Lance spezzate: tra il divino e il terreno, sognando l'oriente..

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spipi83
00martedì 1 giugno 2010 15:03
Premessa: la storia che sto per raccontarvi ha come protagonista la Serenissima repubblica di Venezia.
Ho moddato il gioco in modo tale che Venezia possa reclutare lizieri e sfachiotti gia' dal 1200 nel caso abbia piu' di 15 insediamenti (tra cui Candia) e abbia costruito le fucine nei castelli.
Inoltre Feditori, Guardia Corsa e Balestrieri Genovesi saranno recrutabili allo stesso modo che per i Pisani a Milanesi a patto che:
1) Per i Feditori siano possedute sia Pisa che Firenze
2)Per le Guardie Corse sia posseduta almeno la Corsica
3) Per i Balestrieri ,Genova deve essere sotto il controllo di Venezia

Inoltre all'inizio della storia ci sara' un piccolo cheat economico, che non voglio anticipare perche' fa parte della storia.
I setting del gioco sono :alto e alto per entrambi (campagna e battaglia).
spipi83
00martedì 1 giugno 2010 18:22
Estate Anno 1155
In una giornata apparentemente serena , in una citta' sospesa sull'acqua
decisioni funeste stavano per esser prese.
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Il 37esimo Doge della Serenissima, Domenico Morosini,salito al potere 9 anni prima, ai suoi segretari:
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'Convocate d'urgenza il Consilium Sapientes'
I segretari: sara' fatto immediatamente Monsignor el Doxe
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E cosi' nel palazzo ducale..
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Il Doge verso i membri del consiglio:
Tutti voi siete consci del momento delicato nella quale si trova la Repubblica. Il nuovo Imperatore tedesco, Federico I il barbarossa,
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ha messo a ferro e fuoco l'Italia, e noi impotenti non abbiam potuto che assistere. La sorte che e' toccata oggi a citta' come Asti potrebbe toccare a noi domani.
La collera del Signore ha colpito le truppe dell'imperatore Tedesco, forse per punirlo della sua superbia, afflitte dalla pestilenza, ed e' sulla via del ritorno in Germania.
Ma presto potrebbe riscendere con un nuovo esercito per completare l'opera iniziata. Ma non c'e' solo l'impero alle nostre porte. Altri potenziali pericoli gravano sulle sorti della repubblica.
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Siamo circondati da potenti imperi, come l'impero magiaro e quello romano d'oriente. La nostra ricchezza deriva dal commercio con i potenti califfati degli infedeli musulmani. E' arrivato il momento di ampliare il nostro potere militare, ed espandere i confini della repubblica.
Dobbiamo cercare di raggiungere l'obiettivo senza attirare le ire ne dell'imperatore tedesco, ne dell'imperatore dei romani Commeno I, il quale avanza ancora pretese nel sud-italia.
Tre obiettivi richiedono la nostra immediata attenzione:
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-il Marchesato di Verona. Gli attriti tra il contado prevalentemente guelfo e la popolazione della citta' per la maggioranza ghibellina hanno indebolito notevolmente il loro potere. Con l'imperatore di ritorno in Germania, questa e' una occasione che potrebbe non ripresentarsi piu'. Appropriandoci del marchesato, potremo controllare la via del Brennero e rinforzarla con fortini e castelli in modo da controllare future discese dell'imperatore.
- Ragusa ed Ancona: queste repubbliche marinare seppur non potenti come Pisa o Genova, sono dirette concorrenti nel nostro commercio nell'adriatico. Conquistare questi insediamenti, oltre ad eliminare potenziali rivali, assicurera' maggiori introiti alla repubblica.
Se il piano di espansione verra' approvato in sede, mi occupero' io stesso, con le forze presenti in citta' di conquistare Verona.
Per conquistare Ancona sara' mandato il Consigliere Vitale con le forze presenti a Pola,
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mentre per conquistare Ragusa ci affideremo al nobile Giovanni Polani supportato dal nobile Enrico Dandolo e le forze presenti a Zara.
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Non e' tutto. Come ben sapete, le guerre hanno un costo. E' il momento di mostrare il proprio supporto per la repubblica, non solo a parola ma con i fatti. Ancor prima che per l'abilita' dei propri generali, o la fierezza dei propri soldati, l'antica Roma pote' vincere la guerra contro Cartago, grazie al totale supporto della nobilta' e del patriziato alla causa della Repubblica. Oggi siete di fronte ad una scelta: sposare la causa della grandezza e scrivere nuove pagine di storia, o restare piccoli condannati all'oblio.
Se appoggerete il piano di espansione ci sara' bisogno di 40000 denari, per non bloccare lo sviluppo delle attivita' commerciali. Dobbiamo stringere alleanze con il comune di Milano, di Pisa e il Santo padre e gli Altavilla.
Solo uniti potremo contrastare l'imperatore. Dobbiamo cercare inoltre l'alleanza del potente re d'Ungheria e migliorare i rapporti con Bisanzio. Per il momento sarebbe opportuno stringere all'alleanza anche con il Barbarossa.
Per il momento...
E' il momento di votare..



spipi83
00martedì 1 giugno 2010 18:26
spipi83
00martedì 1 giugno 2010 19:24
E cosi' dopo una lunga consultazione, i membri del consiglio votarono..
Il Doge ai membri:

Bene! Sono allietato dalla fiducia che il consiglio ripone in me.
Sebbene molti di voi restino contrari al progetto di espansione, nondimeno mi aspetto anche da voi
il vostro pieno appoggio alla causa della repubblica.

Mentre i membri del consiglio si congedano, il doge:
'Cardinale Dandolo! Ho una missione per lei. Come ben sa' Ragusa pullula di ortodossi, pagani ed eretici.
Mi aspetto che lei mandi al piu' presto preti al fine di convertire quanti piu' infedeli p0ssibile. Cio' rendera'
felice anche il santo padre, e accrescera' la sua reputazione.

Il doge al segretario:
'Manda a dire al Lazzarini, di compiere una missione di spionaggio presso Bologna, e di mandarmi un
dispaccio al piu' presto sulla situazione'

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Manda a dire inoltre al mercante Zen di andare presso la Valahia per cercare nuove risorse da commerciare!
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Infine convocami il nostro emissario Lorenzo Calzolai.'

Il segretario al Doge: 'i suoi comandi saranno subito eseguiti Monsignor el Doxe!'

