La dottrina su Dio

Manlio-
00domenica 4 gennaio 2009 18:26
Capitolo 2
La dottrina su Dio

Il New Age parla anch’esso di Dio. Ma chi è questo Dio? ‘Nella emergente tradizione spirituale Dio non è il personaggio della mentalità della nostra Scuola-domenicale (our Sunday-school mentality) (...) Dio è la coscienza che si manifesta sotto forma di lila, il gioco dell’universo. Dio è la matrice organizzativa che noi possiamo sperimentare ma non dire, e che dà vita alla materia’ (Marilyn Ferguson, op. cit., pag. 420), dice la Ferguson nel suo libro. E sempre lei parla di un romanzo in cui un bambino di nome Teddy, che si è sviluppato precocemente dal punto di vista spirituale, ricorda come osservando la sorellina bere il latte aveva sperimentato la immanenza di Dio: ‘Tutto d’un tratto vidi che lei era Dio e che il latte era Dio. Voglio dire che tutto quello che ella stava facendo era versare Dio in Dio’ (ibid., pag. 420). Anche altri esponenti del New Age quando parlano di Dio ne parlano come la Ferguson, cioè identificando Dio con il tutto e il tutto con Dio; Benjamin Crème per esempio definisce Dio così: ‘In un senso non esiste un qualcosa che si possa chiamare Dio; Dio non esiste. Eppure, in un altro senso, non esiste niente che non sia Dio - esiste solo Dio (...) Tutto è Dio. E, siccome tutto è Dio, non c’è Dio’ (Benjamin Crème, The Reappearance of the Christ [La riapparizione del Cristo], London 1980, pag. 110). Da ciò deriva che Dio - per il New Age - non è più il Creatore dell’universo ma bensì l’universo stesso. E l’uomo non è più una creatura distinta nettamente da Dio ma uno con Dio e perciò Dio stesso (ma l’uomo lo ignora o lo ha dimenticato - essi dicono - e perciò deve scoprirlo). Ecco infatti come si esprime Ruth Montgomery sull’uomo: ‘..Noi siamo tanto Dio come Dio è parte di noi (..) ciascuno di noi è Dio (..) assieme noi siamo Dio....’ (Ruth Montgomery, A World Beyond [Un mondo lontano], New York 1972, pag. 12). Per quelli del New Age la distinzione tra Creatore e creazione, tra Dio e il mondo, tra l’uomo e la terra - che caratterizza l’era dei Pesci - sarebbe la causa dei gravi problemi ecologici contemporanei perché ha portato l’uomo a considerarsi distinto da Dio ed inferiore a Dio, e distinto dalla natura e superiore ad essa, da qui la loro avversione verso la Parola di Dio. In questa maniera il New Age ha depersonalizzato Dio e ne ha fatto una Coscienza cosmica, una Energia cosmica, un Tutto, un Dio impersonale; questo costituisce un attacco sfrontato contro Dio perché significa disconoscerlo come il Creatore dotato di personalità, di sentimenti, di conoscenza e di sapienza, che si contraddistingue nettamente da tutta la creazione. Questa dottrina del New Age che identifica Dio, inteso come principio immanente al mondo, con il mondo è chiamata panteismo (dal greco pan ‘tutto’, e theòs ‘Dio’).

