La Croce nel deserto...

ImpCJCaesar
00domenica 10 giugno 2012 17:45
Campagna del Regno di Gerusalemme (BC 6.3)
Salve a tutti, dopo una lunga assenza dal forum a causa di problemi di connessione, sono finalmente tornato [SM=x1140428]

Ciò non vuol dire che sia rimasto con le mani in mano e anzi ho apprezzato moltissimo l'arrivo di questa nuova versione di Bellum Crucis (e colgo l'occasione per fare i complimenti e i dovuti ringraziamenti [SM=x1140430] ai suoi creatori [SM=x1140481] )...

Così visto l'intoppo che ho subito con la mia precedente AAR epistolare sugli Ungheresi (a causa di alcuni giochetti di prestigio tra file e cartelle, il file di salvataggio ha deciso di sparire [SM=g27970] ) ho deciso di farne una nuova sui Regni Crociati.

Complice il mio fastidio per l'accento francese (non ci posso fare nulla, è tutta colpa della mia insegnante di francese che avevo alle medie [SM=g27979] ), non avevo mai tentato l'avventura con questa fazione (nè tantomeno con i francesi, ma a quelli toccherà aspettare).

Ma adesso basta! Mi sono finalmente deciso ad avviare questo nuovo progetto che spero piacerà.

Non prendetevela se finisce dopo poco tempo per sconfitta da parte del nemico, sono imbranato e basta! [SM=x1140476]

Detto questo, allungato il più possibile il brodo con questa introduzione, mi metto al lavoro! Buon divertimento!

P.S. Ultimissima cosa, prometto! Per ragioni sconosciute mi sono scordato di utilizzare quel simpatico aggeggino di nome Fraps se non dopo millemila anni [SM=g27966] Quindi dovrete attendere un pochino prima di vedere qualche screenshot di battaglie... [SM=x1140417]
ImpCJCaesar
00domenica 10 giugno 2012 21:39
Capitolo I: Cercare i Danari

"Sono 15 anni che cerchiamo i Danari, sire, ma non sappiamo più dove trovarli!" disse il consigliere privato di re Baldovino III d'Angiò, Roberto Laserre. "Abbiamo costruito porti, chiese, strade e mercati, ma i Danari non arrivano alle vostre reali casse!"
Re Baldovino aveva lo sguardo torvo, mentre scrutava fuori dalla finestra la città di Gerusalemme, ancora avvolta nel torpore della mattina. 'Perchè mi sono svegliato a quest'ora?' si chiedeva. Laserre intanto continuava imperterrito la sua apologia, nel tentativo di salvare la testa: "I Siriani premono ai confini, ma di questo non abbiamo colpa noi tesorieri..."
'Ah, ecco perchè mi sono alzato a quest'ora. Colpa di quegli stramaledetti infedeli.' Il re voltò le spalle alla finestra ed esibì il suo tono più regale: "La colpa è vostra invece! Se aveste trovato i Danari, avrei potuto fare qualche regaluccio al Norandino, al sultano degli Egiziani, a quello dei Turchi o addirittura a Sua Simpatia l'Imperatore di Bisanzio. E invece mi trovo qua, circondato da possibili nemici che non si sa ancora grazie a quale miracolo non si sono ancora coalizzati..."
Laserre diede un colpetto di tosse. Il modo migliore per un suddito di annunciare al suo sovrano che sta per interrompere il suo reale discorso. "Parla, Laserre."
"Abbiamo l'alleanza con il Califfato Abbasside..."
"Sì, è stata una buona idea far sposare mio fratello con un'infedele. Peccatoche i nostri cugini europei non ne vogliano più sapere di noi e che il Califfato si trovi oltre i territori dei Siriani..."
"Ma Sua Santità..."
"Sua Santità è dalla nostra parte..."
"Ha nominato cardinali due dei nostri sacerdoti. E con ciò? Nulla di più..."
"Veramente mi è proprio giunta una missiva da Roma: il Papa ha proclamato una crociata contro Edessa.Il tuo fedele vassallo, Joscelin de Courtnay..."
"...è già qua a pretendere il comando della spedizione per riconquistare il suo feudo, vero? Digli che gli toccherà aspettare. Non posso permettermi di sguarnire Gerusalemme per i suoi capricci. Il suo compito ora è bloccare i guadi sul Giordano e impedire che altri Siriani entrino nel nostro territorio. Sono sufficienti quelli che scorrazzano a nord di Tripoli."
"Perchè non li fai scacciare, mio re?"
"Cominciare una guerra? Siamo senza i Danari!"
"Con i riscatti..."
"Sai qual è l'entità di quell'armata? Non possiamo sconfiggerla in campo aperto. Troppa cavalleria. Troppa più della nostra."
"Ma Sua Santità..."
"Sua Santità può tranquillamente aspettare come il de Courtenay! Cambiamo argomento... come procede con Boemondo? Il figlio di Rinaldo di Antiochia?"
"Il titolo di governatore di Gerusalemme gli garba molto mio re!"
"Spero abbia finito di masticare insulti verso me o suo padre..."
"Verso la tua persona esprime solo ammirazione, verso suo padre invece..."
"Niente che un campagnolo come Rinaldo non possa accettare." tagliò corto il re.
Laserre stette in silenzio per qualche minuto, indeciso sul da farsi.
Infine si decise ad aprire la bocca... ma le campane cominciarono a suonare a martello.
La città sembrava impazzita. "E così è cominciata..." commentò freddamente re Baldovino. "I Siriani ci hanno dichiarato guerra..."
Ma irruppe in quel momento nella sala del trono il capitano delle guardie, Hugo Rodain. "Mio re! Un'armata è diretta verso Gerusalemme..."
"Com'è possibile? Tutti i passaggi a nord e a est sono bloccati... i Siriani..."
"Non i Siriani, maestà! Sono gli Egiziani che ci hanno dichiarato guerra!"