Il Doge all'emissario:
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'Calzolai ho fatto convocare la sua persona d'urgenza, in quanto la repubblica sta vivendo un momento quanto mai delicato.
Sto per terminare i preparativi di guerra contro Verona, Ancona e Ragusa. Lo sforzo militare sara' enorme per le nostre piccole forze.
Dobbiamo assicurarci che le potenze confinanti non ci attacchino mentre le nostre forze sono impegnate altrove.
Come prima missione voglio che si rechi a Milano, contatta i Della Torre e cerca accordi per una alleanza. Volgi per Pisa successivamente, stipula un patto per
definire le rispettive zone di influenza. Scendi poi per Roma e cerca udienza presso il Santo Padre. Sono sicuro che dopo gli ultimi accadimenti, non ci neghera'
il suo appoggio e la sua alleanza. Se il Papa approvera' le nostre conquiste, nessun'altro sovrano avra' da ridire.
Infine recati presso gli Altavilla, ma non agire per il momento. rafforza gli accordi commerciali con loro e osserva la situazione.
Il loro regno e' in subbuglio. Non e' conveniente per il momento legarci troppo a loro, qualora le forze ribelli debbano avere ragione del sovrano.
Se avrai successo nelle missioni che ti sono state affidate, ti assicurerai un seggio nel consiglio!
The Housekeeper
00mercoledì 2 giugno 2010 09:38
Stupenda!
Molto coinvolgente questa aar [SM=x1140522]
spipi83
00mercoledì 2 giugno 2010 09:48
Romolo Augustolo
00mercoledì 2 giugno 2010 11:29
se questo aar continua su questa strada, resterà uno dei più belli mai visti fin'ora!!! :)
spipi83
00mercoledì 2 giugno 2010 12:22
La battaglia di Ancona
Sul lato nord-nordest della cinta delle mura di Ancona...
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Consigliere Vitale verso il capitano di fanteria: 'capitano, stando alle informazioni ricevute, le forze
presenti in Ancona, sono in numero superiore alle nostre , hanno migliore equipaggiamento e in
parte sono anche meglio addestrate. Non dimentichiamoci che questa citta' ha saputo resistere non meno di 20 anni
fa all'assedio dell'imperatore Lotario II, non e' gente da poco questa. E' da aspettarsi una loro sortita, data la loro
superiorita'.

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Capitano di fanteria: 'dobbiamo quindi preparare una eventuale ritirata, Consigliere?'
Consigliere Vitale: 'Al contrario! Quando siamo partiti da Pola per ordine di Monsignor el Doxe ,sapevo gia'
che con queste esigue forze, non avremmo mai potuto sovrastare le forze nemiche. Ma ogni cosa, capitano,
ha il rovescio della sua medaglia. In verita' vidi dico, capitano, non avrei potuto desiderare una situazione per noi
piu' favorevole! Essere venuti qui, in forze piu' numerose, ci avrebbe costretti probabilmente ad un lungo assedio che sarebbe
potuto durare forse anni. Se invece avessimo tentato di passare le mura, cio' ci sarebbe costato la vita di molti uomini.
Ora le spiego come vinceremo la battaglia...
Le forze nemiche dispongono di 3 unita' di arceri e 8 unita' di discreti lanceri, certamente superiori ai nostri in qualita'.
Tuttavia non dispongono ne di un generale esperto che possa comandare disciplinatamente queste truppe, ne di unita' di cavalleria.
Probabilmente attaccheranno in modo disordinato. Noi fingeremo una ritirata inizialmente, cio' accrescera' il loro furore, il che li portera'
ad agire ancor piu' disordinatamente.

Capitano di fanteria: 'Perdoni Consigliere, ma cio' non fara' anche accrescere il loro morale ed il loro entusiasmo?'
Consigliere Vitale: 'Anche questo volgera' a nostro favore!'
Capitano di fanteria: 'Perdonatemi Consigliere, ma continuo a non capire..'

Consigliere Vitale: 'Come dicevo farai ritirare la linea di fanteria, inizialemnte piu' velocemente, poi pian piano sempre arretrando, riordinerai le linee,
e quando i nemici saranno a 40-50 bracci di distanza, arresterai la ritirata e repentinamente volgerai le lance contro il nemico.
Immagina la reazione degli indisciplinati lanceri Anconetani, che gia' pregustavano una vittoria senza sparger ne rischiare il loro
sangue! Tanto alto era il loro morale l'attimo prima, tanto forte sara' lo smarrimento ora.'

Capitano: 'Ma gli arceri? Potrebbero raggiungerci ben prima dei lanceri e colpirci alle spalle!'
Consigliere Vitale: 'De loro arceri, non preoccuparti, se saranno tanto impavidi da staccarsi del contingente dei lanceri li sapro'
ben colpire io con la mia cavalleria! Infatti, io arretrero' piu' lentamente, e vi copriro' la ritirata, indi non hai nulla di che temere.'

Soldato al Consigliere Vitale: 'Mio signore, il cancello della citta' si sta aprendo! Le forze nemiche sembrano volerci attaccare'
Consigliere Vitale: 'Bene! Capitano, fa come ti ho ordinato e tutto andra' per il meglio! Il momento delle ciarle e' terminato.'


Come previsto dal Consigliere, le forze Anconetane senza indugio ne timore, si lanciarono all'attacco degli assediatori, mentre
le truppe veneziane inscenavano la ritirata.
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Ed ecco che una compagnia di arceri anconetani, forse in cerca di gloria, incautamente si allontana troppo dal resto della compagine
nel miraggio di poter forse colpire il generale mentre questi voltava loro le spalle. Sicche' la guardia del generale e ancor prima i piu' veloci servienti
fiutato il pericolo e allo stesso tempo l'occasione, attaccano dirompenti la compagine di arceri. Quando questi sono morti gia' tutti ecco, che i lanceri
anconetani sono ormai prossimi, mentre la linea di fanteria veneziana e' gia' disposta. La guardia del generale, non si allontana subito
e repentinamente, per distrarre quante piu' forze possibili dai suoi fragili arceri. Allo stesso modo, ma piu' speditamente, le due unita' di cavalieri servienti, sia quella
situata alla sinistra con il consigliere che quella alla destra, compiono la fase di aggiramento per colpire gli arceri e disorientare i lanceri.
La linea veneziana, resta ferma come da ordine, e mentre gli arceri colpiscono le unita' che inseguono la cavalleria veneziana, i lanceri ingaggiano le forze nemiche.
Senza difficolta' la cavalleria, fa fuori il resto degli arceri rimasti, per piombare poi alle spalle della fanteria anconetana, che quasi stava mandando in rotta
gli arceri veenziani che ormai non potevano piu' evitare lo scontro corpo a corpo.
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E cosi, come provisto dal consigliere Vitale, il vantaggio dato
dalla cavalleria si dimostra decisivo.
Giornata di gloria per i veneziani, che conquistano in tal modo una vittoria schiacciante!
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E cosi la citta' di Ancona, ormai indifesa, deve soccombere al potere di Venezia. Laddove ha fallito la forza dell'impero, ha prevalso
l'astuzia e l'arguzia dei veneziani. Il consigliere procede spedito verso il centro della citta', e di fronte alla cattedrale di San Ciriaco proclama
ai cittadini vinti la loro assogettazzione alla Serenissima
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E mentre il Consigliere trionfava ad Ancona, a Venezia giungevano notizie, alcune buone altre meno.
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Giungeva ntizia della vittoria del Doge
che ha prevalso, usando una simile tattica a quella del Consigliere,
sulle forze del veronensium rector Alberto Tinca.
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D'altronde la cosa non deve stupire dato che e' stato rpoprio il doge ad insegnare i primi rudimenti sulla guerra
al Consigliere Vitale.
Mentre da Ragusa giungevano notizie che l'asseio si sarebbe protratto. Attaccare la citta' era impossibile, in quanto le forze Ragusane erano superiori in forza e numero
a quelle veneziane. D'altro canto i codardi Ragusani speravan che le forze nemiche si sarebbero stancate presto dell'assedio e che sarebbero ritornati in patria.
D'altronde i ragusani potevano contare sui rifornimenti provenienti dal mare, e la faccenda si sarebbe potuta protrarre per anni.

