La Teoria della "Terra Cava"

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Gufo Astrale
00martedì 21 settembre 2004 12:10
LA TEORIA DELLA TERRA CAVA
United States Patent 1096102:
The Hollow Earth Theory
By: Mark Harp
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Word from Jeroen Wierda:

Questo articolo molto interessante di Mark Harp riguarda "The Hollow Earth Theory". Una provocante teoria basata sull'idea fondamentale che la terra è in realtà VUOTA. L'idea è precisamente che ciascuno dei due poli abbia enormi aperture, così che in teoria potreste guardare attraverso la Terra! All'Interno di questa Terra vuota, vi dice che c'è una sfera luminosa che è immobilizzata da forze gravitazionali. Non dirò di più, vi invito a leggere...

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United States Patent 1096102:
The Hollow Earth Theory

by Mark Harp
107 North Holmes, Memphis, Tn. 38111

Questo articolo fu pubblicato per la prima volta nel numero di Gennaio 1995 su NEXUS, rivista internazionale di scienza e libertà. Chiunque è benvenuto ad utilizzare questo articolo lasciandolo inalterato. Io manterrò permanentemente i diritti.

Il 25 Novembre 1912, Marshall B. Gardner di Aurora, Kane County, Illinois, USA, sottopose l'applicazione della sua scoperta all'Ufficio Brevetti degli Stati Uniti. 18 mesi più tardi, il 12 Maggio 1914, l'agenzia federale garantì al Sig. Gardner il brevetto 1096102 degli Stati Uniti, il secondo più importante documento scientifico mai pubblicato. Il suo rilievo scientifico essendo superato solo dalla scoperta del volo meccanico di Orville e Wilbur Wright nel 1903. Per ragioni che anche il Sig. Gardner potrebbe non aver completamente anticipato nel precedente 1900, e che sono ora ampiamente chiare, la sua scoperta sarà presto classificata come il più alto segreto militare di tutti i tempi. Nel 1913, Gardner scrisse il suo libro originale provando oltre ogni dubbio che la nostra Terra è una sfera vuota. L'evidenza era così ampia che continuò a raccogliere prove da studi di astronomia e spedizioni Polari, poi sviluppate nel 1920 con il suo libro di 450 pagine.

The title is A JOURNEY TO THE EARTH'S INTERIOR or HAVE THE POLES REALLY BEEN DISCOVERED?

Benché sembra non ne fosse consapevole, il lavoro di Gardner era stato preceduto da William Reed, il cui libro di 281 pagine, PHANTOM OF THE POLES venne pubblicato nel 1906 a New York City dalla Walter S. Rockey Company. Una differenza con la teoria di Sig. Reed, sebbene sviluppata con intelligenza, era che aveva mancato di finire il suo ragionamento della forza centrifuga concernente la formazione della Terra. Come risultato, non era mai stato capace di rendere logicamente conto della potente fonte di calore ed illuminazione presente nell'interno della Terra. Gardner, d'altra parte, ha dato ragione di questa fonte. La differenza è che mentre Reed ha confinato la sua ricerca strettamente all'esplorazione Polare, Gardner ha argomentato il suo studio con studi di astronomia. La maggior parte di questo articolo sarà testimonianza degli esperti reali, le persone che disponevano di telescopi enormi e che esplorarono le regioni polari particolarmente vaste e prima misteriose. Ma primo, questa è la teoria del senso comune responsabile per la concessione del brevetto 1096102 per gli Stati Uniti.

All'inizio, circa 4 o 5 miliardi di anni fa, quando la Terra era ancora un'enorme palla di gas supercaldi in rotazione, inizio' gradualmente a contrarsi mentre si raffreddava. Le leggi della fisica richiedono che un gas per condensarsi si debba raffreddare; così, rapidamente la sfera rotante di gas rarefatti ha cominciato a concentrarsi mentre continuava la perdita del calore. La propria forza gravitazionale auto-centrata prese a ridurre il diametro della sfera rotante costituita da materiale in raffreddamento...ma solo per una certa estensione. Questa è la grande distinzione logica tra la vecchia inadeguata teoria di formazione planetaria e la scoperta di Gardner. La vecchia nozione porterebbe a credere che la contrazione gravitazionale continuò senza arrestarsi finché la Terra era divenuta una calda massa fusa sotto una furiosa pressione gravitazionale. Mentre un tale scenario indubbiamente costituisce la norma nell'evoluzione celeste di corpi particolarmente immensi, come è il caso di tutte stelle, non costituisce lo sviluppo finale dei tipici pianeti.

