Doppia risposta.
Uno, per Regin:
Troppe chiacchere, il frutto dell'ideologia comunista (o chiamala come ti pare) è stato terrore e morte e persecuzione. Sistema totalitario che non ammetteva interlocutori.
Non si può tentare di giustificarlo salvando la "teoria" perchè la pratica non era quella giusta. Cina, Corea, Vietnam..etc. dove il comunismo si è installato ha portato la morte.
Troppe chiacchere...tut, tut, tut...hai già finito gli argomenti?
Non continuare a svicolare, ho ben specificato che l'argomento non è la pratica di un'idea, ma l'idea. Non ritengo l'evangelizzazione in punta di spada del sudamerica, o quella della Linguadoca, o ancora quella dei paesi baltici, strettamente collegate all'idea cristiana. Se dovessi usare il tuo metro di giudizio sarei costretto, numeri alla mano, a notare che dove si è installato il cristianesimo ha portato la morte.
Se vuoi ne parliamo, se preferisci generalizzare ti seguo...ma occhio che se facciamo la conta dei morti ne esci con le ossa rotte anche tu che stai dall'altra parte.
Ultimo appunto: trovo interessante usare la locuzione
non ammetteva interlocutori, dopo che hai scritto una cosa definitiva come
L'ideologia comunista è perversa e diabolica. La coerenza...è una
forma mentis difficile da trovare.
Due, per Rosa:
Scusa se mi intrometto,
Ma che intromissione: più siamo più il discorso è interessante!
ma: chi ha detto che la religione è oppio per il popolo? Non mi sembra che il comunismo come ideologia (e come fai a dire che non lo è ?) tiene molto conto della religione e del credere in un qualsiasi Dio, anzi!
Il problema è che non è semplice
chiamare le cose con il loro nome. Io, per esempio, sono convinto che si sbagli a definire il comunismo un'ideologia - è azione e reazione, e non è proprio la stessa cosa. Però qualcuno potrebbe obiettare che per tutta una serie di persone (di destra e di sinistra, atei e credenti) il comunismo è, di fatto, un'ideologia, e non sbaglierebbe, in senso stretto. Al che si potrebbe ribattere che...andremmo avanti in loop. Diciamo pure ideologia, va benissimo, era un distinguo di poco interesse (e finiremmo OT).
Il comunismo è un'ideologia non sola molto "terre à terre" ma direi proprio molto "terrena", o mi sbaglio? Il "tutti uguali" comunista ha è molto poco a vedere con il "tutti uguali" cristiano!
Il comunismo (come il nazismo con cui ha diverse cose in comune, almeno a livello della sua realizzazione) ha sempre combattuto la religione. Anche se può sembrare che il comunismo sotto certi aspetti assomigli ai concetti ideologici cristiani, sono in verità diametralmente opposti, e mentre l'una perdura da 2000 anni (anche se spesso dichiarata morta o in fin di vita ma sempre miracolosamente sopravvissuta a tutti i tentativi di distruggerla)
Il "comunismo" ha sempre combattuto la religione per un motivo abbastanza terra-terra: eliminare una forma di potere che fosse concorrente con quella statale.
Il comunismo (non la sua derivazione maoista, o quella stalinista) predica un concetto che non è l'abusato "tutti uguali". Predica questo:
da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni.
La dichiarazione dei diritti dell'uomo dice (in stile assolutamente borghese essendo espressione di una società governata dalla borghesia) che tutti gli uomini nascono eguali in
dignità e diritti. Questo significa che ciascun uomo nasce con dignità uguale agli altri (non può essere schiavo) e nasce con gli stessi diritti altrui, cioè non può essere asservito a rapporti personali o soggetto a normative discriminanti (maggiorascato, corvées, etc.). Questi punti eliminano alla radice la possibilità di trovarsi in una economia schiavistica o feudale.
Quindi, quello che il nostro individuo, uguale agli altri
solo per l'anagrafe e la legge può fare è godere "liberamente" delle sue proprietà come meglio crede. Che poi la proprietà sia leggermente diversa tra il capitalista multimiliardario ed il proletario nullatenente poco importa.