the coxer
00mercoledì 2 giugno 2010 12:49
Una sola parola:SPETTACOLO [SM=x1140531] [SM=x1140531] [SM=x1140531]
brancaleone da norcia
00mercoledì 2 giugno 2010 16:28

complimenti per la splendida cronaca illustrata.

ma soprattutto per il coraggio di fare un AAR con bellum crucis 6, e a livello alto anche.

[SM=x1140428]

spipi83
00mercoledì 2 giugno 2010 18:19
La Missione impossibile e l'intrigo a Corte..
Inverno 1155 nelle calme acque della laguna...
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Segeretario : 'Monsignor el Doxe il concilio dei nobili e' riunito nella sala del consiglio per
accoglierla
'
Mentre il Doge attraversa l'entrata della sala, uno scroscio di applausi si leva in saluto.
[IMG]http://i45.tinypic.com/21l0kcn.png[/IMG]
Il nobile Sebastiano Ziani: 'Monsignor el Doxe e' con la massima soddisfazione che abbiamo accolto le notizie do vittoria
che sono giunte da lei e dal Consigliere, e che per il momento l'assedio di Ragusa procede senza intoppi. Ed e'
proprio per questo che in sua assenza abbiamo discusso e approvato un nuovo documento
'
Il segretario porge il documento verso il Doge.
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Il Doge: 'Avete approvato una missione per la conquista di Bologna?'
Nobile Zioni: 'Monsignore, ora che il Veneto e le Marche sono cadute sotto il nostro controllo,la conquista della Romagna,
di cui Bologna e' l'epicentro per importanza, garantirebbe stabili collegamenti territoriali. Inoltre v'e' da considerare che
dalla morte della Grancontessa Matilde di Canossa, l'equilibrio che prima reggeva nella penisola si e' dissolto. E adesso noi abbiamo
occasione per ristabilire quest'ordine. Come ben sa' Bologna s'e' data ordinamento Comunale, ed e' un comune potente, e un centro
culturale di gran fervore. Ma c'e di piu'. Abbiam mandato dispaccio al Consiglier Vitale di tentare una sortita nella Tuscia ed impossessarsi
del comune di Firenze, che sta accrescendo velocemente il suo potere economico. I mercanti fiorentini si stanno già inserendo nel circuito
degli scambi europei. Panni semilavorati arrivano dalle Fiandre e dalla Francia e l'allume per la tintura dal Levante: con questi i fiorentini
raffinano e tingono i tessuti fino a trasformarli in preziose stoffe che rivendono all'estero a prezzi notevolmente maggiorati. Pare
inoltre abbiano avviato attività di banco che garantiscono lauti guadagni,prestando danaro dietro ricompensa, incuranti del rischio di condanna di usura da parte della Chiesa
'
Il Doge: 'E con quali forze? Il Consigliere seppur vittorioso, ha avuto perdite anche maggiori delle mie. I suoi uomini non lo seguirebbero
ora. Forse stiamo osando troppo
'
Nobile Zioni: 'In verita' il Consigliere partira' solo con un piccolo dispaccio di soldati'.
Il Doge: 'E come pensate possa vincere contor forze 10-20 volte superiori?'
Zioni: 'Con uno stratagemma. Ci sono arrivate notizie che il comune di Firenze, stia attuando una forte espansione, e in funzione di cio' stia cercando di assogettare
il contado, provocando il risentimento e la resistenza delle famiglia feudali. Abbiamo preso accordi con alcuni di queste :gli Alberti, I conti Guidi, i Firidolfi,gli Ubaldini
ed i Pazzi della Valdarno. Loro creeranno disordini nel contado attirando fuori quante piu' truppe possibili fuori dalla citta'. In questo modo il
Consigliere potra' agire indisturbato ed impadronirsi della citta'. Le truppe cittadine, esiliate cosi dalla citta' e disorientate sul da farsi saranno facile preda
per le famiglie feudali, non piu' protette dalle mura cittadine.
'
il Doge: 'mi sembra un piano azzardato e molto rischioso, queste nuove conquiste potrebbero attirare le ire di Milano e di Pisa. Non credo resteranno a guardare.'
Il Nobile Zioni: 'Di questo non si deve preoccupare per il momento. L'emissario che lei ha mandato a Milano dai Della Torre, ha riportato buone notizie: in cambio di 2000 danari
hanno accettato la nostra alleanza
.
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In fondo cio' cioviene tanto a loro quanto a noi, dato che avendo noi come alleati e' una garanzia di protezione contro una eventuale discesa
del Barbarossa in Italia. Abbiamo mandato anche un emissario a pisa, e i pisano hanno accettato di concederci diritti commerciali. Al momento non vogliono sentir parlare di alleanza.
Credo cio' sia dovuto al fatto che conservino ancora ambizioni nel mar Adriatico. A tal proposito..
.
il Doge: 'prosegua pure..'
Nobile Zioni: 'Le notize che aveva richiesto sullo stato delle cose nel ragno di Sicilia, sono state a tal punto sconvolgenti da richiedere la nostra immediata azione. Le leggo il resoconto
arrivatoci:
"Ai primi di codesto anno arrivò notizia presso l'imperatore dei Romani Manuele Comnenoche che i baroni di Puglia, che non avevano mai visto di buon occhio gli Altavilla, avevano intenzione di ribellarsi al re normanno.

