Lo Bianco: "Lo sport, un aiuto con cui ho battuto il cancro"

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
docangelo
00venerdì 9 novembre 2012 14:01
da gazzetta.it

Al ritorno dai Mondiali 2010, Eleonora Lo Bianco scopre che il nodulo al seno di cui si è accorta nella trasferta giapponese, è un tumore. Viene operata a dicembre e meno di due mesi dopo è in campo, con la Foppapedretti Bergamo. La stagione finirà con lo scudetto. Niente favole, solo gli ultimi anni che hanno rivoluzionato la vita della palleggiatrice azzurra.

Quanto l'ha aiutata essere un'atleta nell'affrontare la malattia?
"Molto, in fondo io l'ho vissuta un po' come fosse un infortunio. Ho fatto tutto il più presto possibile, le visite, l'intervento, pensando solo a tornare il prima possibile. Dal punto di vista mentale mi ha aiutato, perché non ho avuto il tempo di star troppo a piangermi addosso".

Cosa è cambiato dopo quello che ha vissuto?
"Pensavo che questa esperienza potesse cambiare il mio modo di vivere, anche la pallavolo. Un po' è stato così, ma solo all'inizio".

La sua esperienza ha aiutato altre persone?
"Ho raccontato spesso quello che mi è successo. Penso sia importante far sapere quanto è importante la ricerca e che dopo una cosa così si più tornare alla normalità. Non solo nello sport, in tutti i campi. Recentemente mi è capitato di dare una mano a una ragazza della mia età, l'ho consigliata di farsi operare subito, come ho fatto io".

Ormai è tutto dietro le spalle?
"No, dal punto di vista pratico sto continuando le cure, ogni sei mesi ho i controlli, anche qui in Turchia dove dal punto di vista oncologico ho trovato persone molto preparate. L'unica cosa è che ogni tanto mi viene l'ansia, quando mi sento un po' strana penso subito sia successo di nuovo qualcosa. Un pensiero che prima non avevo mai, perché non immagini mai possa capitarti una cosa così".

A 32 anni il volley è rimasta una passione o è un mestiere?
"Una passione. Ci sono dei giorni in cui il pensiero di andare il palestra non mi fa impazzire, dopo 15 anni così ogni tanto la voglia non è al massimo. Ma l'adrenalina, la sensazione che provi nelle partite che contano, è sempre la stessa, non riesco a farne a meno, anche se ogni tanto è dura".

Per esempio?
"I 32 anni si sentono. Se a venti giocare una partita non era niente, adesso te la senti addosso per una settimana. Ma per qualche anno sono sicura di potercela fare (sorriso)".

Fino a Rio 2016?
"Non so. Quattro anni oggi mi sembrano lunghissimi, ma so bene che poi vola tutto veloce. Dipende, da come starò. La botta di Londra è stata difficile da digerire, anzi, è ancora lì".

Difficile tornare in palestra?
"Abbiamo avuto un mese di riposo, ma ricominciare non è stato semplice. Come sempre per ritrovare la voglia è bastato rientrare nel meccanismo: allenamenti, partite, trasferte. Ma è stata più dura del solito".

Alla seconda stagione in Turchi si è fatta un'idea di cosa potrebbe copiare l'Italia?
"Credo che il nostro movimento sia, nel complesso, ancora molto avanti. Dal punto di vista tecnico e organizzativo. Qui imparano in fretta, assorbono esperienze e conoscenze di chi viene da fuori".

Come comunica con le compagne?
"In inglese, ormai viene così naturale che mi ritrovo a parlare in inglese anche con Simona (Gioli)".

Niente turco?
"Voglio mettermi, sarebbe un peccato non sfruttare l'occasione. Come mi sono imposta di prendermi più tempo per visitare Istanbul, una città che mi ha conquistato. Proprio come le kofte, le polpette di carne che fanno qui e mi fanno impazzire".

Marisa Poli



[SM=g7426]

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:01.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com