La città di San Marco

Imperatore I
00sabato 12 dicembre 2009 22:20
Cronaca di Venezia/ Bellum Crucis 5.1
"Correva l'anno 1155 e l'Europa era in un periodo di pace; le grandi potenze avevano finalmente siglato trattati di pace e la guerra era solo un lontano ricordo.
Molti stati avevano visto in questo periodo di pace un arricchimento dovuto anche ai commerci.
E uno di questi, la Repubblica di Venezia, aveva visto un periodo di prosperosità economica.
E Venezia, la mia città natale, si era arricchita a dismisura.
Chi sono io? il mio nome è Lorenzo Calzolai e sono l' emissario del doge Domenico Morosini o meglio dire lo ero perchè il doge è morto da parecchi anni.
In questo mio diario vi racconterò del periodo d'oro di Venezia: le sue ricchezze, le sue guerre e le sue ricchezze"
Imperatore I
00sabato 12 dicembre 2009 22:49
Gli anni del commercio
Nel 1155 il doge Domenico Morosini governava da 7 anni, quando nel 1148, fu eletto doge.
Il doge decise che Venezia doveva diventare più potente sia militarmente che economicamente.
Inizialmente fece fece deforestare le zone intorno alla città di Pola.
Pola era governata da un grande amico del doge, Vitale Il Michiel il quale era consigliere del doge.
Il doge era sempre accompagnato da il generale Orio Polani di cui si fidava ciecamente.
Le flotte di venezia erano comandante da Naimero e Giovanni, due grandi ammiragli.



Nell' inverno il doge decise di inviare l' umile sacerdote Angelo Cesti a convertire i bulgari da poco staccattisi dal controllo bizantino.
Io partii pochi giorni dopo per stabilire rapporti con i stati confinanti.

Nel 1157 la spie del doge scoprono che un armata milanese si avvicina minacciosamente a Venezia, ma successivamente viene scoperto che sono dirette a invadere la Romagna retta da un nobile fin troppo indipendente.
Nello stesso anno arrivai a Tessalonica dove il suo governatore, Isacco Diogene, mi accoglie a braccia aperte e insieme stipuliamo un patto detto appunto di Tessalonica dove sono scritte le intezioni di mantere la pace e di intraprendere relazioni commerciali.
Nella strada del ritorno incontrai Cesti che mi informò che il papa veva inviato una lettera al doge e lo informava che era di sua intenzione vedere una chiesetta a Zara entro il 1160.

Una lettera dl doge , nel 1158, mi informò che esso si stava preparando ad assediare Verona e che avrebbe mobilitato la maggior parte delle truppe in Dalmzia e in Istria e mi dovevo assicurare che gli Ungheresi non attaccassero vedendo le città sguarnite.
Quindi mi misi in marcia verso la città ungherese di Orsova.
boboav
00domenica 13 dicembre 2009 08:40
Potresti aggiungere delle immagini
Augustus88
00domenica 13 dicembre 2009 10:47
"Correva l'anno 1155 e l'Europa era in un periodo di pace; le grandi potenze avevano finalmente siglato trattati di pace e la guerra era solo un lontano ricordo."

solo un lontano ricordo...peccato che a meno di 260km di distanza da Venezia, Milano veniva rasa al suolo [SM=x1140520]. L'Europa di certo non si trovava in un periodo di pace.

il prologo è abbastanza inverosimile

[SM=x1140429] [SM=x1140427]
Imperatore I
00domenica 13 dicembre 2009 11:43
L 'Assedio di Verona
Nella mia marcia incontrai un'armata ungherese che stava andando ad Orsova e chiesi se mi potevano scortare.
Così avvenne e , arrivati in città, incontrai il governatore ungherese, Bela.Insieme stipulammo l'alleanza di Orsova dove entrambe le fazioni dichiararono, in caso di neccesità, un aiuto sia militare che economico.

Tornato a Venezia, un messaggero del papa mi consegnò una lettera su cui era scritto che il papa era soddisfatto della costruzione della cappella a Zara.




L'anno dopo un giovane ,di nome Enrico Zancani, fu adottato dal doge come figlio suo e venne nominato governatore di Venezia.



Nel 1160 il doge mobilita una grande esercito forte di 849 uomini, ma troppi pochi in confronto della guarnigione di Verona.
Il doge è contrario ai pareri dei suoi collaboratori ,che ritenevano il castello inespugnabile, e diede il comando dell' armata a suo figlio Enrico e incarica me di accompagnarlo.

Enrico si pose sotto le mura e ordinò ai suoi di costruire un ariete ,alcune torri e le scale, ma una sortita della guarnigione veronese interruppe i lavori e costrinse Enrico a dare battaglia.