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Quindi l'imperatore spedì in Italia i suoi due migliori generali: Michele Paleologo e Giovanni Ducas con la missione di mettersi in contatto con i baroni pugliesi e con Federico Barbarossa:
questi era disposto a schierarsi coi bizantini, ma i suoi baroni si rifiutavano di continuare la campagna in Italia a causa del clima assai caldo e di varie malattie
che avevano fiaccato le truppe. L'imperatore Commeno non si disperò. La rivolta contro gli Altavilla si stava allargando in tutto il suo regno. Verso la fine dell'estate del 1155 il conte Roberto di Loritello,
a capo della rivolta, incontrò a Vieste Michele Paleologo. I due strinsero un rapido accordo: i nobili che si erano rivoltati agli Altavilla avrebbero goduto di vantaggi economici e di potere a
Costantinopoli, e il Regno di Sicilia sarebbe tornato a far parte dell'Impero bizantino. Dopo questo accordo i bizantini si unirono agli eserciti dei baroni pugliesi, pronti ad attaccare. La prima
tappa fu Bari che si arrese velocemente: il castello regio fu sprezzantemente distrutto dai baresi. L'esercito siciliano di re Guglielmo fu decimato nei pressi di Andria.
il santo Padre,Papa Adriano IV ,
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seguiva soddisfatto il procedere dei bizantini nel Regno di Sicilia, poiché preferiva assai più come confinanti i bizantini piuttosto che gli Altavilla, pensando di poter estendere più facilmente
i confini dello Stato Pontificio. Le trattative per unirsi in guerra ai bizantini contro il Regno di Sicilia furono avviate verso la fine dell'estate del 1155; il Papa arruolò a tal fine mercenari campani e il 29
settembre 1155 il Papa si mise in marcia col suo esercito. In pochissimo tempo i bizantini ed il Papa conquistarono tutta la Puglia e la Campania.
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Se la campagna in Italia fosse continuata con tale intensità, i bizantini avrebbero annientato gli Altavilla e riconquistato tutto il sud Italia. Ma Guglielmo non si era ancora rassegnato: ristabilitosi dalla malattia,
riorganizzò il suo esercito e lo affidò al connestabile Guglielmo Fiammingo, giustiziere di terra d'Otranto. Ai primi del 1156 Guglielmo attraversò lo stretto con le sue forze terrestri mentre la sua flotta puntava su Brindisi,
dove i bizantini stavano assediando la città. Quando si sparse la notizia che Guglielmo stava avanzando, qualche barone della Puglia scappò con i suoi uomini e i mercenari campani scelsero il momento più difficile della
campagna per chiedere il raddoppio dello stipendio: quando questi ricevettero una risposta negativa disertarono in massa. Anche Roberto di Loritello disertò, mentre Michele Paleologo era già morto in battaglia.
Giovanni Ducas si trovò, con un esercito drasticamente ridotto, ad affrontare un esercito molto più numeroso del suo. Fu sconfitto e fatto prigioniero con i suoi bizantini e i ribelli normanni che non avevano disertato. "
Le ultime notizie ci dicono che il re Guglielmo sia impegnati i territori Campani conquistati dalle armate del Santo Padre. Conquistare ora la Puglia richiederebbe pochi uomini, e mai situazione diplomatica fu piu' ideale.
I Romani d'Oriente hanno ormai abbandonato a se stessi i baroni ribelli, quindi non avrebbero nessuna rimostranza, mentre potremmo far apparire il nostro intervento agli occhi del santo Padre come un aiuto. Per il re Guglielmo
gia' impegnato con il Santo Padre, sara' un pensiero in meno. Certo quando avra' ripreso il totale controllo del regno, tentera' di riappropiarsi delle terre perse. ma per allora ci saremo preparati a dovere per l'evenienza. Abbiamo
percio' mandato un dispaccio al Polani per lasciare l'assedio sotto il comando di Enrico Dandolo, e salpare alla volta di Bari con un piccolo dispaccio di uomini.
'
Il Doge: 'Ad onor del vero, nobili concittadini, non sono molto convinto di un tal piano d'azione'.
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Il Nobile Orio Mastropiero: 'Monsignore, non v'e' certamente bisogno che sia io a ricordarle che fu lei in questa sala qualche mese addietro a caldeggiare l'idea di espansione dei confini e di quanto mai fosse necessaria cio'.
Guardi lei stesso la mappa, come vede il piano e' ben congeniato.
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Inoltre l'acquisizione del commercio fiorentino, e delle risorse agricole in Puglia nonche' i suoi importanti scali commerciali, oltre che strategicamente importanti, aiuteranno certamente le casse della Repubblica a
restituire piu' facilmente i 40000 danari dati in prestito. Pensi poi al prestigio della Republica, il mar adriatico di diritto potremmo rinominarlo "Golfo di Venezia" '
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Il Doge: 'Se cosi stan le cose, sara' meglio che inizi i preparativi per la presa di Bologna'.
E cosi' il Doge usci' alquanto adirato dalla sala...
...Mentre il Doge dettava i preparativi, confido' al suo segretario: 'mi par a me che del nobile Ziani e del nobile Mastropiero ci sia poco di che fidarsi. Indurre il consiglio ad approvare imprese tanto ardite, potrebbe nascondere un fine
secondario. Non mi meraviglierebbe se il tutto facesse parte di un piano ben cogeniato. Il Lazzarini ha mandato un dispaccio de la situazione a Bologna?'
Segretario: 'Si, Monsignore. Vuole leggerlo?'
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Il Doge: 'Male! Molto male! Il concilio e' a conoscenza del contenuto? '
Il segretario :'Si Monsignore. Ma non poteva far nulla in concilio Vostrassignoria per opporsi a queste missioni?'
Il Doge: 'Se avessi potuto l'avrei fatto. Purtroppo sono stato io a proporre il piano di ampliamento opponendomi alla missione rischiavo di far la parte del codardo e perdere il prestigio acquisito in concilio, ed ora il concilio si e' fatto prendere dall'euforia di queste vittorie apparentemente facili. Perche' lor signori non conoscono
il campop di battaglia, e non comprendono come le srti di una guerra siano tanto mutevoli. Il quadro inizia a farsi piu chiaro,lo Ziani e il Mastropiero devono avere manipolato l'opinione del concilio in mia assenza per poterli convincere ad
approvare questo piano scellerato. Con questa missione, credono di aver decretato la mi sentenza a morte! Sanno che non posso tornare in Citta' con uan sconfitta dopo che sono stato io a promuovere il piano di espansione,
e che rischiero' la vita pur di succedere. Sanno che una sconfitta potrebbe far alzar la testa a chi per il momento ha acconsentito ad appoggiarci, e che non ci penserebbero piu' d'una volta e cibarsi delle nostre spoglie. La cupidigia
nell'ottenere la carica di Doge gli ha accecati a tal punto da porre il bene personale a quello della Repubblica. Il Ziani gia' si sente gia' Corno Ducale sul capo,
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ma faro' tutto quanto in mio potere per mandare a monte i suoi piani.Non mi resta che affidarmi nelle mani di Dio, e confidare nelle doti del Consigliere e del Polani, perche' se il loro piano
avesse successo, farebbero fuori in un colpo solo i 3 uomini piu' influenti, e niente si frapporrebbe tra loro e il potere
'.
Segretario: 'Monsignore, son certo che il signore non lascera' inascoltate le sue preghiere'
Il Doge : 'Spero vivamente lei abbia ragione'.
Fra.92
00mercoledì 2 giugno 2010 20:45
molto molto bello e veramente ben fatto! :)
spipi83
00mercoledì 2 giugno 2010 22:45
Re:
brancaleone da norcia, 02/06/2010 16:28:


