Lilliput

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nevio63
00domenica 31 maggio 2009 18:53
un piccolo miracolo
Una sera di qualche mese fa, io, mia madre, mia moglie e Nevio, mio figlio partimmo in auto da casa ad Avellino, verso la fine di una cupa giornata invernale, nonostante una pioggia insistente.

Andavamo a trovare la famiglia di mio fratello in un paese a circa 20 km. Entrati nel comune di Montefalcione per uno stradone, insolitamente sovradimensionato dato il piccolo paese, mentre noi tre adulti, distratti si apprezzava e commentava, seduti in auto, una canzone di Claudio Villa: Signora Fortuna, Nevio che non aveva ancora 7 anni, inginocchiato e voltato, sul sedile posteriore dell’auto ci assorda gridando: <Un cane, ferma ferma<. Mia moglie che guidava riesce a fermarsi solo dopo una curva a circa 50 mt.
Sotto una pioggia intensissima io scendo e vedo un straccetto lercissimo con pochissimo pelo che doveva avere al massimo un mese di vita. Lo pongo nel seno e corro verso l’auto. Entrato, tra la generale concitazione e quasi immediata constatazione che il cane stava per morire, decidiamo di raggiungere casa di mio fratello per chiedere aiuto alla sua famiglia, con l’unica speranza che essendo in un paesino e avendo un giardino dove gia’ c’era uno york shire si sarebbe potuto posteggiare l’animale.

Al coperto e al tepore di una cucina con camino, commentando tutti le pessime condizioni dell’animale, timidamente chiesi a mia cognata se per cas….<Non se ne parla proprio, dove lo metto e poi questo e’ pieno di rogna…no, no, non esiste proprio…! Dopo un paio d’ore ripartimmo col cane e Nevio, tratteneva con le braccine lo scatolo di fortuna in cui lo straccetto era. Nel viaggio preparammo il bambino che all’indomani avremmo chiesto a qualche conoscente contadino se…Lui non parlava.
La mattina seguente che Nevio non staccava le braccia dallo scatolo, nonostante le nostre terrifiche raccomandazioni sul contagio da scabbia, di buon ora ci catapultammo dalla veterinaria, risoluta e mascolina, oltrecche’ rinomata. Lei, non smentendo la sua fama di dura: > Signori c’e’ poco da fare, qua il cane e’ mezzo morto, guardate qua…> Rigirandolo sul tavolo ci fece vedere alcuni tipi di lesioni tipiche: C’era scabbia e pulci dappertutto, le zampe davanti erano a L verso i due lati e la cosa che ci fece piu’ male fu quando disse > Pure se si ripigliasse il danno alle zampe per assoluto difetto di calcificazione e oramai permanente.> Cioe’, dissi e lei > Cioe’ se il cane sopravvive appoggera’ il peso sulle gambe davanti.

Nevio muto, io muto per 30 secondi in cui pensai : Quando cazz!…Che faccio, come glielo dico al bimbo, ma perche’ perche’..non fossimo passati, non l’avremmo visto , l’acquazzone gelato, chissa’ quanti e mo’? La veterinaria scrisse velocemente una ricca ricetta, quasi solo di veleni, piu’ siringhe di calcio. Guardai alcuni nomi e chiesi, lei mi disse che dovevo sapere che uno di quei medicinali era fortemente epato tossico e causa talvolta di epato carcinoma ma per tutti quei parassiti sotto pelle non c’era altra possibilita’, un altro era un antibiotico forte per tutte le infezioni che s’erano innescate.

Comprai il malloppo in farmacia e con Nevio che era un unico rigido con lo scatolo ci avviammo a casa di mamma, nonna. Spiegammo tutto a mia madre, donna incredibile, anticipatrice oltre trent’anni fa nell’uso di medicina alternativa, erboristeria varia, cura dell’uva, decotti e tisane e tutto cio’ che la poneva in ostilita’ verso la medicina ufficiale. > Ma’, nun ci sta nient’’a fa’, devi dare al cane sti medicinali e forse, forse si salva e vuoi saperlo? Rimarra’ storta con le gambe davanti.> Mamma tiro fuori dagli scatolini i foglietti illustrativi e inforcati gli occhialoni leggeva i devastanti effetti collaterali e possibili conseguenze.

