La storia di E. Morante

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paper.
00giovedì 2 dicembre 2010 15:13



Questo romanzo doveva essere, nell'intento della scrittrice, la summa di tutta la sua ricerca letteraria. Lo scrisse in tre anni, e ciò che si proponeva era anche una ricerca del linguaggio, reso accessibile a tutti, anti-aulico. Ricordo ancora (la mia età me lo consente, sebbene all'epoca fossi un adolescente) il grande battage publicitario e di critica che ne accompagnò l'uscita.
Ma il libro fu una delusione. Lo si capì molto presto. Non soltanto non si ergeva a vetta dell'arte morantiana, ma addirittura non arrivava nemmeno a sfiorare la magia delle sue cose migliori, ad esempio l'Isola di Arturo. Era come un motore diesel borbottante ma mai in grado di aumentare di regime. Lo si leggeva, se ne voltavano le pagine, si aspettava il cambio di ritmo, ma la fine sopraggiungeva e l'amaro ti restava nella bocca.
Non so se la Morante accettò mai il sostanziale fallimento dell'opera su cui aveva riposto indubbie speranze. Attenzione: fallimento non in quanto il libro non vendette o passò sotto silenzio - al contrario La storia ebbe notorietà anche a livello internazionale. Ma furono i critici ad essere, a mio avviso giustamente, impietosi.
Comunque sia, La storia fu per Elsa certamente un occasione mancata, e di ciò nonn potè non dolersene.
La cosa però che non si seppe mai fu questa: Elsa rimase convinta di avere scritto quella summa di cui si accennava più sopra, oppure si rese conto di essersi espressa in tono minore?
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