La magia di Canaletto, la perizia di Brustolon: che feste per Venezia!

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00venerdì 16 giugno 2006 20:08
16 giugno 2006
La magia di Canaletto, la perizia di Brustolon: che feste per Venezia!

di Annalisa Serpilli


Una Venezia in bianco e nero o in seppia, come impressa in vecchie fotografie scattate tanti anni fa.
Ma la macchina fotografica non centra. La Venezia che si scorge non è frutto di un obiettivo ma della mano di un genio del disegno e della veduta: Canaletto. La Serenissima non è ritratta nella sua veste di inizio secolo ma in quella della fine del Settecento. “Canaletto - Brustolon, Le feste ducali, è il titolo dell’ esposizione al Cà Foscari Museo del Settecento Veneziano.
Dodici feste ducali: dall’incoronazione del Doge, allo Sposalizio del Mare, dalla festa della Salute alle celebrazioni del Giovedì grasso, dal ricevimento degli ambasciatori alla grande processione del Corpus Domini: una Venezia fastosa e solenne, che il genio rappresenta con straordinaria efficacia e ricchezza, in un sapiente equilibrio tra dignità civile e devozione religiosa.
Punti di vista originali e una minuziosa attenzione al particolare rendono le scene importanti documenti descrittivi dell’epoca dagli edifici agli arredi, dalle imbarcazioni agli abiti fino agli scenografici contesti della città che si mostra in tutto il suo originario splendore. Nel corso della sua lunghissima e fortunata carriera, Canaletto (1697-176[SM=g27989] incrocia più volte il mondo dell’incisione ed è uno dei primi pittori del Settecento a rendersi conto del ruolo “promozionale” della riproduzione incisoria delle sue vedute.
Dopo le serie riportate su rame da Antonio Visentini e pubblicate da Pasquali nel 1735 e nel 1742 e le acqueforti incise entro il 1746, riceve nel 1766 l’incarico di eseguire una serie di dodici disegni delle feste che si svolgevano a Venezia alla presenza del doge.
Committente è Lodovico Furlanetto, importante mercante di stampe, che fa incidere i disegni canalettiani all’acquaforte e al bulino da uno dei più affermati professionisti del tempo, il bellunese Giambattista Brustolon. (1716ca-1796)
I fogli del Canaletto sono eseguiti a penna e inchiostro bruno con acquerello grigio, a Brustolon poi il compito di trasferire su rame con perizia e fedeltà le perfette prospettive del maestro veneziano. La serie ha dunque un notevolissimo successo come dimostrano non solo le molte ristampe, ma anche i numerosi dipinti, opera di diversi autori, da esse direttamente ispirati: note ad esempio, le tele di Francesco Guardi, in gran parte ora conservate al Louvre. A Venezia due dipinti del tardo Settecento, derivati dalle incisioni, sono conservati al Correr, mentre alla fondazione Querini Stampalia se ne conservano copie realizzate da Gabriel Bella (1730 –1799), entro il 1792, opere anch’esse trasferite dal bulino del Brustolon.
Dieci delle dodici preziose lastre superstiti giungono al Museo Correr nel 1955.
La mostra le presenta, per la prima volta tutte insieme, affiancandovi suggestivi esemplari di stampe. Tutti e dodici i soggetti sono rappresentati, anche i due di cui la lastra è andata perduta, grazie alla presenza, nelle collezioni del Correr di tutte le stampe. Completano l’esposizione la camera ottica che si pensa sia appartenuta allo stesso Canaletto e una serie di interessanti testimonianze in grado di restituire, assieme ai fasti della Repubblica, la vitalità culturale dei suoi imprenditori.
Apre il percorso espositivo la “Presentazione del Doge a San Marco” descritta in un rame acquaforte e bulino e due stampe: una di secondo e una di quarto stato in acquaforte e bulino. In queste tre opere è descritto il primo di quattro soggetti dedicati ai principali momenti cerimoniali legati all’elezione del Doge. Nella prima tavola il neoleletto è mostrato al populus in Basilica dal più anziano dei quarantuno nobili elettori. Una cerimonia di massima solennità e di forte valenza simbolica. Eletto anche per volere di Dio, in questa occasione il Doge si impegna, con formule rituali, a garantire alla Repubblica pace, prosperità e giustizia.
Nel grandioso scenario il protagonista compare sullo sfondo, a destra, sul pulpito, e non indossa ancora il caratteristico corno dogale. Al centro della composizione alcuni lavoratori dell’Arsenale, armeggiano attorno alla base del pozzetto, monumentale portantina scoperta, usata per trasportare in gloria il neoeletto. Ali di folla acclamanti sono trattenute dagli addetti all’Arsenale con lunghe pertiche.
Il disegno di Canaletto da cui è tratta questa lastra si trova in una collezione privata nel Wiltshire mentre il dipinto creato da Francesco Guardi su ispirazione della stampa è al Musée Royal de Beaux-Arts di Bruxelles.
Di grande suggestione anche la rappresentazione dello “Sposalizio del Mare”. Dopo la messa in San Marco, il Doge, accompagnato dal corteo con le insegne del potere, sale sul Bucintoro, monumentale galea da cerimonia. Il rito dello Sposalizio che prevedeva il lancio di un anello in mare, si svolgeva all’altezza di San Nicolò del Lido e ricordava la partenza del Doge Pietro II Orseolo per la fortunata spedizione in Dalmazia, nel giorno dell’Ascensione dell’anno 1000. Da un audace punto prospettico ripreso dalla riva degli Schiavoni, dove compare in evidenza la facciata settecentesca della chiesa della Pietà, l’incisione descrive la partenza del Bucintoro per il Lido sullo sfondo del bacino di San Marco animato da imbarcazioni decorate a festa.
L’originale disegno di Canaletto è a Londra al British Museum e il corrispondente dipinto di Francesco Guardi, al Louvre di Parigi.
Un’occasione quindi per ammirare la qualità pittorica di uno dei più grandi maestri del Settecento e per ammirare Venezia nel suo antico splendore come da una foto di un vecchio album fotografico.


CANALETTO – BRUSTOLON
Le feste ducali
Rami e Stampe dalle collezioni del Museo Correr
Ca' Rezzonico - Museo del Settecento veneziano
Fino al 6 novembre 2006
www.museiciviciveneziani.it



da: www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&codid=20.0.1936604208&chId=30&artType=Articolo&DocRulesVie...

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