La Voce Avversa

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, [8], 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20
Sihaya.b16247
00martedì 20 febbraio 2007 14:02
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 20/02/2007 8.44
Infine, una domanda: visto che ogni 2 per 3 tirate fuori i komunisti brutti e cattivi....qualcuno qui dentro ha idea di quello che significa comunismo? Non pensate ancora alla favoletta del comunista mangiabambini, spero. [SM=g27823]

Saluti a tutti.



Qui ci sono ancora dei...Kompagni (pentiti ma non troppo [SM=x40791] ) di quando l'Unità era Organo del Partito Cominista Italiano, il PCI era timonato da Berlinguer e Natta, prima degli esperimenti maldestri di Occhetto, l'Urss era Urss prima che la perestrojka e la rapina capitalista la riducessero ad un mucchio di cenere radioattiva...

Ma che ne vuoi sapere tu?

[Modificato da Sihaya.b16247 20/02/2007 14.03]

-Asmodeus-
00martedì 20 febbraio 2007 15:20
Re: Re:

Scritto da: Sihaya.b16247 20/02/2007 14.02


Qui ci sono ancora dei...Kompagni (pentiti ma non troppo [SM=x40791] ) di quando l'Unità era Organo del Partito Cominista Italiano, il PCI era timonato da Berlinguer e Natta, prima degli esperimenti maldestri di Occhetto, l'Urss era Urss prima che la perestrojka e la rapina capitalista la riducessero ad un mucchio di cenere radioattiva...

Ma che ne vuoi sapere tu?



Vedo che sapete prendere bene l'ironia. [SM=g27828]

Il "ma che vuoi saperne tu" lo rivolgi a chi conosci di persona, se permetti. Non sai quanto ne so o non ne so. [SM=g27822]

Speravo che si potesse discutere civilmente, ma pare che le critiche siano poco accette. Le domande vengono ignorate, anche se non mi pare di aver mai ecceduto i limiti della buona creanza. grazie lo stesso, Continuate pure a parlarvi addosso.

P.S.

Nessuno si è nemmeno degnato di rispondere la mio messaggio di saluti, nella zona benvenuto. [SM=g27814]
Sihaya.b16247
00martedì 20 febbraio 2007 17:14
Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 20/02/2007 15.20

Il "ma che vuoi saperne tu" lo rivolgi a chi conosci di persona, se permetti. Non sai quanto ne so o non ne so. [SM=g27822]

Speravo che si potesse discutere civilmente, ma pare che le critiche siano poco accette. Le domande vengono ignorate, anche se non mi pare di aver mai ecceduto i limiti della buona creanza. grazie lo stesso, Continuate pure a parlarvi addosso.

P.S.

Nessuno si è nemmeno degnato di rispondere la mio messaggio di saluti, nella zona benvenuto. [SM=g27814]



Ciao! Mi dispiace che ti sei offeso! Non era mia intenzione prenderti in giro!!
Il "che ne sai tu" non era diretto a te ad personam, ma era un po' come un "sigh...", una riflessione di storia personale che facevo fra me e me in modo scanzonato e semiserio; forse ho scleto anche lo "smile" sbagliato: non era una linguaccia, ma un ammiccamento, sempre molto scherzoso, a quanti sono stati e sono a sinistra, e a quanti possono pensare che qui siamo (o siamo stati) tutti chierichetti nati e cresciuti fra azione cattolica e democrazia cristiana.
Volevo scherzare solo su quanti possono vedere il forum "dal di fuori" e non conoscere la provenienza, in fatto di politica e scelte di vita, di chi vi partecipa, e suppone che siamo tutti un po'..."santarellini" o "angioletti di parrocchia".
Certo, c'è chi ha una storia "più lineare", se vogliamo, ma non tutti.
Ecco tutto, spero di aver chiarito l'equivoco!
Sihaya.b16247
00martedì 20 febbraio 2007 17:17
Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 20/02/2007 15.20

Le domande vengono ignorate, anche se non mi pare di aver mai ecceduto i limiti della buona creanza. grazie lo stesso, Continuate pure a parlarvi addosso.

P.S.

Nessuno si è nemmeno degnato di rispondere la mio messaggio di saluti, nella zona benvenuto. [SM=g27814]



Io ho risposto al tuo post qualche pagina fa, non so se hai visto...

Quanto al tuo messaggio di benvenuto, mi spiace se è stato ignorato, ma a volte ce ne sono diversi in un solo giorno e non tutti vanno a risalire ai più vecchi.

Dai, non te ne andare! [SM=g27823]
euge65
00martedì 20 febbraio 2007 17:45
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 20/02/2007 8.44
Scusate, rispondo qui a una cosa che ho letto sul 3d relativo all'impopolarità odierna della chiesa, non ho 50 messaggi e non posso postare direttamente là.



Euge65 ha scritto:
altroche' se e' ingerenza allora vedi che alla fine se andiamo a vedere i politici sono proprio gli ultimi che devono parlare di ingerenza visto che i primi a " rompere " sonno loro.



Non voglio credere che pensi una cosa del genere. Cioè, ritieni davvero che i nostri rappresentanti (democraticamente eletti), compiano ingerenze? E su cosa, di grazia? viviamo in una repubblica, nella quale i parlamentari svolgono azione legislativa...o mi sono distratto? [SM=g27825]

Rispondo ora a un'altra cosa (sempre di euge65):

Allora se tu dici che c'e' ingerenza da parte della chiesa io ti rispondo che c'e' ingerenza da parte dei verdi, radicali, comunisti italiani in cio' che e' proprio della chiesa vale a dire la difesa di certi valori.



Per favore, non diciamo bestialità. Verdi, Comunisti italiani e compagnia bella hanno tutto il diritto di difendere chi vogliono. Non siamo uno stato confessionale (per fortuna).


non e' materia della chiesa un'assurdita' senza precedenti visto che fino ad ora nessuno e' riuscito a provare che l'uomo non e' creatura di Dio



[SM=g27825] la dimostrazione spetta a voi, non certo agli atei. Ne sei consapevole, vero?


con questo chiudo l'argomento perche' sarebbe inutile continuare a parlare con chi non cerca di prendere in considerazione chi e' dalla parte di tutte quelle persone che hanno una famiglia dei figli ed un'esistenza non dico basata sulla religione ma un'esistenza semplicemente normale fatta di dovere e non solo di diritti ; ma siccome di vita normale fatta anche di doveri nessuno ne vuol sentir parlare perche'e' di gran lunga piu' comodo vivere a ruota libera, in nome di una liberta' che porta solo alla fine allora



La libertà non ha mai fatto male a nessuno, semmai il contrario.


Noto, con dispiacere, che manca un certo spirito critico. Ho appena letto che biasimate Tettamanzi e Martini perchè non sono completamente allineati con la linea vaticana, ed è solo un esempio...non ho ancora trovato un caso che fosse uno di critica, seppur minima, alla linea dogmatica, sociale e filosofica mainstream. Credo, e lo dico senza ironia, che ogni tanto vi farebbe bene pensarci. [SM=g27822]


Infine, una domanda: visto che ogni 2 per 3 tirate fuori i komunisti brutti e cattivi....qualcuno qui dentro ha idea di quello che significa comunismo? Non pensate ancora alla favoletta del comunista mangiabambini, spero. [SM=g27823]

Saluti a tutti.


Allora anche la chiesa ha il diritto di difendere cio' che ritiene giusto!!!!!!!!!!!!!! Senza manipolazioni e sfruttamenti politici dall'una o dall'altra parte!
Ciao [SM=x40791]
-Asmodeus-
00martedì 20 febbraio 2007 20:17
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Sihaya.b16247 20/02/2007 17.17


Io ho risposto al tuo post qualche pagina fa, non so se hai visto...



Lo so...proprio perchè eri l'unica a rispondere...pure tu contro...vabbè rimango. [SM=g27823]

Incidente chiuso, ho male interpretato. [SM=g27811]
rosa22253
00martedì 20 febbraio 2007 21:56
Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 20/02/2007 15.20

.

P.S.

Nessuno si è nemmeno degnato di rispondere la mio messaggio di saluti, nella zona benvenuto. [SM=g27814]



Ho dato ascolto alla tua lamentela e ho provveduto [SM=g27823] Meglio tardi che mai ... [SM=g27824]
Etrusco
00mercoledì 21 febbraio 2007 14:17
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 20/02/2007 8.44
Scusate, rispondo qui a una cosa che ho letto sul 3d relativo all'impopolarità odierna della chiesa, non ho 50 messaggi e non posso postare direttamente là.



Euge65 ha scritto:
altroche' se e' ingerenza allora vedi che alla fine se andiamo a vedere i politici sono proprio gli ultimi che devono parlare di ingerenza visto che i primi a " rompere " sonno loro.



Non voglio credere che pensi una cosa del genere.
Cioè, ritieni davvero che i nostri rappresentanti (democraticamente eletti), compiano ingerenze? E su cosa, di grazia? viviamo in una repubblica, nella quale i parlamentari svolgono azione legislativa...o mi sono distratto? [SM=g27825]

Rispondo ora a un'altra cosa (sempre di euge65):

Allora se tu dici che c'e' ingerenza da parte della chiesa io ti rispondo che c'e' ingerenza da parte dei verdi, radicali, comunisti italiani in cio' che e' proprio della chiesa vale a dire la difesa di certi valori.



Per favore, non diciamo bestialità.
Verdi, Comunisti italiani e compagnia bella hanno tutto il diritto di difendere chi vogliono. Non siamo uno stato confessionale (per fortuna).


non e' materia della chiesa un'assurdita' senza precedenti visto che fino ad ora nessuno e' riuscito a provare che l'uomo non e' creatura di Dio



[SM=g27825] la dimostrazione spetta a voi, non certo agli atei. Ne sei consapevole, vero?


con questo chiudo l'argomento perche' sarebbe inutile continuare a parlare con chi non cerca di prendere in considerazione chi e' dalla parte di tutte quelle persone che hanno una famiglia dei figli ed un'esistenza non dico basata sulla religione ma un'esistenza semplicemente normale fatta di dovere e non solo di diritti ; ma siccome di vita normale fatta anche di doveri nessuno ne vuol sentir parlare perche'e' di gran lunga piu' comodo vivere a ruota libera, in nome di una liberta' che porta solo alla fine allora



La libertà non ha mai fatto male a nessuno, semmai il contrario.


