La natività nell'arte

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Nina§
00sabato 24 dicembre 2005 16:29
Giotto - Natività

Nel luogo - la città di Padova - in cui la concezione spaziale di Giotto raggiunge piena maturazione, la Cappella degli Scrovegni ci consegna una serie di mirabili rappresentazioni della vita di Cristo, disposte lungo due registri paralleli in modo da creare efficaci rispondenze.
Ispirate ai Vangeli, sia pure integrati da spunti tratti dal "Protovangelo" di Giacomo e dalla "Legenda aurea" di Jacopo da Varazze, esse rivelano un uso assai avveduto della prospettiva, tale da fornire definitiva smentita della fortunata tesi che ascrive al Medioevo un uso soltanto empirico ed approssimativo della medesima.
L'episodio della "Natività" rievoca il noto racconto della nascita di Gesù ("Maria pose il fanciullo nella mangiatoia e il bue e l'asino lo adorarono", Pseudo Matteo, 13-14), ponendo al centro della scena, in primo piano, proprio la Madonna nell'atto di deporre il Bambino nella mangiatoia, all'interno di una capanna ben inserita nello spazio. Insolitamente, l'asino affianca il bue spuntando anch'esso da sinistra e Giuseppe è accovacciato. Accanto a lui, nella medesima posizione, le pecore, mentre i pastori dialogano con l'angelo e fissano un'immagine d'intensa spiritualità, destinata ad una lunga fortuna presso i seguaci di Giotto.
Si tratta di un'opera d'autentica poesia, che interpreta con delicatezza ed umanità il racconto sacro. Commovente l'espressione sognante di Giuseppe, cui fa da inconsueto "contraltare" il vivace dinamismo degli angeli che volteggiano nel cielo.





Sandro Botticelli - Natività mistica

La morte di Lorenzo il Magnifico (1492) segnò la conclusione di una delle più fulgide stagioni della storia fiorentina e l'inizio, per la città, di una crisi politica e morale squarciata soltanto dal rigore etico e dalla predicazione di Girolamo Savonarola, figura senza dubbio significativa nella biografia umana e artistica dell'ultimo Botticelli, chiaramente improntata a una vivida religiosità e a un non meno intenso misticismo.
Tale influenza sarebbe peraltro suffragata dalla lunga e oscura iscrizione in greco posta nella parte superiore della suggestiva "Natività mistica", unica opera firmata e datata del pittore fiorentino. Essa andrebbe così tradotta: "Questo dipinto sulla fine dell'anno 1500, durante i torbidi d'Italia, io, Alessandro, dipinsi nel mezzo tempo dopo il tempo, secondo l'XI di san Giovanni nel secondo dolore dell'Apocalisse nella liberazione di tre anni e mezzo del Diavolo; poi sarà incatenato nel XII e lo vedremo precipitato come nel presente dipinto".
Il riferimento ai "torbidi d'Italia" è stato variamente associato alla delicata situazione fiorentina conseguente alla morte del Magnifico, alla traumatica discesa in Italia del sovrano francese Carlo VIII o, ancora, alle ambizioni militari dello spregiudicato Cesare Borgia. La citazione dell'Apocalisse, invece, senza dubbio riferibile al difficile momento di Firenze e alle possibili future sventure della città, sembra strettamente imparentata con la "weltanschauung" savonaroliana: così si spiegherebbe il tono arcaizzante della composizione, funzionale alla complessa simbologia utilizzata per raccontare i temi sacri. Anche le figure angeliche inginocchiate sul tetto della capanna confermerebbero tale "legame": sarebbero infatti da interpretare come personificazioni delle tre figure (la Grazia, la Verità e la Giustizia) che, secondo il frate domenicano, accompagnarono la Vergine adorante.
Nella ridondanza della composizione emergono diverse figure dal significato allegorico: tra le altre, gli angeli abbracciati agli uomini, di proporzioni assai maggiori rispetto ai diavoli che li circondano, che rimandano probabilmente alla necessità, assai sentita da Botticelli, di un ritorno ai valori primigeni della fede cristiana.




