La leggenda del castello....

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Fiamma91
00martedì 17 febbraio 2004 14:03
In un fresco pomeriggio di settembre, Giulia e Luca percorrevano in bicicletta un sentiero fra i boschi. Dopo qualche chilometro giunsero ai piedi di una collinetta che si ergeva alla fine del sentiero e, lasciate le loro biciclette, si arrampicarono. In pochi istanti furono in cima e da lì videro un panorama bellissimo con alti monti boscosi e ampie vallate.
Mentre ammiravano il paesaggio, Giulia si accorse delle rovine di un castello che sorgeva su una collina di fronte a loro.
<< Guarda, Luca! Cosa sono quelle rovine laggiù? >> chiese Giulia.
<< E’ un antico castello >> rispose Luca.
<< Andiamo a vederlo! >> disse Giulia.
I due ragazzi scesero allora dalla collina e, saliti sulle biciclette, dopo avere percorso alcuni chilometri, si trovarono ai piedi del castello.
<< E’ molto bello! >> commentò Giulia. << Perché non entriamo a visitarlo? >>
<< No, non mi va! >> rispose Luca << e poi si dice che questo castello sia infestato dai fantasmi! >>
<< Non mi dire che credi ancora ai fantasmi! >> esclamò Giulia meravigliata. >>
<< Beh! Il fatto è che si narra una strana leggenda su questo castello. >> disse Luca.
<< Davvero? >>si meravigliò Giulia.
<< Si dice che in una stanza si trovi lo scheletro dell’antico proprietario, un marchese. >> rispose Luca
<< Ma tu non ci crederai, vero? E’ soltanto una leggenda! Andiamo dai!>> insistette Giulia e così, abbandonate le biciclette per terra, si diressero verso il castello ed entrarono, guardandosi intorno e avanzando incuriositi tra le sue mura. A un tratto notarono una porta attraverso cui si scorgeva una scalinata; si diressero verso di essa e cominciarono lentamente a salire gli alti gradini di pietra. Il silenzio era totale, rotto soltanto dal rumore dei loro passi e intorno l’aria era umida e sapeva come di muffa.
<< Però! >> esclamò Luca << E’ bello qui! Sembra che il tempo non sia passato! >>
<< Dove porteranno queste scale? >> domandò Giulia <>
<< Magari in cima a una torre! >> rispose Luca.
Continuarono a salire ancora, finché arrivarono in un ampio piano dove si trovavano tre camere con le sole mura ma senza soffitto. I due ragazzi avanzarono lentamente stando attenti che non vi fossero pericoli ed entrarono nella prima camera: era molto grande ma piena dappertutto di macerie e le pareti sembravano annerite dal fumo. Anche la stanza attigua somigliava alla prima, ma a questa mancava gran parte del pavimento che era crollato.
Stavano per entrare nella terza camera quando la ragazza gettò un grido soffocato di terrore e si strinse all’amico, voltando la testa dall’altra parte.
<< Che ti prende? Hai visto forse un fantasma? >> le chiese Luca scherzosamente.
<> sussurrò Giulia posando la mano tremante sul braccio del ragazzo. Luca si voltò e, guardando verso dove gli aveva indicato la ragazza, scorse qualcosa che effettivamente somigliava a uno scheletro. Allora entrò nella stanza seguito dalla ragazza tutta tremante e lentamente si avvicinò a quell’angolo della stanza dove, ammucchiate, giacevano delle ossa sbiancate e un teschio. La stanza era più piccola delle altre due ed era in condizioni peggiori, inoltre le sue pareti erano completamente nere.
<> esclamò Luca meravigliato.
<< Cosa dici? Non ti capisco!>> disse Giulia con un tono agitato e guardando l’amico con aria interrogativa. << Andiamo via!>> gridò spaventata, tirando il ragazzo per il braccio, << forse dovremmo avvertire la polizia, forse questo scheletro appartiene a una persona del luogo scomparsa o magari addirittura uccisa!>> osservò e lasciando il braccio del ragazzo accennò a scappare via.
<> le gridò dietro Luca << Non aver paura! Calmati e ascoltami, adesso ti racconto una storia che una volta mi raccontò mio nonno: tanto tempo fa questo castello era abitato da un marchese e da una marchesa, sua moglie. Un giorno, mentre il marchese era a caccia, la marchesa, impietosita, aveva accolto una vecchia mendicante malata che aveva bussato alle porte del castello e l’aveva messa a dormire in una stanza su un giaciglio di paglia. Ritornato dalla caccia il marchese entrò per caso in quella stanza e, accortosi della donna, con un tono minaccioso le ordinò di levarsi di lì e di andare dietro il braciere. La povera vecchia fece per sollevarsi ma con le sue stampelle scivolò sul pavimento liscio e si ferì gravemente. Ciò nonostante riuscì con grande fatica a sollevarsi un pò e, attraversata la stanza, inciampò contro il braciere cadendovi dentro e dopo lunghi e strazianti lamenti morì.