Noto, con dispiacere, che manca un certo spirito critico.
Ho appena letto che biasimate Tettamanzi e Martini perchè non sono completamente allineati con la linea vaticana,
ed è solo un esempio...non ho ancora trovato un caso che fosse uno di critica, seppur minima, alla linea dogmatica, sociale e filosofica mainstream.

Credo, e lo dico senza ironia, che ogni tanto vi farebbe bene pensarci. [SM=g27822]


Infine, una domanda: visto che ogni 2 per 3 tirate fuori i komunisti brutti e cattivi....qualcuno qui dentro ha idea di quello che significa comunismo? Non pensate ancora alla favoletta del comunista mangiabambini, spero. [SM=g27823]

Saluti a tutti.




Però... non si può non riconoscere che è indecente vedere le "ingerenze" di certi politici su tematiche tanto delicate,
soprattutto se questi politici, seppur democraticamente eletti tramite liste blindate, hanno accumulato molti peccati e reati nella loro vita
e pertanto non sono affatto un fulgido esempio per dare le direttive ai cittadini, ma nemmeno per sedere nel Parlamento della Repubblica Italiana.


[SM=g27826]
Leonardo.Luce
00mercoledì 21 febbraio 2007 16:22
Re: Re:

Scritto da: euge65 20/02/2007 17.45

Allora anche la chiesa ha il diritto di difendere cio' che ritiene giusto!!!!!!!!!!!!!! Senza manipolazioni e sfruttamenti politici dall'una o dall'altra parte!
Ciao [SM=x40791]



Certo, ma secondo me non può farlo vincolando il volere di un parlamentare con una spada di damocle quale, parlo a livello teorico intendiamoci, potrebbe essere quella della scomunica. Un parlamentare fa l'interesse di tutti i cittadini italiani, deve farlo. Sarebbe davvero scorretto quindi un gesto di questo tipo da parte della Chiesa. Ovviamente, scorretto verso chi è cittadino italiano, e non è cattolico.
Discipula
00mercoledì 21 febbraio 2007 17:04
Re: Re: Re:

Scritto da: Leonardo.Luce 21/02/2007 16.22


Certo, ma secondo me non può farlo vincolando il volere di un parlamentare con una spada di damocle quale, parlo a livello teorico intendiamoci, potrebbe essere quella della scomunica. Un parlamentare fa l'interesse di tutti i cittadini italiani, deve farlo. Sarebbe davvero scorretto quindi un gesto di questo tipo da parte della Chiesa. Ovviamente, scorretto verso chi è cittadino italiano, e non è cattolico.



veramente un parlamentare non è un organo super partes, come deve esserlo, ad esempio, il capo dello Stato. E' uomo (o donna) di parte che viene scelto in ragione di un programma, che rispecchia e promuove le idee di un certo numero di elettori. Altrimenti non si porrebbe nemmeno il problema delle coalizioni e della necessità di formare delle maggioranze, se tutti agissero indistintamente nei confronti delle leggi.
Comunque la Chiesa ha ogni diritto di precisare la propria posizione in ordine ai temi etici fondamentali e anche di richiamare tutti i cattolici, parlamentari o semplici elettori che siano, a una coerenza tra vita religiosa e vita civile e di definire immorale il sostegno di un cattolico a una legge che va contro il magistero ecclesiale, fermo restando che il fedele è libero di decidere se aderire o meno all'invito della Chiesa, secondo il proprio discernimento.
Di "scomunica" finora non si è parlato, e il documento CEI, se arriverà, credo sia meglio discuterlo nel momento in cui verrà publicato, ora mi sembra francamente prematuro mettere il carro davanti ai buoi, come si suol dire. A mio parere comunque, se anche la Chiesa arrivasse a ritenere in condizione di peccato mortale coloro che appoggiano leggi in contrasto con la sacralità del matrimonio (cosa che poi non sarebbe una novità, visto che esistono già affermazioni del genere, sia nella "Evangelium Vitae" di GP2, sia in documenti della CDF) non si potrebbe parlare di ingerenza nelle questioni dello Stato italiano (con relativa violazione del concordato), visto che la sanzione di condizione di peccato mortale (ripeto, parliamo per ipotesi) è una sanzione di tipo religioso, che interessa l'ambito del rapporto fedeli-Chiesa, all'interno del quale quest'ultima ha tutto il diritto di agire come meglio crede. Si potrebbe dire, al più, che in un caso del genere la Chiesa sarebbe severa nei confronti dei fedeli, ma non che sconfinerebbe nelle questioni riservate allo Stato italiano, essendo l'applicazione di una sanzione canonica pertinente a quel "proprio ordine" in cui l'art. 7 della Costituzione riconosce la Chiesa indipendente e sovrana.
Un po' diverso sarebbe invece se la Chiesa domandasse, che so, la revoca delle deleghe parlamentari dai partiti cattolici per coloro che avessero eventualmente votato a favore di determinate leggi. Questo sì che, a mio parere, sconfinerebbe nell'ingerenza perché porterebbe a una richiesta di conseguenza politica diretta da parte di un'autorità ecclesiastica, ma finché la Chiesa fa seguire conseguenze religiose al comportamento dei fedeli, di ingerenza non si può parlare.
Comunque, come ho detto fin dal principio, queste sono solo ipotesi... [SM=g27829]

[Modificato da Discipula 22/02/2007 8.29]

Regin
00giovedì 22 febbraio 2007 21:52
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 20/02/2007 8.44

Infine, una domanda: visto che ogni 2 per 3 tirate fuori i komunisti brutti e cattivi....qualcuno qui dentro ha idea di quello che significa comunismo? Non pensate ancora alla favoletta del comunista mangiabambini, spero. [SM=g27823]




Quando i comunisti mangiavano (per davvero) i bambini

di Massimo Introvigne (il Domenicale. Settimanale di cultura, anno 5, n. 38, 23 settembre 2006)


La sinistra radicale italiana ha il piacere di stare al governo del Paese, ma ha il dispiacere di vedere fatti a pezzi i miti su cui si regge la sua stessa esistenza e i ritratti che continuano a campeggiare su bandiere e magliette che si vedono in ogni sua manifestazione. Prima Fidel Castro, ora Mao Tse-tung (1893-1976). Quarant'anni fa, nell'agosto 1966, cominciava in Cina la rivoluzione culturale, cioè la distruzione sistematica della cultura cinese. Tre milioni d'intellettuali e membri di gruppi sociali "sospetti" furono uccisi, e cento milioni di cinesi incarcerati o deportati. Bastava avere in casa un libro non marxista per rischiare la deportazione o peggio. Il clima è stato rievocato a fosche tinte anche da quotidiani di Centrosinistra. Il crimine di leso Mao Tse-tung è stato subito denunciato sui giornali della sinistra radicale, e l'onorevole Oliviero Diliberto - prendendosi una rara pausa dai suoi impegni di propagandista degli Hezbollah - ha invitato a riconoscere anche quanto di buono fu fatto da Mao in Cina.

A Diliberto si consiglia allora la lettura del capitolo sulla rivoluzione culturale della mirabile biografia Mao la storia sconosciuta (Longanesi, Milano 2006) della grande scrittrice cinese Jung Chang, scritta in collaborazione con Jon Halliday - una lettura obbligatoria nonostante la mole (960 pagine) per chiunque voglia capire il comunismo cinese ­-, che rimanda a un'opera, purtroppo mai tradotta in italiano, del dissidente cinese Zheng Yi, Scarlet Memorial: Tales of Cannibalism in Modern China, pubblicata nel 1996 negli Stati Uniti dall'autorevole Westview Press.

Dopo la morte di Mao, senza troppa pubblicità, alcune commissioni d'inchiesta indagarono sulle atrocità della rivoluzione culturale. Una lavorò nel 1983 sulla contea di Wuxuan. Lo stesso Zheng Yi, un giornalista comunista che aveva militato nelle Guardie Rosse, fu inviato da un giornale di partito di Pechino con lettere di accreditamento ufficiale che invitavano le autorità locali a mettersi a sua disposizione per un'inchiesta. All'epoca, Deng Xiao Ping (1904-1997), che al tempo della rivoluzione culturale era stato estromesso dalla dirigenza del partito, malmenato e mandato a lavorare in una fabbrica di trattori di provincia, dove era sfuggito per miracolo a un tentativo di assassinio, era diventato il padrone della Cina e aveva interesse sia a screditare la "banda dei quattro" che aveva promosso gli eventi del 1966, sia a far filtrare qualche cauta critica allo stesso Mao Tse-tung che non lo aveva certamente protetto.

Regnante Deng Xiao Ping, s'indaga sugli eccessi della rivoluzione culturale e migliaia di militanti che si sono resi colpevoli di atrocità sono incriminati. Il lavoro dei tribunali sembra serio, e molti vedono una franca indagine su questo orribile passato come il preludio all'inevitabile democratizzazione. Ma la classe dirigente del Partito Comunista Cinese e lo stesso Deng la pensano diversamente. La repressione del movimento degli studenti in Piazza Tiananmen nel 1989 segna la fine della breve primavera di speranze democratiche in Cina.

