La mostra di Frida Kahlo

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Madil
00lunedì 20 ottobre 2003 18:25
Si è aperta il 9 ottobre la mostra dedicata all'opera di Frida Kahlo, allestita al Museo della Permanente di Milano.

Icona femminista e mito hollywoodiano. Da quando le luci dei riflettori si sono accese sulla "pasionaria" pittrice messicana Frida Kahlo (1907-1954), una popolarità crescente l'ha raggiunta facendola assurgere a emblematica figura di culto del nostro tempo.
Donna non bella ma dal fascino irresistibile, fisicamente devastata da un incidente automobilistico, due volte moglie del pittore muralista Diego Rivera, amante di Lev Trockij e di molti altri e altre, ammirata da André Breton e Pablo Picasso, costretta infine dopo un lungo calvario a trascorrere gli ultimi anni su una sedia a rotelle, l'istrionica Frida Kahlo non ha mai smesso di sorprendere e di incantare il suo pubblico. Tra film (l'ultimo è stato girato da Julie Taymor con Salma Hayek nel ruolo di Frida) e biografie purtroppo non sempre all'altezza del personaggio, molto di lei e della sua turbolenta storia è già stato detto. Ma è soprattutto dai suoi quadri, testimoni eloquenti di una vita di sofferenza e passione, di solitudine e grande coraggio, che impariamo davvero a conoscerla.

Dal 9 ottobre all'8 febbraio 2004, sarà in esposizione al Museo della Permanente di Milano l'intera collezione conservata nel Museo Dolores Olmedo Patino. Ventidue opere, accompagnate da testimonianze fotografiche e integrate da altri lavori provenienti da importanti prestiti internazionali, scandiscono le tappe salienti della vita e dell'attività creativa di un'artista che al colore e alla carnalità delle forme ha affidato il racconto minuzioso dei suoi giorni. Di quelli più bui e dolorosi, documentati attraverso opere dalla forza dirompente come Alcune piccole punzecchiature, La colonna spezzata e Ospedale Henry Ford, che ripropone con intensità commovente il dramma dell'ennesimo aborto di Frida. Ma anche dei giorni più felici, narrati attraverso alcuni quadri che hanno il sapore di veri e propri inni alla vita quali, appunto, Viva la vita, una delle ultime opere della Kahlo, e Io e la mia balia, dove il profondo attaccamento della pittrice alle radici indigene si sprigiona in un ritratto di lei bambina, nell'atto di venire allattata da una donna che ha il volto di una maschera tribale.

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