Io gia’ sapevo dove…>Mamma stamattina ho speso 70 euro di medicinali e 30 per la veterinaria, ora tu ‘sti medicinali glieli dai per favore!!!< Mamma subi’ in silenzio, tolse lo scatolo dolcemente ma risolutamente dalle mani di mio figlio e disse >Mo’ vai, va’…Tornammo senza il cane a casa mia e per la strada Nevio mi disse che l’aveva chiamata Lilliput perche’ era piccolissima. Per tre giorni di seguito andammo, tutti e tre della famiglia da mamma a vedere Lilli. Lei usava anche una siringona per nutrirla.
Eravamo tristi anche perche’ dopo quei tre giorni dovevamo tornare in Svizzera. La prima cosa che chedevo a mamma, era se stava facendo la cura coi i medicinali al cane e lei diceva <Si’, si’..!< Partimmo e Nevio era tristissimo senza Lilli che rimase da nonna Flora. Ci informavamo sulla salute di Lilli per telefono, spesso. A Pasqua siamo tornati per 10 giorni ad Avellino e il primo pensiero e’ stato Lilli, il cane e’ in una forma spaventosamente smagliante.

Non c’e’ traccia di danno sulla pelle, colpelo uniforme bianco a macchie marroni e non c’e’ traccia di danno alle zampe anteriori. Il cane corre con una velocita’ che mio figlio lo vuole ribattezzare “fulmine” e quando, ora che era tutto passato, ho chiesto a mamma dei medicinali, lei dopo un secondo di terrore, mi ha condotto davanti a uno stipo dove ho ritrovato gli scatoli di questi intatti. Un saluto da Nevio e da Lilli.


parliamonepino
00domenica 31 maggio 2009 19:25
Caro Sergio,

Una storia a lieto fine. Mi fa venire in mente una affermazione di uno scrittore drammaturgo, Arthur Miller, conosciuto per essere stato il terzo marito di Marilyn Monroe.

Ad una intervista, un giornalista chiese a Arthur Miller: "Che cos'è l'inferno?".
Il giornalista si aspettava una risposta teologica o che riguardasse la religione, visto che l'argomento verteva su temi che differenziavano le varie denominazioni religiose.

Invece, lo scrittore, spiazzò il giornalista e rispose in modo insolito: "Il troppo tardi nella vita!".

Ecco, perchè non esiste niente di impossibile.

"Adoro dedicarmi alle cose impossibili da realizzare, perchè si hanno pochi concorrenti." (Pino)

Un abbraccio
Pino Lupo
[SM=x1061958]



@nounou@
00domenica 31 maggio 2009 19:36
che storia dolcissima, da romanzo Nevio..sono felice per Lilli/fulmine, grande la mamma/nonna che ha saputo dare amore e salvare quella creatura..[SM=g1660862] gran bella famiglia Nevio..davvero! [SM=g27998]

un bacione a Lilli [SM=g1380261]


p.s mi sono permessa di mandare qualche a capo al racconto in modo da renderlo più leggibile.
Max Cava
00domenica 31 maggio 2009 20:13
Bellissimo epilogo e simpaticissima bestiola.

A me é successa una cosa del genere - avevo ca. 8 anni - con un gatto (o era una gatta?) che tutti, mia mamma compresa davano per spacciato.

L'avevo trovato incastrato dentro una molla, chissà da quanto tempo era li, e non riuscivo a disincagliarlo.

Alla fine, un po d'olio e una tirata per la coda, a mali estremi... porello, era così debole che non ha fatto neanche [SM=g1380271] !

Comunque, lo porto a casa e con un biberon di fortuna (bottiglietta di plastica con pallocino per tettarella) comincio a dargli un po di latte....

É diventato una pantera nera con una macchia bianca sul petto.
Mai più visto un gatto (gatta?) così grosso.

Lasciarlo, quando siamo venuti in Svizzera, é stato uno dei più grandi dispiaceri della mia vita. [SM=x1061974] [SM=x1061974]

Va beh... son passati più di quarant'anni [SM=g1380259] me ne son fatto una ragione.

Massimo [SM=x1061913]
=omegabible=
00domenica 31 maggio 2009 20:16
RE

Caro Sergio, mi hai veramente commosso. [SM=x1061974]
Queste storie sono un riflesso dell'amore e del sentire che non molte persone hanno.
Un bacio al tuo bambino che, stringendo convulsamente a se quella scatola, ha trasmesso un messsaggio importante.
Mai dire mai, l'amore può salvare.
Un bacio anche alla nonna che con l'esperienza della natura e la pervicacia dei vecchi si è resa partecipe e artefice del piccolo miracolo.
A te caro Sergio un affettuoso abbraccio e un ringraziamento per avermi concesso, stamani di buon'ora,una magnifica passeggiata nell'immensità della tua anima.

[SM=x1061954] con tutto il mio cuore


omega [SM=x1061918]
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