Dopo Tiananmen, il regime si chiude su se stesso. Su Mao, responsabile secondo Jung Chang di settanta milioni di morti, si applica la "regola delle dieci dita", che sembra usata in Italia anche da Diliberto e compagni: nove dita, insegnano i libri di scuola cinesi, lavoravano per il bene del popolo, una sfuggiva al controllo e deviava. Come ricordano Roderick MacFarquhar e Michael Schoenhals nella loro recente summa storica sulla rivoluzione culturale, Mao's Last Revolution (Harvard University Press, Cambridge [Massachusetts], 'altra opera indispensabile nonostante la mole (oltre 600 pagine) - gli storici cinesi e stranieri che indagano sulle atrocità, fino ad allora incoraggiati dal regime di Deng, improvvisamente trovano ostacoli. Gli archivi, che si erano miracolosamente aperti, si chiudono. Le istruttorie sono concluse frettolosamente e le condanne sono sorprendentemente lievi: meno di cento condanne a morte in tutta la Cina - un Paese che ha il record di pene capitali nel mondo, applicate anche a reati che non implicano la perdita di vite umane - per i massacri di massa della rivoluzione culturale, pene da cinque a quindici anni per i responsabili di autentici eccidi.



Rieducare i rei. Mangiandoli

Un dramma nel dramma è quello costituito da una forma di cannibalismo che un sociologo non può non chiamare rituale, dove i "nemici del popolo" sono mangiati in adunate di massa, un fatto che in questa forma non ha precedenti neppure nella storia del comunismo. Gli archivi non sono più aperti ma molti documenti esistono ancora. A Zheng Yi dopo Tiananmen è vietato di pubblicare il suo libro in Cina. Ma riesce a farlo pubblicare a Taiwan prima di fuggire, ormai da ex-comunista, negli Stati Uniti. Scarlet Memorial resta così un monumento alle vittime di una delle peggiori atrocità del secolo XX, anche se l'indagine riguarda solo alcune prefetture, in particolare quella di Wuxuan, nella provincia sud-occidentale di Guangxi. Come riassume Jung Chang, a Wuxuan (e non solo lì) "nelle adunate di denuncia, il pezzo forte del regime maoista, veniva praticato il cannibalismo. Le vittime venivano macellate e alcune parti scelte dei loro corpi, il cuore, il fegato e talvolta il pene asportate, spesso prima che i poveretti fossero morti, cucinate sul posto e mangiate in quelli che all'epoca erano chiamati ‘banchetti di carne umana'". Nel solo Guangxi, Zheng Yi calcola in almeno 10mila il numero dei "cannibalizzati".

Il caso del Guangxi è particolarmente clamoroso - e ha suscitato dopo la rivoluzione culturale il maggiore interesse a Pechino, con inchieste e processi - ma è certo che, forse non sulla stessa scala, il cannibalismo rituale comunista abbia celebrato i suoi orrendi fasti anche in altre province della Cina. L'aspetto straordinario delle vicende del Guangxi nasce però dal fatto che tutto è documentato non da una propaganda anticomunista, ma da inchieste e processi promossi all'epoca di Deng dallo stesso Partito Comunista Cinese.

Ove leggesse questi testi, Diliberto potrebbe ripensare alla sua reazione indignata quando in campagna elettorale Silvio Berlusconi parlò di cannibalismo nella Cina di Mao. Romano Prodi chiese scusa alla Cina, e anche qualche pavido alleato parlò di esagerazioni. La stessa difesa dei sostenitori di Berlusconi su qualche giornale era incompleta: si riferiva ai casi di cannibalismo nell'epoca precedente del Grande Balzo in Avanti, dovuti alla fame, non all'ideologia, anche se la fame era stata provocata dalle dissennate riforme di Mao. L'unicità - anche rispetto ai casi della Russia staliniana descritti nel recente volume L'île aux cannibales dello storico Nicolas Werth (Perrin, Parigi 2006), dove certo erano le guardie a mangiare i detenuti e non viceversa, ma non è che avessero molto altro da mangiare - degli episodi documentati da Zheng Yi e Yung Chang sta nel fatto che nella Cina della rivoluzione culturale nessuno moriva più di fame come negli anni 1950. I "banchetti di carne umana" non miravano a placare la fame, ma erano definiti "dimostrazioni esemplari di eliminazione", il cui scopo era terrorizzare ogni potenziale dissidente e infliggere al "nemico", cioè a chiunque la pensasse diversamente da Mao, e ai suoi figli, un trattamento che mostrasse a tutti che il regime non li considerava persone umane.

L'idea di "nemico" era molto ampia. Non erano "cannibalizzati" solo quanti erano stati iscritti a partiti diversi da quello comunista o erano discendenti di proprietari terrieri. Le stesse Guardie Rosse si erano divise in una "grande fazione" e in una "piccola fazione", e Mao stesso giocava sullo scontro per controllare meglio il movimento. Quando Mao si schiera decisamente con la "grande fazione" centinaia di membri delle Guardie Rosse, fedelissimi del "Grande Timoniere", sono a loro volta cannibalizzati. Zheng Yi considera l'aspetto allucinante della sua inchiesta non il fatto che bambini (la cui carne è considerata più tenera e gustosa) siano mangiati di fronte ai genitori (e viceversa) e donne orrendamente torturate prima di finire sul tavolo dei "banchetti di carne umana", né che il cuore e il fegato dei "cannibalizzati" siano conservati per anni sotto sale per essere consumati più tardi quali prelibatezze dotate anche di presunti poteri curativi. No: quello che lo sconvolge è che - quando si trattava di Guardie Rosse della "piccola fazione" - queste si facessero macellare o strappare brandelli di carne mentre erano ancora vive gridando "Viva il Partito" o "Viva Mao", convinte che il Grande Timoniere ignorasse o disapprovasse le atrocità. E invece - sul punto il libro di MacFarquhar e Schoenhals è implacabile quanto quello di Jung Chang - Mao non solo sapeva ma organizzava il terrore fino ai suoi limiti più estremi, nell'ambito di una complessa manovra per conservare un potere assoluto che gli sembrava minacciato.

Ci sono stati altri casi di cannibalismo - come si è accennato, nei GULag siberiani e nella stessa Cina delle grandi carestie - nella storia di morte del comunismo. Ma quello della rivoluzione culturale è l'unico dove la fame non c'entra, non può essere invocata per fornire una qualunque difficile giustificazione. No: si mangiavano i bambini - e gli adulti, le donne, i vecchi - non per necessità alimentare, ma per celebrare un rito politico con toni a loro modo "religiosi". Gli unici precedenti - ma su scala numerica assai più ristretta - li troviamo nel cannibalismo ai danni dei rivoltosi cattolici vandeani praticato dalle più fanatiche truppe della Rivoluzione francese e documentato dallo storico francese Reynald Secher. È difficile immaginare che Diliberto chieda scusa a Berlusconi. Ma, appurato che i comunisti mangiavano per davvero i "nemici di classe", bambini compresi, speriamo che non si indigni più quando Mao è dipinto per quello che era: il maggiore assassino della storia, responsabile di 70 milioni di morti. E non si stupisca se "comunista" resterà, per molti e per sempre, una parola che odora di tortura, di strage e di sangue.
Regin
00giovedì 22 febbraio 2007 21:58
Re: Re:

Scritto da: Regin 22/02/2007 21.52

Scritto da: -Asmodeus- 20/02/2007 8.44

Infine, una domanda: visto che ogni 2 per 3 tirate fuori i komunisti brutti e cattivi....qualcuno qui dentro ha idea di quello che significa comunismo? Non pensate ancora alla favoletta del comunista mangiabambini, spero. [SM=g27823]



In un libro choc le infamie del comunismo
Il Giornale 10 maggio 2006

di Massimo Introvigne
Isola di Nazino, Siberia, 1933: nel cuore di ghiaccio di Kostia Venikov, uno degli aguzzini della polizia politica sovietica Gpu, spunta un sentimento umano. La guardia s'innamora di una giovanissima deportata. Conoscendo i suoi commilitoni, quando si allontana dall'isola teme il peggio: e il peggio succede. Violentata? No: mangiata.




«Le hanno tagliato il petto, i muscoli, tutto quello che si mangia, tutto, tutto...». Parole di Silvio Berlusconi? No: di Jozif Stalin, o meglio di una commissione da lui nominata per accertare se è vero quanto gli scrive il compagno siberiano Vassilii Velitchko a proposito di guardie - e deportati - che si mangiano altri deportati in Siberia, donne e bambini compresi. La campagna lanciata da Stalin nel 1932 che incita i membri del Partito a scrivergli personalmente e denunciare i loro superiori non è mera propaganda: Stalin legge le lettere, e nel caso di quella di Velitchko indaga. Ora dalla miniera di orrori degli archivi sovietici escono i lavori di quella commissione d'indagine, pubblicati in Francia da uno dei massimi storici dell'Urss, Nicolas Werth, in un volume choc dal titolo L'Isola dei Cannibali (Perrin).

I fatti di Nazino si inquadrano nel progetto della Gpu di affiancare ai campi di lavoro - i gulag - un secondo girone infernale di località inospitali della Siberia dove assegnare a domicilio coatto, muniti solo di un sacco di utensili e sementi, due milioni di «elementi antisovietici» non condannati ai campi. Si tratta di «purificare la società socialista» espellendo dalle grandi città e dalle località di villeggiatura - dove la loro vista infastidisce gerarchi e visitatori - non solo eventuali «nemici di classe» superstiti (ex proprietari, sacerdoti, dissidenti) ma anche gli invalidi, i vecchi decrepiti, i mendicanti. La tecnica per prelevare milioni di persone e mandarle ai luoghi di domicilio coatto è la «passaportizzazione»: diventa obbligatorio circolare con il passaporto dovunque e a qualunque ora, e chi è troppo vecchio, debole o ignorante per procurarsi un passaporto è deportato.