Caravaggio - Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi

Nell'estate del 1609, a Palermo, un artista controverso e geniale, in fuga disperata da Malta, realizzava un dipinto di straordinaria bellezza per l'Oratorio della Compagnia di San Lorenzo. L'artista era Caravaggio e l'opera la "Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi", che deve la presenza del "poverello d'Assisi", accanto a San Lorenzo, al fatto che l'Oratorio, all'epoca, era sotto la giurisdizione della Venerabile Compagnia di San Francesco.
Nell'autunno del 1969, e più precisamente nella notte tra il 17 e il 18 ottobre, per volere di un capomafia siciliano, l'opera veniva trafugata. Un famoso "pentito" ha poi raccontato che la tela fu tagliata lungo i bordi della cornice con una banale lametta da barba e poi piegata per renderne più agevole il trasporto. Un temporale insolitamente violento, abbattutosi sul capoluogo siciliano, ha fornito un valido sostegno ai ladri, facendo sì che non ci fossero testimoni. Da allora se ne sono perse le tracce, sebbene, nel 1980, il giornalista britannico Peter Watson abbia affermato di essere riuscito a rintracciarla a Laviano, nei pressi di Salerno. Spacciandosi per un mercante d'arte, egli fissò un appuntamento con i presunti ricettatori del quadro caravaggesco per la sera del 23 novembre 1980, ma il tragico terremoto che sconvolse la Campania e la Basilicata impedì che tale incontro avvenisse e sancì la (finora) definitiva scomparsa della tela.
Negli anni più cupi della sua breve esistenza, quelli nei quali maturò un'amara consapevolezza della condizione umana, Caravaggio preannuncia con quest'opera l'irreversibile riduzione luministica che caratterizzerà la sua ultima produzione e svela ancora una volta una religiosità intimamente legata al senso doloroso della vita: lo sguardo della Madonna verso il Bambino è, difatti, assorto e malinconico, quasi ne presagisse la tragica fine, mentre San Giuseppe, di spalle, dialoga, forse concitatamente, con un personaggio posto accanto a San Francesco. Il tutto in un'atmosfera da "veglia funebre" più che da "gioiosa festa", che non può non rimandare al drammatico epilogo dell'esistenza di Gesù.
Il tema evangelico della Natività è riletto in modo assai originale dall'autore, che, trasgredendo gli schemi iconografici tradizionali, assegna ai personaggi le fattezze della gente semplice e ritrae la Madonna nelle sembianze di un'umile popolana, conferendole, proprio in virtù di questo, una singolare intensità espressiva e rendendo come nessun altro il senso della quotidianità del sacro.


(il commento alle singole opere è tratto da rai international on line)



Anche se più triste la natività del Caravaggio è quella che mi piace di più...l'espressività delle singole figure e la tensione emotiva che i suoi tratti sapienti sanno donare all'intero contesto...sono meravigliosi..
LestatNotturno
00giovedì 29 dicembre 2005 18:47

Milady Nina§... mi scuso... se mi è concesso vorrei aggiungere un paio di opere d'arte sulla natività... ti ringrazio...

Lestat de Lioncourt
[SM=x131384]
LestatNotturno
00giovedì 29 dicembre 2005 18:48
Filippo Lippi

LestatNotturno
00giovedì 29 dicembre 2005 18:49
Robert Campin

Nina§
00giovedì 29 dicembre 2005 19:18
Re: Filippo Lippi

Scritto da: LestatNotturno 29/12/2005 18.48



Belli Lestat...su questo che hai postato...il frate ha sul libro una scritta...c'è scritto...
Timete deus quia venit e poi?
Ma quanto mi piacciono le iscrizioni sui quadri...help che c'è scritto poi???
LestatNotturno
00venerdì 30 dicembre 2005 02:46
Milady Nina... poi mi sembra di leggere HORA XXXXXXX HEIUS forse ma devo verificare meglio non si legge... devo cercare una rappresentazione migliore... puoi tradurlo?

Lestat de Lioncourt
[SM=x131384]

[Modificato da LestatNotturno 30/12/2005 2.47]

Nina§
00venerdì 30 dicembre 2005 12:16
Re:

Scritto da: LestatNotturno 30/12/2005 2.46
Milady Nina... poi mi sembra di leggere HORA XXXXXXX HEIUS forse ma devo verificare meglio non si legge... devo cercare una rappresentazione migliore... puoi tradurlo?

Lestat de Lioncourt
[SM=x131384]

[Modificato da LestatNotturno 30/12/2005 2.47]



Premetto che il mio latino liceale ha delle falle...delle enormi falle....lacune dovute al fatto che tuuutti in classe usavamo i Santi traduttori...you know???? La Prof..girava le pagine del libro originale...noi tutti all'unisono giravamo le pagine del traduttore!!!
Credo, significhi ...temete il Dio che è arrivato e dovrebbe essere ,hora, la preghiera arrivi a lui????Aiutooooo santi traduttoriiiii!!!!

Un abbraccio grande grande come la fame che c'ho a quest'ora...quindi taaaaannttoo grande!!!!
Gimli
00venerdì 30 dicembre 2005 17:56
Credo che possa essere:
"Temete Dio che viene" e "La preghiera conduce a Lui", ma anche il mio di latino vacilla...ormai sono passati tanti di quegli anni....
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