complimenti per la splendida cronaca illustrata.

ma soprattutto per il coraggio di fare un AAR con bellum crucis 6, e a livello alto anche.

[SM=x1140428]





In realta' di solito ho sempre giocato a vh/vh fin quando ho incontrato mod come Europa Barbaroum (bellissima mod peraltro ) che al livello massimo di difficolta' assegnava bonus assurdi di morale ed esperienza alle truppe AI, o altre che danno un mare di soldi ( e quindi ti trovi una infinita' di armate una dietro l'altra da vincere) o altre ancora che rendono la strategia impossibile (tipo Deo Lo vult che ti fa attaccare da tutti senza un motivo logico), quindi nel dubbio non metto piu' il livello max.
Non mi spaventa in genere la difficolta' in una compagna, ma diventa frustrante per me combattere giusto perche' qualcuno pensa che per renderla difficile basti mandare tonnellate di truppe, o farti attaccare continuamente da alleati..
Marco Aurelio.
00mercoledì 2 giugno 2010 23:52
Bellissima AAR, veramente spettacolare, sembra di leggere un libro, complimenti. [SM=x1140522]
Attendo di leggere il seguito!
spipi83
00giovedì 3 giugno 2010 08:38
Di fornte al tranello la risposta fu il martello e l'inganno