In Siberia - ma anche altrove - le strutture di accoglienza per i deportati sono inesistenti, e le guardie della Gpu sono spesso sadici criminali. Nell'isola di Nazino, dove nel 1933 si ammassano seimila deportati e ne muoiono cinquemila, la commissione scoprirà che il comandante si ingozza di dolci di fronte a persone che non mangiano da giorni, e il suo vice usa i deportati come «cani da riporto» gettandoli nelle acque gelide del fiume perché vadano a riprendergli le anitre che ha abbattuto. Peggio, giacché il cibo manca anche per le guardie, si passa senza vergogna al cannibalismo, prima sui cadaveri, poi anche sui vivi: una donna cui sono stati staccati i seni per mangiarli sarà trovata ancora viva dalla commissione ma passerà il resto della sua vita in manicomio.

Si potrebbe dire che in questo caso almeno il sistema reagisce, e Stalin stesso indaga. Ma la conclusione del tiranno sarà terribile. Se i deportati non riescono a sopravvivere, per evitare episodi incresciosi c'è una soluzione semplicissima: fucilarli tutti. Nel luglio 1937, il famigerato Ordine 00447 distingue i deportati sopravvissuti in due categorie. La maggioranza - ottocentomila persone - è fucilata nei mesi successivi, gli altri sono condannati a dieci anni di gulag. Sono tragedie che faticosamente emergono dagli archivi sovietici: ma che, finché c'è chi continua a proclamarsi orgogliosamente comunista, a nessuno è lecito dimenticare
-Asmodeus-
00giovedì 22 febbraio 2007 22:03
Prescindendo dal trovare inadatto Introvigne come fonte sul comunismo, trovo quantomeno bizzarro usare argomenti simili. Cosa vuoi che ti dica? Che la Chiesa ha altrettanti morti sulla coscienza? è una cosa poco seria...non serve a niente. Se ti paice il giochino posso postare pacchi di documenti che provano crimini ecclesiastici, ma non è il mio intento.
Non giochiamo. Non sono anticlericale, ma cerchiamo di usare argomenti adatti a una discussione civile.

Gradirei sapere cosa ne pensi tu (parole tue, non voce altrui [SM=g27822] ), del comunismo. O pensi che io la sera mi metta a bollire i pupi dei vicini?

Grazie.

[Modificato da -Asmodeus- 22/02/2007 22.06]

Regin
00giovedì 22 febbraio 2007 22:26
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 22/02/2007 22.03
Prescindendo dal trovare inadatto Introvigne come fonte sul comunismo, trovo quantomeno bizzarro usare argomenti simili. Cosa vuoi che ti dica? Che la Chiesa ha altrettanti morti sulla coscienza? è una cosa poco seria...non serve a niente. Se ti paice il giochino posso postare pacchi di documenti che provano crimini ecclesiastici, ma non è il mio intento.
Non giochiamo. Non sono anticlericale, ma cerchiamo di usare argomenti adatti a una discussione civile.

Gradirei sapere cosa ne pensi tu (parole tue, non voce altrui [SM=g27822] ), del comunismo. O pensi che io la sera mi metta a bollire i pupi dei vicini?

Grazie.

[Modificato da -Asmodeus- 22/02/2007 22.06]




Avevi scritto questo:
"Infine, una domanda: visto che ogni 2 per 3 tirate fuori i komunisti brutti e cattivi....qualcuno qui dentro ha idea di quello che significa comunismo? Non pensate ancora alla favoletta del comunista mangiabambini, spero."

..e su questo ti ho risposto, puoi contestare Introvigne, ma non chi ha scritto i libri a cui si riferisce.

L'ideologia comunista è perversa e diabolica. Il suo scopo era ateizzare i popoli con ogni mezzo.



-Asmodeus-
00giovedì 22 febbraio 2007 22:35
Re: Re:

Scritto da: Regin 22/02/2007 22.26
L'ideologia comunista è perversa e diabolica. Il suo scopo era ateizzare i popoli con ogni mezzo.






La tua risposta mi basta. Era, purtroppo, quello che temevo.

Ateizzare i popoli? L'ideologia (che a ben vedere ideologia non è, ma non deviamo) comunista è una cosa economica, non c'entra nulla con l'ateizzare i popoli.



Non mischiamo l'idea con la sua messa in pratica. La confusione terminologica deriva anche dal fatto che a molti pare strano che laddove fosse al potere un "partito comunista" non ci fosse ipso facto anche il comunismo. Ma questo sarebbe possibile solo se il comunismo fosse un'idea, una ricetta da applicare una volta saliti al potere. Cosa che, almeno per quello che intendevano Marx, Engels, Lenin e compagni, non si regge proprio in piedi.
E se riflettiamo sul fatto che i "partiti comunisti" di mezzo mondo hanno pensato che il problema fosse la persona di Stalin (rifacendommi a Introvigne) e che, quindi, una società comunista vera fosse semplicemente lo stalinismo senza gulag, non desta, a mio modesto avviso, molta meraviglia che la confusione dottrinaria e pratica abbia potuto attecchire e mantenersi viva nei decenni.
Il punto è che finché confondiamo lo sviluppo storico di una qualsiasi teoria con la teoria stessa, fraintendimenti, pressappochismo e nebulosità sono all'ordine del giorno.
Ora se si sa il perché ed il percome di certe cose, questo "problema" non è in realtà tale e quindi si può parlare tranquillamente di comunismo leniniano, stalinista, maoista etc. Però questo presuppone già la soluzione dell'equivoco terminologico di fondo, altrimenti un tale uso rischierebbe più di confondere le acque che chiarirle. Altrimenti si rischia di non capire perché, ad esempio, né Lenin né Stalin si siano nei fatti mai sognati di dire che nella Russia bolscevica o in URSS ci fosse il comunismo.



Regin
00giovedì 22 febbraio 2007 23:21
Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 22/02/2007 22.35


La tua risposta mi basta. Era, purtroppo, quello che temevo.

Ateizzare i popoli? L'ideologia (che a ben vedere ideologia non è, ma non deviamo) comunista è una cosa economica, non c'entra nulla con l'ateizzare i popoli.



Non mischiamo l'idea con la sua messa in pratica. La confusione terminologica deriva anche dal fatto che a molti pare strano che laddove fosse al potere un "partito comunista" non ci fosse ipso facto anche il comunismo. Ma questo sarebbe possibile solo se il comunismo fosse un'idea, una ricetta da applicare una volta saliti al potere. Cosa che, almeno per quello che intendevano Marx, Engels, Lenin e compagni, non si regge proprio in piedi.
E se riflettiamo sul fatto che i "partiti comunisti" di mezzo mondo hanno pensato che il problema fosse la persona di Stalin (rifacendommi a Introvigne) e che, quindi, una società comunista vera fosse semplicemente lo stalinismo senza gulag, non desta, a mio modesto avviso, molta meraviglia che la confusione dottrinaria e pratica abbia potuto attecchire e mantenersi viva nei decenni.
Il punto è che finché confondiamo lo sviluppo storico di una qualsiasi teoria con la teoria stessa, fraintendimenti, pressappochismo e nebulosità sono all'ordine del giorno.
Ora se si sa il perché ed il percome di certe cose, questo "problema" non è in realtà tale e quindi si può parlare tranquillamente di comunismo leniniano, stalinista, maoista etc. Però questo presuppone già la soluzione dell'equivoco terminologico di fondo, altrimenti un tale uso rischierebbe più di confondere le acque che chiarirle. Altrimenti si rischia di non capire perché, ad esempio, né Lenin né Stalin si siano nei fatti mai sognati di dire che nella Russia bolscevica o in URSS ci fosse il comunismo.




Troppe chiacchere, il frutto dell'ideologia comunista (o chiamala come ti pare) è stato terrore e morte e persecuzione. Sistema totalitario che non ammetteva interlocutori.
Non si può tentare di giustificarlo salvando la "teoria" perchè la pratica non era quella giusta. Cina, Corea, Vietnam..etc. dove il comunismo si è installato ha portato la morte.


rosa22253
00giovedì 22 febbraio 2007 23:55
Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 22/02/2007 22.35


La tua risposta mi basta. Era, purtroppo, quello che temevo.

Ateizzare i popoli? L'ideologia (che a ben vedere ideologia non è, ma non deviamo) comunista è una cosa economica, non c'entra nulla con l'ateizzare i popoli.



Non mischiamo l'idea con la sua messa in pratica. La confusione terminologica deriva anche dal fatto che a molti pare strano che laddove fosse al potere un "partito comunista" non ci fosse ipso facto anche il comunismo. Ma questo sarebbe possibile solo se il comunismo fosse un'idea, una ricetta da applicare una volta saliti al potere. Cosa che, almeno per quello che intendevano Marx, Engels, Lenin e compagni, non si regge proprio in piedi.
E se riflettiamo sul fatto che i "partiti comunisti" di mezzo mondo hanno pensato che il problema fosse la persona di Stalin (rifacendommi a Introvigne) e che, quindi, una società comunista vera fosse semplicemente lo stalinismo senza gulag, non desta, a mio modesto avviso, molta meraviglia che la confusione dottrinaria e pratica abbia potuto attecchire e mantenersi viva nei decenni.
Il punto è che finché confondiamo lo sviluppo storico di una qualsiasi teoria con la teoria stessa, fraintendimenti, pressappochismo e nebulosità sono all'ordine del giorno.
Ora se si sa il perché ed il percome di certe cose, questo "problema" non è in realtà tale e quindi si può parlare tranquillamente di comunismo leniniano, stalinista, maoista etc. Però questo presuppone già la soluzione dell'equivoco terminologico di fondo, altrimenti un tale uso rischierebbe più di confondere le acque che chiarirle. Altrimenti si rischia di non capire perché, ad esempio, né Lenin né Stalin si siano nei fatti mai sognati di dire che nella Russia bolscevica o in URSS ci fosse il comunismo.