Il secondo fattore cruciale che presenta difficoltà è la forza centrifuga. Si ricordi che mentre la gravità cerca di condurre tutto il materiale verso il centro, c'è al lavoro una forza opposta, la forza centrifuga. Proprio come un pattinatore ruota molto più rapidamente quando porta le braccia contro il suo corpo, così anche il non ancora contratto proto-pianeta comincia a ruotare più rapidamente mentre diminuisce la sua dimensione. Come l'acqua incollata in un secchio che rifiuta di fuoriuscire se si ruota il secchio velocemente in circolo, così anche questa stessa legge di forza centrifuga del moto tenta di scaraventare tutto il materiale fuori dall'asse di rotazione del pianeta in formazione. Così finalmente, in questa silenziosa lotta titanica tra due forze naturali, un equilibrio è stato scoperto. Quando la veloce rotazione della sfera aveva confinato sé stessa a circa 8000 miglia di diametro, venne raggiunto l'equilibrio tra gravitazionale e forza centrifuga. Ma c'era di più.

C'è una speciale caratteristica della forza centrifuga e non dobbiamo trascurarla. L'intensità della forza centrifuga diviene notevolmente minore come questa si avvicina a formare un angolo retto con l'asse di rotazione. Un semplice esempio quotidiano di questo comportamento è l'acqua in un lavabo. Se voi rimuovete il tappo dello scarico e permettete all'acqua di cominciare ad uscire, cosa osserverete? Un vortice o mulinello, uno spazio vuoto circondato dal materiale in rapida rotazione. Ora immaginate questo stesso principio in azione su quel corpo in contrazione che stava diventando la nostra Terra. Ad angoli retti all'asse di rotazione, in altre parole i "poli", la forza centrifuga era notevolmente più debole che altrove, specialmente all'equatore, perciò benché all'equatore della Terra la forza centrifuga poteva contrastare l'avanzata interna di una massa di a circa 8000 miglia di diametro, era notevolmente meno efficace nelle regioni Polari, dove la contrazione si arrestava a circa 1400 miglia. La conseguenza inevitabile di questo compromesso naturale è che il nostro pianeta ha concluso la sua evoluzione e si è solidificato come una sfera cava di 8000 miglia con un'apertura del diametro di 1400 miglia alle Aperture Polari.

Ora è a questo stadio della logica che Gardner supera le manchevolezze di Reed. Perché dai suoi studi delle documentazioni astronomiche e fotografiche specificamente riferite a nebulose e comete, Gardner è divenuto consapevole di tutta la verità. Nel centro preciso di queste sfere traslucide c'è una palla incandescente proporzionalmente piccola. Tra questo luminoso globo interno ed il guscio della nebulosa c'è un grande spazio che s'interpone; detto in altro modo, la nebulosa è cava eccetto la sfera brillante nel suo centro. Perchè? Dov'è, allora, un altro punto in cui la forza centrifuga è piuttosto debole, oltre ai poli? La risposta naturalmente è al centro preciso di rotazione, ed una volta di nuovo la logica è così dritta che possiamo esaminare prontamente un comune esempio famigliare per sostenere l'argomentazione. Quale sarebbe il risultato se spruzzaste un strato di polvere sul piatto di un giradischi e quindi iniziaste l'ascolto ad alta velocità? La polvere volerebbe via dal piatto... eccetto per una piccola porzione nel centro preciso.

Basato sui suoi studi della nebulose planetaria attraverso l'osservazione di fotografie, Gardner poteva congetturare che il guscio molto spesso della Terra è spesso circa 800 miglia, le Aperture Polari lo attraversano per 1400 miglia, ed il Sole Centrale, di circa 600 miglia di diametro, è sospeso gravitazionalmente (il globo incandescente è bloccato dalla gravità nell'esatto centro planetario). A causa dell'enormità e della curvatura molto graduale dell'Apertura Polare, è impossibile osservarla visivamente; questo è come il fatto che non vediamo che la Terra è sferica. La curva è troppo graduale per poterla osservare. In conseguenza della condensazione quasi continua di aria calda interna con aria molto fredda esterna polare, le Aperture Polari quasi sempre sono coperte da uno spesso strato di nubi. Questo spiega perché quando si osservano dai satelliti le aperture si vede proprio come se là davvero ci fossero le mitiche calotte polari all'estremità della Terra, come richiesto della politica del Governo. Gardner è stato condotto inevitabilmente alla sua monumentale scoperta scientifica dalla quantità di informazioni incoerenti che incontrava continuamente durante i suoi anni di studio, tratti specialmente dalle alte spedizioni Artiche. Fra i numerosi misteri, si ha:

1) un drastico miglioramento del clima nel molto lontano nord,
2) l'estrema particolarità delle famose Luci Settentrionali o Aurore Boreali, e
3) il comportamento eccentrico della bussola in latitudini molto alte.