Secondo la sacra Scrittura, che è la Parola di Dio, vi è un solo Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo secondo che è scritto in Isaia: "Io sono il primo e sono l’ultimo, e fuori di me non v’è Dio" (Is. 44:6) ed ai Corinzi: "... per noi c’è un Dio solo, il Padre ..." (1 Cor. 8:6), chiamato anche "l’Iddio d’Abrahamo, l’Iddio d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe" (Es. 3:15). Egli è un Essere spirituale secondo che è scritto: "Iddio è spirito" (Giov. 4:24), infinitamente potente e saggio secondo che è scritto nei salmi: "...immenso è il suo potere, la sua intelligenza è infinita" (Sal. 147:5), conoscitore di ogni cosa secondo che è scritto: "L’Eterno è un Dio che sa tutto" (1 Sam. 2:3), e presente in ogni luogo secondo che è scritto: "Se salgo in cielo tu vi sei; se mi metto a giacere nel soggiorno dei morti, eccoti quivi" (Sal. 139:8). Egli vede secondo che è scritto: "Gli occhi dell’Eterno sono in ogni luogo, osservando i cattivi ed i buoni" (Prov. 15:3); sente secondo che è scritto: "... ascolta la preghiera dei giusti" (Prov. 15:29); parla secondo che è scritto: "Quando fa udire la sua voce v’è un rumor d’acque nel cielo" (Ger. 10:13); ricorda secondo che è scritto: "Egli si ricorda in perpetuo del suo patto..." (Sal. 105:8); è pieno di pietà, di benignità e di misericordia secondo che è scritto: "L’Eterno è pietoso e clemente, lento all’ira e di gran benignità" (Sal. 103:8) ed anche: "..il nostro Dio è misericordioso" (Sal. 116:5); è giusto e perciò premia coloro che fanno ciò che è giusto ai suoi occhi secondo che è scritto: "Egli adempie il desiderio di quelli che lo temono" (Sal. 145:19) e punisce chi lo merita secondo che è scritto: "... rende immediatamente a quelli che l’odiano ciò che si meritano, distruggendoli" (Deut. 7:10); protegge secondo che è scritto: "L’Eterno protegge i semplici" (Sal. 116:6); e guida secondo che è scritto: "...mi guida lungo le acque chete" (Sal. 23:2). (Ho enumerato solo alcune delle virtù di Dio e delle cose che Egli fa). Questo Dio ha creato dal nulla, mediante la Parola, tutte le cose visibili (come anche quelle invisibili) secondo che è scritto che "per fede intendiamo che i mondi sono stati formati dalla Parola di Dio; cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti" (Ebr. 11:3); ed esse sussistono tutte ai suoi ordini secondo che è scritto: "Tutto sussiste anche oggi secondo i tuoi ordini, perché ogni cosa è al tuo servigio" (Sal. 119:91). Quindi l’universo che noi vediamo non è Dio ma l’opera sua; Egli sì lo riempie, dice infatti Dio in Geremia: "Non riempio io il cielo e la terra?" (Ger. 23:24), ma rimane sempre distinto da esso essendone il Creatore. Gesù Cristo, il Figlio di Dio che scese dal cielo per rivelarci Dio, in tutti i suoi insegnamenti non accennò mai al panteismo. Lui, prima di venire in questo mondo, era presso Dio lassù nel cielo, anzi egli era presso Dio ancora prima che ogni cosa fosse fatta, Egli conosceva appieno Dio, ma non identificò mai Dio con l’universo o con il mondo. Difatti quando Egli disse di non giurare disse di non giurare per il cielo "perché è il trono di Dio" (Matt. 5:34), e neppure per la terra "perché è lo sgabello dei suoi piedi" (Matt. 5:35). Come potete vedere Gesù chiamò il cielo il trono di Dio e la terra lo sgabello dei suoi piedi, e noi sappiamo che c’è una grande differenza tra chi siede su un trono e il trono su cui siede, tra lui e lo sgabello dei suoi piedi. Da come parlano i New Agers invece Dio è uno con il trono e lo sgabello dei suoi piedi, ossia per loro dire trono o sgabello dei piedi è lo stesso che dire Colui che vi siede sopra. Questa è follia; in verità dobbiamo dire che dicendosi savi sono diventati stolti! Essi non conoscono Dio. E poi, noi diciamo ancora: Se fosse così come dicono i New Agers perché mai Dio ha detto nella legge: "Vegliate diligentemente sulle anime vostre ... affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito celeste, tu non sia tratto a prostrarti davanti a quelle cose e ad offrire loro un culto" (Deut. 4:15,19)? Non è forse appunto perché le cose da lui create non sono Dio, ma solo le opere delle sue mani? Certo, esse sono state fatte con sapienza ed è piacevole meditare su di esse ma rimane il fatto che noi dobbiamo adorare e servire il Creatore e non le opere delle sue mani. Noi credenti in Cristo Gesù quindi, quantunque crediamo che Dio riempie l’universo, non facciamo della natura una divinità, perché crediamo che la natura rimanga sempre distinta dal suo Creatore e subordinata a Lui. La natura non è la Divinità ma porta solo l’impronta della Divinità che l’ha fatta; come dice infatti Paolo "le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue" (Rom. 1:20). Dunque, la terra e tutte le piante e tutti gli animali che essa contiene, il sole, il cielo, le stelle, i pianeti, sono parte della creazione di Dio ma non sono parte del Creatore. E con questo così grande Iddio separato dalla creazione ma presente in ogni luogo gli uomini possono instaurare una relazione spirituale tramite il suo Figliuolo Gesù Cristo che siede alla sua destra nei luoghi altissimi; ossia lo possono conoscere, servire, pregare e lodare. Noi lo abbiamo conosciuto e attestiamo ciò per esperienza. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.