Il Doge ai messaggeri: 'Andate piu' veloce che potete, e portate i messaggi ai loro destinatari.
Ne va delle loro vite, e delle sorti della repubblica!
'
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Il Doge al Capitano di fanteria:'Come va il morale delle truppe?'
Capitano: 'Monsignore, non nascondo che le truppe avrebbero desiderato tornare a casa e non imbattersi immediatamente in un'altra battaglia. Tuttavia i soldati credono ciecamente in lei
'
Il Doge: 'Mi duole non aver potuto dare ai soldati il giusto riposo. Fa sapere agli uomini che se vinceranno
questa battaglia non ne vedranno altre per molto tempo. Inoltre sai gia' che tattica adoetteremo nel caso attacchino
come e' quasi certo che accada. Hai preparato i soldati a tale evenienza?
'
Capitano: 'Si monsignore'.
Il Doge: 'Bene , puoi congedarti allora.'
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Non dovettero aspettare poi molto gli uomini del Doge appostati in direzione delle colline. E per fortuna verrebbe da aggiungere, dato che il freddo stava
indebolendo il corpo e lo spirito della truppa. Senonche' in una fredda e piovosa mattina di febbraio, con la nebbia ancora
alta, d'improvviso le truppe comunali bolognesi escono dalle porte della citta', ferme nel loro intento di ricacciare le truppe
veneziane aldila' del Po'.
Il rapporto tra le forze in campo era quanto mai sfavorevole
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Seppur leggermente impauriti, i soldati del Doge seppero eseguire gli ordini impartitigli in modo disciplinato.
Risalirono cosi sui colli Bolognesi in cerca di una miglior posizione di difesa. La nebbia giocava alquanto a sfavore degli assedianti
in quanto era difficile valutare la distanza degli inseguitori. I veneziani riuscirono tuttavia la posizione prestabilita senza fiaccare
le truppe e con perdite minime, mentre gli assediati nello sforzo di raggiungere i nemici si erano alquanto fiaccati. Raggiunte le posizioni
il generale cerco' di sfruttare la nebbia a proprio favore, caricando i nemici all'improvviso per poi sparire nuovamente nella nebbia. Accadeva
cosi che le truppe Bolognesi andavano in panico alquanto rapidamente subendo questi attacchi quasi dal nulla, e senza che nulla potessero fare.
La cavalleria serviente mai come oggi fece un lavoro eccellente sfruttando la loro velocita' e agilita' nel colpire alle spalle le truppe nemiche.
Una tecnica che si potrebbe definire dello "yo-yo".
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Un'atra incredibile vittoria per il Doge Morosini. Forse anche per lui inaspettata stavolta..
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Felice per la vittoria, il Doge volle visitare la famosa Torre di Asinelli, la cui creazione e' avvolta nella seguente leggenda:
"Nel 1100 viveva a Bologna un giovane che trasportava ghiaia e sabbia, dal fiume Reno ai luoghi dove lavoravano i muratori.
Poiché adoperava alcuni somari tutti lo chiamavano Asinelli. Un giorno il giovanotto vide una bella fanciulla e subito se ne innamorò,
tanto che ebbe l'ardire di chiederla in sposa. Il padre della damigella era un nobile e ricco signore; al sentire la domanda di quel
miserello si mise a ridere; poi, come per prenderlo in giro, gli disse: "Quando avrai costruito la torre più alta della città, io ti concederò
mia figlia in moglie." Dopo una simile risposta, il povero Asinelli non aveva quasi più voglia vivere ed era sempre malinconico.
La fortuna però volle aiutarlo. Qualche tempo dopo, mentre caricava la ghiaia del Reno, vide qualcosa luccicare nel fondo del fiume.
Guardò meglio: erano monete d'oro! Cominciò a scavare e in breve riempì tutte le ceste dei somari col prezioso metallo. Corse subito a casa,
si chiuse nella sua misera stanza, contò ad una ad una le monete e si accorse di possedere un immenso tesoro. Allora, senza perdere tempo,
chiamò un capomastro e gli ordinò di costruire una torre altissima, nel centro di Bologna.
Dopo nove anni di lavoro, venne così terminato uno degli edifici più alti d'Italia, e il giovane Asinelli poté sposare la fanciulla amata."
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Ma cio' che stava per accadere a meno di 2 giorni di cammino dalla citta' delle torri, aveva ancor piu' dell'incredibile.
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Se fu mancanza, tradimento o tranello non si sa per certo, ma quel che contava in quel moemnto e' che il Consigliere Vitale si trovava
ad affrontare davanti a se una compagine di quasi 30 volte superiore in numero. L'idea di conquista di Firenza svaniva come un miraggio, come un sogno al risveglio. Dov'erano i feudatari che
avrebbero dovuto tenere impegnate le forze miliziane cittadine? Solo uno folle avrebbe affrontato una simile battaglia
senza darsi alla fuga, solo un genio militare avrebbe potuto vincerla. Che il Consigliere fosse un folle o pensasse di esser
un genio o entrambi,fatto sta' che non se la senti' di darsi alla fuga come un codardo qualunque senza prima aver ingaggiato battaglia.
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Con il sangue che gli sprizzava dagli occhi
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sfruttando la boscaglia del contado, ne seppe fare buon uso per dileguarsi per poi scagliarsi all'improvviso
con veemenza contro i reparti che restavano isolati, alla stregua di un leone che nasconsto tra l'erba alta della savana individua l'elemento debole della
mandria. Un martello che con furia cieca incessantemente batteva il chiodo contro il muro sino ad abbatterlo.
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Descrivere l'impresa, e' quasi impossibile, se non altro perche' chiunque vi abbia assistito e' rimasto cosi sconvolto, che il racconto
risponderebbe piu' al fantastico che al veritiero. Fatto resta che quel giorno poche decine di cavalieri ingaggiarono le armi contro una armata intera...
e riuscirono a vincere! I fiorentini rimasero cosi colpiti che non provarono nemmeno a ribellarsi, al pensiero che se solo 'si pochi cavalieri
veneziani poterono distruggere una armata intera, quali danni avrebbe provocato un esercito intero di veneziani?
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Fu cosi che i tintori e sarti fiorentini accettarono la supremazia di un'altra citta' pensando che forse sarebbe stato piu' proficuo dedicarsi esclusivamente
a cio' che sapevan far meglio: 'satoria e tintoria'.
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Piu' a sud, in terre presso le quali il rigido Inverno non sembrava aver accesso, il Generale Polani, si trovava senza saperlo, nella stessa situazione
del Consigliere Vitale. Il nobile Polani teneva alla sua reputazione, ma non si sentiva in cuor suo tanto folle quanto il Consigliere da scaraventarsi contro un nemico tanto
superiore in numero. Sicche' laddove non basto' la follia o il coraggio, servi' l'astuzia. Il generale, si mise in bella mostra di fronte alle porte
della citta' con i suoi pochi uomini. I soldati ribelli vedendo il nemico in numero cosi esiguo, non sapeva se credere ai propri occhi.
Pensarono subito ad un tranello. Sicche' aspettarono per quasi un mese, cercando di scoprire se vi erano altri soldati nescosti. se cio' fosse un tranello.
Quando furono sicuri che il contingente nemico era si esiguo, euforici uscirono dalle mura tutti insieme, alla caccia di teste da appendere per la citta'.
La guardia del generale, non avendo nulla da temere essendo a cavallo mentre il nemico era appiedato, si diede tranquillamente al trotto in direzione del centro cittadino di Barletta,
presso la quale non molto distante stazionava una parte dell'esercito normanno nel castello.
Quando quasi erano in vista del castello, con una accelerezione improvvisa, aggirarono lo schieramento nemico e galopparono a tutta velocita' verso
Bari, lasciando i ribelli a pochi passi dal contingente normanno. Questi venuti a sapere della presenza del nemico, si apprestarono ad affrontarli, giacche'
seppur fossero in numero insufficiente per assediarli entro le mura del castello di Bari, erano in numero piu' che sufficiente per sconfiggerli in campo aperto.
Alla vista dei Normanni, molti ribelli fuggirono, altri perirono nella fuga, cosicche' laddove non si pote' ottenere con la forza bruta si ottenne con l'inganno.
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Nel frattempo il generale Polani raggiungeva Bari ormai indifesa, e proclamava ai cittadini di Bari la loro assogezione alla repubblica veneziana.
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The Housekeeper
00giovedì 3 giugno 2010 09:22
spettacolare
[SM=x1140496]
spipi83
00giovedì 3 giugno 2010 11:08
Ringrazio tutti per i complimenti ovviamente anche se non l'ho scritto prima
Imperatore I
00giovedì 3 giugno 2010 12:27
Stupenda aar [SM=x1140531] [SM=x1140531]
Keirosophos
00giovedì 3 giugno 2010 14:57
Bellissima AAR!!
Von Eisenhorn
00giovedì 3 giugno 2010 15:04
MAGNIFICA!!!!!!!!!!
spipi83
00giovedì 3 giugno 2010 15:47
Invidie a palazzo

