La Domenica delle Palme a Gangi tra fede e tradizione popolare

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zsbc08
00venerdì 26 marzo 2010 07:31

La Domenica delle Palme a Gangi tra fede e tradizione popolare 

Gli evangelisti Luca, Marco e Matteo raccontano l'ingresso messianico nella città santa in termini molto simili. In Matteo si coglie l'omissione di un particolare che Luca e Marco sotto-lineano, e che verrà ripreso nel racconto della Passione nel momento in cui Cristo sarà deposto dalla croce. Quando Cristo sale a Gerusalemme, dice ai suoi discepoli: "Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui" (Lc 19,30). Il vangelo di Marco si esprime in termini simili: "Troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito" (Mc 11,2). Questa osservazione, sfuggita a Matteo, acquista un particolare significato alla luce del fatto che anche la tomba di Cristo sarà una tomba nella quale nessuno era stato mai sepolto. Cogliamo allora una linea di collegamento con la sua nascita: il Verbo si deposita nella verginità. Come nella sua nascita il Verbo trova spazio nella verginità di Maria, nella sua morte il Verbo trova in un sepolcro dove nessuno era mai entrato, e su una cavalcatura sulla quale nessuno era mai salito.

A Gangi un rito popolare millenario che più di ogni altro suscita un'intensa partecipazione è proprio quello della Domenica delle Palme.

Unica nel suo genere è la colorata e rumorosa, a causa de “i tamburinara”, processione della “Domenica delle Palme”. Il richiamo antropologico è il suono ritmato dei grossi tamburi portati a spalla da “i tamburinara”. Un tam tam, tatatatam tatatatam, che sin dalle prime ore della giornata si diffonde lungo il dedalo di viuzze del centro medievale. Un ritmare cadenzato e incalzante che si tramanda da secoli. Poi, durante la processione, i confrati delle tredici confraternite con gli stendardi e le tradizionali casacche con le effigi dei santi protettori a turno portano a spalla le pesanti palme, fissate attorno a un asse centrale in legno detto «cunocchia» e adornate con fiori e datteri e con piccolissime croci ottenute abilmente dall'intreccio delle foglie più tenere e più piccole delle palme, quasi a ricordare il Gesù Bambino che, dopo il ministero della parola e dopo gli annunci di passione morte e risurrezione, si prepara alla grande palma della croce dell’amore. Se con Adamo, nell’albero del fico, l’uomo è diventato mortale, facendo trionfare la morte, con il Secondo Adamo, Gesù Cristo, nel legno dell’albero della croce è la vita eterna che trionfa e non più la morte, attraverso l’Amore del Figlio per il Padre e del Padre per il Figlio e per tutti gli uomini dell’umanità. 

I confrati vestiti di una clamide bianca coperta da un mantello di colore diverso per ogni confraternita, preceduti da “i tamburinara” che indossano le «rubriche», antichi paramenti sacri del Settecento ricamati in oro e argento, seguono le palme in processioni per le vie del paese.

Il corteo sacro quest'anno prenderà il via dalla Chiesa di San Paolo. L'appuntamento è  a partire dalle 7 del mattino con la spartizione e l'allestimento delle Palme, che saranno portate in processione dalle 13 confraternite che sfileranno rispettando un antico ordine cronologico. Alle 9.30 la processione delle “Palme” seguirà un percorso fissato dalla tradizione secolare: attraverso le vie del paese si raggiungerà la Chiesa Madre per la benedizione delle Palme. Quindi si raggiungerà la Chiesa del SS. Salvatore e da qui, attraverso ancora le vie del paese, di nuovo la Chiesa Madre (alle ore 12.00 ) per la celebrazione della Messa solenne. Prima della celebrazione i ventisei “tamburinara” daranno luogo a una spettacolare esibizione percuotendo contemporaneamente, con ritmi ben cadenzati, gli enormi tamburi, in accordo armonico, diffondendo nell'aria un suono, un richiamo, che è possibile udire anche a chilometri di distanza.

- 26 marzo 2010-                                                                                                                                 Francesco Paolo Pinello 
 

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