Manlio-
00domenica 4 gennaio 2009 18:27

Vediamo adesso di parlare dell’uomo, perché il New Age con questa dottrina panteista ne ha fatto un dio. L’uomo senza Dio non ha Dio in se stesso perché non è stato ancora reso partecipe della sua natura divina, e non è per nulla parte di Dio o Dio. Egli è solo una creatura umana, e perciò è del tutto inutile che cerchi Dio in se stesso perché non lo troverà mai in se stesso. Invece l’uomo che è diventato un figlio di Dio perché ha trovato Dio (al di fuori di lui e non dentro di lui) è stato fatto partecipe della sua natura divina secondo che è scritto: "Egli ci ha largito le sue preziose e grandissime promesse onde per loro mezzo voi foste fatti partecipi della natura divina dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo per via della concupiscenza" (2 Piet. 1:4) perché Dio è venuto a dimorare in lui secondo che è scritto: "Chi confessa che Gesù è il Figliuol di Dio, Iddio dimora in lui..." (1 Giov. 4:15); ma questo non significa affatto che egli sia diventato Dio o parte di Dio, ma solo che Dio lo ha rigenerato ed è venuto ad abitare in lui. In ambedue i casi quindi l’uomo non è né Dio né parte di Dio, ma solo una creatura umana fatta da Dio; la differenza tra l’uomo senza Dio e l’uomo nel quale dimora Dio sta nel fatto che nel primo è assente lo Spirito che procede da Dio, mentre nel secondo Egli è presente (cfr. Rom. 8:9; Rom. 8:15,16; Gal. 4:6; 1 Giov. 3:24) e lo rende partecipe della natura divina pur rimanendo uomo in tutti i sensi (cfr. Atti 10:25,26; 14:13-15).

Le conseguenze del panteismo nel New Age: l’insuperbimento dell’uomo e la divinizzazione della terra