Fine prima parte. [SM=g27964]
Xephos
00domenica 10 giugno 2012 23:11
Molto bella e immersiva, complimenti, aspetto il seguito! [SM=x1140522]
Basilio II Komnenos
00domenica 10 giugno 2012 23:40
it.wikipedia.org/wiki/Baldovino_III_di_Gerusalemme
Interessante il metodo che usi per la cronaca, ma stai attento a come usi la figura del re crociato: come ti riporto all'inizio puoi leggere il tipo di persona che era nella realtà.
ImpCJCaesar
00lunedì 11 giugno 2012 00:26
Re:
Basilio II Komnenos, 6/10/2012 11:40 PM:

http://it.wikipedia.org/wiki/Baldovino_III_di_Gerusalemme
Interessante il metodo che usi per la cronaca, ma stai attento a come usi la figura del re crociato: come ti riporto all'inizio puoi leggere il tipo di persona che era nella realtà.




Grazie per la puntualizzazione, in effetti non avevo pensato a questo aspetto della faccenda, ma mi ero basato solo su alcuni tratti che la versione "in-game" di Baldovino ha assunto (è un po' irascibile [SM=g27963] ).
Provvederò in seguito a correggere alcuni errori che ho commesso (come il povero Joscelin de Courtnay che è stato lasciato alla porta [SM=x1140476] )
ImpCJCaesar
00lunedì 11 giugno 2012 00:46
Xephos, 6/10/2012 11:11 PM:

Molto bella e immersiva, complimenti, aspetto il seguito! [SM=x1140522]



Grazie per i complimenti, ma mi sa che per il seguito ti toccherà aspettare fino a domani! [SM=g27964]

Nel frattempo posto qualche immagine per mostrare i vari personaggi (cosa utile per chi come me si scorda i nomi [SM=g27960] )

Per prima cosa l'albero genealogico (default):





A cui va aggiunta la novella sposa del principe Almarico,



E il figliuolo di Rinaldo de Chatillon,



(Non badate all'età o agli altri tratti: mi sono ricordato di fargli una foto solo nel 1181; in più vi posso assicurare che non aveva nessun vincolo di fedeltà, inizialmente)


Ultimo personaggio che inserisco è il misterioso sicario (anche questo con foto invecchiata e sotterfugio aumentato)




