Hitler viene spesso descritto come un uomo ignorante, un uomo senza qualità. Come riesce a imporsi nel gruppo esoterico di cui fa parte?
GALLI: Quella di disegnarlo come un ignorante è una tendenza diffusa che caratterizza anche il lavoro di Joachim Fest, biografo del Führer, che ha fatto da consulente a questo ultimo film su Hitler uscito in Germania, Der Untergang (La caduta). Fest ha composto un’eccellente biografia di Hitler, però tende a rappresentarlo come un leader da birreria e come un uomo di scarse letture, relative solo a opuscoli di propaganda antisemita. Questo non è esatto. Hitler aveva letto Nietzsche e Schopenauer. Egli primeggia nel gruppo di Rosenberg, Hess, Himmler, Frank perché possiede due caratteristiche che possono anche prescindere dalla cultura esoterica. È un oratore efficacissimo e un abile organizzatore. Forse ha imparato dal mago Hanussen la prima caratteristica, quella forma quasi ipnotica di comunicare con gli ascoltatori. Sappiamo con sicurezza che Hitler da Hanussen prendeva lezioni di dizione. Ma da quel mago imparò qualcosa di più. Hanussen era un personaggio dotato di capacità ipnotiche e il libro di Mel Gordon ricostruisce abbastanza bene questa vicenda. In Mein Kampf Hitler propone, oltre che un’ideologia esoterica, anche precisi programmi organizzativi. Che danno l’idea di essere stati elaborati da un buon politico. Himmler, il burocrate dello sterminio, ha caratteristiche organizzative simili, ma non è affatto un buon comunicatore. Così come non lo è Hess. Rosenberg è soltanto uno scrittore molto efficace... Di questo gruppo legato alla cultura esoterica nessuno aveva, insomma, le due doti specifiche di cui Hitler era in possesso.
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