La crisi del gruppo torinese causata dalle nuove metropolitane?
sembra che di recente il Dottore in Filosofia (!) Sergio Marchionne amministratore delegato della FIAT avrebbe attribuito alle recenti estensioni delle linee metropolitane italiane il forte calo delle vendite di automobili in generale, e di utilitarie in particolare. Va da sè che è il segmento delle utilitarie quello in cui la casa torinese si concentra con maggiore convinzione, e storicamente la gran parte delle vendite di automobili da città avviene nei grossi centri.
Marchionne avrebbe dunque fatto pressione su Tremonti prima e su Monti adesso affinchè il TPL non fosse più finanziato,anche se questo lobbysmo non sarebbe andato a buon fine per la contro-pressione esercitata dalle aziende costruttrici di materiale ferroviario,ma è pressochè ceto che tornerà alla carica nel 2013,soprattutto se dovesse esserci un ministro del PDL,con cui il filosofo -manager ha un rapporto molto cordiale.
Abbiamo dunque davanti una scelta difficile: salviamo la FIAT ed i lavoratori del Meridione rinunciando alle metropolitane ed agli autobus efficienti, oppure salviamo la vivibilità delle città del NORD affossando la FIAT e facendo chiudere Melfi e Pomigliano d'Arco?