ImpCJCaesar
00lunedì 11 giugno 2012 19:04
Capitolo II: Le due Mezzelune

Sala del trono

Con gran fragore, il re di Gerusalemme entrò nella sala del trono, l'armatura coperta di polvere e sangue, l'elmo ammaccato.
Laserre lo attendeva preoccupato vicino al trono, con il cappello stretto tra le mani. La corte, fino a quel momento chiassosa, tacque.
Il silenzio era palpabile, una dama e una servetta singhiozzavano.
Il re raggiunse il trono, mentre nella sala affluivano altri cavalieri, le cui armature non erano conciate meglio di quella del re.
Il sovrano si sedette sul trono di shianto.
Nessuno parlava, qualcuno tendeva le orecchie.
Passò qualche istante, qualche ora, qualche anno, nessuno avrebbe potuto dirlo.
Alla fine il re si alzò in piedi, si tolse l'elmo e ansimante ma sorridente proclamò la vittoria sugli infedeli.
Urla, risate, pianti e svenimenti riempirono la grande sala... erano salvi!

Quando la breve festa terminò e fu annunciato un grande banchetto di ringraziamento al Signore per la domenica successiva, il re rimase solo nelle sue stanze con Laserre.
"Grandiosa vittoria, mio re!"
"Puoi dirlo forte! La Città Santa è ancora nelle nostre mani..."
"...e non siamo morti."
"Esatto, Laserre. Forse il Signore ha ancora qualche piano per me."
Laserre stava per replicare quando il re gli chiese se la città avesse subito danni in sua assenza.
"Nessuno sire, e a parte qualche vecchio morto di crepacuore, la popolazione è incolume..."
"Ottimo. Notizie dal nord? Le armate siriane sono ancora ferme?"
"Mio re, l'assedio è appena terminato, non ho notizie..."
"Fa niente, Laserre..." il re, dismessa l'armatura, si sedette su una modesta panca.
"Sire, se non è di troppo disturbo, potresti narrarmi la vicenda? Per la mia cronistoria..."
"D'accordo, ti racconterò com'è andata."
"Corro a prendere pergamena..."
"Vai pure, intanto mi riposo dalle fatiche della battaglia." disse il re, con un sospiro.

