- La solitudine uccide -
Quando la società è allo sbando, la morte è solo un particolare di “Una piccola storia ignobile” che chiamiamo vita.
“Sono qui, nella notte, da sola, in una boscaglia triste di periferia. E ho paura.”
Anna Pavesi, psicologa con impegni lavorativi che paiono più similari al volontariato che ad un lavoro ben pagato, si ritrova tra sé e sé, al buio, in una storia che non avrebbe mai pensato potesse essere la sua.
Ma chi è Anna?
Che fine ha fatto la sua vita?
Smarrita in un matrimonio ormai finito seppur con strascichi dai quali non sa e non vuole liberarsi, Anna è sola, come unica compagna la sua gatta, e vive ormai a Bergamo, a chilometri di distanza dal suo passato. In questa disarmonica realtà, una telefonata alle prime ore del mattino la sveglia di soprassalto, proiettandola in una storia che non le appartiene per sua volontà, ma sarà sua per necessità. Dall’altro capo del telefono è l’imprenditrice Benedetta Vitali, manager di successo e senza troppi scrupoli, che fa della propria esistenza una macchina efficiente ed altamente remunerativa. La richiesta della donna è la ricomposizione degli ultimi mesi di vita della sorellastra Patrizia, morta in un incidente stradale, della quale però non c’è alcuna traccia del corpo.
Da questo momento in poi per Anna è un susseguirsi di vicende che la proietteranno in una realtà disincantata destinata a cambiare la monotonia della sua esistenza, che prenderà una piega del tutto inaspettata.
La vicenda narrata dall’autore Alessandro Perissinotto è ben congeniata su più fronti, ma quello che spicca maggiormente è la capacità di leggere ed interpretare la società attuale, cogliendone i suoi controsensi che la regolano. Il profondo disagio latente che la caratterizza, si rispecchia nei personaggi che sono ritratti veritieri dell’uomo di oggi, confuso in identità labili. La stessa protagonista è una donna in cerca di sé, e ogni qual volta le sembra di giungere ad un grado superiore del suo percorso, è pronta a vacillare. Il matrimonio naufragato, l’impossibilità di comunicazione con sua madre per antiche ruggini e una storia di solo sesso con un uomo sposato dal quale vorrebbe di più, sono una fotografia attenta dei disagi della società opulenta del duemila, che tra l’essere e l’apparire ha fatto sin troppa confusione.
E’ in questa attenta analisi del vissuto, che in fin dei conti potrebbe essere quello di ognuno di noi, il cuore stesso del libro. L’angoscia, l’adrenalina che l’autore dissemina utilizzando una tecnica efficace che alterna e contrappone le indagini con le rispettive scoperte alle riflessioni e i timori della stessa psicologa, sono funzionali al messaggio che si scorge ovunque: la solitudine e l’incomunicabilità, tema che affligge la società attuale.
La narrazione della vicenda si adagia sulla descrizione della realtà odierna, sulla precarietà dell’esistenza umana e su quella del suo sviluppo, sia inteso come rapporti interpersonali, sia per ciò che riguarda le problematiche legate al lavoro, ed è forse per questo motivo che la storia di per sé perde ogni tanto la sua natura, evidenziando alcuni elementi deboli nella trama.
Ma in fin dei conti il titolo scelto dall’autore ci mette sulla giusta via interpretativa, che si dipana in “Una piccola storia ignobile” di periferia, tra SUV e fabbriche, tra prostituzione ed extracomunitari, tra oneste persone che arrancano nella realtà a loro assegnata e sogni spezzati sepolti in un bosco.
(di Svevo Ruggeri)
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Titolo: Una piccola storia ignobile
Autore: Perissinotto Alessandro
Prezzo: € 17,00
Dati: 246 p., rilegato
Anno: 2006
Editore: Rizzoli
Collana: Scala italiani