La Sanità vista dagli italiani

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Times
00giovedì 23 settembre 2004 01:37
La Sanità vista dagli italiani

mercoledì 22 settembre 2004, Il Pensiero Scientifico Editore

Ottomila cittadini europei hanno partecipato prima dell'estate al sondaggio "Impatient for change: European attitudes to healthcare reform" realizzato da Popolus, l’agenzia demoscopica del Times di Londra. Gli intervistati italiani hanno però espresso opinioni abbastanza diverse rispetto ai loro ‘colleghi’ francesi, cechi, inglesi, olandesi, spagnoli, tedeschi. Un dossier pubblicato sulla rivista Care analizza le peculiarità del quadro ne emerge.
Più della metà degli italiani (il 51 per cento, per la precisione) ha affermato che il nostro sistema sanitario, pur in assenza di riforme entro i prossimi dieci anni, sarebbe in grado di migliorare o almeno non peggiorare: nessun altro Paese europeo ha registrato percentuali di risposte così ‘ottimiste’, anche se il giudizio di partenza dei nostri connazionali è più critico di quello degli altri cittadini europei. Il nostro sistema sanitario infatti viene giudicato al terzultimo posto (peggio dell’Italia sono andate solo la Repubblica Ceca e la Germania): per riformarlo, gli italiani chiedono più informazione (84 per cento), più controllo dei cittadini sulla spesa sanitaria pubblica (69 per cento), più medici e ospedali (64 per cento), più farmaci (56 per cento), e più spesa privata (55 per cento). In materia di informazione sanitaria, i soggetti più credibili secondo gli italiani sono risultati essere medici e infermieri (75 per cento), ma con una percentuale molto lontana dalla media europea (87 per cento, con punte superiori al 90 per cento in Inghilterra, Francia, Olanda e Svezia). Ironia della sorte, solo il 43 per cento degli italiani crede alle statistiche, contro il 56 per cento degli altri.

In conclusione, l’impressione che si ricava dall’analisi dei dati è quella di un Paese fatalista, ‘abituato’ ai disservizi ma fiducioso nel futuro, con una forte attenzione più alla natura solidale dell’assistenza sanitaria pubblica che alla sua qualità intrinseca. Un Paese che chiede più informazione, ma non sempre si fida delle fonti. Ma, soprattutto, un Paese in cui il cittadino desidera svolgere un ruolo maggiormente attivo in tutte le decisioni che riguardano la sua salute.



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