Il racconto del re

"Come sai bene, circa sei mesi fa una flotta egiziana ha bloccato il porto di Gerusalemme, mentre una grossa armata si muoveva da sud in direzione ambigua; i nostri informatori non capivano se fosse diretta verso la Città Santa o verso Kerak. Vista la difficile situazione, ho inviato un corriere a Baliano de Ibelin, governatore di quella roccaforte.
Il contenuto del messaggio proponeva due alternative, basate sul comportamento dell'armata nemica: se gli infedeli fossero marciati su Kerak, la guarnigione di Gerusalemme sarebbe intervenuta contro gli assedianti e viceversa. Mi segui?"
"Sì, mio signore."
"Tuttavia per convincere Baliano, ho dovuto promettergli in sposa la mia giovane figlia, da poco ufficialmente donna, Honnorè. Baliano è un buon vassallo, ma se non gli manca l'ispirazione non è un bravo combattente. No, questo non metterlo, potrebbe offendersi.
Aggiungi invece questo. All'insaputa di Baliano, ho spedito un altro messaggero a Joscelin de Courtenay, chiedendogli di intervenire in aiuto di Gerusalemme in caso di assedio."
"E a lui che cosa hai proposto mio re?"
"A lui... a lui ho promesso di permettergli di prendere la croce per riconquistare il suo feudo perduto."
"Ma i Siriani non sono in guerra con noi..."
"Le loro armate scorrazzano libere per il nostro regno: una preme al di là del Giordano (avevo posto proprio il de Courtenay a difendere il passaggio, ricordi?), mentre due grosse armate si trovano a nord di Tripoli... ho bisogno solo di un casus belli per attaccarli. Rimpiango solo di non avere quei Danari. Avrei potuto allestire una flotta o arruolare più uomini."
"Mio signore, è inutile piangere su quel che è fatto..."
"Piangere? Io non piango. Se Dio vuole ciò, allora chi sono io per oppormi? Forse tra secoli narreranno le gesta di Baldovino III il Conquistatore... o la triste sorte di Baldovino III il Senza Danari.
Ma torniamo a noi. Alla fine gli Egiziani decisero di dirigersi contro la Città Santa. Non potevo permettere che il Sacro Sepolcro cadesse in mano infedele, quindi non ho cercato la resa. Tutto ciò che speravo era che l'Ibelin e il de Courtenay mettessero da parte la reciproca rivalità per marciare compatti a salvare il loro re."
"E l'hanno fatto?"
"Grazie a Dio, sì. Anche se non hanno combattuto insieme, hanno affrontato in due battaglie separate le schiere del nemico. Infine Baliano ha rotto l'assedio nemico, mentre io attaccavo dall'interno della città. La guarnigione di Gerusalemme è quasi dimezzata, ma il nemico è stato annientato."
"Una grande vittoria..."
"Migliaia di morti ti paiono una vittoria, Laserre? Forse non sei assennato come credo. Oggi le bocche dell'inferno hanno inghiottito migliaia di peccatori..."
"...e i cancelli del paradiso si sono aperti per i nostri valorosi soldati."
"Tu non hai visto le loro facce, Laserre. Quelle dei morti, terrorizzate e vuote, e quelle dei vivi, esaltate e feroci mentre spingevano le cavalcature all'inseguimento dei nemici in fuga...
In ogni caso, onorerò le mie promesse. Honnorè sposerà Baliano, mentre Joscelin avrà la sua crociata... anche se per dargli gli uomini necessari dovrò sguarnire ulteriormente Gerusalemme."
"Mio re, si è fatto tardi... devi riposare."
"No, Laserre. Un'ultima cosa. C'è ancora un peso da cui liberarmi. Si tratta di Thomas de Dampierre..."
"Il negoziatore che hai spedito a discutere con gli emissari egiziani?"
"Non è un negoziatore, Laserre. Non ho appena detto che non ho mai cercato la resa? Quell'uomo è un'assassino. L'ho spedito a uccidere i diplomatici egiziani prima che potessero forgiare un'alleanza con i Siriani."
"Ma de Dampierre era solo un mercante..."
"Quello è ciò che ho fatto credere a tutti per anni. Si è fatto le ossa uccidendo i mercanti rivali... aprendo la strada ai nostri. Alla fine ho deciso di impiegarlo anche per eliinare dei bersagli un po' più elevati. Presto si dedicherà alla strage della famiglia del Norandino. Non avrà pietà per nessuno... e tutto ciò per ordine mio."
"Certe cose sono necessarie in guerra..."
"Lo so benissimo, Laserre, o non le avrei ordinate, non credi? Ora lasciami solo a pregare per i miei peccati. Temo che per difendere ciò che è sacro sia necessario dannare la propria anima..."
"Non..."
"Vai."
Laserre se ne andò.
Nel frattempo nuove disposizioni raggiungevano Baliano de Ibelin: doveva recarsi in Egitto e portare la guerra fuori dalla Terra Santa.
Anche la figlia del re, Honnorè ricevette una missiva con cui era tenuta a seguire il proprio promesso sposo nella sua campagna contro gli infedeli.


Sulle rive del Giordano...

Il pastore conduceva il suo gregge sulle alture. L'estate aveva seccato l'erba e bruciava la pelle, ma la sera, sul fiume, l'erba fresca era agitata dal vento.
Quella sera però il pastore trovò al fiume centinaia di musulmani che marciavano verso San Giovanni d'Acri...
ImpCJCaesar
00mercoledì 13 giugno 2012 02:21
Capitolo III: L'assedio di Gerusalemme

Estratto dalla cronistoria di Roberto Laserre, consigliere di Baldovino III (detto il re di Danari)

