Ecco, ora vi faccio una specie di classifica dei miei libri preferiti, un thread che funzioni un po' come DIECI FILM.
Leggo nello stesso modo in cui ascolto musica, mi lascio prendere dall'istinto, non ho generi, non ho preferenze.
Detesto però i libri di politica e filosofia pure, cioè, penso che leggerli sia un po' come essere comunista, ossia che fino a vent'anni non si può non esserlo: significherebbe non avere cuore. Continuare ad esserlo dopo i venti vuol dire non avere testa. Più o meno il principio è quello, finchè ero giovane e coglione dovevo leggerli, poi cresci e basta, meglio altre letture.
Ah, Chicco, ho ancora un libro tuo.
Ah, Tommy, ho ancora un libro tuo.
Ah, Berta, hai ancora un libro mio, e non un libro qualunque, zioboia.
RIGOROSAMENTE A CASO
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FEBBRE A '90
di NICK HORNBY: libro imprescindibile per chi ama il calcio (poi, ovviamente, per chi ama l'Arsenal è la bibbia). Semplice, scritto in maniera pulita stilisticamente e sporco gergalmente, strepitoso. C'è anche il film, ma, e lo dico sinceramente, non ho capito in che relazione stia col libro...
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REDUCE
di GIOVANNI LINDO FERRETTI: alla fine questo è un libro di politica e di filosofia, però ha fondamenta umili, semplici e pratiche, in grado di descrivere percorsi originali, unici; non è la solita accozzaglia di banalità astratte.
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IL SIGNORE DEGLI ANELLI
di J.R.R. TOLKIEN: il Signore, Narnia e Potter sono tutto meno che FANTASY, in un libro fantasy non si trova scritto
IL FORTE CH'E' VECCHIO NON S'AGGRINZA, LE RADICI PROFONDE NON GELANO. Martin Amis (che non so chi cazzo sia) ha scritto che :
Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo. La mamma. Il maestro. Shakespeare. Dio., ecco Tolkien probabilmente li ha avuti tutti e quattro. e tutti e quattro lo hanno aiutato.
Ma soprattutto è l'unico libro di cui rileggo spesso la fine a voce alta, commuovendomi tutte le volte. Una fine spietata, amara, eppure più cristiana di così sarebbe stato impossibile.
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MISERY
di STEPHEN KING: l'unico libro che mi ha fatto paura.
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IL RITRATTO DI DORIAN GRAY
di OSCAR WILDE: il problema di Oscar Wilde è che la gente ne usa gli aforismi senza capirci un cazzo e lo adula in base a quelle stesse parole, che fuori contesto risultano più belle che utili. Sono solito mettere orecchie alle pagine che mi colpiscono, con GRAY ho smesso di farlo, segnavo quelle in cui non c'era nulla di significativo.
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IL RICHIAMO DELLA FORESTA
di JACK LONDON, è un libro per ragazzi, certo, ma è bellissimo!
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MICHELE STROGOFF,
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA e
VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI di GIULIO VERNE. Odissee moderne. Nemo è il più grande antieroe di tutti i tempi, dai.
Se Strogoff invece di girare la Russia, avesse girato gli Stati Uniti a quest'ora Michele Strogoff verrebbe fatto leggere nelle facoltà di Scienze della Comunicazione e di lettere.
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IL CUORE OSCURO DELL'ITALIA
di TOBIAS JONES: un inglese che vive a Parma, descrive l'Italia. Fin che parla dell'Italia fisica, o del calcio è un capolavoro. Quando parla di politica spacca parecchio il cazzo, ma vabbè.
- Se fossi riuscito a leggerlo tutto direi
1984 di GEORGE ORWELL.
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HARRY POTTER, il quinto, direi.
Mettiamola così, i primi due sono stati prove tecniche di trasmissione, il terzo inizia ad essere di un altro livello, il quarto non mi è piaciuto così tanto, il quinto, il sesto e il settimo sono notevoli. Quello che ricordo con più piacere, e considero questo una determinante significativa, è il quinto. (anche la frasetta sotto la foto della curva è presa da lì...)
- Due libri letti a scuola, uno era il
GATTOPARDO, dell'altro nno ricordo il titolo, so solo che non c'era punteggiatura, fantastico.
Giusto, adoro le enciclopedie.
Accetto offese.