Lancio una provocazione...

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www.musicletter.it
00giovedì 15 dicembre 2005 15:17
Lancio una provocazione, e prendetela come tale. A volte ho la sensazione che il rock, oggigiorno, abbia perso quell’aspetto proletario, operaio e popolare di una volta. Voglio dire: prima la musica rock (anche se preferisco parlare di cultura rock) era qualcosa che nasceva tra la gente e per la gente. Una musica che partiva dal basso e che accomunava il povero e il ricco, il buono e il cattivo, il colto e l’ignorante, il sano e il diverso. Una musica che nasceva nelle strade, perché la strada era l’unico elemento di contatto (e di confronto sociale) capace di unire passione, solidarietà, interessi. La strada che sapeva essere spietata e interessata ma altrettanto magnanima. La strada come unico riferimento (partite “a palline”, “a figurine” e sane partite “a pallone” sull’asfalto). E poi le capanne di cartone costruite in un angolo di quartiere; primi veri centri sociali, dove si parlava, si scherzava e si faceva anche all’amore. La strada che insegnava cose belle e cose brutte, ma tutte sulla propria pelle. La strada che insegnava il rispetto per i più deboli. Ecco, tutto nasceva da lì. L’essere rock. Insomma, nessuna nostalgia, visto che non sono e non mi sento un dinosauro, anzi. Credo però che oggi si ascolti il rock solo per essere “cool”, “intellettuali”, “chic”, “alternativi”. Nessuno più ascolta il rock perché “ignorante” (ignorante nel senso di “istintivo”, “privo di cognizioni”, di persona che - nei limiti della decenza - “fa quello che si sente e basta”). La strada non c’è più. C’’è internet, gran bella cosa, non ho dubbi, però confonde e rischia di abbagliare. Oggi c’è chi si sente “pop”, chi “metal”, chi “reggae”, chi “folk”, chi “jazz”, chi “grunge”, chi “punk”, chi “garage”, chi “progressive” e chi spesso, per non sentirsi fuori moda, si sente “nu-qualcosa”. C’è un locale per ogni testa musicale e per ogni genere. Direi, fin troppi. E per la massa, c’è il tipo “in” e il tipo “out” a seconda dei casi. Non c’è più quello che ascolta “rock” e quello che “non ascolta rock”. Personalmente, frequento tutti i tipi di locali dai Night-Clubs ai raffinati Lounge-Caffè fino ai Centri Sociali. Ma una cosa posso dirla: una persona semplicemente “rock” riesco a riconoscerla a distanza, senza che dica una parola. Sapete perché? Perché ha la strada nel cuore, qualsiasi lavoro esso faccia. Scusate lo sfogo. Oggi mi prende così…Buona musica a tutti.
+8biT+
00giovedì 15 dicembre 2005 15:59
Credo che oggi la musica abbia perso molto la sua carica istintiva e gruppi costruiti a tavolino ne sono la triste conferma.

Hai visto i gruppi che oggi si definiscono rock?, partendo dal finto/punk (parlare di punk oggi è anacronistico, ragazzini under 25 risparmiatemi i vostri patetici commenti), passando per i rolling stones attraverso tutti quei gruppi metal che si vedono in tv, tutta spazzatura americana, cosa c'è di strada? comprendo il tuo sconforto anche se non ascolto rock (o solo rock con tutte le sue derivazioni).

Non è un discorso retorico, oggi si guarda di più al vestito, al look, ad avere i pantaloni strapati e a quante spillette porti, poco tempo fa mi è capitato di ascoltare dei gruppetti pseudo/punk, tutti vestiti benissimo (pantaloni stracciate cappellino, all stars) chitarre ultrapersonalizzate con scrittine intimidatorie nei confronti della società, e poi cantavano delle cagate indescrivibili!

Ogni simbolo è svuotato del suo originale valore "Sid Vicious Docet" lui si che lo aveva capito già negli anni 70.