Anno del signore 1156
I successi del Doge, del nobile Polani, e specialmente del Consigliere suscitarono enorme clamore a Palazzo Ducale.
A stento il nobile Ziani e il nobile mastropiero poterono nascondere il loro disappunto, che ancora non riuscivano
a capacitarsi di come il loro piano avesse potuto fallire. Quasi pareva che tanto piu' tentassero di affondare
il Doge e il Consigliere, tanto' piu questi emergevano piu' forti che mai nel valore.Le forze della Serenessima
sembravano tanto invincibili quanto inarrestabili. Pochi in realta' a corte si rendevano conto di quanto fragile fosse il potere della Serenissima.
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Le truppe del re Normanno Guglielmo il "Malo" sempre piu' si stavavano
radunando nei pressi di Bari, citta' a malapena difesa dal Polani e da 2 unita' di mercenari reclutati sul posto per gestire
la sicurezza nella regione appena conquistata. Seppur ancora non si fosse deciso a dichiarare formalmente guerra alla Repubblica,
probabilmente dopo aver sedato la rivolta, stava gia' pensando di riprendersi gli ultimi territori persi.
Anche i pisani, davano ragione di suscitare sospetto, in quanto avevano fatto rientrare dalle
isole di Corsica e Sardegna parte delle forze militari. Forse volevano cogliere l'opportunita' di conquistare completamente la Tuscia,
magari per gelosia verso i Veneziani che avevano con apparente facilita' compiuto l'impresa che a loro non riusciva da piu' di 100 anni,
ancora li stagnanti non riuscivano nemmeno a piegare cittadine vicine e rivali come quella di Lucca.
Il bacino territoriale presso il quale attingere per reclutare nuove leve era gia' bello che sfruttato al momento,e anche laddove ve ne fosse stata
disponibilita' difettava il denaro, e quasi tutti i nuovi
insediamenti conquistati erano scarsamenti difesi da possibili attacchi. D'altronde il Doge aveva provato a far ragionare il concilio
sull'inappropriatezza di espandere ulteriormente i confini in tal momento, dopo il gia' grande sforzo fatto per conquistare il Marchesato di Verona
e le due Repubbliche marinare rivali nel mar Adriatico di Ragusa ed Ancona. La stessa Venezia era scarsamente difesa, ma pochi avvertivano il
potenziale pericolo, la cui guarnigione era guidata da un giovane quanto inesperto nobile
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Fortuna per la Repubblica, che fosse guidata da un uomo capace ed esperto di politica qual era il Doge Morosini, il quale aveva gia' impartito
gli ordini all'emissario Calzolai di trattare l'alleanza con il Santo Padre, il quale in seguito agli ultimi eventi, non aveva motivo di rifiutare
tal offerta special modo se addolcita con 2000 danari.
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L'inverno dello stesso anno, fu ricco di avvenimenti.
Il Santo padre chiese che fosse costruita una nuova chiesa nella regione della Dalmatia, pena il deterioramento delle relazioni con lo stato Pontificio.
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Il cardinal Dandolo, d'urgenza viaggio da Bari verso Zara per indagare su delle voci di presunta eresia da parte di un predicatore, un certo Gherardo.
D'altronde, meglio spegnere subito un fuocherello prima che divampi in un incendio.
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Furono strette ulteriori e importanti alleanze con il Regno di Francia, quello D'Ungheria e soprattutto il regno Normanno, cosicche' la Repubblica almeno per
il momento non debba aver nulla di che temere. Da buoni mercanti quali i veneziani sono, non hanno mancato di ottenere corsie preferenziali per il commercio
con queste potenze straniere.
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Ma l'evento sicuramente di maggior rilievo in quei mesi, fu la crociata indetta dal Santo Padre Adriano IV contro il castello di Tunus. Cio' in realta' era parte
delle negoziazioni segrete tra il Calzolai e il Santo Padre. Il Doge infatti, date le nuove alleanze le quali garantivano una certa tranquillita' sui confini, voleva
realizzare il suo sogno di una vita: mettersi a capo di una spedizione Crociata per scacciare gli infedeli da terre una volta cristiane.
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Per cio' appena indetta la crociata, il Doge si mise subito in viaggio reclutanto man man che scendeva giu' per la penisola unita' di crociati desiderosi anch'essi
di liberare le terre cristiane dagli infedeli saraceni. In pochi mesi si raggiunse la destinazione e la spia al seguito del Doge stilo' subito un rapporto dettagliato
sulle forze infedeli, tentando anche di infiltrarsi per facilitare la conquista del castello.
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Pertanto il Doge ordino' la costruzione di armi d'assedio per preparare l'assalto..
Romolo Augustolo
00giovedì 3 giugno 2010 20:23
che suspense!!!! [SM=x1140485]
Ramon Berenguer IV
00giovedì 3 giugno 2010 22:07
Mi piace molto questa cronaca, ho trovato molto originale e ben fatto l'uso dei dialoghi fra i personaggi. Aspetto di vedere il seguito delle tue imprese non potendone compiere di mie [SM=g27975]
Fabius Maximus Germanicus
00giovedì 3 giugno 2010 22:43
bravissimo complimenti!!! davvero bella ed avvincente!
spipi83
00venerdì 4 giugno 2010 08:11
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"Non a noi, non a noi Signore dà gloria, ma al nome tuo"
Salmo 114,1