La battaglia di Verona

Dapprima Enrico fa avanzare gli arcieri che tallonano i difensori, poi fa avanzare la fanteria e blocca la loro avanzata



Sconfitti i tenaci nemici nei pressi della porta le nostre truppe entrano nell' insediamento e ingaggiano battaglia con truppe veronesi, mentre il grosso della guarnigione si ammassa nella piazza



Allora l'armata veneziana conquista le mura e poi dirige la sua carica verso i sventurati veronesi che vengono uccisi a decine.
Ma i veronesi resistono tenaciemente e stanno infliggendo non poche perdite al nostro esercito.
Enrico decide di infliggere il colpo di grazia ai nemici e decide di far avanzare gli arcieri , circondando il fianco destro.
Gli arcieri scagliarono le freccie e data la loro vicinanza ai veronesi uccisero molti nemici.




Dopo un faticoso combattimento anche l' ultimo nemico cadde e il giorno dopo inviai al doge una lettera con scritto:




Grazie della lettura.Spero vi sia piaciuta

Jean de Avallon
00domenica 13 dicembre 2009 12:52
Cerchiamo di non essre così pignoli, l' autore credo abbia voluto solo descrivere la situazione in cui si trovava nel gioco.
Ho utilizzato venezia sia nel liscio che coi MOD, è stata molto dura ma a che livello giochi ?!?!??!

[SM=x1140519]

boboav
00domenica 13 dicembre 2009 17:23
Ottima questa ultima parte:)
Imperatore I
00domenica 13 dicembre 2009 17:24
Scusate l' imprecisione storica, ma volevo descrivere la situazione così come inizia il gioco e poi se devo dire la verità non sono molto bravo a scrivere.
boboav
00domenica 13 dicembre 2009 17:26
Non ti preoccupare, scrivendo molte cronache imparerai a scrivere bene
Imperatore I
00domenica 13 dicembre 2009 17:27
Ah, grazie mille boboav, Jean de Avallon e Augustus per avere espresso i vostri pareri
boboav
00domenica 13 dicembre 2009 17:29
Grazie a te per aver cominciato a scrivere una nuova cronaca, aspettiamo le prossime gesta dei veneziani
Imperatore I
00domenica 13 dicembre 2009 17:30
non dovrete aspettare molto
boboav
00domenica 13 dicembre 2009 17:33
Ottimo, hai visto come viene meglio con delle immagini in +:)
Imperatore I
00martedì 15 dicembre 2009 21:31
La ripresa economica e l' espansione nell' entroterra
Venezia ,dopo la presa di Verona, è dilaniata da una leggera crisi economica e dalla perdita di più di 400 soldati.
Il doge era ormai molto anziano, ma non per questo debole.
Nel 1160 condusse una spedizione contro una banda di briganti, ma essi fuggiron nei confini milanesi salvandosi la pelle.
Nello stesso un giovane di nome Giovanni Boni si presenta dal doge chiedendo di poter entrare nella sua famiglia .



Il doge naturalmente acconsentì e lo fece nominare duca di Verona.

Nel 1161 il doge iniziò una politica economica e che allo stesso tempo
tendeva a rinfoltire l' esercito veneziano.
Nello stesso anno i nobili e ricchi veneziani chiesero al doge di conquistare Ancona prima che lo facessero il regno di Sicilia o il ducato di Milano.

Nel 1162 il nostro caro doge morì per cause naturali e il consigliere Vitale Il Michiel prese il suo posto e venne eletto doge.

Intanto a Verona era arrivato un emissario milanese,Federico Cardona, che insieme a Giovanni firma il patto di Verona:



Sempre nel 1162 Giovanni raccoglie un' imponente armata e assedia Ancona



L'armata è comunque di molto inferiore alla guarnigione marchigiana.

Sempre nello stesso anno l'ammiraglio Giovanni blocca il porto di Ancona.

Giovanni Boni fece costruire un ariete e due torri d'assedio.A quel punto fu pronto a lanciare l' attacco

L'assedio di Ancona



Giovanni fece avanzare le torri e l' ariete che vennero subito bersagliati dagli arcieri nemici



Dopo aver sbaragliato gli arcieri e aver distrutto la porta, l' armata veneziana avanzò fino alla piazza dove era concentrato l' esercito nemico.
Iniziò un feroce combattimento



Ma alla fine i veneziani ne uscirono vincitori

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Il sogno del doge Francesco Morosini, cioè di creare un potente stato, era nato dal sangue dei soldati morti per Venezia, che aveva pagato con troppe vite le sue ambizioni

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