Il panteismo, cioè la dottrina che identifica Dio con il tutto (che è presente nel New Age e cammina assieme al monismo che fa di tutte le cose una unica cosa e definisce la diversità tra le cose una illusione), è una dottrina diabolica perché porta l’uomo a credersi Dio, o parte di Dio, (dove per Dio però ricordiamo che nel New Age si intende una Energia cosmica, una Realtà ultima, ma non l’Iddio personale della Scrittura) quando egli non è altro che una creatura di Dio che possiede una natura umana con molti e molti limiti (cfr. Giob. cap. 38,39,40,41; Matt. 5:36; Luca 12:25,26), a differenza del solo vero Dio che è divino e non possiede limiti di nessun genere appunto perché Dio (cfr. Matt. 19:26; Luca 18:27). E di conseguenza il panteismo induce l’uomo a cercare Dio in se stesso, perché in base a questa credenza, la Divinità è in lui e non fuori di lui; egli deve risvegliare la sua natura divina nascosta al suo interno e non deve affatto cercare con tutto il suo cuore il Creatore di tutte le cose che è fuori di Lui il cui trono è il cielo e il cui sgabello è la terra. Avviene così che l’uomo del New Age che crede nel panteismo pensa di possedere un potenziale al suo interno che se risvegliato e scoperto riuscirà a risolvere tutti i suoi problemi, fisici e spirituali, e materiali, perché lui diventerà il padrone della sua vita, colui che crea la realtà attorno a lui. E quindi sarà portato a confidare in se stesso (il che avviene di fatto, basta vedere un po’ come incitano ad avere fiducia in se stessi i movimenti dello sviluppo del potenziale umano per rendersi conto di questo), nel suo cuore ingannevole, nella sua impotenza anziché in Dio, il vero Dio, che ha fatto tutte le cose e a cui ci si arriva soltanto per mezzo di Gesù Cristo il suo Figliuolo. Questa è chiaramente una opera del diavolo, del Seduttore di tutto il mondo, che cerca in tutte le maniere di distogliere le persone dal mettersi a cercare l’Iddio personale di cui parla la Scrittura e dal confidare nella sua illimitata e reale potenza. Il frutto dunque del panteismo nel New Age è l’insuperbimento dell’uomo; l’uomo del New Age è trascinato inesorabilmente ad innalzarsi sfacciatamente contro Dio innanzi tutto perché, pensando di essere per natura divino, si mette a cercare Dio in lui e poi perché dopo avere realizzato questo cosiddetto sè giunge alla errata conclusione di essere Dio, di essere perciò lui sul trono a governare la sua vita, lui il conduttore della sua vita, lui il salvatore di se stesso e quindi che non ci sia il benché minimo bisogno di mettersi a cercare fuori di lui l’Iddio e Padre del Signore Gesù Cristo, di cui parla la Scrittura, per sperimentare la sua salvezza e la sua misericordia. Possiamo dire che la dottrina panteistica del New Age sull’uomo porta l’uomo ad adorare se stesso; ecco due eloquenti affermazioni che confermano questo, la prima è di Shirley MacLaine, la seconda di Swami Muktananda, un ‘guru’: ‘Tu non devi mai adorare nessuno o nessun’altra cosa al di fuori di te stesso. Poiché tu sei Dio’ (Shirley MacLaine, Dancing in the Light, pag. 358); ‘Inginocchiatevi davanti a voi stessi; onorate e adorate il vostro proprio essere. Dio dimora in voi, essendo voi’ (citato da Texe Marrs in Dark Secrets of the New Age, pag. 201). In realtà questo modo di vedere l’uomo come Dio o parte di Dio che