Anno del signore 1157
Le gesta del Doge Morosini e del Consigliere, tra le quali l'eclatante partecipazione alla nuova crociata indetta dal santo padre Papa Adriano IV,
hanno fatto salire a le stelle il prestigio della Serenissima presso tutte le corti europee. Di riflesso anche in patria, il prestigio di cui il Doge
godeva presso il concilio, non poteva essere piu' alto, e portato dalla propria parte il Cardinale Dandolo grazie alle migliorate relazioni con il Santo Padre.
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E mentre un nuovo cadetto della famiglia del Doge raggiungeva l'eta' per inizare a occuparsi de politica e de armi,
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il Doge sfruttava questo prestigio mandando un dispaccio da far approvare al concilio per alzare le tasse nella Laguna e negli altri possedimenti.
Perche' la crociata avesse successo, non v'era bisogno solo di fede, ma anche di danari...
Oltre la Serenissima, poche altre nazioni avevano deciso di prender parte alla crociata,
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Dov'erano i i cavalieri francesi?e gli arceri inglesi?e i fanti imperiali? Queste e dilemmi affollavano la mente del Doge.
Sperava di ricevere i rinforzi Aragonesi, Magiari e Corciati per tempo, ma eran ormai diversi mesi che il castello era sott'assedio.
In fondo le sue sole forze eran comunque abbastanza superiori a quelle degli infedeli, da poter vincer solo la battaglia.
Qual motivo dunque per oziare oltre? Nessuno, questo si disse il Doge tra se , il quale per questo motivo decise di schierare le macchine d'assedio
in una giornata meno calda delle altre sul calar del sole.
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Piu' di tutto temeva i famosi arceri del deserto, i quali avrebbero potuto infliggere notevoli danni nel mentre i soldati tentavano di oltrepassare
le mura del castello. A tal fine penso' di porre il grosso delle truppe un ariete e il piu' delle scale dove piu' il nemico si aspettava l'attacco:
ovvero sul lato est del castello. Sul lato nord pose una unita' di fanti crociati con scale, e su porta sud (il suo vero obiettivo) un'altra unita' di
fanti crociati con un ariete.
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Non appena diede il via all'assedio, inizio a far spostare tutta la cavalleria verso il lato sud. Fortunatamente sul lato sud era piazzata solo una unita' di
lanceri, e qualche decini di beduini a cavallo, tutta la cavalleria inlclusa la guardia del generale caricarono violentemente le forze nemiche all'entrata.
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Passato il cancello, il piu' era fatto. La cavalleria si lancio' in una caccia all'uomo, le perdite per i veneziani non furono indifferenti ma tutto
sommato contenute data la difficolta' di espugnare tale fortezza.
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Qualcuno ha raccontato di aver visto lacrime scorrere dal viso del Doge. Altri dicono fosse il sangue dei nemici a scorrere. Molti lo hanno visto pregare
inginocchiato subito dopo la fine della battaglia .Certo fu che per il Doge, uomo di profonda fede, fu un giorno indimenticabile.
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Quel che piu' sorprese di egli, fu che anziche' sentirsi appagato come ogni altro uomo sulla terra si sarebbe certamente sentito, si mise dopo sole due settimane subito
in marcia verso nuove imprese. Durante l'assedio, il Doge ebbe a sapere che nella confinante regione di Annaba vi era un dispaccio di soldati mori pronti ad attaccare la
citta' ribelle, un tempo ricca colonia cartaginese. Se i mori avessero attaccato, la citta' sarebbe caduta dato che le forze more erano superiori
a quelle ribelli. Se il Doge avesse attaccato i ribelli le forze rimanenti quasi certamente sarebbero state sopraffatte dalle fresche forze more.
Restava un'unica soluzione, per quanto repellente gli fosse l'idea, dovette far di male virtu'.
Incarico' uno dei suoi ambasciatori di stipulare un'allenza con i Mori in vista della conquista di Annaba.
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Ottenuta l'alleanza con i Mori parti alla volta di Annaba con il grosso delle truppe, sicuro che i Normanni ora alleati, non avrebbero attaccato Tunisi.
In 10 giorni di navigazione raggiunse l'ex colonia fenicia e d'accordo con il dispaccio moro inizio' i preparativi per l'assedio...
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Keirosophos
00venerdì 4 giugno 2010 13:41
Bella cronaca!
Picchiere fiammingo
00venerdì 4 giugno 2010 13:56
Cronaca molto bella! Sicuramente hai speso molto tempo per scriverla...ho notato che Venezia è molto gettonata tra gli "storici", ciò non mi dispiace affatto essendo una delle mie fazioni preferite [SM=g27963]
spipi83
00venerdì 4 giugno 2010 14:26
Che si scannino fra lor!
Arrivo' l'inverno, eppure in quelle terre lontane il freddo al quale noi spesso associamo la parola inverno
era qualcosa di sconosciuto. Vien da chiedersi se la gente di quel posto abbia un vocabolo nella loro lingua
per descrivere il freddo o se il concetto di stagioni e inverno abbia per loro un significato.
Sebbene fu noioso per il Doge aspettare 2 mesi che affinche' i preparativi per l'assedio fossero completati,
furono tuttavia allietati dalle buone notizie che giungevano dalla madrepatria.
Il re di Danimarca aveva inviato a Venezia, una ambasciata nella quale era presente ache sua figlia la principessa Caterina,
per migliorare i rapporti commerciali e stringere alleanza con la Repubblica. Il re danese fu cosi colpito dal modo
dalle imprese crociate del Doge che fu felice di offrire in sposa la sua amata figlia al consigliere Vitale, per rafforzare ancor di piu'
l'alleanza.
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Anche il Santo Padre resto' stupito favorevolmente dal modo deciso in cui il Doge condusse la crociata, diversamente
dai regnanti europei i quali avevano tergiversato con le piu' incredibili scuse pur di non partecipare alla crociata.
Cio' fece quindi crescere ai massimi livelli la stima del Santo Padre verso la Repubblica.
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Ma i successi della politica del Doge non ebbero ripercussioni solo sulla scena internazionale, ma anche nella politica interna.
Il balivo di corte impressionato dalle gesta del Doge lo appoggio' sempre piu' nelle votazioni del concilio.
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Rincuorato da queste buone notizie, il Doge era ancor piu' determinato a compiere nuove imprese. Si diceva a se stesso che imprese
simili non potevano accadere per caso, che ci doveva essere per forza la mano divina in tutto cio' se aveva compiuto piu' conquiste egli nei
10 anni di dogato che in tutti i precedenti 400 anni di storia della Serenissima. Cosi non appena i preparativi per l'assedio furono ultimati
non perse un giorno in piu' di tempo e ordino' l'attacco . Non ci fu un vero accordo su come condurre la battaglia con gli alleati mori,
posizionati i veneziani sulle mura orientali, e i mori su quelle occidentali.
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Cosicche' quando una unita' di fanti crociati sfondo' le porte della citta' sul lato nord i mori si precipitarono furiosamente
verso la breccia. Infedeli contro infedeli, pensava tra se il Doge. Al che' quando il capitano di fanteria gli chiese sul da farsi
disse: "Che si scannino tra lor!"
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Conquistata la citta', non v'era molto tempo per festeggiare. La costa africana era molto lontanda dalla madrepatria, e le sue rotte
commerciali andavano in diretto contrasto con gli interessi dei Pisani che avrebbero visto di malo modo questo intromissione dei veneziani
nel mediterraneo occidentale. Meglio concentrarsi sull'Adriatico e i commerci con l'oriente. Per tanto il Doge aveva gia' incaricato un suo
emissario di intavolare negoziazioni con il regno Normanno al fine di ceder loro le due nuove regioni conquistate e ottenere in cambio l'Abruzzo,
regione apparentemente senza particolare importanza economica, ma che era in seguito alle recenti conquiste veneziane era il tassello mancante per la loro
egemonia sull'Adriatico. Le negoziazioni migliorarono notevolmente anche i rapporti con il Re normanno.
Non appena il Doge ricevette notizia che la negoziazione era andata a buon termine lascio' in mano ai siciliani la citta' di Annaba e salpo' con i
suoi uomini in direzione di Ostia.
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spipi83
00venerdì 4 giugno 2010 14:53
Re:
Picchiere fiammingo, 04/06/2010 13:56:

Cronaca molto bella! Sicuramente hai speso molto tempo per scriverla...ho notato che Venezia è molto gettonata tra gli "storici", ciò non mi dispiace affatto essendo una delle mie fazioni preferite [SM=g27963]




Venezia e' stata scelta per diversi motivi:
1-Non mi piace giocare con fazioni con molte regioni. Preferisco costruire il mio impero
2-Il tipo di unita'. Ho anche modificato in modo da poter reclutare in futuro i feditori pisani e balestrieri genovesi e guardia corsa, che ritengo unita' AOR piu' che specifiche per fazione (o perlomeno le ultime 2). In questo modo ho buone unita' d'assalto come i lizieri, buoni arceri (sfachiotti), buoni balestrieri, dispongo di picchieri, discreti fanti con spada, buona cavalleria leggera e pesante.
3- Cercavo una fazione italiana e con buone fonti per poter fare l'aor

Come posizione geografica avrei preferito pisa o Milano, ma non trovo completo il loro unit roaster in quanto mancano di truppe d'assalto come i Lizieri nel caso dei Milanesi anche di arceri .
Jean de Avallon
00venerdì 4 giugno 2010 15:51
Molto bella ......
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