Procederemo ora ad ascoltare i resoconti di molti testimoni che hanno perso molte comodità, convenienze, ed in diversi casi le loro vite, allo scopo di capire pienamente la vera grandezza del nostro mondo, un mondo vastamante più spettacolare di quanto riconosciuto ufficialmente.

Nella prefazione di THREE YEARS OF ARCTIC SERVICE, il sottotenente Adolphus Greely dell'Esercito Americano esprime lo stupore della spedizione della sua Signora Franklin Bay verso le strane condizioni che hanno sperimentato nel lontano nord:

"Temendo esagerazioni, ho cambiato di quando in quando asserzioni ed opinioni entrate nel mio diario originale, credendo che sia meglio sottovalutare piuttosto che esaltare le meraviglia delle regioni Artiche, che sono state discusse anche troppo spesso ."

Prima di mettere a fuoco il nostro mondo, guardiamo brevemente ad alcuni nostri interessanti confinanti nello Spazio. Il noto astronomo Percival Lowell esprime commenti sulla pagina 33 di MARTE: :

...intorno a quello che conosciamo come il polo del pianeta, appare una grande cupola bianca... essa procede lentamente nel diminuire in dimensioni... Come si avvicina l'estate, diminuisce gradualmente, è presente fino agli inizi dell'autunno ma con piccole chiazze che l'attraversano anche per alcune centinaia di miglia.. Mentre si fonde, una fascia scura appare circondarla tutt'intorno, è più scura sul disco, ed è di un colore blu."

La tentazione di pensare a questa fascia blu come acqua deve essere evitata perché se ci fossero davvero prodigiosi volumi di acqua, l'arida superficie marziana sarebbe frequentemente percorsa da molti alvei antichi che s'incrociano. Questi alvei sono perennemente asciutti. Invece quello che osserviamo realmente è l'effetto ottico di vaste masse di nubi che si spostano lungo il profilo curvo delle aperture polari marziane. L'esterno di Marte sperimenta cambiamenti delle stagioni; l'interno non lo fa. Il grado con cui la combinazione di atmosfera e temperatura variano al polo, dove climi differenti convergono, determinerà l'ammontare con cui l'immenso anello si manifesterà ai telescopi terrestri. Essendo inconsapevole della reale configurazione di Marte, Lowell naturalmente credette che questa fascia polare blu doveva essere acqua condensata in cupole. In questa assunzione, sebbene incorretta, lui mostrò la sua saggezza. Diversamente dalla politica del nostro governo, ha riconosciuto assolutamente che il polo di Marte non può essere biossido di carbonio.

Pagina 81:

