Le meraviglie del cervello umano

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alekxandros
00venerdì 11 febbraio 2005 01:09
Sneocdo uno sdtiuo dlel'Untisveri' di Cadmbrige, non irmptoa cmoe s sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo esesre al pstoo sbgalaito, I ipmtortane sloo che la prmia e l'umltia letrtea saino al ptoso gtsiuo, il rteso non ctona. Il cerlvelo h comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcherh non lgege ongi silngoa ltetrea, ma lgege la palroa nel suo insmiee... vstio?
Giulia d'Ambrosio
00venerdì 11 febbraio 2005 09:41
Re:
Fantastico!!!![SM=g27963]
duccio
00venerdì 11 febbraio 2005 10:05
ganzissimo
alekxandros
00venerdì 11 febbraio 2005 10:17
Sarebbe bello approfondire la ricerca concentrando le proprie attenzioni sul rapporto che c'è tra il linguaggio, la percezione, e la rappresentazione di ciò che percepiamo. Noi abbiamo la capacità di interpretare le cose, e dalla percezione ricaviamo tutta una serie infinita di informazioni. Per sistemare tutte queste informazioni ci serve un codice, ed ecco che entra in gioco il linguaggio. Questo è importante, fondamentale per comunicare, ma qualsiasi linguaggio, per quanto evoluto, rimane sempre un codice, e pertanto uno strumento sempre migliorabile, mai comprensivo della perfezione. Ne dedurrei che il linguaggio, per quanto strumento meraviglioso, non è sufficiente a rappresentare gli oggetti della percezione in tutta la loro sostanza che, parafrasando William Blake, non può che essere infinita. Se il linguaggio che utilizziamo non è un fine, ma uno strumento per codificare, decodificare e comunicare, nulla impedisce l'esistenza di un altro metodo di decodificazione attraverso il quale comprendere, anche più velocemente, la sostanza e l'essenza relativa ad un oggetto, senza necessariamente attivare tutti quei processi di codifica e decodifica del linguaggio così come lo intendiamo e utilizziamo comunemente, processi che inevitabilmente conduciamo nella "mente" e a mente. Probabilmente possono esistere infiniti modi di "leggere" senza chiamare in causa i processi che di solito utilizziamo, che non sono processi assoluti, ma soltanto parziali di un parziale (per quanto evoluto e fondamentale) strumento che è il linguaggio, un codice.

Perdonatemi la lunga e forse "pallosa" elucubrazione.
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