Lavoro, italiani i più frustrati d'Europa

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Barometre Accor Serv
00mercoledì 23 novembre 2005 20:29

Uno studio dell’Accor Services fotografa l’insoddisfazione degli italiani sul posto di lavoro

Roma, 23 nov. (Adnkronos/Ign) - Altro che 'desperate housewives', i veri infelici sono proprio i lavoratori. E sono gli italiani i più frustrati d’Europa: stressati, disillusi, addirittura delusi dal posto di lavoro. Tre le cause principali d’insoddisfazione in ambito lavorativo ci sono la scarsa retribuzione e il poco tempo che resta a disposizione per la vita privata. Altri motivi di frustrazione sarebbero le difficili prospettive di carriera, la scarsa formazione e il rapporto gerarchico all’interno dell’ufficio che determina un ambiente di lavoro troppo rigido e formale. L‘ufficio felice’ è insomma un miraggio, soprattutto nel Belpaese. Nella classifica degli ‘uffici felici’ l'Italia si piazza infatti solo al sesto posto, anche dopo all'Ungheria. Stanno peggio soltanto in Spagna e Svezia, dove però nessuno si sognerebbe di cambiare lavoro e dove il tempo libero sembra essere intoccabile.

A fotografare le difficoltà e le aspirazioni dei lavoratori europei è la ricerca Barometre Accor Services, il primo studio sul benessere e sul grado di coinvolgimento dei dipendenti sul luogo di lavoro, realizzato da Accor Services in collaborazione con l'Istituto di Studi Ipsos. Ciò che pesa di più agli italici ''desperate workers'' è proprio la sovrapposizione tra ufficio e vita privata, che causa problemi in famiglia, mancanza di tempo per i figli, oltre ad oggettive difficoltà di trasporto per andare e tornare dall'ufficio. Inglesi e francesi, sempre secondo lo studio di Accor Service, anche se meno coinvolti in ambito aziendale rispetto agli italiani, sono i più realizzati a livello professionale. L’insoddisfazione degli italiani è quindi tra le più alte d’Europa e cresce insieme con il desiderio di cambiare lavoro ma senza la possibilità di poterlo fare a causa della scarsa aspettativa di trovare alternative.

Ma da che dipende la felicità in ufficio per i lavoratori della Penisola? Questa sembra essere legata non tanto al grado di coinvolgimento all’interno dell’azienda, che in Italia è piuttosto alto rispetto ad altri paesi europei come appunto l’Inghilterra, quanto alla realizzazione e al maggior bilanciamento possibile tra sfera lavorativa e vita privata. Più tempo per sé, insomma, e maggiori stimoli professionali determinerebbero una condizione di benessere sul posto di lavoro. Ma le esigenze dei lavoratori italiani, sempre secondo la ricerca di Accor Services, sono diverse. E crescono le aspettative nei confronti dalle aziende, a cui viene chiesto un intervento diretto. Tra le esigenze più sentite ci sono quelle relative alla formazione personale (61%), all'accesso a cure sanitarie (39%) e al completo riassetto della pausa pranzo (37%). Il 34% vorrebbe poi un aiuto in merito al risparmio salariale e ai piani pensione, mentre il 27% un aiuto per il trasporto, esigenza sempre più gravosa soprattutto nelle grandi città. Infine uno su quattro vorrebbe una mano concreta da parte dell'azienda circa l'assistenza ai figli e per il sostegno scolastico (25%). Lo studio di Accor Services verrà pubblicato domani dal settimanale ''Economy'', in occasione del No Stress Monday, la prima giornata dedicata al benessere in ufficio, che si celebrerà il prossimo 28 novembre
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:08.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com