La ragione e la libertà

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Gabriella.75
00lunedì 7 dicembre 2009 22:36
La ragione è una facoltà del pensiero. Essa provvede a costruire concetti, a porli in relazione fra loro, a guidare il giudizio, a discernere il bene dal male, il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto. La ragione può errare , approntare false opinioni, produrre credenze bugiarde:ma questo riguarda appunto la sua libertà. La libertà della ragione umana contempla l'errore, essa non è infallibile e in questo consiste la sua grandezza. (Continua chi vuole)
Gabriella.75
00mercoledì 9 dicembre 2009 16:47
L’intera umanità non può esprimere la propria autenticità senza la ragione; essa può essere espressa nella piena libertà, ma quest’ultima non può esistere senza l’uso della ragione.
La scuola, la famiglia, la società, lo Stato, le Chiese, i media raramente contano tra i loro fini l’educazione del pensiero, per cui è difficile che il soggetto si formi nel pensare attraverso vie istituzionali, ma lo fa piuttosto seguendo un personalissimo e faticoso cammino dove può giungere a incontrarsi con il proprio pensiero. La libertà che l’uomo determina per se stesso, quando nessun potere coercitivo su lui esercitato lo condiziona, gli consegna i presupposti per autenticarsi in quanto essere vivente libero, capace di scegliere senza divenir suddito, servo o schiavo di qualcuno o di qualcosa. Nella libertà l’uomo stabilisce i propri atti, il proprio agire, la propria ragione: dunque , fonda se stesso.
Ho aperto questa discussione perché ho assistito ad un atto che mi ha fatto riflettere come l’aggressione più violenta che la libertà e la ragione possano subire proviene dal fanatismo. Esso è l’espressione disumana dell’intolleranza verso la vita, quando il dubbio non può essere previsto e la negazione dell’indipendenza di giudizio e del libero arbitrio fanno del volere il suddito ubbidiente delle forme più disparate di dipendenza. L’altra grande aggressione alla libertà e alla ragione dell’uomo è data dalla povertà, dalla schiavitù del bisogno che rende inautentica la vita ponendola alla mercè di un ricatto. E, per concludere, penso che fanatismo e povertà uccidono la conoscenza e feriscono la coscienza.

Gabriella
basettun
00mercoledì 9 dicembre 2009 19:10
E' anche vero che a volte il fanatismo è l'unica risorsa dei poveri. Privati della cultura necessaria per potersi affrancare dalle schiavitù, le popolazioni povere, quelle che appartengono all'area politica che viene indicata con la metafora geografica "sud del mondo", hanno fatto del fanatismo, spinto fino alle estreme conseguenze del terrorismo suicida, una sorta di baluardo inespugnabile, proprio perché viola i principi più naturali dell'essere umano, la sopravvivenza personale, in favore del riscatto e dell'affrancamento di un'intera nazione.
Gabriella.75
00mercoledì 9 dicembre 2009 21:55
Il fanatismo e la povertà sono stati dalla modernità in parte combattuti e in parte assecondati, lasciando aperta la questione della polarizzazione tra assenza di ragione e ragione calcolante, libertà esigua e libertà smisurata. Il neoliberismo economico, con la sua pertinace distrazione del grande problema della povertà tanto nell’Occidente quanto nel Terzo e Quarto Mondo, e il neorazionalismo tecnologico, con la sua ossessiva attenzione allo sviluppo della scienza e della tecnica e al loro impiego in ogni settore della vita umana, richiamano la ragione e la libertà a due principi, troppo spesso trascurati, nella riflessione culturale e nel confronto dialettico: il sentimento e l’armonia.
Ma su questo argomento, propongo, di aprire un’altra discussione.
Gabri
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