il New Age sbandiera così tanto non è altro che una delle svariate forme in cui si manifesta la superbia della vita che come dice Giovanni "non è dal Padre ma è dal mondo" (1 Giov. 2:16). Ma che avviene a chi si insuperbisce in cuore suo e si innalza contro Dio? Avviene che Dio gli resiste in faccia perché "Dio resiste ai superbi" (1 Piet. 5:5; Prov. 3:34) e Gesù disse che "chiunque s’innalzerà sarà abbassato" (Matt. 23:12). Un esempio scritturale di come Dio umilia coloro che s’innalzano contro di lui dicendosi Dio lo abbiamo nel libro del profeta Ezechiele dove si legge: "Figliuol d’uomo, dì al principe di Tiro: Così parla il Signore, l’Eterno: Il tuo cuore s’è fatto altero, e tu dici: Io sono un dio! Io sto assiso sopra un trono di Dio nel cuore dei mari! mentre sei un uomo e non un Dio, quantunque tu ti faccia un cuore simile al cuore d’un Dio .... Poiché tu ti sei fatto un cuore come un cuore di Dio, ecco, io fo venire contro di te degli stranieri, i più violenti di fra le nazioni; ed essi sguaineranno le loro spade contro lo splendore della tua saviezza, e contamineranno la tua bellezza; ti trarranno giù nella fossa, e tu morrai della morte di quelli che sono trafitti nel cuore dei mari" (Ez. 28:2,6-8). E per confermare ciò con un esempio dei nostri giorni voglio citare la testimonianza di Rabindranath R. Maharaj che prima di convertirsi era uno yogi che riteneva di essere Dio: ‘Accarezzando una grande, profumata ghirlanda di fiori che pendeva dal mio collo, mi ero sistemato accanto all’altare e salutavo gli intervenuti che uscivano alla fine della cerimonia. Una vicina di casa depose ai miei piedi diverse monete, una dopo l’altra, e s’inchinò per ricevere la mia benedizione, il colpetto d’incoraggiamento shakti che ogni adoratore brama di ricevere, a causa dei suoi effetti soprannaturali. Sapevo che si trattava di una povera vedova che guadagnava pochissimo per le lunghe ore di duro lavoro che svolgeva. (...) Gli dèi avevano decretato che questo doveva essere il sistema dei doni da farsi ai bramini, ed i Veda pure avevano dichiarato che questa pratica sarebbe stata di grande beneficio per il donatore. (...) Mentre stavo allungando la mano per toccarle la fronte quale conferma della mia benedizione, trasalii udendo una voce piena di indubbia, onnipotente autorità ‘Rabi, tu non sei Dio!’. Il mio braccio si arrestò a mezz’aria. ‘Tu... non... sei... Dio!’ Queste parole mi colpirono come il fendente di un machete che taglia ed abbatte le alte canne verdi. Mi resi istintivamente conto che era stato il vero Dio, il Creatore di ogni cosa, che aveva pronunciato queste parole e cominciai a tremare. Volere pretendere di benedire quella donna che si era inchinata, era un inganno, una frode manifesta. Ritrassi la mano (...) mi trovavo completamente abbattuto, sotto la riprensione del vero Dio, scosso nella coscienza per avere osato di accettare l’adorazione che solo a lui era dovuta’ (Rabindranath R. Maharaj, Morte di un guru, Isola del Gran Sasso (TE) 1994, pag. 137-138). Quindi, fratelli, badate a voi stessi e riprovate questa dottrina di demoni del New Age; cingete i fianchi della vostra mente e non permettete a questi pensieri superbi ed abominevoli davanti a Dio di penetrare in essa perché essi vi porterebbero di certo ad apostatare dalla fede e ad attirarvi l’ira dell’Iddio Onnipotente.