"[...] Non potemmo gioire di quella vittoria, che le armate siriane assediarono San Giovanni d'Acri, dominio del Principe Almarico, e Tripoli, dominio di Raimondo III Roergue. Nel primo caso intervenne l'esercito di Joscelin de Courtnay, che sorprese alle spalle l'armata assediante. Nel secondo caso invece fu lo stesso Raimondo a effettuare una sortita per scacciare il nemico. [...]
Come stabilito dal Re, Joscelin ebbe licenza da quel momento di prendere la croce e servire il Signore nella conquista di Edessa. Con una piccola armata composta da cavalleria e fanteria prelevata dalla guarnigione di Gerusalemme e da gran numero di mercenari, Joscelin de Courtenay si diresse a nord di Tripoli e pose sotto assedio la roccaforte infedele di Homs, che i siriani avevano imprudentemente lasciato sguarnita.
Contemporaneamente, gli eserciti siriani assediarono la città di Antiochia, e toccò a Rinaldo de Chatillon in persona liberarla con una sortita.
Mentre tutto ciò accadeva a settentrione, non meno pericolosamente volgeva la guerra al meridione. Baliano de Ibelin, mandato dal Re con la maggior parte della guarnigione di Kerak a portare la guerra in terra infedele, fece appena in tempo a oltrepassare il confine del suo feudo che si trovò dinnanzi non meno di tre armate di immani proporzioni dirette verso est. Maritata quindi in fretta la sua novella sposa Honnorè d'Angiò, figlia del nostro Re, (talmente in fretta che pare che non abbia consumato il matrimonio) incalzato dalle truppe egiziane, Baliano ripiegò in territorio cristiano e spedì una missiva al proprio Sovrano.
In essa affermava, stringendone il contenuto, che temeva un assedio della roccaforte di Kerak, da lui lasciata quasi sguarnita, e che dunque si dirigeva là, invece di accorrere alla difesa del Santo Sepolcro.
Il Re, contro il comune parere, non provò risentimento nei confronti di quello che il popolo cristiano di Gerusalemme già chiamava Baliano "l'Ingrato". Invece, si trovò d'accordo con le sue disposizioni, e, avvendogli le sue spie riferito che le armate infedeli erano composte in massima parte da cavalleria, ordinò al vassallo di non affrontarle in campo aperto, ma di chiudersi dietro le mura, dove le truppe montate non riescono a manovrare con efficienza.
Alcuni dei miei colleghi consiglieri vedono in ciò un'abile mossa politica: infatti Baliano verrebbe tacciato di codardia dal popolo ignorante e non riuscirebbe a sollevarlo contro il suo legittimo sovrano (come molti temano voglia fare). Ma io, che modestamente mi ritengo se non un amico almeno un approfondito conoscente di Sua Maestà, credo di vedere in questo ordine la figura di un padre che cerca di proteggere da lontano la propria figlia [...]
[...] Due armate egiziane si diressero verso Kerak e si fermarono nelle vicinanze, senza porre l'assedio, ma impedendo ugualmente possibili rinforzi dalla roccaforte a Gerusalemme. La terza armata invece si diresse verso la Città Santa, la pose sotto assedio e iniziò la costruzione delle macchine d'assedio. Il Re, anzichè tentare una sortita come molti dei suoi vassalli e generali, decise che sarebbe stato opportuno cercare di respingere l'assedio dalla città, senza rischiare di affrontare l'armata nemica. La scelta era fondata sui numeri: nelle precedenti battaglie, le armate cristiane erano di pari (e in taluni casi superiore) entità di quelle infedeli; in questo caso invece per ogni crociato vi erano tre musulmani. Preghiere furono elevate [...].

Dopo sei mesi di duro assedio, in un'afosa alba estiva, gli infedeli lanciarono l'assalto. Essi potevano contare su ingenti squadroni di lancieri e fanteria leggera (di questa, buona parte erano arcieri), ma l'unica cavalleria (a differenza delle altre armate fuori di Kerak) era composta da quattro squadroni di cavalleria leggera più la guardia del generale nemico. In più avevano costruito due arieti, una torre d'assedio e alcune scale.
L'esercito crociato invece contava su forze assai più modeste, composte permetà da cavalleria. Il re dispose in tal modo le sue schiere: due squadroni di tiratori (arcieri contadini) sulla porta e sulle mura lì vicino. Dietro di essi erano presenti due squadroni di lancieri della milizia. La cavalleria attendeva appena dietro la porta della città: un'unità di cavalleria leggera, una di cavalleria pesante (i cavalieri del Santo Sepolcro), la guardia del governatore di Gerusalemme, Boemondo di Antiochia, e quella del Re in persona [...].

