La ricerca della felicità

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Akela il solitario
00venerdì 19 gennaio 2007 20:46
La ricerca della felicità
Fonte: www.unita.it/view.asp?IDcontent=62905

Christopher Gardner(Will Smith - Hitch Alì) è uno sfortunato venditore di attrezzature mediche, la cui vita sembra essere una promessa non mantenuta. Sul lastrico e lasciato da sua moglie, vive solo con il figlio per cui si dimena per garantirgli un minimo di vivibilità. Accolto in uno stage per aspiranti agenti di borsa, lotta tutti i giorni, per i sei mesi di durata, sulla soglia della povertà, girando col piccolo Christopher (Jaden Smith) tra motel e ricoveri per barboni nella speranza di ottenere l'unico posto di lavoro disponibile alla fine dello stage. Al suo fianco in questa "ricerca della felicità" sempre e comunque solo il piccolo Chris. Tratto dalla vera storia di Christopher Gardner, che oggi dirige una società finanziaria di Chicago, il film segna l'esordio di Gabriele Muccino (L'ultimo bacio, Ricordati di me) ad Hollywood. Esordio quasi annunciato dallo stile del più "americano" dei nostri registi che aveva colpito per ritmo e fluidità di narrazione col suo film più conosciuto: "L'ultimo bacio". Il Muccino che però ritroviamo oltreoceano sembra invece aver voluto rallentare quasi come a voler dirigere gli americani all'italiana, lui che ha sempre diretto gli italiani all'americana. Il risultato è un film compassato, malinconico, che racconta una tipica storia da "sogno americano" senza però sottrarsi alla critica di una società in cui sogni e indifferenza, successo e povertà spesso camminano a braccetto. Per farlo si è servito di un espediente, il viaggio e la lotta fianco a fianco di padre e figlio, di grande tradizione nostrana (da "Ladri di biciclette" a "La vita è bella" solo per citarne due) che ha fatto grande il cinema europeo oltreoceano. Al successo della pellicola ha contribuito non poco il più che mai maturo Will Smith, e suo figlio Jaden abile spalla del padre a soli otto anni. Il resto l'ha fatto la grande attitudine di Muccino nel capire il gusto e le problematiche americano, oltre che la voglia di sognare che magari la gente ancor oggi cerca al cinema come cent'anni fa. La rassicurazione dello schermo quando si sa che fuori per uno che ce la fa, in migliaia muoiono con i propri sogni nell'indifferenza .
Dormacius
00venerdì 26 gennaio 2007 10:18
Un film bellissimo secondo me,dice Muccino che il difficile è stato
spiegarsi,visto che non conosce la lingua gli è stato difficile esprimersi con la trouppe e gli attori,anche se alla fine ha avuto un successo che non si aspettava,dice Will Smitt che si è "innamorato" di puccino,mi è anche piaciuta molto l'intervista che hanno fatto a canale 5
Akela il solitario
00venerdì 26 gennaio 2007 21:12
Io non l'ho visto, ma si preannuncia interessante, speriamo mi capiterà l'occasione di ammirarlo...
@Christy@
00martedì 27 febbraio 2007 21:15
bellissimo film...anche se a me ha lasciato un pò di tristezza...
le grandi menti sembrano non essere mai notate...chissà quante ce ne sono in giro nascoste!!! [SM=x1169377]
Akela il solitario
00mercoledì 28 febbraio 2007 12:11
Spesso però le storie tristi riescono a cominicare molti più significati di quelle a lieto fine.
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