoia Duca degli Abruzzi e dal suo amico Umberto Cagni, ufficiale della Regia Marina. I nostri esploratori, a bordo della baleniera Jason Stella Polare, rimasero bloccati nel pack artico e dovettero proseguire a bordo delle slitte trainate dai cani per poter finalmente raggiungere, nell'aprile del 1900, a poco più di un anno dalla partenza della nave, la latitudine di 86° 34' Nord.

Forse ai giorni nostri, con l'avvento delle motoslitte, la cultura delle popolazioni nordiche sta lentamente cambiando, ma sicuramente per loro i cani da slitta rimangono importantissimi: basta pensare che ancora oggi, in alcuni sperduti villaggi dell'Alaska, i bambini compiono ogni mattina, per potersi recare a scuola, il tragitto da casa alla fermata dell'autobus a bordo di una slitta trainata da un cane. Una volta giunti a destinazione lasciano il cane negli appositi ricoveri che si trovano vicino alle fermate, per poi compiere il tragitto inverso alla fine delle lezioni: per loro che non sono in grado di guidare una motoslitta i cani rimangono ancora l'unico mezzo di trasporto sicuro, veloce ed affidabile. Dal primo dopoguerra ad oggi le gare di sleddog si sono moltiplicate a vista d'occhio, rendendolo senza dubbio uno sport popolarissimo in tutte le regioni nordiche. La più popolare è senza dubbio l'Iditaroad, la durissima gara che si svolge il primo sabato di marzo di ogni anno in Alaska, tra Anchorage e Nome, lungo un percorso di 1.049 miglia (1688 km). Organizzata per la prima volta nel 1973 la competizione si propone di commemorare un evento storico accaduto a Nome nel 1925: una mortale epidemia di difterite avrebbe sicuramente sterminato la popolazione di quella tranquilla cittadina se una staffetta di corrieri su slitte non avesse trasportato in tempo utile il vaccino, sfidando per cinque giorni tormente di neve inimmaginabili. Al Central Park di New York è stata eretta una statua in onore di Balto, il capo muta che secondo la tradizione guidò la gloriosa spedizione, anche se in realtà il cane che condusse il team per la maggior parte del lungo tragitto si chiamava Togo.

Lo sleddog diventa sport riconosciuto della IFSS (International Federation of Sleddog Sport), la quale prevede la diffusione di una terminologia appropriata e l'osservanza di un regolamento, nel rispetto soprattutto dei cani.



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