La stella di Davis

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=IL DUCA=
00venerdì 6 marzo 2009 13:50
Così nella civilissima Svezia Israele non può neppure giocare a tennis
La Baltic Hall di Malmö è un piccolo palazzetto dello sport con una capienza massima di 4.077 spettatori. Il minimo richiesto dalla Federazione tennistica internazionale, per un'arena che ospiti partite di Coppa Davis. Eppure da questo pomeriggio alle 14:00, come durante un tranquillo week-end di paura, Svezia e Israele ci giocheranno dentro per tre lunghi giorni, ma a porte chiuse. Fuori, infatti, per le strade della città, sfileranno in corteo forse 8-10.000 (secondo la questura) forse 20.000 (secondo gli organizzatori) manifestanti no-global e neo-nazi in doppio misto, tutti apertamente schierati contro lo stato ebraico: nell'occasione, rappresentato da Harel Levy, Dudi Sela e Amir Hadad-Andy Ram. Rispettivamente, i numeri 241, 63 e 347-12 delle classifiche mondiali Atp. Non un bersaglio grosso, tutto sommato.

Del resto la società civile svedese si è già mobilitata in massa neanche dieci giorni fa, e minacciando anche la nazionale israeliana di taekwondo. Poi puntualmente costretta ad annullare una trasferta scandinava, “per ragioni di sicurezza”. E settimana scorsa come oggi, la polizia locale “continua a ritenere di non essere in grado di garantire l'ordine pubblico”, in caso di svolgimento di una manifestazione aperta a spettatori, con sportivi israeliani tra i partecipanti.

D'altro canto, appena ieri, il corteo anti-sportivo anti-ebraico (ma “uno solo”, si è raccomandata la polizia) è stato ufficialmente autorizzato, ancora una volta per “ragioni di sicurezza”. “Non capisco, proprio non capisco” commenta spaesato la situazione fuori dal campo, Dudi Sela. “La Svezia è fuori dal mondo” protesta Andy Ram. “Su questa nazione mi ero fatto un'idea sbagliata: e io che pensavo fosse un paese avanzato, vivibilissimo”. E dire che Mats Wilander in persona, il capitano della squadra ospitante, ci aveva pure provato a fare gli onori di casa, dalle pagine del suo blog. Nel disperato tentativo di far capire agli israeliani che la Svezia non è Malmö, e che non tutta Malmö ce l'ha con loro, in effetti. Niente da fare. In queste condizioni, non possono che continuare a fare di tutta un'erba un fascio, quelli.
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