Un’altra nefasta conseguenza a cui ha portato il panteismo (associato sempre al monismo che afferma che ‘il tutto è uno’) nel New Age è stata la divinizzazione della natura perché ‘il Tutto è sacro. Non vi è separazione, tutto è Divino. Il grande oceano della vita e del pensiero pervade ogni cosa’ (affermazione di George Trevelyan); per cui l’uomo ha cominciato a servire e adorare la creazione anziché servire ed adorare il Creatore che è benedetto in eterno (cfr. Rom. 1:19-25). Ecco un esempio che comprova tutto ciò: la terra è diventata la dea Gaia di cui sono figli tutti i terrestri, e che per questo dunque deve essere venerata dall’uomo essendo sacra; anzi di più, l’uomo secondo la teologia ecologica del New Age si deve riconciliare con questa terra. E come? Mediante la difesa dell’ambiente; di qui l’ecologia profonda del New Age, il suo messaggio in favore del pianeta terra, di questo - per loro - essere vivente da preservare con cui noi tutti saremmo un tutt’uno. Ecco perché l’ecologia (che nel New Age viene chiamata profonda per distinguerla da quella di superficie che secondo loro non va al vero problema che è l’antropocentrismo) è molto importante per molti aderenti del New Age, perché essi si sentono parte di Dio assieme alla terra, e quindi parte con essa di un Tutto che è sacro. Ecco come parla il fisico Capra a riguardo di questo tipo di ecologia: ‘L’ecologia profonda (...) è radicata in una percezione della realtà che va al di là della cornice scientifica per attingere ad una consapevolezza intuitiva dell’unità di ogni forma di vita, dell’interdipendenza delle sue molteplici manifestazioni e dei suoi cicli di mutamento e di trasformazione. Quando il concetto dello spirito umano è inteso in questo senso, come il modo di coscienza in cui l’individuo si sente connesso al cosmo nella sua totalità, diventa chiaro che la consapevolezza ecologica è veramente spirituale’ (Fritjof Capra, Il Punto di Svolta, pag. 340). Ecco dunque un’altra astuta macchinazione del diavolo contro gli uomini mediante la quale li rende schiavi di cose vane e non li fa mettere a servire il solo vero Dio. E che è così ci si rende conto nel vedere i membri di questi gruppi ambientalisti che hanno fatto dell’ecologia cosiddetta profonda una ragione di vita, lo scopo della loro vita, perché hanno creduto di essere uno con la terra ‘essere vivente’, e quindi non superiori ad essa e agli animali e alle piante che vi sono sopra; ma nello stesso tempo vivono nelle tenebre perché rifiutano di riconciliarsi con Dio che li ha creati. Con tutto questo non vogliamo dire che noi prendiamo piacere nel respirare l’aria inquinata o nel vedere i fiumi inquinati o nel vedere gente che maltratta gli animali, e neppure che sia lecito danneggiare la terra come fanno taluni che prendono piacere nel distruggere la natura (sappiamo a tale proposito che un giorno Dio distruggerà quelli che distruggono la terra [cfr. Ap. 11:18]), ma solo che alla radice di questa ecologia profonda del New Age vi è qualcosa di più che il desiderio di vedere l’ambiente pulito; vi è una dottrina di demoni che fa della terra un organismo vivente sacro e l’uomo parte di esso e perciò non superiore al globo terrestre e agli animali e alle piante che sono sopra di esso. Tutte cose che non sono vere perché l’uomo è uomo, e la terra è terra; l’uomo è un essere vivente in cui Dio ha posto un alito vitale; la terra è un oggetto senza alito di vita; l’uomo è stato fatto a immagine e somiglianza di Dio mentre la terra no; la terra è inferiore all’uomo perché Dio disse all’uomo e alla donna: "Rendetevela soggetta" (Gen. 1:28) e perciò l’uomo non può essere considerato alla stessa stregua della terra ma deve essere considerato superiore ad essa (fermo restando il rispetto della natura ordinato dalle autorità e che la Scrittura attesta con precisi limiti). Anche gli animali sono inferiori all’uomo e questo perché mentre l’uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio essi non lo sono; Gesù infatti disse: "Quant’è un uomo da più di una pecora!" (Matt. 12:12) Ricordiamoci poi che Dio disse all’uomo e alla donna di dominare sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra (cfr. Gen. 1:28), e che Dio ha dato gli animali all’uomo affinché egli li usi (buoi per arare, cavalli per viaggiare, ecc.) e affinché gli servano di nutrimento (cfr. Gen. 9:3,4); quindi essi non possono essere considerati alla stessa stregua dell’uomo. Che dire allora dell’ecologia, come movimento di protesta? Devono i credenti prendervi parte a questa protesta? Noi riteniamo che per i credenti (quantunque essi debbano autocontrollarsi in ogni cosa e non gettare l’immondizia dove non è consentito dalla legge) è tempo sprecato impegnarsi in una lotta sociale in difesa dell’ambiente, anche perché il credente sa che negli ultimi giorni gli uomini saranno senza amore per il bene e sempre più malvagi (cfr. 2 Tim. 3:1-4; Matt. 24:12) - il che si ripercuoterà negativamente anche sulla natura -, e anche che arriverà il giorno in cui la terra e le opere che sono in essa saranno arse dal fuoco di Dio e si dissolveranno (cfr. 2 Piet. 3:10,12), ma ancora prima di quel giorno Dio colpirà la terra con tremende piaghe come quando la terza parte delle acque diverrà assenzio (cfr. Ap. 8:11). Ci sono cose molto più importanti che i credenti devono fare; una di queste è difendere il Vangelo, questo sì che lo devono fare con tutte le loro forze. I credenti devono cercare di salvare gli uomini come Paolo che diceva che glorificava il suo ministerio per provocare a gelosia i Giudei e "salvarne alcuni" (Rom. 11:14), e non il pianeta terra (che tanto non sarà ‘salvato’ comunque perché alla fine investito dal fuoco si dissolverà). Gesù è venuto a salvare i peccatori dal dominio del diavolo e non la terra e quello che essa contiene dall’inquinamento; badate dunque a non lasciarvi trascinare dietro la causa ecologica perché di certo essa vi porterebbe a spendere il vostro tempo e le vostre energie in vista della ‘salvezza’ di questo pianeta anziché in vista della salvezza degli uomini che sono fatti all’immagine di Dio e per i quali Cristo è morto. Diletti, non ignorate le macchinazioni di Satana che tenta di distrarvi. Quindi per riassumere brevemente questa parte; il Dio del New Age non è il solo vero Dio che noi abbiamo conosciuto per mezzo di Gesù Cristo, ma uno fra i tanti dèi che gli uomini senza Dio adorano e servono nella loro ignoranza; esso assomiglia infatti molto a Brahman il dio degli induisti, un dio panteista. Quello dunque che dobbiamo fare quando incontriamo i New Agers (i seguaci del New Age) è parlargli di Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, e annunziargli la via - che è la sola via, cioè Cristo Gesù - per mezzo della quale essi possono pervenire alla sua conoscenza e diventare suoi figliuoli.