Quando le armi d'assedio cominciarono a marciare verso la città, il Re mandò fuori dalle mura la cavalleria leggera, per attaccarne i portatori; a ogni assalto, gli infedeli erano costretti ad abbandonare il proprio lavoro per combattere la cavalleria. Una volta disturbata l'opera nemica, la cavalleria rientrò in cirttà. Più volte il Re ricorse a questo stratagemma, sottoponendo gli infedeli alla pioggia di frecce degli arcieri. Una carica dopo l'altra, il Re fu costretto a far intervenire anche i cavalieri del Santo Sepolcro, e ottenne che tutte le armi nemiche fossero ferme davanti alle mura.
Ma il nemico non demordeva: ondata dopo ondata, i lancieri mietevano vittime tra i valorosi cavalieri e il Re fu costretto dapprima a far intervenire Boemondo, e successivamente a entrare in battaglia di persona. Ogni volta che tornavano dietro le mura, il Re ripeteva che centinaia di nemici erano caduti, ma migliaia erano ancora in piedi. Gli arcieri avevano quasi terminato le frecce, ma i nemici erano ancora numerosi (benchè metà ne fosse morta) e, soprattutto considerando lo stato della nostra stremata cavalleria, presto la battaglia sarebbe degenerata.
All'ennesima carica, al grido di "il Signore è con noi", seguì l'ennesima ritirata... ma questa volta quei diavoli infedeli si lanciarono tutti all'assalto della porta, ancora aperta per un manipolo di cavalieri ritardatari. Se avete mai visto un'orda di migliaia di diavoli lanciarsi contro una porta, allora vi siete sentiti come me, sull'orlo di quelle mura.
Il Re tirò le redini, girò il destriero e si lanciò dritto contro quella belva dai mille volti che era il nemico, seguito da tutta la sua cavalleria. L'impatto della carica avvenne con i primi uomini che uscivano dalla galleria dietro la porta. Il nemico fu costretto a ritirarsi leggermente. A quel punto fu necessario dare una mano ai soldati che manovravano i pentoloni di olio bollente. Posso sicuramente considerarmi responsabile di aver mandato all'inferno qualche centinaio di infedeli urlanti.
Ma ancora il nemico non cedeva. A fianco del Re, accorsero i lancieri e addirittura gli arcieri contadini, con i coltelli sguainati, per contenere la belva nemica che cercava con forza di liberarsi dalle briglie che i nostri uomini rappresentavano. Ma ogni nostro soldato sapeva che se avesse ceduto, non ci sarebbe stata più speranza di vittoria. Perfino nella morte, i nostri soldati si accasciavano contro il nemico, per ostacolarlo nei movimenti. Le perdite furono enormi, e il cordone di contenimento si allargava sempre più. Il generale nemico si lanciò personalmente alla carica, per guidare l'ultimo sfondamento.
Mai scelta fu più infelice. Un lanciere crociato gli piantò l'arma sotto l'ascella e lo tirò giù di sella. Il valoroso e sciocco nemico morì calpestato da cavalli e uomini di entrambe le schiere. Non vedendo più il loro generale, i nemici vacillarono e fu allora che il Re suonò l'ultima carica. Colti dal panico i nemici scapparono.
All'improvviso la gioia riempì tutti noi: il Re e suoi uomini si lanciarono fuori delle mura a inseguire i nemici, mentre i superstiti della battaglia urlavano, cadevano in ginocchio, piangevano, pregavano, si abbracciavano, cantavano e danzavano. Per quella sera fu preparato un grande banchetto, per i sopravvissuti, per i feriti e per i gloriosi morti. [...]

[...] Fuori dalla porta sud qualcuno scrisse col sangue in lettere arabe: "Porta del sangue: mai più torneranno a casa gli invasori!""
ImpCJCaesar
00martedì 26 giugno 2012 23:32
Scusate il lungo silenzio stampa, ma in questo momento mi trovo a fronteggiare una feroce invasione da parte degli esami universitari [SM=x1140419]
Altro che invasione mongola! [SM=g27970]
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