Come ho già avuto modo di dirvi, causa lavoro all'estero e annessi spostamenti, sono due anni che di fatto non posso allenarmi. Anche quest'anno non ha fatto eccezione. Ho messo assieme la bellezza di
272 km (anche se anche quest'anno ciò non mi fermerà dalla mia vacanza ciclistica di una settimana
).
Lo scorso weekend sono tornato a casa e il richiamo è stato troppo grande...
Erano più di due anni che non poggiavo le due ruote sulle Dolomiti e quindi...
Sono partito da Zoldo con un'idea in testa, da verificare in corso d'opera, dopo Staulanza e Giau. Ho affrontato il suddetto Giau col freno a mano tirato (ammesso che avessi molto di più da dare...) e avendolo portato a termine senza affanno è partita la parte b del piano, ovvero Falzarego, Valparola, Gardena, Sella, Pordoi...
Già in cima al Gardena non avendo grossi sintomi di affaticamento (anche perchè ho cercato di gestire al meglio le ascese), il morale si è alzato e mi è venuta la malsana e folle idea... da Arabba deviare verso Caprile...
Fatti il Sella e il Pordoi senza sprecare una sola pedalata mi sono lanciato nella mia folle idea di aggiungere anche il Fedaia...
Da Malga Ciapela (km 134) mi sono imposto di inquadrare la linea bianca al bordo della strada e l'asfalto e basta. Ritmo ridicolo e concentrazione senza mai alzare lo sguardo fino a Capanna Bill (tanto avevo la discesa per guardare il panorama
). Respiro e sguardo attorno a me sui due tornantini, poi altra apnea, stavolta veramente affaticata fino alla Cima. Ennesimo te freddo al limone, adrenalinica planata fino a Caprile (piazzato un buon 85km/h sul rettilineo
) e ultimo calvario per risalire prima a Selva di Cadore e poi (andando alla velocità a cui la facevo a 15 anni in mtb) ultima Staulanza raggiunta poco prima che le luci si spegnessero (la mia si era spenta ormai da 10km).
Il tutto non per raccontare l'impresa in sè (peraltro credo degna di rispetto), visto che ne leggo sul Forum di ben più toste, non ultimi i pliuriGrappa, ma per dire come in certi frangenti la testa conti quanto o più delle gambe.
Sia per gestire le situazioni quando la voglia e il fisico ti spingerebbero a fare di più, sia soprattutto quando il fisico ha molto poco da dire (la salita del Fedaia come 8o passo di giornata poteva essere un calvario più di quanto non lo sia stato non appena la testa si fosse disconnessa dall'obiettivo e dall'unica maniera di raggingerlo; e l'ultima Staulanza, per l'ora, lo sforzo precedente e i dolori vari incitava più volte a mandare tutto a quel paese).
In finale:
175 km
5275m di dislivello
6380 cal
10h15m di bici
Nessun piede a terra (anzi Staulanza, Falzarego, Valparola e Sella li ho saltati via senza nemmeno fermarmi in cima, incaschettandomi al volo
), forse "cerebralmente" la soddisfazione più grossa.