Purtroppo non do la colpa nemmeno ai nuovi "rockers" o "Punk" o "Dark", "Nu-Qualcosa", "Post-Qualcos'altro", loro sono drogati dalla tv e dalla spazzatura commerciale.

Sta a noi che abbiamo raggiunto, credo, una maggiore maturità ritrovare quell'istinto che anni di propaganda dell' american-fashion ci hanno tolto.

Adesso la più grande trasgressione è non andare ai grammy awards!
Viva Maria De Filippi

[Modificato da +8biT+ 15/12/2005 16.00]

eydenthepan
00venerdì 16 dicembre 2005 03:38
sid vicious e dee-dee ramone insegnavano anche che il rock significa vivi e lascia vivere..(I dont't care,it's just punk...!)..quindi secondo la mia opinione non dovreste prendervela se un ragazzino "sceglie" di seguire la moda dei pantaloni stracciati o se si mette l'ombretto nero perchè l'ha visto ai green day su mtv e poi dice che è "rock",perchè tanto sono così i tempi che corrono e tali categorie di persone saranno tali finchè se ne parlerà. io invece mi sentirei fortunato a sentire che oggi c'è il metal,il funk,il grunge,il "nu-qualcosa",così almeno sempre meno persone useranno la parola ROCK (che vi dò ragione) forse non si percepisce più sotto pelle come una volta,a parte qualche rara eccezione. non scadete nello snobbismo da rocker anni 70 del tipo "quello sì che era rock,quella si che era musica,quella sì che era vita! altro che oggi",perchè tanto sono anni che ahimè NON TORNERANNO. i tempi si evolvono,in bene o in male che sia. il popolo rock di certo non manca...mancano le strade.
rispetto per tutti,per quello che si può.
+8biT+
00venerdì 16 dicembre 2005 10:21
Ciao eydenthepan

non scadete nello snobbismo da rocker anni 70 del tipo "quello sì che era rock,quella si che era musica



era proprio quello che volevo evitare!!!
non ascolto musica di quel periodo figurati se penso che (solo) quello possa essere il vero rock!

non ragiono in quella maniera, io parlavo di spontaneità e credo come dici tu che la colpa non è appunto del ragazzino, forse mi sono espresso male, oppure lo sfogo che ho fatto ha lasciato intendere quello.

nella mia situazione attuale, l'anima rock (anche nella musica elettronica), quella della strada, purtroppo non riesco a vederla, forse sono offuscato dai media che propongono modelli standard di ribelli ultra-fashioned fino alla lauera e poi chiesa, famiglia mutuo e pensione, si ma con gli amici poi vai a pescare, parli di donne e bevi whisky!!!

Ma forse, non è finito anche il rock, o rock come lo intendevavo, forse siamo in un periodo di magra e di riorganizzazione di idee?! qualcuno deve pur inziare a chiederselo.

[Modificato da +8biT+ 16/12/2005 10.21]

