La lotta per le balene continua

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Sudrak al-Salik
00mercoledì 26 dicembre 2007 09:52
AUSTRALIA
In lotta per le balene


Secondo Greenpeace il Giappone sta per sostituire l'attuale baleniera con una tre volte più grande. Rudd criticato da ambientalisti e opposizione per non aver contattato direttamente il premier giapponese.

Il neoeletto governo laburista australiano è sotto pressione per trovare una soluzione diplomatica con il Giappone, che porti alla sospensione della caccia alle balene nel Pacifico. Il premier Kevin Rudd, che nei giorni scorsi ha annunciato la decisione di inviare una nave del governo per tallonare e spiare le azioni delle baleniere giapponesi, è stato criticato sia dall'opposizione che da movimenti ambientalisti, per non aver contattato direttamente il premier giapponese per affrontare la questione.

Uno smacco per Rudd, arrivato alla politica attraverso la carriera diplomatica. Oggi Greenpeace ha rincarato la dose, dicendo - attraverso il portavoce per l'Australia Steve Shallhorn - di aver scoperto che «il Giappone sta per sostituire l'attuale baleniera con una tre volte più grande, in grado di fare a pezzi e stivare ancora più carne».
Secondo Greenpeace la nuova nave, che potrebbe contenere fino a 6.000 tonnellate di carne di balena, assicurerebbe al Giappone altri 40 anni di mattanza.

L'ipotetica decisione di Tokio di abbandonare la pesca dei cetacei, dopo il montare di una campagna internazionale contraria, non è stata confermata. Anzi, Tomohiko Tanoguchi, portavoce del ministero degli Esteri giapponese, ha dichiarato oggi che «non c'è alcun accordo tra il Giappone e gli Stati Uniti sulla pesca delle balene».
La dichiarazione è arrivata dopo notizia di stampa su presunti accordi tra le due potenze per porre un "freno volontario" alla mattanza di cetacei.

Sei baleniere giapponesi sono partite il mese scorso per l'annuale mattanza di balene nel Pacifico, con un obiettivo di 935 balene da uccidere, tra le quali figurano, per la prima volta in quarant'anni, anche le megattere, considerate a rischio di estinzione e particolarmente amate dai whale whatcher per i loro salti acrobatici.

20 dicembre 2007

FONTE: La Nuova Ecologia
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