"Faraday ha fatto esperimenti sulla relazione tra il punto di congelamento dell'acido carbonico [e la sua trasformazione in] gas con la pressione. Egli ha trovato che la curva nel punto di liquefazione è molto vicina a quella nel punto di congelamento, ed è ancora più vicina quando la pressione diminuisce. In altre parole, il gas passa quasi immediatamente dalla fase gassosa alla fase solida... Ora la pressione è certamente molto bassa sulla superficie di Marte... In conseguenza, un aumento di temperatura dell'acido carbonico solido comporterebbe il diretto passaggio da solido a gassoso. Ora, dall'esistenza del circostante mare polare, noi evidenziamo che in pratica questo non accade alla composizione delle calotte polari di Marte. Una porzione considerevole di questo è sempre nella transitoria fase liquida. Il biossido di carbonio non rimarrebbe così: diverrebbe acqua". Lowell ha fatto un'osservazione particolarmente affascinante dell'apertura polare a nord quando, per un breve periodo, una porzione della usuale coperta di nube si è separata, permettendo con ciò ai raggi di luce del sole centrale di Marte di oltrepassare l'orificio. "Nel frattempo un fenomeno interessante è accaduto nella calotta il 7 giugno... mentre guardavo il pianeta, ho improvvisamente visto due punti simili a stelle lampeggiare nel mezzo della calotta polare. Bagliori uscivano dallo sfondo bianco più opaco della neve, queste stelle splendevano per alcuni momenti e quindi scomparivano lentamente. La visibilità al momento era molto buona. Ma sebbene nessuna intelligenza si scorga dietro all'azione di queste luci, erano non di meno sorprendenti per il fatto che questi lampi avevano attraversato cento milioni di miglia di spazio. Avevano impiegato nove minuti per fare il viaggio;... Confrontando la sua posizione con la mappa di Green delle sue osservazioni sulla calotta a Madiera nel 1877, è apparso che questa era la posizione identica della macchia dove allora aveva visto punti stellari, e dove Mitchell li aveva visti nel 1846. Nel frattempo la calotta era decisamente diminuita in dimensioni... il 12 ottobre, a 10h.40m. Mr. Douglas ha misurato la sua posizione e ha valutato la sua dimensione, come era sua abitudine ogni pochi giorni. Ha trovato che era distante sei gradi dal polo del pianeta. Osservando il pianeta il 13 ottobre, a 8h.15m., con sua sorpresa ha trovato che la calotta non c'era più. Non una traccia di essa può essere vista; ...ciò che era stato certamente là, non era là il 13. La calotta di ghiaccio era scomparsa".

Robert Powers segnala in: MARS: OUR FUTURE ON THE RED PLANET:

Thomas McDonough dice in SPACE: THE NEXT 25 YEARS

"Anche Marte ha calotte di ghiaccio grandi, brillanti, che possono essere viste dalla Terra con un buon telescopio."

In THE GREATEST CHALLENGE: The Incredible Adventure and Splendid Destiny Man in Exploring Space Martin Caidin osserva che:

"entrambi gli astronomi americani e russi in anni recenti hanno osservato una serie di bagliori molto brillanti, durevoli circa cinque minuti, e seguiti da un rapido sviluppo di nubi".

Michael Collins, l'eploratore lunare scrive in MISSION TO MARS:

"Un mistero più grande è quello che è accaduto a tutta l'acqua e ghiaccio che hanno scavato vasti canali miliardi di anni fa. Marte ha un campo gravitazionale abbastanza forte da trattenere vapore acqueo nella sua atmosfera piuttosto che permetterle di sfuggire nello spazio. Cos'è accaduto a tutta l'acqua che ha scavato profondi canali?".

John Noble Wilford dice in MARS BECKONS:

"Mariners 6 e 7... le macchine hanno fotografato un banco di nubi sopra la calotta polare sud, e gli strumenti infrarossi hanno misurato temperature minori di 193 gradi Fahrenheit (88,44 C). La spettrometria infrarossa aveva il compito di determinare le temperature all'orlo della calotta di ghiaccio al polo sud, che era troppo alta per essere costituita da biossido di carbonio ghiacciato. Gli scienziati potrebbe vedere dal documento sovietico che la serie di possibilità per il volo del 1994 era ampio e rischioso. Piani per mettere due astronavi in orbite di passaggio su Marte sopra i poli erano in seria considerazione".

Alla pagina 22 di Final Frontier, numero di marzo-aprile 1992, ci sono alcuni commenti sul pianeta più vicino al Sole, Mercurio:

"...temperature così alte che raggiungono 800 gradi Fahrenheit. Ricercatori del California Institute of Technology di Pasadena hanno identificato quello che credono sia una calotta di acqua ghiacciata del diametro superiore a 180 miglia nel polo nord di Mercurio... i ricercatori hanno visto un'area brillante al polo nord... Noi eravamo stupiti". Marshall Gardner dedica 27 pagine del suo libro allo studio di pianeti preliminari, meglio noti come nebule. Ecco alcuni commenti. "I risultati spettroscopici forniscono la risposta.... lo spettroscopio ha assolutamente provato che la nebula non è fatta di stelle... la nebula tipica ha una straordinaria struttura simile ad un guscio ed una stella centrale... una ricerca fatta con uno spettrografo e il telescopio Lick da 36 pollici per [compensare] gli effetti di rotazione... E' stata trovata la prova definitiva di rotazione..."

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traduzione di Marcello Guidotti www.nemesi.net Per i diritti:
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