www.musicletter.it
00venerdì 16 dicembre 2005 11:17
...
Nessun pregiudizio e snobismo di tipo generazionale. Nessuna eloquenza, ampollosa e soverchia, propria di colui che non avendo nient’altro da dire e da giudicare, ripete noiosamente (e in modo insopportabile) “si stava meglio quando si stava peggio” oppure “non esistono più i gruppi di una volta”. Niente di tutto ciò. E pertanto, nessuna retorica, lungi da me. La mia vuole essere semplicemente una riflessione sul fatto che - come dice +8bit+ - “Oggi la musica abbia perso molto la sua carica istintiva e gruppi costruiti a tavolino ne sono la triste conferma” e che – come ravvisa Pan – “La parola rock forse non si percepisce più sotto pelle come una volta”. Tutto questo perché manca - ahinoi - il contatto “vero”. La strada. Nient’altro. Questa è la realtà. Da un lato il piacere (a volte spasmodico) della scoperta tecnologica (mi riferisco ad internet), dall’altra invece quel senso di smarrimento avvertibile quando non si è più collegati alla rete.
“Il popolo rock di certo non manca”, sostiene sempre Pan. Il popolo? Diciamo che definirlo “popolo“ di questi tempi non è proprio il termine esatto, forse sarebbe meglio dire “i naviganti del rock di certo non mancano”. Per quanto riguarda le spillette e le borchiette varie, beh, non sono mai stato un bacchettone. Ognuno è libero, purché rispetti il prossimo, di fare quello che meglio crede, secondo coscienza e conoscenza. Non accetto però quelle persone che ostentano, e non sono poche, un Che Guevara come se fosse una bibita analcolica, senza conoscerne l’effettivo peso. A tal proposito mi viene da pensare a tutte quelle persone (benpensanti) che ogni domenica mattina si ritrovano per il fatidico sermone e che poi, varcata la soglia del porticato, sono pronti ad inculare il prossimo…in attesa di un nuovo “giorno di riposo”.Ma questa è un’altra storia…
Uno scontato Buon Natale a tutti e complimenti per la passione finora manifestata.
+8biT+
00venerdì 16 dicembre 2005 12:00
Re: ...

Scritto da: Non accetto però quelle persone che ostentano, e non sono poche, un Che Guevara come se fosse una bibita analcolica, senza conoscerne l’effettivo peso. A tal proposito mi viene da pensare a tutte quelle persone (benpensanti) che ogni domenica mattina si ritrovano per il fatidico sermone e che poi, varcata la soglia del porticato, sono pronti ad inculare il prossimo…in attesa di un nuovo “giorno di riposo”.Ma questa è un’altra storia…



Beh... non posso non associarmi.


per quanto riguarda le spille, che so... il jeans strappato con le catenine, e il look in generale, era solo un modo per enfatizzare il triste fatto che molti si considerano alternativi solo perchè indossano certi capi, anch'essi standardizzati e svuotati di ogni contenuto originario (spillette con la A rossa, magliette di che guevara.... ecc.. ecc..),
ovviamente e per fortuna ognuno è libero di vestirsi come vuole, ma non si puo permettere di considerarsi migliore di me e/o alternativo solo perchè preferisce un look pittosto che un altro,
l'essere alternativo sta nei fatti e non (solo?) nell'aspetto puramente estetico,
come dire... in fondo anche gli animali utilizzano il mimetismo per sopravvivere.

che mare di ovvietà che scrivo! [SM=g27835]
ma certe volte forse è bene ricordarle [SM=g27820]:
eydenthepan
00venerdì 16 dicembre 2005 14:54
mi piace come si sta affrontando questo discorso. con serietà e lucidità. però purtroppo è inevitabile arrivare a parlare di stili di vita,che rimarranno sempre infinitamente diversi e in continuo mutare,neanche fosse il più ostile dei virus. non esiste anticorpo e varrà sempre la solita regola che ognuno fa quello che gli pare. la critica da muovere è giusta,però va diretta solo ai tizi che fanno sì quello che vogliono ma nel contempo vogliono essere accettati e suggellati dalla conferma di essere "giusti" da qualsiasi punto di vista. praticamente il tizio che pur non essendo giamaicano porta i Rasta (che non è nella sua cultura e quindi la trasforma in squallida moda)solo per fare un esempio. oppure (non che i Rasta se la debbano prendere,vale il concetto prima espresso). oppure che dice di essere rock,poi indossa tremila spille con scritte "fuck" o "anarchy",ma se la prende col mondo degli industriali e della globalizzazione...(ma tu guarda il caso vuole che l'industria delle spille sia una della più fervide al momento...!). insomma penso che per essere rock basta eccettarsi,senza tanti ghirigori attorno. non sò se ho fatto intendere quello che volevo...
eydenthepan
00venerdì 16 dicembre 2005 14:56
e appoggio alla grande anche gli esempi che ha fatto Luka d...
+8biT+
00venerdì 16 dicembre 2005 17:09
Re:

insomma penso che per essere rock basta eccettarsi,senza tanti ghirigori attorno



ecco concordo,
la mia voleva essere non (solo) un'accusa, ma (anche) una difesa nei confronti di chi per scelta non veste e viene giudicato comunque.

