Berbatov, Robbie Keane e il caso Tottenham. Ecco quando i soldi non fanno la felicità
Non sempre chi più spende meno spende. Manchester United e Liverpool hanno sborsato 62 milioni di euro in due per avere un paio di sacchi vuoti. Berbatov e Robbie Keane, infatti, non hanno centrato nemmeno una volta la porta in questo primo scorcio di Premier League. In comune hanno anche il recente passato (felice, assolutamente felice, con la maglia del Tottenham) Chissà Lotito quanto sghignazzerà con la calcolatrice in mano sapendo che ogni gol di Zarate (per il momento 6) valgono soltanto 330 mila euro cadauno (il prestito gli costa 2 milioni).
Nel club dell'Fc Flop entrano anche nomi meno altisonanti. Come quelli di Caceres (difensore uruguaiano del Barcellona pagato 16,5 milioni per giocare solo 99 minuti), Sulejmani (attaccante che l'Ajax ha preso credendo di aver trovato il nuovo Van Basten: 1 gol all'esordio e poi tanta panchina pagati 16,25 milioni) e Milner (15 milioni versati dall'Aston Villa al Newcastle per un centrocampista che ha fatto litigare i due club, ma che per adesso è una riserva di lusso). Nel poco ambito gruppo rientrano anche Nasri (costo 16 milioni) dell'Arsenal che è partito con il botto segnando una rete decisiva, spegnendosi poi pian piano. Al momento in Premier ha giocato solo 3 partite. E infine Hleb, frenato da un infortunio alla caviglia che ha stoppato il suo rendimento a due misere presenze (15 milioni).
Il caso del Tottenham invece è più complesso. La malattia è endemica e forse è Juande Ramos il ramo malandato che andrebbe sfrondato. La campagna acquisti degli Spurs, restando solo tra i nomi più significativi, è costata 66 milioni e 400 mila euro (Modric, Pavlyuchenko, Bentley e Giovani). I soldi non hanno portato finora nemmeno un successo in campionato, bensì un disonorevole ultimo posto in classifica con due soli punti e il peggior attacco con 4 gol all'attivo in sei partite. Bentley gioca sempre senza incidere, Modric predica nel deserto, Pavlyuchenko segna solo in coppa (quella meno nobile peraltro) e Giovani ha giocato 218 minuti partendo più spesso dalla panchina che dallo starting-eleven. Gli affari vanno male non solo per banche e colossi assicurativi.