La ragazza senza nome

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verdoux47
00lunedì 31 ottobre 2016 06:18
Jean Pierre e Luc Dardenne



La ragazza senza nome evoca un po' a livello di titolo e non solo di titolo, quella del capolavoro di Alexander Kluge anni 60, la ragazza senza storia; probabilmente è un caso, ma mi è scattata più volte tale associazione durante la visione del film. È un film in cui della ragazza in questione non sappiamo nulla, nemmeno il nome per l'appunto e di lei vediamo solo poche e confuse immagini, ma questo ci basta per aprirci la porta del mondo dei Dardenne, un mondo fatto di gente che non ce la fa. Un mondo che crea dei sensi di colpa ai benestanti come noi incapaci di soccorrere il prossimo in difficoltà ed al massimo capaci di rimuovere la propria colpa accollandosi le spese dei fiori e di un funerale. E non si può dire che la giovane medico protagonista, che in sostanza rappresenta noi tutti, non ce la metta tutta, sia perché spinta da spirito umanitario, sia proprio perché come medico si sente investita dalla responsabilità del ruolo, anzi proprio il suo eccesso di zelo per insegnare al suo giovane stagista quale debba essere il giusto atteggiamento di un medico di fronte alla altrui sofferenza, che dovrebbe essere quello del massimo distacco emotivo per poter operare con la migliore lucidità e freddezza possibile, è causa indiretta di un evento tragico. Il senso di colpa che poi la attanaglia richiede una riparazione, ma non c'è rimedio possibile ad una morte che poteva essere evitata, al massimo per tentare di rimuovere il senso di colpa si può dare un nome ed un sasso, quale ristoro ai dì perduti, alla sventurata.
La ricerca della identità vittima trasforma il film in una inchiesta thriller in cui la dottoressa improvvisatasi detective si addentra con coraggio in un mondo che non è il suo, un mondo di emarginati e di balordi, mondo da cui viene respinta, con le buone dagli inquirenti che la invitano a fare il proprio mestiere, con le cattive dalla banda di balordi cui faceva parte vittima, che la minaccia e le intima di girare alla larga.
Film tutto alla Dardenne, con finale tutto alla Dardenne, film però un po' troppo monotematico, tutto sulle spalle della dottoressa; qualche digressione sul tema e qualche personaggio di contorno più sviluppato avrebbero valorizzato il film, ottimo per le riprese e per il ritmo serrato, ma un po esile come sceneggiatura.
Non è il miglior film dei Dardenne, voto comunque 9 perché è sempre un film di una certa classe.
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