La sessualità divina e il ruolo della femminilità

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Wotan.Guido
00martedì 20 marzo 2012 18:14
Secondo il mito eliopolitano della creazione, Atum, il demiurgo, prende forma da se stesso nell’oceano primordiale e crea la sua discendenza masturbandosi. Egli fu spinto a questo atto da una forza femminile: Hathor, dea dell’amore, della gioia ma anche della morte e del nuovo divenire. Essa circonda come un’aura il sole Ra, stimolando la sua sessualità. Per questo la sessualità è utilizzata nella simbologia religiosa per esprimere la liberazione delle forze creatrici del demiurgo.
La città del sole,
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,che i Greci chiameranno Heliopolis, prevedeva un ampio spazio per il culto dell’aspetto femminile della creazione, sotto varie forme, Hathor, Iusaas e Nebet - Hetepet. Durante il Medio Regno, le due dee vengono separate, Nebet - Hetepet come dea dell’abbondanza e Iusaas come dea della crescita.
Già a partire dall’Antico Regno, si trovano rappresentazioni di danze hathoriche, dapprima con due uomini con il collier “menat”, in seguito un uomo vestito con una veste corta, che invita un giovane danzatore che imita il gesto del risveglio e infine una donna vestita con una lunga veste. Il danzatore, con il suo gesto, indica che sta entrando in “trance”.
A Luxor, in occasione della “Bella Festa di Opet”, la processione delle statue divine era accompagnata da un imponente corteo che comprendeva musicisti, sacerdotesse che cantavano un vecchio inno, risalente all’Antico Regno. Esso parla del “matrimonio sacro” e del ritorno eterno della barca solare:

un luogo di frescura è preparato per l’equipaggio che naviga,
per coloro che percorrono il cammino de l’”Akheru”,
il Nilo grande e alto è tenuto desto su di voi perché dovete soddisfare
le Signore delle due Corone,
oh Signore della Corona rossa le due remano, arrecando la bellezza del dio,
Hathor ha compiuto ciò che che vi è di migliore
fra le migliori cose per il Re, l’amato di Amon....


Il Faraone avvicinava il dio nel suo luogo più intimo, il suo orizzonte celeste, tradotto con il vocabolo “harem”, che in realtà significa “il luogo intimo della sua residenza”, dove può penetrare solamente qualcuno della sua famiglia. L’harem rappresenta l’aldilà dove risiedeva il dio genitore Min. Con il rito dell’apertura della bocca ad opera del Faraone sulla statua divina, egli risveglia il potere genetico del dio e riceve gli effluvi divini che lo ricostituiscono. Durante questa cerimonia, il Faraone era accompagnato da un coro di sacerdotesse che stimolavano la venuta del dio.

Hathor:
ha assorbito varie divinità, fra cui la dea - vacca BAT, molto antica, il cui nome significa “spirito femminile” o “potenza femminile”.
Essa è dea del Cielo in cui vive il “grande falco”, dea solare e delle acque primordiali, che personifica il cielo notturno. Si presenta come la sposa o la figlia e l’occhio di Ra. Viene sovente descritta come “colei che è bella”, quindi legata alla femminilità, all’amore, alla sessualità femminile e alla maternità.
La sua sensualità traspare nella leggenda di come Hathor consolò il dio Ra, denudandosi.
-francis-
00martedì 20 marzo 2012 18:39
Molto interessante!
emilioraffaele
00martedì 20 marzo 2012 22:27
....peccato non conoscessero il pentagramma e le note musicali, penso alla processione ed al canto delle sacerdotesse.
-Kiya-
00martedì 20 marzo 2012 22:31
L'espressione e la rappresentazione della sessualità nell'Antico Egitto è quanto di più sensuale e meno volgare io conosca. Il potere dell'immagine e della parola unito alla consapevolezza che nulla vi sia di più naturale e di più magico, al punto che gli stessi Dèi ne sono il tramite.
Merytaton62
00mercoledì 21 marzo 2012 10:50
In linea di massima credo che tutti i popoli antichi avessero un rapporto molto più sereno del nostro con la sessualità...fatto che si riscontra pure oggi in molte popolazioni che vivono a stretto contatto con la natura.
Dubhe_Aivlis
00mercoledì 21 marzo 2012 21:35
Re:
-Kiya-, 20/03/2012 22.31:

L'espressione e la rappresentazione della sessualità nell'Antico Egitto è quanto di più sensuale e meno volgare io conosca. Il potere dell'immagine e della parola unito alla consapevolezza che nulla vi sia di più naturale e di più magico, al punto che gli stessi Dèi ne sono il tramite.




Convengo appieno con questo tuo commento... Specialmente se paragonata a come la viviamo noi giovani ora. Magari fosse come allora! ^_^
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