nickturbine
00martedì 7 ottobre 2003 20:12
In Russia va il tennis delle lolite
Assorbita dal cono d'ombra proiettato dalla sua mediocrità sul campo da tennis, la popolarità di Anna Kournikova è oggi in declino. Anche perché, come la nostra epoca impone, abbattuto un idolo ce n'è già pronto uno nuovo, più bello, più giovane, più attraente. Se poi è anche brava giocare a tennis, tanto meglio, vuol dire che potrà durare di più. E' il caso di Maria Sharapova, salita alla ribalta per il suo "sexy" modo di accompagnare ogni colpo da fondo campo, un gemito via via crescente che, a tratti, rischia di diventare imbarazzante. Un po' poco se non fosse che la Sharapova è anche bella e brava. Un mix di sicuro successo. Ma la giovane russa è solo la punta dell'iceberg di un movimento in atto nell'ex Unione Sovietica: le lolite di oggi sognano di giocare a tennis, possibilmente in Florida, alla scuola di Nik Bollettieri.
E' una storia che parte da lontano, da quando Boris Eltsin cercò di capitalizzare al meglio il successo della nazionale russa in Coppa Davis, nel 2002. L'ex numero uno del paese ha capito subito quali sono le nuove icone della Russia odierna: i tennisti. Ma non i "maestri" maschili, per intenderci i Kafelnikov, i Safin o gli Youznhy. No, quando nell'estate dello stesso anno Sports Illustrated volle rappresentare la cybergiocatrice imbattibile del XXI secolo, rappresentò una certa Simonya Popova: 1.83 di altezza, aspetto androgino, che si allenava alla scuola di Nik Bollettieri in Florida. Tutto bene, se non fosse che se al posto di quel nome fittizio l'avessero chiamata Maria Sharapova la descrizione non avrebbe fatto una grinza.
Questa ragazzina che ha iniziato a giocare a quattro anni con una vecchia racchetta di Kafelnikov (amico di suo padre), oggi è un esempio e se dopo di lei ne nasceranno molte altre non ci sarà da stupirsi. Myskina, Dementieva, Petrova, Zvonareva: sono tutte lì in fila, per un posto al sole.