Laicità...

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cane...sciolto
00domenica 5 marzo 2006 23:37
Un solido punto di riferimento per superare vecchi steccati ideologigi e rilanciare la religione nel dibattito pubblico.

Ai confini della laicità.
Se l'irrazionalità sembra aver preso la regia del mondo, non sono certo la rabbia e l'orgoglio a restituire equilibrio nelle relazioni tra i popoli e a sradicare i fondamentalismi che lavorano al "tanto peggio, tanto meglio". Una nuova condizione sta modellando la contemporaneità: viviamo un mondo "post-secolare".L'idea lanciata da un filosofo tedesco Jurgen Habermas, presuppone una rinnovata presenza delle religioni nella società cui chiedono visibilità e influenza nella dialettica pubblica. La secolarizzazione ha cancellato tradizioni e culture ma non è stata in grado di sradicare la dimensione del sacro che oggi si ripresenta come domanda di Dio, apertura al mistero, attenzione alle questioni sollevate dalla scienza.
La realtà pone queste evidenze: nascondersele sarebbe una complicità con la disgregazione dei valori che minaccia la democrazia.
Il nuovo presente interpella ciascuno, non farne i conti svuota ogni discorso etico.
Laici e credenti sono chiamati a riprendere il dialogo non per "buonismi" nè per opportunismi tattici quanto per una responsabilità: arginare un pensiero debole che si fa forte di relativismi, "egoistizzazioni", indifferenze che hanno come risultato certo la disperazione nell'esistenza.
Sociologi e psicologi denunciano il fenomeno come tratto distintivo della società avanzata.
Una malattia che dal privato si allarga al pubblico tanto da poter affermare che l'Occidente si stia smarrendo, quasi non avesse più identità.
Il radicalismo islamico lo ha messo a nudo con le numerose proteste per le vignette: gli intellettuali più sensibili hanno iniziato a interrogarsi sui silenzi occidentali evocando la sindrome di Stoccolma.
Gli europei si stanno abituando a tutto, una tolleranza che non scorge le anomalie quasi tutto fosse lecito.
L'Occidente è costretto a ripensarsi rileggendo la propria tradizione per ritrovare il profondo lavoro condotto nei secoli sui concetti di libertà, di convivenza, di democrazia, di fede e di ragione.
Riprendere le fila del dialogo tra laici e credenti diventa una questione esistenziale per rinnovare l'alleanza tra umanesimo occidentale e cristianesimo europeo, le realtà che hanno costruito la nostra civiltà. E' una sfida.
[...]
"Dialoghi post-secolari", si presenta come punto di riferimento per ridare alla convivenza sociale e alla democrazia le le energie e l'orizzonte dei valori in grado di superare i vecchi steccati ideologici e diffidenze inutili.
Laici e credenti trovano le condizioni per confrontarsi sui terreni di frontiera più delicati come l'aborto, la procreazione assistita, l'eutanasia, la libertà e la democrazia. Il metodo è la laicità "condizione di una vera pluralità" perchè essa non è un'ideologia ma una sensibilità.

Recensione del libro: "Dialoghi post-secolari" di Giuliano Amato Vincenzo Paglia, i libri di Reset-Marsilio, Venezia 2006, pagg.110, euro 7,50.

di Giovanni Santambrogio, dal domenicale del Sole24ore del 26 febbraio.

Io come sapete sono laico, meglio, ateo, non credo in nessuna entità, essere superiore, chiamatelo come preferite. Ma è fuor di dubbio che con la religione bisogna confrontarsi, questo libro mi ha incuriosito... [SM=x278635]
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