Le torture e i sequestri della Cia. Arriva da Hollywood il film-verità

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vanni-merlin
00martedì 26 febbraio 2008 11:19
Presentato "Rendition" di Gavin Hood, con Gyllenhaal e la Whiterspoon: storia
di un uomo rapito illegalmente. Ispirata a una vicenda che riguarda anche l'Italia...

Le torture e i sequestri della Cia. Arriva da Hollywood il film-verità
Il magistrato Spataro, titolare dell'inchiesta Abu Omar: "Una ricostruzione attendibile"
Appello a D'Alema e Bonino: "Difendere i diritti umani anche al di là della moratoria"


di CLAUDIA MORGOGLIONE

ROMA - Spariti. Svaniti nel nulla. Evaporati. Strappati agli affetti, alle mogli, ai figli. Quasi non fossero mai esistiti. In realtà sequestrati illegalmente, portati in Paesi a bassissimo tasso di diritti civili, torturati. In nome di quella che è stata battezzata "guerra al terrorismo". Secondo il Parlamento europeo e Amnesty International, è accaduto centinaia di volte. Anche qui in Italia. Come dimostra il caso più clamoroso, il rapimento di Abu Omar. Ma anche un episodio meno noto, in cui a dissolversi nel nulla è stato l'ingegnere canadese Maher Arar. La cui storia ha ispirato un film made in Hollywood in arrivo nelle nostre sale: Rendition.


Il termine - usato per la prima volta dall'allora presidente Bill Clinton - significa "restituzione", ed è un eufemismo per indicare questa forma illegale di estradizione, messa in pratica dalla Cia. Con corollario di prigionie altrettanto illegali, e di maltrettamenti per estorcere vere e (o più spesso presunte) confessioni. Un tema scomodo, rimosso dai governi europei che spesso e volentieri hanno permesso agli aerei Usa di utilizzare il proprio territorio per supporto logistico o scalo tecnico: lo rivela un'indagine condotta da una commissione del Parlamento europeo, con relatore Claudio Fava. E lo dimostra anche l'episodio di ieri, con il governo britannico che ha chiesto scusa perché una sua base è stata utilizzata due volte per portare a termine delle rendition.

Eppure l'opinione pubblica occidentale ne sa ancora poco o nulla. E allora ben venga il film - diretto dal Gavin Hoood, Oscar per Il mio nome è Tsotsi, interpretato dai divi Jake Gyllenhaal e Reese Whiterspoon, già passato alla Festa di Roma - per squarciare il velo su questo fenomeno.

Così anche la presentazione della pellicola, oggi nella capitale, diventa un'occasione per fare il punto sul fenomeno: ne discutono i vertici di Amnesty International, l'eurodeputato Fava, e il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, titolare dell'inchiesta Abu Omar. Sul cui processo - l'udienza è fissata al 13 marzo - pende la pronuncia della Corte costituzionale, che dovrà decidere sul conflitto di attribuzioni sollevato dal governo. "Noi speriamo di poter partire effettivamente in quella data - dichiara il magistrato - una cosa comunque è certa: la procura di Milano il processo intende portarlo avanti".

Vedremo se si comincerà davvero il 13, o se ci sarà un rinvio. Nel frattempo, ecco scorrere sullo schermo le immagini di Rendition versione hollywoodiana: film sofferto, piaciuto poco in patria e molto nei paesi europei in cui è già uscito. Protagonista è un osservatore della Cia in missione (Jake Gyllenhaal) che assiste al sequestro illegale, e alla detenzione con tortura in un paese arabo, di un ingegnere chimico (Omar Metwally), cittadino americano ma nato in Egitto: a incastrarlo, una presunta telefonata compromettente. Intanto, negli Usa, la moglie incinta (Reese Whiterspoon) cerca di capire che fine ha fatto il marito; ma si scontra con l'insensibilità delle istituzioni, e in particolare col muro di gomma innalzato dal capo della Cia (Meryl Streep)...

Come già detto, la pellicola si ispira, anche se vagamente, alla storia - vera - di Maher Arar, sequestrato illegalmente mentre transitava all'aeroporto di New York, portato in Giordania - via Roma Ciampino - e poi in Siria. Dove è stato detenuto, da innocente, per undici mesi, subendo torture e maltrattamenti. Commentando la sua vicenda, Fava denuncia il comportamento del governo italiano: "Arar ha testimoniato che per i 38 minuti in cui l'aereo in cui era prigioniero è stato fermo a Ciampino c'era un uomo, presumibilmente dei nostri servizi segreti militari, che sorvegliava che nessuno si avvicinasse al velivolo". Eppure, aggiunge, i governi europei, compreso quello italiano, vedono il lavoro compiuto dalla commissione dell'Europarlamento "con paura, con preoccupazione": e infatti, un ulteriore approfondimento della questione, a Strasburgo, è stato bloccato.

E dunque se le istituzioni tacciono, per convenienza o per complicità, andare al cinema può essere anche un modo per non addormentare le coscienze. Come afferma Spataro: "Questo film mi è piaciuto davvero tanto - racconta - è molto fedele alla realtà, e storicamente attendibile nel ricostruire tutte le tappe di una rendition". Poi il magistrato prosegue sottolineando che "è falso che attraverso le torture si reperiscano informazioni utili alla lotta al terrorismo, questo lo dicono tutti quelli che se ne sono occupati". E termina con un appello ai cittadini: "Il 5 marzo, i ministri D'Alema e Bonino parleranno di diritti umani, della moratoria sulla pena di morte: qualcuno dovrebbe andare da loro a ricordare che i diritti umani non si esauriscono con la moratoria. E che bisognerebbe rispettare le raccomandazioni sul tema di Parlamento e Consiglio europeo".

(22 febbraio 2008)



da: www.repubblica.it/2008/02/sezioni/spettacoli_e_cultura/rendition-italia/rendition-italia/rendition-ita...






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