La più antica civiltà d'Europa

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m.harlock
00lunedì 20 giugno 2005 21:31

Gli archeologi hanno scoperto la più antica civiltà d’Europa, un sistema di dozzine di templi, di 2,000 anni precedenti a Stonehenge e delle Piramidi.

Più di 150 giganteschi monumenti sono stati individuati sotto i campi e le città di Germania, Austria e Slovacchia del giorno presente. Furono costruite 7,000 anni or sono, tra il 4,800 ed il 4,600 a.C. La loro scoperta rivoluzionerà lo studio della preistoria Europea, dove si riteneva che nessuna attitudine per l’architettura monumentale fosse stata sviluppata prima che in Mesopotamia ed Egitto.

In tutto, sono stati identificati più di 150 templi. Costruiti con terra e legno, hanno bastioni e palizzate che si estendono fino a mezzo miglio. Furono costruiti da un popolo religioso che visse in dimore comuni lunghe fino a 50 metri, raggruppate attorno a villaggi sostanziali. Le evidenze suggeriscono che la loro economia fosse basata sull’allevamento di bovini, pecore, capre e maiali.

La loro civiltà sembrerebbe essersi estinta attorno ai duecento anni or sono, e le scoperte archeologiche sono così recenti che la cultura che costruì i templi non ha ancora nemmeno un nome.

Gli scavi condotti negli ultimi anni hanno innescato una rivalutazione di simili, seppure fino ad ora per lo più non datati, complessi identificati da fotografie aeree attraverso l’Europa centrale.

Gli archeologi stanno iniziando a sospettare che centinaia di questi centri religiosi monumentali molto antichi, ciascuno di 150 metri di ampiezza, siano stati costruiti attraverso un ponte di terra di circa 400 miglia, in quel che sono oggi l’Austria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Germania orientale.

Il più complesso scavato sino ad ora, situato all’interno della città di Dresda, consiste di uno spazio interno apparentemente sacrale circondato da due palizzate, tre banchi di legno e quattro fossati.

I monumenti sembrerebbero essere un fenomeno associato esclusivamente ad un periodo di consolidamento e crescita che seguì lo stabilirsi iniziale delle culture nel centro del continente.

E’ possibile che il fenomeno di recente scoperta dei primi monumenti neolitici sia la conseguenza di un’accresciuta dimensione di – e competizione tra – l’emergere di gruppi neolitici tribali o pan-tribali, probabilmente i primi mini-stati europei.

Dopo un periodo relativamente breve – forse solo uno o due centinaia d’anni – l’abilità socio politica per costruirle scomparve, e monumenti di questa scala non furono più costruiti sino alla Media Età del Bronzo, circa 3'000 anni or sono. Le ragioni del crollo di questa cultura monumentale sono un mistero.

Le indagini archeologiche in questo ampio complesso di templi dell’Età della Pietra nel corso degli ultimi tre anni, hanno rivelato una serie di altri misteri. Primo, ciascun complesso fu usato solo per poche generazioni – forse 100 anni al massimo. Secondo, l’area centrale sacra era approssimativamente della stessa misura, circa un terzo di ettaro. Terzo, ogni fossato dei recinti circolari – di diametri differenti – implica la rimozione dello stesso volume di terra. In altre parole, i costruttori riducevano la profondità o l’ampiezza di ogni fossato in proporzione inversa al suo diametro, al fine di mantenere costante il volume (e dunque il tempo impiegato).

Gli archeologi sostengono che questo potrebbe essere stato al fine di permettere che ogni costruzione fosse scavata da un dato numero di operai di status speciale, in un dato numero di giorni – forse per soddisfare i requisiti rituali della stessa sorta di calendari religiosi.

Il sistema multiplo di banchi, fossati e palizzate che proteggeva lo spazio interno sembrerebbe non essere stato costruito a scopi difensivi – ed era invece probabilmente progettato per prevenire che i membri ordinari delle tribù vedessero i rituali sacri e presumibilmente segreti che venivano svolti nel “sancta sanctorum”.

Le indagini svolte sino ad ora indicano che ogni complesso religioso venisse smantellato ritualmente alla fine della sua vita, con i fossati, ognuno dei quali scavato successivamente, deliberatamente riempiti.

“I nostri scavi hanno rivelato il grado della visione monumentale e la sofisticazione usata da queste prime comunità di coltivatori” ha dichiarato l’archeologo anziano Harald Staeuble del Dipartimento per il Patrimonio Storico della Sassonia, direttore delle indagini archeologiche. Esami scientifici del materiale scavato di recente sono attualmente in corso a Dresda.

Il popolo che eresse gli ampi templi circolari erano i discendenti dei migranti che arrivarono molti secoli prima dalle piane del Danubio in quelle che sono ora la Serbia e l’Ungheria settentrionale. I costruttori del tempio erano dediti alla pastorizia, e controllavano ampie mandrie di bovini, greggi di pecore e capre, maiali. Creavano strumenti di pietra, d’osso e di legno, e piccole statue di ceramica di umani ed animali. Creavano un sostanziale quantitativo di ceramiche decorate con motivi geometrici, e vivevano in ampie case comuni.

Un complesso con villaggio e tempio ad Aythra, presso Lipsia, copre un’area di 25 ettari. Duecento case comuni sono state trovate nell’area. La popolazione potrebbe essersi aggirata attorno alle 300 persone che vissero in un insediamento altamente organizzato di 15-20 edifici comuni.

Fonte laportadeltempo.com
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