Parecchi anni dopo, in seguito a una guerra e a una carestia, il marchese si trovò in grosse difficoltà e pensò così di vendere il castello. Un cavaliere, che voleva acquistarlo, si presentò in quei giorni al castello e il marchese ordinò alla moglie di alloggiare l’ospite nella stanza dove anni prima era stata ospitata la vecchia mendicante. Ma durante la notte il cavaliere tutto pallido e agitato corse a chiamare il marchese e gli riferì che in quella camera aveva sentito strani rumori accompagnati da gemiti e lamenti terribili, come se qualcosa di invisibile si fosse alzato da un angolo, muovendo della paglia e, trascinandosi di traverso, avesse attraversato la stanza a passi lenti e fosse poi caduto dentro il braciere. Il marchese atterrito ma fingendo di essere allegro volle rassicurare il suo ospite dicendogli che, se voleva stare tranquillo, era disposto a passare la notte con lui in quella stanza. Ma il cavaliere rispose che avrebbe preferito dormire invece nella camera del marchese e, quando si fece giorno, salutò i suoi ospiti e partì.
Subito in tutta la regione si sparse la voce di quello che era successo e nessuno volle più comprare il castello, e siccome tra la servitù girava la voce che in quella camera a mezzanotte c’erano gli spiriti, il marchese decise di passare la notte successiva in quella stanza. Allo scoccare della mezzanotte, udì un incomprensibile rumore seguito da lugubri lamenti: era come se un essere umano si alzasse dalla paglia che si sentiva frusciare e attraversasse in diagonale la stanza andando a cadere dentro il braciere. Puoi immaginarti come rimase atterrito il marchese. La mattina seguente la marchesa gli domandò come fosse andata la prova e lui, bisbigliando, l’assicurò che la faccenda degli spiriti era vera. A questa notizia la marchesa fu colta da uno spavento come non ne aveva avuti mai in vita sua e lo pregò di non parlarne con nessuno e di portarla con sé la notte seguente in quella stanza. Così quella notte i due udirono lo stesso incomprensibile rumore spettrale e furono presi da un forte terrore. La sera del terzo giorno, per cercare di capire cosa stava succedendo, tutti e due salirono col batticuore la scala che portava alla camera degli ospiti, ma questa volta il marchese aveva con sé la sua sciabola e una pistola e per farsi coraggio si portarono anche il loro cane mastino. Posarono due lumi sulla tavola e si sedettero sul letto ad aspettare, chiacchierando un po’ per scacciare la paura. Erano circa le undici e il loro cane si era acciambellato sul pavimento in mezzo alla camera e si era addormentato. Ma appena scoccò la mezzanotte il fruscìo spaventoso si fece udire di nuovo! Qualcuno che non si riusciva a vedere si levò sulle stampelle da un angolo della camera; si sentì come un fruscio di paglia smossa e al primo passo: toc toc! Il cane si svegliò, balzò in piedi tendendo le orecchie, e abbaiando e ringhiando, proprio come se un uomo gli venisse contro, indietreggiò verso il braciere. A quella vista la marchesa uscì precipitosamente dalla stanza coi capelli che le si rizzarono in testa e ordinò ai servi che le preparassero una carrozza perché voleva subito fuggire in città. Il marchese invece, con la spada in mano gridò <> e poiché nessuno rispondeva, come un pazzo infuriato incominciò a dare colpi nell’aria con la sua spada e poi sconvolto dal terrore prese una candela e appiccò il fuoco alla stanza. Velocemente l’incendio si propagò a tutto quanto il castello che era rivestito di legno e la marchesa, che già era salita in carrozza, mandò invano gente a salvare il marito: l’uomo era infatti già morto nel modo più orribile. Beh, questa è la leggenda intorno a questo castello e si dice che le ossa del marchese giacciano ancora oggi in un angolo di quella stanza da dove per ordine suo si era alzata la vecchia mendicante. >>
<< Che storia terribile!>> commentò Giulia che in tutto quel tempo era rimasta rapita ad ascoltare il racconto. <> domandò a Luca
<>osservò Luca
<> supplicò Giulia turbata.
<< Forse è meglio, prima che scocchi l’ora degli spiriti!>> osservò Luca con un tono tra il serio e lo scherzoso. E dopo aver deciso di non parlare con nessuno della loro scoperta, i due giovani ridiscesero le scale, lasciarono il castello e, saliti sulle loro biciclette, ripercorsero la via del ritorno ed era quasi l’imbrunire quando arrivarono alla casa di Giulia.
<> sospirò Giulia fermandosi. <> aggiunse poi. << Credo che non la dimenticherò mai. Ciao, Luca! E fatti sentire qualche volta, il numero del mio telefonino ce l’hai!>>
<> la salutò sorridendo il ragazzo e corse via dirigendosi verso casa sua.





FINE



E UN PO SCEMA, LO SO....


[SM=x240541]
Ciack
00venerdì 26 marzo 2004 10:55
fiamma guarda che gli ultimi dialoghi non ci sono...è meglio se usi "" <--- questi per delimitare un dialogo
Fiamma91
00venerdì 26 marzo 2004 13:30
ops! Decve essersi combinato un guaio incollandolo....[SM=g27819]
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