Scusa se mi intrometto, ma: chi ha detto che la religione è oppio per il popolo? Non mi sembra che il comunismo come ideologia (e come fai a dire che non lo è [SM=g27833] ?) tiene molto conto della religione e del credere in un qualsiasi Dio, anzi! Il comunismo è un'ideologia non sola molto "terre à terre" ma direi proprio molto "terrena", o mi sbaglio? Il "tutti uguali" comunista ha è molto poco a vedere con il "tutti uguali" cristiano!
Il comunismo (come il nazismo con cui ha diverse cose in comune, almeno a livello della sua realizzazione) ha sempre combattuto la religione. Anche se può sembrare che il comunismo sotto certi aspetti assomigli ai concetti ideologici cristiani, sono in verità diametralmente opposti, e mentre l'una perdura da 2000 anni (anche se spesso dichiarata morta o in fin di vita ma sempre miracolosamente sopravvissuta a tutti i tentativi di distruggerla) l'altra, dopo pochi decenni, pare stia tirando le cuoia, o almeno così si spera … [SM=g27829]
A te risulta che Marx, Engels o Lenin si affidavano tanto alla parola del Signore [SM=g27833]

Etrusco
00venerdì 23 febbraio 2007 01:27
Re: Re:

Scritto da: Regin 22/02/2007 22.26

Scritto da: -Asmodeus- 22/02/2007 22.03
Prescindendo dal trovare inadatto Introvigne come fonte sul comunismo, trovo quantomeno bizzarro usare argomenti simili. Cosa vuoi che ti dica? Che la Chiesa ha altrettanti morti sulla coscienza? è una cosa poco seria...non serve a niente. Se ti paice il giochino posso postare pacchi di documenti che provano crimini ecclesiastici, ma non è il mio intento.
Non giochiamo. Non sono anticlericale, ma cerchiamo di usare argomenti adatti a una discussione civile.

Gradirei sapere cosa ne pensi tu (parole tue, non voce altrui [SM=g27822] ), del comunismo. O pensi che io la sera mi metta a bollire i pupi dei vicini?

Grazie.

[Modificato da -Asmodeus- 22/02/2007 22.06]




Avevi scritto questo:
"Infine, una domanda: visto che ogni 2 per 3 tirate fuori i komunisti brutti e cattivi....qualcuno qui dentro ha idea di quello che significa comunismo?
Non pensate ancora alla favoletta del comunista mangiabambini, spero."


..e su questo ti ho risposto, puoi contestare Introvigne, ma non chi ha scritto i libri a cui si riferisce.

L'ideologia comunista è perversa e diabolica.
Il suo scopo era ateizzare i popoli con ogni mezzo
.






Attenzione, ogni regime totalitario osteggia ogni forma di religione (salvo poi crearne una lui come fecero i nazisti in Germania).
Così è stato nell'URSS, Cuba, fino ad arrivare in Cina dove è proibita persino la magia, cartomanzia ed astrologia!

Persino sotto il regime fascista era fortemente osteggiato il cattolicesimo ed il Vaticano. Questo nonostante che l'ideologo del fascismo fosse un cattolico, Giovanni Gentile.
I giovani che andavano a catechismo per la cresima per un certo periodo venivano addirittura perseguitati dalle camicie nere.
Poi Mussolini ritenne più "opportuno" scendere a patti col Vaticano e si giunse così alla firma del I Concordato tra il duce ed il Cardinal Gasparri.

-Asmodeus-
00venerdì 23 febbraio 2007 09:39
Doppia risposta. [SM=g27823]

Uno, per Regin:



Troppe chiacchere, il frutto dell'ideologia comunista (o chiamala come ti pare) è stato terrore e morte e persecuzione. Sistema totalitario che non ammetteva interlocutori.
Non si può tentare di giustificarlo salvando la "teoria" perchè la pratica non era quella giusta. Cina, Corea, Vietnam..etc. dove il comunismo si è installato ha portato la morte.



Troppe chiacchere...tut, tut, tut...hai già finito gli argomenti? [SM=g27828]

Non continuare a svicolare, ho ben specificato che l'argomento non è la pratica di un'idea, ma l'idea. Non ritengo l'evangelizzazione in punta di spada del sudamerica, o quella della Linguadoca, o ancora quella dei paesi baltici, strettamente collegate all'idea cristiana. Se dovessi usare il tuo metro di giudizio sarei costretto, numeri alla mano, a notare che dove si è installato il cristianesimo ha portato la morte. [SM=g27822]

Se vuoi ne parliamo, se preferisci generalizzare ti seguo...ma occhio che se facciamo la conta dei morti ne esci con le ossa rotte anche tu che stai dall'altra parte. [SM=g27822]

Ultimo appunto: trovo interessante usare la locuzione non ammetteva interlocutori, dopo che hai scritto una cosa definitiva come L'ideologia comunista è perversa e diabolica. La coerenza...è una forma mentis difficile da trovare. [SM=x40791]

Due, per Rosa:


Scusa se mi intrometto,



Ma che intromissione: più siamo più il discorso è interessante!


[SM=g27811] ma: chi ha detto che la religione è oppio per il popolo? Non mi sembra che il comunismo come ideologia (e come fai a dire che non lo è ?) tiene molto conto della religione e del credere in un qualsiasi Dio, anzi!



Il problema è che non è semplice chiamare le cose con il loro nome. Io, per esempio, sono convinto che si sbagli a definire il comunismo un'ideologia - è azione e reazione, e non è proprio la stessa cosa. Però qualcuno potrebbe obiettare che per tutta una serie di persone (di destra e di sinistra, atei e credenti) il comunismo è, di fatto, un'ideologia, e non sbaglierebbe, in senso stretto. Al che si potrebbe ribattere che...andremmo avanti in loop. Diciamo pure ideologia, va benissimo, era un distinguo di poco interesse (e finiremmo OT). [SM=g27811]



Il comunismo è un'ideologia non sola molto "terre à terre" ma direi proprio molto "terrena", o mi sbaglio? Il "tutti uguali" comunista ha è molto poco a vedere con il "tutti uguali" cristiano!
Il comunismo (come il nazismo con cui ha diverse cose in comune, almeno a livello della sua realizzazione) ha sempre combattuto la religione. Anche se può sembrare che il comunismo sotto certi aspetti assomigli ai concetti ideologici cristiani, sono in verità diametralmente opposti, e mentre l'una perdura da 2000 anni (anche se spesso dichiarata morta o in fin di vita ma sempre miracolosamente sopravvissuta a tutti i tentativi di distruggerla)



Il "comunismo" ha sempre combattuto la religione per un motivo abbastanza terra-terra: eliminare una forma di potere che fosse concorrente con quella statale.
Il comunismo (non la sua derivazione maoista, o quella stalinista) predica un concetto che non è l'abusato "tutti uguali". Predica questo: da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni.

La dichiarazione dei diritti dell'uomo dice (in stile assolutamente borghese essendo espressione di una società governata dalla borghesia) che tutti gli uomini nascono eguali in dignità e diritti. Questo significa che ciascun uomo nasce con dignità uguale agli altri (non può essere schiavo) e nasce con gli stessi diritti altrui, cioè non può essere asservito a rapporti personali o soggetto a normative discriminanti (maggiorascato, corvées, etc.). Questi punti eliminano alla radice la possibilità di trovarsi in una economia schiavistica o feudale.
Quindi, quello che il nostro individuo, uguale agli altri solo per l'anagrafe e la legge può fare è godere "liberamente" delle sue proprietà come meglio crede. Che poi la proprietà sia leggermente diversa tra il capitalista multimiliardario ed il proletario nullatenente poco importa. C'est la vie, risponderà il nostro saggio legislatore. [SM=g27829]
Ora a noi tutti può apparire "normale" che chi è più "bravo" goda del frutto della sua bravura. Ma, parliamoci chiaramente, noi non siamo più nell'epoca dell'accumulazione primitiva, salvo poche eccezioni i ricchi possidenti non godono dei frutti della loro bravura ma di quella di chi li ha preceduti e ha lasciato loro in eredità patrimoni milionari. E ché, vorremmo negare il diritto di passare di padre in figlio i beni gadagnati col sudore della fronte (altrui)? Questa è una richiesta naturale e legittima! Già, così come era naturale e legittima la richiesta di tenere in stato di schiavitù i figli degli schiavi ricevuti dagli avi. D'altro canto, potrebbe rispondere il padrone allo schiavo, se il nonno mio è stato così bravo da accoppare i tuoi stupidi antenati e prendergli migli e figli, perché questa il risultato di questa maggiore bravura non dovrebbe essere tramandato di padre in figlio?

Noi parliamo sempre di libertà ed uguaglianza come se fossero concetti assoluti quando invece sono concetti relativi. Questo non significa che libertà ed uguaglianza siano parole vuote, ma che sono da riferire ad ambiti specifici. Anche nel medioevo la gente era uguale, uguale in quanto figlio di dio, pertanto tale uguaglianza era proiettata in un mondo trascendente: siamo eguali davanti a dio ma non davanti al re, laonde spostati bifolco e fa' passare me et lo seguito mio! Parimenti, nel mondo capitalistico, la libertà personale cala dal mondo dell'aldilà a quello dell'aldiquà ma rimane confinata ad un ambito astratto: i nostri diritti a disporre della nostra proprietà sono uguali, quindi, caro il mio nullatenente, sbrigati a firmare questo contratto in cui mi vendi l'unica cosa che possiedi (la tua forza lavoro) e per mostrarti che siamo veramente uguali sappi che mi puoi dare del tu.




