La sinistra pettegola....

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kitzmeier
00mercoledì 5 gennaio 2011 10:58
Crolla un altro castello, ma nel Pd nessuno lascia di Giacomo Susca - ore 09:06
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Macerie in Emilia Romagna. Dopo la rocca di Sestola, cede la cinta di Montecuccolo: il restauro era costato 10 milioni. Giovanardi: "Chiedono la testa di Bondi, però Errani e Bersani non mollano la poltrona"

Esercitazione di storia dell’arte nell’ora di educazione civica: se a Pompei cedono di schianto muretti con oltre duemila anni alle spalle, a finire sulla graticola è il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi; se invece a Pavullo nel Frignano (Modena) crolla il muro di cinta del Castello di Montecuccolo, appena restaurato un anno fa con una spesa di ben 10 milioni di euro, tutti, dal sindaco rosso Romano Canovi al segretario Pd Pier Luigi Bersani fino all’altrettanto rosso governatore Vasco Errani, se ne stanno tranquilli sulle poltrone. Nessuno chiede la loro «testa» da quando alla vigilia di Natale la fortezza che fu rifugio del condottiero Raimondo di Montecuccoli mostra lungo le mura una falla di sette metri. Svolgimento, semplice semplice: l’ennesimo esempio di «due pesi e due misure» della sinistra tanto attaccata al patrimonio artistico della nazione, a patto che da infilzare vi sia qualche esponente del partito avverso, naturalmente.

Evidenza di cui s’è accorto il sottosegretario Carlo Giovanardi, modenese, affezionato al castello sventrato dall’incapacità di amministratori e tecnici più che dall’incuria, visto il denaro pubblico spalmato negli ultimi anni sui mattoni della rocca che dal 1100 domina questa porzione di Appennini. «È il solito sistema - constata Giovanardi -. Su Pompei la sinistra ha fatto tutto quel rumore arruolando alla causa gli intellettuali schierati, mentre per questa brutta storia del castello del Montecuccoli, uno dei grandi eroi europei della storia, il silenzio è assordante. Così la vicenda è finita relegata in fondo ai quotidiani locali». Eppure su Facebook, dove il castello ha una pagina con centinaia di fan, c’è chi si scandalizza: «un disastro», «che peccato», «è la nostra Pompei...».

Ecco, appunto. Il parallelismo, a differenza di certe mura, sta in piedi eccome: «La cosa ancor più grave - denuncia Giovanardi al Giornale - è che in questo caso il Comune proprietario non ha nemmeno avvertito dell’ultimo crollo - peraltro annunciato - la Sovrintendenza regionale, che ha saputo dal sottoscritto. Vorrei chiedere a Bersani ed Errani, che pretendono le dimissioni del povero Bondi a colpi di sfiducia in Parlamento, perché non cominciano a mollare loro l’incarico?».

C’è da scommettere che l’interrogativo cadrà nel vuoto, proprio come quei pezzi mancanti che oggi deturpano la visione del maniero. Film già visto, un mesetto fa, e sempre a Modena. In un altro castello, quello di Sestola, complice la pioggia come del resto a Pavullo e a Pompei, s’era afflosciata su se stessa una parte della struttura. Vicenda puntualmente denunciata dal Giornale. Ma nessuno, e c’era da aspettarselo, ha pagato il conto perdendo il posto. Con analogo doppiopesismo democratico, visto che Manuela Ghizzoni – deputata Pd di Carpi e udite udite prima firmataria della mozione di sfiducia per mandare a casa Bondi – non s’è accorta di cosa accadeva a casa propria. Zitta zitta, nemmeno una parola ai tg o una riga di disappunto, magari un appello da condividere coi compagni per la salvaguardia degli italici monumenti.

Ma che bel castello.... già, come quello di carte di cui è fatta l’ipocrisia della sinistra. Basta un po’ di vento, qualche goccia, e viene giù lasciando in bella vista macerie di vergogna.


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