Manlio-
00domenica 4 gennaio 2009 18:28

Il monismo

Abbiamo accennato prima al monismo dicendo che nel New Age il panteismo cammina assieme ad esso. Vediamo di spiegare meglio in che cosa esso consiste e di confutarlo. Monismo deriva dalla parola greca monos che significa ‘uno’, e indica la concezione orientale dell’universo. Tutto è uno, non ci sono cose diverse l’una dall’altra, perciò non esiste diversità tra il Creatore e la creazione, tra il bene e il male, tra il corpo e l’anima e così di seguito. La diversità non esiste; in effetti nel monismo la diversità che noi vediamo nel mondo è solo un’illusione di cui gli uomini sono schiavi e da cui hanno bisogno di uscire. In altre parole l’uomo si è illuso di essere diverso dal Creatore e dalle cose che lo circondano, e deve realizzare di essere uno con il tutto. E come può giungere a questa realizzazione? Tramite lo yoga, la meditazione, le arti marziali e altre tecniche (tutte cose di cui parleremo estesamente più avanti).

Il monismo è una dottrina diabolica perché annulla ogni diversità; dalla diversità che esiste tra Dio e noi, alla diversità che esiste tra il bene e il male e qualsiasi altra diversità. La sacra Scrittura non lascia dubbi a riguardo; il Creatore è distinto dalla creatura; prendiamo per esempio la creazione dell’uomo così come è descritta nella Genesi. E’ scritto che "Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza...." (Gen. 1:26) e poi che egli "formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente" (Gen. 2:7); come si può bene vedere c’è una netta differenza tra Creatore e creatura. Anche nella creazione esistono differenze, per esempio gli animali sono diversi dalle piante, le piante sono diverse dai minerali, e così via; lo stesso nostro corpo umano quantunque sia ben unito è composto da diverse membra che hanno una funzione diversa l’una dall’altra. Il nostro essere è formato da tre diverse parti; lo spirito, l’anima e il corpo: perché Paolo dice: "E l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima ed il corpo, sia conservato irreprensibile, per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo..." (1 Tess. 5:23). Anche per ciò che concerne il bene e il male la Scrittura marca una separazione netta tra i due concetti; per esempio Isaia dice: "Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene" (Is. 5:20) e Paolo scrisse ai santi di Filippi: "E la mia preghiera è che il vostro amore sempre più abbondi in conoscenza e in ogni discernimento, onde possiate distinguere fra il bene e il male, affinché siate sinceri e irreprensibili per il giorno di Cristo...." (Fil. 1:9,10). Come si può ben vedere il bene e il male non sono un tutt’uno, ma due cose differenti che dobbiamo vedere separatamente e non dobbiamo metterci a mescolare per fare uscire ‘l’unione orientale’. E’ volontà di Dio che noi credenti discerniamo sempre meglio il bene dal male, perciò il monismo che tende ad annullare questa differenza procede dal diavolo che è nemico di Dio e della verità. Anche nei doni di ministerio, nei doni dello Spirito Santo e nell’operare di Dio c’è diversità; Paolo dice infatti ai Corinzi: "Or vi è diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito. E vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore. E vi è varietà di operazioni, ma non v’è che un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in tutti" (1 Cor. 12:4-6).

Per concludere; alla luce delle sacre Scritture la concezione monistica delle cose è falsa. E siccome che il paradigma del New Age si fonda sul monismo di conseguenza questo paradigma è falso. Attenzione dunque fratelli alle parole di questi cosiddetti guru, che hanno invaso l’occidente perché esse invece che scacciare l’oscurità - come essi pretendono - la portano: il loro capo è Satana, le loro parole e le loro opere lo testimoniano chiaramente. Ricordatevi delle parole di Paolo: "Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con vanità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini..." (Col. 2:8).

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