A te risulta che Marx, Engels o Lenin si affidavano tanto alla parola del Signore



No, ovviamente. Ma, ad esempio, io sono ateo e comunista,.ma non predico certo l'ateizzazione del prossimo. [SM=g27811]


l'altra, dopo pochi decenni, pare stia tirando le cuoia, o almeno così si spera …



Almeno così sperate voi, semmai. [SM=x40791]

En passant, non posso mai fare a meno di considerare il fatto che, quando si parla di "caduta del comunismo" e simili, si trascura il fatto che, anche dopo la bancarotta dell'URSS e dei suoi alleati prossimi, lo Stato più popoloso al mondo ed in preoccupante (per noi) fase di crescita ed espansione continua ad essere guidato da un partito che si definisce comunista. Ora i casi sono due: o la Cina è comunista veramente, e quindi non vedo come si possa parlare di "caduta del comunismo", oppure la Cina è comunista solo di nome, ma se questo è vero lo era a fortiori anche l'URSS e quindi, anche in questo caso, non vedo come si possa parlare di "caduta del comunismo" dopo il crollo dell'URSS. Ovviamente non c'è molto da meravigliarsi, si tratta di una ulteriore riprova che la lotta degli Stati Uniti (e dei loro alleati) contro "il comunismo" non era una lotta ideologica contro la "dittatura", lo "statalismo", l'"ateismo" etc. etc. ma una lotta militare, politica ed economica contro l'Unione Sovietica, stato che creava oggettivi problemi militari, politici ed economici, a prescindere dall'ideologia propagandata. Questo è il motivo per cui non ci si preoccupava tanto di supportare le "comuniste" Cina e Jugoslavia in funzione antisovietica, o non ci si preoccupa di dare addosso al buon Putin oggigiorno anche quando usa i vecchi sani metodi stalinisti. Come sempre accade, prima si riconosce il nemico e poi nasce l'impalcatura sovrastrutturale che inquadra ideologicamente il contrasto. [SM=g27822]

Tutta la pappardella per dire...che non cadiamo così facilmente. [SM=g27828]

Discipula
00venerdì 23 febbraio 2007 22:53

Scritto da: -Asmodeus- 23/02/2007 9.39

Il comunismo (non la sua derivazione maoista, o quella stalinista) predica un concetto che non è l'abusato "tutti uguali". Predica questo: da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni.

Tutta la pappardella per dire...che non cadiamo così facilmente. [SM=g27828]




Vorrei partire da questa osservazione di Asmodeus per dire la mia opinione. Questo principio, apparentemente simile all’ unicuique suum tribuere, viene realizzato dal comunismo con mezzi totalitaristici e toglie all’uomo ogni libertà, visto che quali siano i bisogni e le capacità di ciascuno non lo può decidere autonomamente l’individuo stesso (la famosa “ricerca della felicità” di cui parla la Costituzione USA), ma si arroga il potere di stabilirlo solo lo Stato. Del resto il totalitarismo fa parte dell’essenza di un pensiero/ideologia/teoria/filosofia (basta che ci capiamo con le parole [SM=x40791] ) come quello comunista, che per la propria affermazione prevede di passare attraverso la lotta di classe, la rivoluzione armata, la distruzione fisica della borghesia e l’instaurazione della dittatura proletaria. Già questa concezione violenta della rivoluzione contrasta in maniera insanabile con il messaggio cristiano portatore della “rivoluzione” interiore, che vuole innanzi tutto cambiare gli uomini nel loro intimo affinché la conversione dei cuori si riverberi poi nei comportamenti esteriori.
Con il comunismo non lo Stato lavora per l’uomo, ma l’uomo per lo Stato e quest’ultimo decide, come un sovrano assoluto, praticamente come un Leviatano, quali sono i diritti che spettano ai cittadini, diritti che quindi non vengono riconosciuti come “umani” e preesistenti a qualsiasi forma di Stato, ma vengono creati dallo Stato stesso e sono da questo revocabili o modificabili secondo le proprie superiori esigenze. La dichiarazione dei diritti dell’uomo, se non seguita da atti concreti che mettano gli esseri umani in condizioni di uguaglianza sostanziale oltre che formale, in una parola, che diano a tutti uguaglianza di opportunità, rischia di rimanere lettera morta, è vero, ma almeno mette in chiaro che la persona umana, e non lo Stato, deve essere il centro, il fulcro e il fine dell’attività politica. Questa è un’altra delle ragioni per cui comunismo e cristianesimo, quando non sono adulterati nella loro essenza, non possono andare nella stessa direzione, proprio perché il cristianesimo mette al centro la persona umana (non a caso il messaggio di Papa Benedetto all’inizio dell’anno si è incentrato su questo tema) e non lo Stato. D’altra parte il Cristianesimo non approva nemmeno il capitalismo sfrenato che viene visto come degenerazione materialistica e egoistica del liberismo e come un’altra forma di negazione di Dio.
Comunque penso che Asmodeus non abbia tutti i torti quando dice che il comunismo è duro a morire, e al tempo stesso mi sembra che nemmeno Regin vada tanto lontana quando dice che l’ideologia/teoria/filosofia/pensiero comunista porta in sé qualcosa di diabolico. Il fatto è, secondo me, che il comunismo è duro a morire perché esercita un certo fascino su di noi e lo esercita perché contiene una parte di verità. Ma a ben guardare, una delle caratteristiche dell’azione diabolica è proprio quella di ingannare l’uomo proponendogli una parte di verità e spacciandola come la verità intera: “se sei il Figlio di Dio trasforma queste pietre in pani”. E da sempre l’uomo ha “fame”, perché da sempre ci sono l’ingiustizia, l’oppressione, la povertà, lo sfruttamento dei più deboli e allora si dice: è giusto tutto questo? La risposta è ovvia ed è NO. Anche un cristiano lì per lì può rimanere affascinato dal comunismo perché è chiaro che tutte le ingiustizie e le oppressioni che mettiamo in atto sotto questa volta di cielo non sono gradite al Signore. Noi cristiani diciamo “venga il Tuo Regno” nel senso che chiediamo aiuto al Padre per la costruzione di un mondo migliore già qui sulla terra, ed ecco che il comunismo arriva e dice …te le trasformo io le pietre in pani, è questo il mondo nuovo, il mondo in cui lo Stato provvederà all’uomo dalla culla alla tomba e non ci sarà bisogno di opere di carità, nessuno sarà in debito verso un altro, nessuno dipenderà dalla bontà o dalla generosità di un altro perché sarà lo Stato a sovrintendere alle necessità materiali dei cittadini (o meglio, a quelle che lo Stato ritiene essere tali necessità). Il comunismo ha cercato di far passare l’idea che una volta sistemate certe necessità materiali di base l’uomo avrebbe raggiunto la felicità, però lo abbiamo visto che non è così, che questo non è sufficiente, che l’uomo ha bisogno anche di altre cose, lo abbiamo visto perché ci sono state persone che hanno rischiato e a volte perso la vita nei paesi dell’est europeo pur di non rinunciare alla libertà di parola, alla libertà di fare poesia, al diritto di credere a un Dio che non fosse solo lo Stato. Il comunismo, un po’come satana, vuole farci credere che l’uomo vive di pane, il che non è del tutto falso, visto che il pane è necessario, ma non è nemmeno pienamente vero, perché il solo pane non è sufficiente. Non voglio snobbare le esigenze materiali dell’uomo e non vorrei che ora si pensasse che giustifico la fame nel mondo, le spese stratosferiche per le guerre, la mancata distribuzione dei vaccini da parte delle multinazionali farmaceutiche e via dicendo, ma un sistema come quello comunista che annulla la libertà e la creatività individuale in nome dello strapotere statale non dà la felicità e la storia ce l’ha dimostrato.
Anch’io sono d’accordo che una più equa ridistribuzione delle ricchezze sarebbe un bene per tutti (il Papa invoca da parecchio il mutamento dello stile di vita nei paesi occidentali, ma nessuno diffonde e medita questi suoi discorsi, si grida solo contro la dottrina sulla sacralità del matrimonio [SM=g27818] ), ma è un errore imporre come prezzo alla realizzazione di tutto ciò la scomparsa di Dio dalla storia dell’umanità e dalla vita di ciascuno di noi.

Insomma, tutta la pappardella per dire che non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio… [SM=g27821]

[Modificato da Discipula 23/02/2007 22.53]

-Asmodeus-
00sabato 24 febbraio 2007 13:24
Re:

Scritto da: Discipula 23/02/2007 22.53


Del resto il totalitarismo fa parte dell’essenza di un pensiero/ideologia/teoria/filosofia (basta che ci capiamo con le parole [SM=x40791] ) come quello comunista, che per la propria affermazione prevede di passare attraverso la lotta di classe, la rivoluzione armata, la distruzione fisica della borghesia e l’instaurazione della dittatura proletaria.




Invero ci sono decine di persone che si sono "baloccate" a mostrare ipotetiche società comuniste del futuro. Da Platone a Star Trek, passando per Moore, Fourier, Proudhon etc. etc. Negli scritti di Marx ed Engels invece, con grande delusione e perplessità di molti, questa descrizione non c'è da nessuna parte. Innanzitutto perché se ci fosse, cadrebbe la pretesa di aver superato l'utopismo, ma anche perché per il marxismo il comunismo è un movimento, una dinamica, anzi la dinamica sociale complessiva della nostra epoca. I due barbuti tedeschi hanno sempre detto apertamente che il comunismo per loro non è né uno stato di cose da realizzare, né una teoria filosofica. Insomma non è un progetto, né una dottrina. Ma è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. La rivoluzione armata, la dittatura del proletariato...sono interpretazione. Valide o meno, non sono comunque l'essenza.

