- La Torre sul Lago -
Nel libro Care Presenze, l’autrice Sandra Petrignani ci accoglie nella villa di Olga in riva al lago, dove al calar delle tenebre è sempre mistero.
Una torre diroccata ed in seguito restaurata, una villa spaziosa che le si appoggia, un giardino intorno e il lago a pochi metri, è questo l'ambiente dove Olga e Marin si rifugiano ogni volta che possono, ed è lo stesso scenario in cui gli ospiti li raggiungeranno per trascorrere quella lunga estate del 2002. Fresca ed insolita, capace di mettere sotto lo stesso tetto una famiglia allargata e molti conoscenti, tutti legati sentimentalmente, dai figli avuti da diversi matrimoni, a coppie prima sposate e ora sentimentalmente legate a nuovi compagni, ma che hanno avuto la forza o forse l'incoscienza di rimanere amici, e di frequentarsi. Sono questi i personaggi che si succedono a seconda dei loro impegni lavorativi all'interno della villa, e ognuno di loro è legato all'altro nel bene e nel male, poiché forze dominanti dell'esistenza di chiunque.
La casa è senza dubbio la protagonista principale, sempre presente con quel suo fascino catalizzatore che è indubbiamente subìto senza affanno da ogni personaggio, che quasi mai si sposta in altri luoghi e quando ciò avviene, svanisce… proprio come i fantasmi.
Nelle lunghe serate in riva al lago, dopo il piacere di aver ascoltato alcune coinvolgenti arie al pianoforte, e dopo aver disquisito del più e del meno, quei cari discorsi così inutili e così piacevoli che aiutano a conoscersi, a confrontarsi e allo stesso tempo a trascorre gradevolmente il tempo, ad Olga che è una scrittrice e quindi fortemente creativa, viene un'idea: nel salone, attorno al pianoforte, radunati in spiaggia vicino ad un falò, in giardino, sul pontile, ogni sera, dopo aver messo a dormire le bambine, sarà l'ora dei fantasmi. Così, giorno dopo giorno, con regolarità, ogni persona ospitata nella casa dovrà raccontare una storia orripilante, senza mai lasciar intendere se sia leggenda, esperienza personale o invenzione estemporanea. L'occasione del confronto diventa mano a mano reale possibilità di fare i conti con le proprie paure, con le insicurezze, con i fantasmi che albergano nell' anima dei personaggi e che li accompagnano come fedeli amici. E raccontando storie di fantasmi esorcizzano i loro, in uno scambio costante tra narrazione ed esperienze.
Tecnicamente l'autrice Sandra Petrignani struttura un libro che è una sorta di raccolta di diciotto racconti sui fantasmi, abilmente collegati tra loro dalla storia della famiglia allargata e multietnica che si snoda in diciannove capitoli, e che ricorda volutamente il Decamerone del Boccaccio e I Racconti di Canterbury di Chaucher, senza però entrare in conflitto con i suoi illustri predecessori, né tantomeno copiarli. Ogni storia fantastica descritta è apparentemente slegata dal contesto della narrazione del libro e va a toccare diverse realtà culturali, quali quella indiana, quella giapponese, per poi attingere alle leggende nordiche e raggiungere il regno di Camelot e la "tavola rotonda". Questa apparente confusione è in realtà strumento portante degli avvenimenti narrati. E' questo in fin dei conti il piacere sottile che si prova nel leggere il libro: il perdere apparentemente le coordinate del perché succedano alcuni eventi, per poi ritrovarle a mano a mano, poiché la struttura del romanzo è unitaria e complessa, seppur snella.
Olga ascolta tutti i racconti dei suoi compagni di vacanza e in un certo senso li vive, come solo chi è abituato a creare emozioni e metterle per iscritto sa fare. E' la voce narrante, è l'amica del lettore e lo aiuta a comprendere l'ambiente in cui si snodano le vicende. E' forse anche per questo motivo che si riserba fino all'ultimo la sua storia da raccontare, una storia unica, incredibile, alla quale nessuno degli astanti vorrà credere.
(di Svevo Ruggeri)
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