"il mio aspetto ordinario gli trasmette ascolti deplorevoli"
Tratto da "Tono metallico standard" - Offlaga Disco Pax

Saluti!
www.musicletter.it
00venerdì 16 dicembre 2005 17:42
...
Già, inevitabilmente il discorso si allarga. Tuttavia, non facciamo traboccare la disamina su altri territori e manteniamo teso quel filo, quantunque sottile, che unisce la strada al rock. Cos’altro si può dire? Sì, ecco: mi prende parecchio l’idea (probabilmente romantica e anacronistica) che “essere rock” significa guardare il mondo e la società da un altro punto di vista. E questo senza essere a tutti i costi “alternativo” o “anticonformista” che dir si voglia. Infine, piace anche al sottoscritto l’andamento (slow-core) che sta prendendo questo colloquio, seppur digitale e in assenza di sguardi. Che un Dio vi benedica. Vi stimo.
costello
00venerdì 16 dicembre 2005 18:49
Re: ...
[DIM]


Infine, piace anche al sottoscritto l’andamento (slow-core) che sta prendendo questo colloquio, seppur digitale e in assenza di sguardi. Che un Dio vi benedica. Vi stimo.



Caro Luca,
non percorro più queste prateria per tanti motivi;
l'ultima volta è questa per dirti che davvero sei
la chiave dell'acqua...
franco

[Modificato da angologiro.net 16/12/2005 19.18]

Ash Vs Gamera Vs Godzilla
00venerdì 16 dicembre 2005 19:09
Re: Re: ...

Scritto da: costello 16/12/2005 18.49
Infine, piace anche al sottoscritto l’andamento (slow-core) che sta prendendo questo colloquio, seppur digitale e in assenza di sguardi. Che un Dio vi benedica. Vi stimo.

Caro Luca,
non percorro più queste prateria per tanti motivi;
l'ultima volta è questa per dirti che davvero sei
la chiave dell'acqua...
franco




costello!!

ma che fine hai fatto??

manco l'ultima volta che son stato in cantina ti ho trovato [SM=g27814]

non mi mollare proprio tu eh [SM=g27811]

[Modificato da Ash Vs Gamera Vs Godzilla 16/12/2005 19.09]

angologiro.net
00venerdì 16 dicembre 2005 19:23
RE: scritto da Costello:

Caro Luca,
non percorro più queste prateria per tanti motivi;
l'ultima volta è questa per dirti che davvero sei
la chiave dell'acqua...
franco


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Bentornato Costello!!!
sai che ci manchi?!

(ho messo mano al tuo messaggio poichè nn si leggeva, ma continua a rimanere nero su nero...)

saluti
AG

[Modificato da angologiro.net 16/12/2005 19.24]

www.musicletter.it
00venerdì 16 dicembre 2005 19:43
....
Sei una persona unica e inconfondibile da cui prendere esempio, credimi.
Sei la strada, sei il rock, sei la passione.
A presto Big Brother.
Grazie


>>>>>>> “Look On Down From The Bridge” (Mazzy Star)

eydenthepan
00venerdì 16 dicembre 2005 20:48
ehilà
ben tornato Costé....
comunque io la vedo:
ROCK uguale ILLUMINAZIONE
www.musicletter.it
00sabato 17 dicembre 2005 01:51
BUONANOTTE
«A me piacciono troppe cose e mi ritrovo sempre confuso e impergolato a correre da una stella cadente all'altra finché non precipito» (Jack Kerouac)

Buona Notte.
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