Secondo te il limite attuale alla soddisfazione dei bisogni degli esseri umani è legato a problemi meramente tecnici o a problemi sociali? Non è forse che, essendo nel capitalismo, i beni di consumo anche merci la principale (per non dire unica) considerazione che si fa sulla produzione di qualsiasi cosa non può non dipendere dalla legge del valore?
La società futura probabilmente non sarà una società di uguali fatti con lo stampino, che riceveranno tutti uguali porzioni di qualche schifosissima farinata, degna della mensa di una caserma sovietica. Ma sarà una società in cui il fine primario (anzi, unico) della produzione sarà il soddisfacimento dei bisogni umani e non la realizzazione del profitto. Ma non per motivi etici o ecologisti, ma perché un sistema che nasce per accumulare capitale, e non può fare altro non è compatibile con nessun tipo di sviluppo "sostenibile". Quindi la società futura non sarà una società in cui si riallocherà la ricchezza (intesa come capitale) in maniera "equa" ma sarà una società senza capitale. [SM=g27823]
Fabiochiattone
00domenica 25 febbraio 2007 15:50
Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 24/02/2007 13.24



Invero ci sono decine di persone che si sono "baloccate" a mostrare ipotetiche società comuniste del futuro. Da Platone a Star Trek, passando per Moore, Fourier, Proudhon etc. etc. Negli scritti di Marx ed Engels invece, con grande delusione e perplessità di molti, questa descrizione non c'è da nessuna parte. Innanzitutto perché se ci fosse, cadrebbe la pretesa di aver superato l'utopismo, ma anche perché per il marxismo il comunismo è un movimento, una dinamica, anzi la dinamica sociale complessiva della nostra epoca. I due barbuti tedeschi hanno sempre detto apertamente che il comunismo per loro non è né uno stato di cose da realizzare, né una teoria filosofica. Insomma non è un progetto, né una dottrina. Ma è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. La rivoluzione armata, la dittatura del proletariato...sono interpretazione. Valide o meno, non sono comunque l'essenza.

Secondo te il limite attuale alla soddisfazione dei bisogni degli esseri umani è legato a problemi meramente tecnici o a problemi sociali? Non è forse che, essendo nel capitalismo, i beni di consumo anche merci la principale (per non dire unica) considerazione che si fa sulla produzione di qualsiasi cosa non può non dipendere dalla legge del valore?
La società futura probabilmente non sarà una società di uguali fatti con lo stampino, che riceveranno tutti uguali porzioni di qualche schifosissima farinata, degna della mensa di una caserma sovietica. Ma sarà una società in cui il fine primario (anzi, unico) della produzione sarà il soddisfacimento dei bisogni umani e non la realizzazione del profitto. Ma non per motivi etici o ecologisti, ma perché un sistema che nasce per accumulare capitale, e non può fare altro non è compatibile con nessun tipo di sviluppo "sostenibile". Quindi la società futura non sarà una società in cui si riallocherà la ricchezza (intesa come capitale) in maniera "equa" ma sarà una società senza capitale. [SM=g27823]




Mi spiace ma nn ci saranno mai societa comuniste brrrrrrr nn mi fa pensare ne in Italia grazie a Silvio ne nel resto del mondo apparte i soliti paesi dissamorati che noi sappiamo che l'unico loro Dio e il denaro.....
Pius Augustus
00domenica 25 febbraio 2007 22:19
Re: Re: Re:

Scritto da: Fabiochiattone 25/02/2007 15.50



Mi spiace ma nn ci saranno mai societa comuniste brrrrrrr nn mi fa pensare ne in Italia grazie a Silvio ne nel resto del mondo apparte i soliti paesi dissamorati che noi sappiamo che l'unico loro Dio e il denaro.....



in italia grazie a silvio [SM=g27827]:
sei un personaggio esilarante...
per quanto riguarda l'idea io devo dire che non amo il comunismo,in quanto sono antistatalista fino al midollo,e non sono contro la porprietà privata:io posso definirmi un iperliberale-anarcoide,ma diverse idee di base del comunismo non sono malvage,ed in questo io lodo in tutto asmodeus.
elena66c
00lunedì 26 febbraio 2007 07:54
Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 24/02/2007 13.24

Invero ci sono decine di persone che si sono "baloccate" a mostrare ipotetiche società comuniste del futuro. Da Platone a Star Trek, passando per Moore, Fourier, Proudhon etc. etc. Negli scritti di Marx ed Engels invece, con grande delusione e perplessità di molti, questa descrizione non c'è da nessuna parte. Innanzitutto perché se ci fosse, cadrebbe la pretesa di aver superato l'utopismo, ma anche perché per il marxismo il comunismo è un movimento, una dinamica, anzi la dinamica sociale complessiva della nostra epoca. I due barbuti tedeschi hanno sempre detto apertamente che il comunismo per loro non è né uno stato di cose da realizzare, né una teoria filosofica. Insomma non è un progetto, né una dottrina. Ma è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. La rivoluzione armata, la dittatura del proletariato...sono interpretazione. Valide o meno, non sono comunque l'essenza.

Secondo te il limite attuale alla soddisfazione dei bisogni degli esseri umani è legato a problemi meramente tecnici o a problemi sociali? Non è forse che, essendo nel capitalismo, i beni di consumo anche merci la principale (per non dire unica) considerazione che si fa sulla produzione di qualsiasi cosa non può non dipendere dalla legge del valore?
La società futura probabilmente non sarà una società di uguali fatti con lo stampino, che riceveranno tutti uguali porzioni di qualche schifosissima farinata, degna della mensa di una caserma sovietica. Ma sarà una società in cui il fine primario (anzi, unico) della produzione sarà il soddisfacimento dei bisogni umani e non la realizzazione del profitto. Ma non per motivi etici o ecologisti, ma perché un sistema che nasce per accumulare capitale, e non può fare altro non è compatibile con nessun tipo di sviluppo "sostenibile". Quindi la società futura non sarà una società in cui si riallocherà la ricchezza (intesa come capitale) in maniera "equa" ma sarà una società senza capitale. [SM=g27823]



Perche' non e' gia' cosi'?
Dal mio stipendio non rimane nemmeno un soldo per il mio capitale.. [SM=g27828]

Ratzigirl
00venerdì 2 marzo 2007 00:44
LA POLEMICA DI AUGIAS



"Io, processato dalla Chiesa per il mio libro su Gesù"


di Corrado Augias

Ho assistito nei sontuosi palazzi lateranensi al "processo" contro i libri che pretendono di esaminare la figura di Gesù fuori dall´ortodossia della Chiesa: imputati impliciti o dichiarati Il Codice da Vinci e l´Inchiesta su Gesù che ho scritto con Mauro Pesce. Naturalmente non è stato un processo vero e proprio, ma una reprimenda. Affidata alla grande dottrina di monsignor Romano Penna che credo di poter così condensare: non si può parlare di Gesù senza misurarsi con le fonti.
Queste fonti sono al 99 per cento scritti di fede; ergo non si può parlare di Gesù senza la fede. Più volte, nel corso di questi mesi, ho sentito ripetere la tesi che non si può capire Gesù se si prescinde dalla fede, cioè valutandolo solo in base ai documenti e alla storia.
La mia idea è opposta: ritengo che Gesù si capisca molto meglio proprio se si prescinde dalla "fede" ovvero dalla teologia che nel corso dei secoli è stata costruita su di lui fin quasi a nasconderlo sotto un pesante mantello. La costruzione di una dottrina ha richiesto lo sforzo immane di rendere coerente ogni dettaglio della sua esistenza, anche nei periodi meno documentati.
La dottrina è complicata, ma Gesù è semplice. Egli parlava agli umili, per la gran parte poveri contadini analfabeti, il suo messaggio era diretto, le sue metafore prese dalla vita dei campi, dal succedersi delle stagioni. Si prova un profondo sollievo quando si esce dai fumi della teologia per avvicinarsi direttamente a lui. L´approccio di tipo storico è del resto giustificato dalla straordinaria riscoperta, negli ultimi sessanta anni, di molti documenti ebraici e cristiani antichi. Anche i vangeli canonici, letti alla luce di questa nuova documentazione, acquistano un senso diverso. Opporre la ricerca storica alla fede, renderle per così dire, nemiche, non è un giusto. Ha scritto il professor Pesce: «La ricerca storica non dipende né dalla fede, né dalla non-fede. Non impedisce di credere e non costringe a credere. E´ una cosa diversa. Negare una conoscenza razionale indipendente dalle fedi, significa condannare la nostra società a una radicalizzazione dello scontro tra credenti e non credenti o tra credenti di fedi diverse». Trovo appropriate queste parole del professor Norelli (Università di Ginevra): «La conoscenza storica ha le sue regole. Una di esse è che non è lecito allo storico pronunziarsi sulla realtà di Dio e sulla sua azione nella storia».
Un´altra accusa che mi è stata rivolta più volte è di aver insinuato la possibilità di rapporti omosessuali nella cerchia intorno a Gesù. Io ho fatto solo domande su un tema da qualche tempo ipotizzato. Il professor Pesce ha risposto che le voci sono infondate. Era mio dovere di cronista fare anche domande scomode. Insistere sull´argomento rivela a mio parere la difficoltà di trovare obiezioni più fondate. Ma la cosa che forse ha offeso di più il professor Pesce e me è averci accomunato nel biasimo a Dan Brown. Il suo libro è un romanzo, a mio parere mediocre. Il nostro è stato un tentativo di ritrovare in Gesù un affascinante connotato umano che spesso proprio la teologia gli ha sottratto.


Repubblica, 1° marzo 2007
Ratzigirl
00venerdì 2 marzo 2007 00:46
A «Famiglia Cristiana» l’ala sinistra contesta poi ubbidisce alla Chiesa


di Andrea Tornielli


Miracoli dell’era Ratzinger. Famiglia Cristiana, il settimanale cattolico dei paolini, si ricompatta e rientra la protesta dei giornalisti di sinistra che contestavano il «conformismo ecclesiastico facile e grigio» della rivista, auspicando un giornale «meno acritico» verso le posizioni ufficiali della Chiesa. All’assemblea che si è svolta ieri pomeriggio a Milano è stato votato all’unanimità un comunicato nel quale si smentiscono i proclami di rivolta fatti filtrare nei giorni scorsi e si manifesta piena sintonia con la linea editoriale della direzione e dell’editore.
Una linea che negli ultimi tempi, grazie anche al ricambio generazionale ai vertici della congregazione religiosa (va ricordato che i paolini, per volontà del fondatore, il beato Giacomo Alberione, fanno anche voto di fedeltà al Papa) ha riportato la barra al centro dopo la bufera degli anni Novanta, culminata con il «commissariamento» del gruppo da parte della Santa Sede.

