evvai!!!!!
Valentino Rossi 'sbanda' sul fisco. Il campione di motociclismo, in pista irraggiungibile dagli avversari, non è riuscito a seminare l'Agenzia delle entrate. In seguito ai controlli effettuati l'Agenzia ha rilevato per gli anni 2000-2004 un'evasione da 60 milioni di euro. Il centauro, che in questi giorni si trova al centro della love story con Elisabetta Canalis, ha ricevuto un accertamento milionario dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia. E dato l'importo molto elevato scatterà, con tutta probabilità, una denuncia alla magistratura per il reato di omessa dichiarazione. Le disgrazie fiscali di Rossi nascono con la sua decisione di trasferire la residenza in Gran Bretagna il 15 marzo del 2000. Una operazione, quella di 'emigrare' nel paese di sua Maestà, che sarebbe stata attuata con il solo scopo di non pagare le tasse in Italia.
La ricostruzione effettuata sulla base delle indagini condotte dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia, in collaborazione con la direzione regionale delle Marche e la Direzione centrale accertamento, avrebbe certificato che Rossi in questi anni, e più precisamente dal 6 aprile 2000, ha presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato. Una situazione che gli ha permetto di usufruire del peculiare regime dei 'resident but not domicilied' che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra.
In questi anni, quindi, Rossi avrebbe dichiarato in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla. Scomparse, invece, le ricche sponsorizzazioni e il contratto con la Yamaha, la società per cui corre. I consulenti fiscali di Rossi avrebbero comunque cercato di sviare gli 007 del fisco costituendo una seria di società estere alle quali sono stati intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni. Tuttavia l'Agenzia delle entrate avrebbe ricostruito tutti i passaggi che hanno portato alla nascita di società a cui sono intestati i vari contratti degli sponsor con sedi di volta in volta a Dublino, Londra o altri paesi.
Dalla ricostruzione dell'Agenzia delle entrate sarebbe emerso che, oltre ad avere in Italia la sede principale degli affari e interessi economici, Rossi ha mantenuto un solido legame 'di natura sociale e familiare'. Il meccanismo ideato dai consulenti fiscali avrebbe dovuto garantire vacanze tranquille al campione, ma cosi non è stato. La mattina dello scorso 3 agosto i funzionari dell'Agenzia delle entrate hanno notificato a Rossi, nei pressi della sua abitazione di Tavullia (Pesaro Urbino) l'accertamento per il quinquennio, suddiviso per anno d'imposta.
bella figura di merda. n.d.r.