C'est la vie, risponderà il nostro saggio legislatore.
Ora a noi tutti può apparire "normale" che chi è più "bravo" goda del frutto della sua bravura. Ma, parliamoci chiaramente, noi non siamo più nell'epoca dell'accumulazione primitiva, salvo poche eccezioni i ricchi possidenti non godono dei frutti della loro bravura ma di quella di chi li ha preceduti e ha lasciato loro in eredità patrimoni milionari. E ché, vorremmo negare il diritto di passare di padre in figlio i beni gadagnati col sudore della fronte (altrui)? Questa è una richiesta naturale e legittima! Già, così come era naturale e legittima la richiesta di tenere in stato di schiavitù i figli degli schiavi ricevuti dagli avi. D'altro canto, potrebbe rispondere il padrone allo schiavo, se il nonno mio è stato così bravo da accoppare i tuoi stupidi antenati e prendergli migli e figli, perché questa il risultato di questa maggiore bravura non dovrebbe essere tramandato di padre in figlio?
Noi parliamo sempre di libertà ed uguaglianza come se fossero concetti assoluti quando invece sono concetti relativi. Questo non significa che libertà ed uguaglianza siano parole vuote, ma che sono da riferire ad ambiti specifici. Anche nel medioevo la gente era uguale, uguale in quanto figlio di dio, pertanto tale uguaglianza era proiettata in un mondo trascendente: siamo eguali davanti a dio ma non davanti al re, laonde spostati bifolco e fa' passare me et lo seguito mio! Parimenti, nel mondo capitalistico, la libertà personale cala dal mondo dell'aldilà a quello dell'aldiquà ma rimane confinata ad un ambito astratto: i nostri diritti a disporre della nostra proprietà sono uguali, quindi, caro il mio nullatenente, sbrigati a firmare questo contratto in cui mi vendi l'unica cosa che possiedi (la tua forza lavoro) e per mostrarti che siamo veramente uguali sappi che mi puoi dare del tu.
A te risulta che Marx, Engels o Lenin si affidavano tanto alla parola del Signore
No, ovviamente. Ma, ad esempio, io sono ateo e comunista,.ma non predico certo l'ateizzazione del prossimo.
l'altra, dopo pochi decenni, pare stia tirando le cuoia, o almeno così si spera …
Almeno così sperate voi, semmai.
En passant, non posso mai fare a meno di considerare il fatto che, quando si parla di "caduta del comunismo" e simili, si trascura il fatto che, anche dopo la bancarotta dell'URSS e dei suoi alleati prossimi, lo Stato più popoloso al mondo ed in preoccupante (per noi) fase di crescita ed espansione continua ad essere guidato da un partito che si definisce comunista. Ora i casi sono due: o la Cina è comunista veramente, e quindi non vedo come si possa parlare di "caduta del comunismo", oppure la Cina è comunista solo di nome, ma se questo è vero lo era
a fortiori anche l'URSS e quindi, anche in questo caso, non vedo come si possa parlare di "caduta del comunismo" dopo il crollo dell'URSS. Ovviamente non c'è molto da meravigliarsi, si tratta di una ulteriore riprova che la lotta degli Stati Uniti (e dei loro alleati) contro "il comunismo" non era una lotta ideologica contro la "dittatura", lo "statalismo", l'"ateismo" etc. etc. ma una lotta militare, politica ed economica contro l'Unione Sovietica, stato che creava oggettivi problemi militari, politici ed economici, a prescindere dall'ideologia propagandata. Questo è il motivo per cui non ci si preoccupava tanto di supportare le "comuniste" Cina e Jugoslavia in funzione antisovietica, o non ci si preoccupa di dare addosso al buon Putin oggigiorno anche quando usa i vecchi sani metodi stalinisti. Come sempre accade, prima si riconosce il nemico e poi nasce l'impalcatura sovrastrutturale che inquadra ideologicamente il contrasto.
Tutta la pappardella per dire...che non cadiamo così facilmente.