In vent’anni Famiglia Cristiana ha perso quasi un milione di copie, è passata dalla diffusione prioritaria nelle parrocchie alla vendita in edicola, ha spesso sposato posizioni progressiste in campo teologico e morale, guardando con sospetto - al tempo stesso - la devozione popolare e il sorgere dei nuovi movimenti ecclesiali. Scelte che l’hanno allontanata dal suo pubblico tradizionale. Negli ultimi anni qualcosa è cambiato. E proprio le più recenti prese di posizione del settimanale cattolico, come quelle espresse riguardo ai «Dico» (la copertina dal titolo «Meno Dico più famiglia») ma anche ad eventi ecclesiali, hanno provocato il mal di pancia a quei giornalisti col cuore che batte a sinistra. Così, nei giorni scorsi, il Comitato di redazione di Famiglia Cristiana ha diffuso un documento non firmato e di autore ignoto, che doveva servire da base per la discussione, chiedendo a chi voleva di sottoscriverlo. Gli estensori del testo, rimpiangendo la direzione di don Leonardo Zega, conclusasi nel 1999 e durata 19 anni, hanno contestato i «troppi temi, personaggi, riferimenti di natura ecclesiale», auspicando il ritorno a un giornalismo che separa fatti dalle opinioni. Come se le posizioni del Papa, della Santa Sede e della Conferenza episcopale fossero «opinioni» da discutere e magari confutare in una rivista che si fregia del titolo di «cristiana» ed è di proprietà di una congregazione religiosa.

Il documento si è rivelato un boomerang. All’assemblea di ieri il Comitato di redazione ne ha minimizzato la portata e non sono emersi neanche i nomi degli ispiratori e dei firmatari (una decina o quindici su poco più di trenta giornalisti laici). Questo non significa, ovviamente, che il dissenso interno nei confronti della linea più «centrista» della direzione, sia scomparso. Ciò che è accaduto in questi giorni, con le divisioni interne messe in piazza e la rivolta dei giornalisti che non vogliono essere «il megafono della Chiesa», ha però provocato una reazione per certi versi inaspettata e che sta a indicare il superamento di un’epoca: i redattori più moderati e gli stessi editori religiosi hanno di fatto messo in minoranza i dissidenti, deprecando le strumentalizzazioni. L’assemblea ha confermato la piena sintonia con la direzione di don Antonio Sciortino. Ha scritto Vittorio Messori nel suo Emporio cattolico (Sugarco): «Il giornalismo cattolico è - per sua origine e natura - di opinione. Ma se proprio l’“opinione” si intiepidisce, se si fa talmente debole e incerta da non potere essere subito riconosciuta come diversa da quella del “mondo”, anche i media che la veicolano diventano irrilevanti».

Il giornale, 1° marzo 2007
Sihaya.b16247
00venerdì 2 marzo 2007 20:27
Re: LA POLEMICA DI AUGIAS

Scritto da: Ratzigirl 02/03/2007 0.44



"Io, processato dalla Chiesa per il mio libro su Gesù"


di Corrado Augias

Ho assistito nei sontuosi palazzi lateranensi al "processo" contro i libri che pretendono di esaminare la figura di Gesù fuori dall´ortodossia della Chiesa: imputati impliciti o dichiarati Il Codice da Vinci e l´Inchiesta su Gesù che ho scritto con Mauro Pesce. Naturalmente non è stato un processo vero e proprio, ma una reprimenda. Affidata alla grande dottrina di monsignor Romano Penna che credo di poter così condensare: non si può parlare di Gesù senza misurarsi con le fonti.
Queste fonti sono al 99 per cento scritti di fede; ergo non si può parlare di Gesù senza la fede. Più volte, nel corso di questi mesi, ho sentito ripetere la tesi che non si può capire Gesù se si prescinde dalla fede, cioè valutandolo solo in base ai documenti e alla storia.
La mia idea è opposta: ritengo che Gesù si capisca molto meglio proprio se si prescinde dalla "fede" ovvero dalla teologia che nel corso dei secoli è stata costruita su di lui fin quasi a nasconderlo sotto un pesante mantello. La costruzione di una dottrina ha richiesto lo sforzo immane di rendere coerente ogni dettaglio della sua esistenza, anche nei periodi meno documentati.
La dottrina è complicata, ma Gesù è semplice. Egli parlava agli umili, per la gran parte poveri contadini analfabeti, il suo messaggio era diretto, le sue metafore prese dalla vita dei campi, dal succedersi delle stagioni. Si prova un profondo sollievo quando si esce dai fumi della teologia per avvicinarsi direttamente a lui. L´approccio di tipo storico è del resto giustificato dalla straordinaria riscoperta, negli ultimi sessanta anni, di molti documenti ebraici e cristiani antichi. Anche i vangeli canonici, letti alla luce di questa nuova documentazione, acquistano un senso diverso. Opporre la ricerca storica alla fede, renderle per così dire, nemiche, non è un giusto. Ha scritto il professor Pesce: «La ricerca storica non dipende né dalla fede, né dalla non-fede. Non impedisce di credere e non costringe a credere. E´ una cosa diversa. Negare una conoscenza razionale indipendente dalle fedi, significa condannare la nostra società a una radicalizzazione dello scontro tra credenti e non credenti o tra credenti di fedi diverse». Trovo appropriate queste parole del professor Norelli (Università di Ginevra): «La conoscenza storica ha le sue regole. Una di esse è che non è lecito allo storico pronunziarsi sulla realtà di Dio e sulla sua azione nella storia».
Un´altra accusa che mi è stata rivolta più volte è di aver insinuato la possibilità di rapporti omosessuali nella cerchia intorno a Gesù. Io ho fatto solo domande su un tema da qualche tempo ipotizzato. Il professor Pesce ha risposto che le voci sono infondate. Era mio dovere di cronista fare anche domande scomode. Insistere sull´argomento rivela a mio parere la difficoltà di trovare obiezioni più fondate. Ma la cosa che forse ha offeso di più il professor Pesce e me è averci accomunato nel biasimo a Dan Brown. Il suo libro è un romanzo, a mio parere mediocre. Il nostro è stato un tentativo di ritrovare in Gesù un affascinante connotato umano che spesso proprio la teologia gli ha sottratto.


Repubblica, 1° marzo 2007



Processato o semplicemente "criticato" come ogni libro che si rispetti? [SM=g27833] Augias è un giornalista di una certa statura, non penso che si immaginava che le tesi del suo libro, è vero, un libro si Gesù, fossero accettate acriticamente come...ehm...Vangelo!

Forse non è il caso di Augias, ma ho notato che quando si esprime una critica ad una sorta di "categorie protette" dal politicamente corretto si diventa quasi criminali...
emma3
00venerdì 2 marzo 2007 22:11
Re: Re: LA POLEMICA DI AUGIAS

Scritto da: Sihaya.b16247 02/03/2007 20.27


Processato o semplicemente "criticato" come ogni libro che si rispetti? [SM=g27833] Augias è un giornalista di una certa statura, non penso che si immaginava che le tesi del suo libro, è vero, un libro si Gesù, fossero accettate acriticamente come...ehm...Vangelo!

Forse non è il caso di Augias, ma ho notato che quando si esprime una critica ad una sorta di "categorie protette" dal politicamente corretto si diventa quasi criminali...



sbaglio o Augias rivendica la laicità del suo Gesù contro le ingerenze della Chiesa? [SM=g27828]

[Modificato da emma3 02/03/2007 22.13]

Sihaya.b16247
00venerdì 2 marzo 2007 22:13
Re: Re: Re: LA POLEMICA DI AUGIAS

Scritto da: emma3 02/03/2007 22.11


sbaglio o Augias rivendica la laicità del suo Gesù contro le ingerenze della Chiesa? [SM=g27828]

[Modificato da emma3 02/03/2007 22.13]




Davvero il colmo! [SM=g27823]
Sihaya.b16247
00venerdì 2 marzo 2007 22:18
Intanto
Il nuovo di libro di Odifreddi:


"La prima stazione della nostra via crucis è l'inizio di tutti gli inizi: più precisamente, la mitologia ebraica della creazione del mondo e dell'uomo, narrata in due versioni diverse e contraddittorie nei capitoli I-XI del Genesi." Comincia così questo viaggio che il matematico Piergiorgio Odifreddi compie dentro le Scritture e lungo la storia della Chiesa, fino ai giorni nostri. Come uomo di scienza, egli considera l'affermazione che quello della Bibbia è l'unico vero Dio una "bestemmia" nei confronti di Colui che gli uomini di buona fede, da Pitagora e Platone a Spinoza e Einstein, hanno da sempre identificato con l'Intelligenza dell'universo e l'Armonia del mondo. Come cittadino, afferma che il Cristianesimo ha costituito non la molla del pensiero democratico e scientifico europeo, bensì il freno che ne ha gravemente soffocato lo sviluppo civile e morale, e ritiene che l'anticlericalismo sia oggi più una difesa della laicità dello Stato che un attacco alla religione della Chiesa. Come autore, infine, legge l'Antico e il Nuovo Testamento e le successive elaborazioni dogmatiche della Chiesa per svelarne, con una critica tanto serrata quanto avvincente, non soltanto le incongruenze logiche ma anche le infondatezze storiche, dando alla ragione ciò che è della ragione e facendo emergere dai testi la verità: ovvero, dice Odifreddi, che "Mosè, Gesù e il Papa sono nudi". (da Ibs)

Ho letto qualche pezzo di Odifreddi, che non mi sembra un anticlericale fazioso ma "possibilista" in fatto di religione, su Psychologies. Eppure questo libro è stato già ampiamente stroncato come "vecchiume" (critica apparsa sul Giornale) poichè riprende tesi ormai superate anche da storici e sociologi non cattolici e non credenti. Volevo comprarlo ma credo che risparmierò i soldi...
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:26.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com