malanima, 20/05/2011 06.55:La grandissima gloria della "Canzone Napoletana" si spense, quasi totalmente, alla fine degli anni "70, dopo aver visto, secondo la tracciabilità storica, la luce, almeno nel 1200, con canti, come l'arcinoto "delle lavandaie del Vomero", dalle antichissime tarantelle del Sud, passando per le centinaia di "villanelle", fenomeno musicale precipuo di Napoli, del "400/"500/"600, che videro impegnati anche poeti per i testi e musicisti del valore del mio grande conterraneo avelinese, Carlo Gesualdo, noto madrigalista e pioniere della polifonia vocale, come, ancora, di Claudio Monteverdi. "Fenesta ca' lucive" è del "500, basata su un testo che prende spunto da una tragica storia siciliana, "Michelemmà è del "600, una tarantella, Il "700 fu il secolo di "Cicerenella" e di un'altra famosa tarantella, "Lo Guarracino", l'Ottocento fu l'apoteosi della melodia e della poesia di Napoli che si legherà alla "Festa di Piedigrotta", passerà per la poesia di Di Giacomo e perfino di D'Annunzio, il testo di "'A Vucchella " è suo, e fino alla prima metà del "900 c'è ancora messe di perle autentiche, con la metabolizazione dei nuovi ritmi provenienti dal Sud America e dello Swing statunitense. Col "Festival di Napoli", tenuto dal 1952 al 1970, l'ultima stagione di questo immenso patrimonio culturale che rimane la "Canzone Napoletana". Il decennio 1970-80, inizia con le fusioni "Progressive" di Osanna, Cervello e Napoli Centrale, il ritorno alla tradizione della "Nuova Compagnia di Canto Popolare" il tentativo di rinnovo e superamento della tradizione, coi "Musicanova" di Eugenio Bennato e termina con le bellissime canzoni del primo Pino Daniele. Tra i miei cantanti più amati sono Caruso, Schipa, Gigli, Di Stefano, Franco Corelli, Gabriele Vanorio, Franco Ricci, Sergio Bruni (gigantesco), Aurelio Fierro (irresistibile), Avellinese di Montella, Mario Abbate, Giacomo Rondinella, Modugno, Claudio Villa, Carosone, Bruno Venturini e Maria Paris, per citarne alcuni, non dimenticando le performance in napoletano di Milva, Vanoni, Miranda Martino, e Mina. Gli ultimi 30 anni di produzioni in dialetto napoletano, non più in Lingua Napoletana, che definire canzoni o musica sarebbe assai arduo, anche offensivo, con quei testi vergognosi sono uno specchio del degrado raggiunto da un intero popolo, ostaggio della camorra e delle deiezioni sottoculturate del primo Nino D'Angelo e Zappulla, passando per migliaia di tristi, ma pure irritanti figuri, per finire al, da te tristemente citato, D'Alessio, più di altri meritevole di gogna e etterno oblio, non fosse che per l'aria boriosa che lo caratterizza Un omaggio, "Core 'Ngrato", cantata con pochissima voce ma con il suo cuore irpino, da un'altro avellinese, di Andretta per la precisione, Vinicio Capossela:
malanima, 20/05/2011 06.58: CANZONE APPASSIONATA (Traduzione in Italiano) Ho piantato un piccolo albero, curandolo con pena e con fatica. Una ventata subito me l'ha spezzato e tutte le foglie cambiano colore... I frutti sono già caduti e tutti quanti, erano dolci, ora si son fatti amari. Ma il cuore dice: "Tu giovane amante, le cose amare considerale più care..." E amara come sei, ti voglio bene! Ti voglio bene e tu mi fai morire! Era come un canarino innamorato, questo cuore che cantava mattina e sera... "Svegliati" - io dico - e non vuol stare sveglio... e adesso, non canta nemmeno in primavera!... Colei che voglio bene non mi fa felice, forse sta in cielo destinato e scritto, ma io penso che un antico detto dice: "Al cuore non si comanda". Ed io me ne sto zitto! E me ne sto zitto, sì... ti voglio bene... Piango per amore, e cade il mio pianto in questo vaso: il pianto lo sta innaffiando... Sboccia una bella rosa ed io, per un desiderio, a chi mi ha fatto piangere la mando. Le dico: "Rosa mia tu mi perdoni se ti calpesterà senza coscienza..." C'è un detto che mi dà ragione: "Fai il bene e dimentica ma se fai il male pensa..." Pensaci bene, sì... ti voglio bene...
malanima, 20/05/2011 07.00: La Nova Gelosia è un adattamento di un canto popolare campano, forse irpino del XVIII secolo, composto da un anonimo e ritrovato pochi decenni fa nel monastero di S. Francesco a Montella (Av). La gelosia sarebbe il serramento della finestra, la persiana nuova che impedisce all'amato di guardare la sua bella. Il primo interprete discografico di questa canzone fu Roberto Murolo, nei primi anni "60 ma Fabrizio De Andrè l'ha interpretata alla grande, esiste anche l'interpretazione di Branduardi che ha il merito di cantare l'intero testo originale. Finestra con questa persiana nuova tutta lucente coi chiodini d'oro tu mi nascondi la mia bella ragazzina lasciamela vedere che se no muoio. In basso: La porzione di testo mancante con traduzione in italiano Vaco a la chiesa e nun pozzo trasire piglio acqua santa e me ne esco fore. Vaco a lu lietto e nun pozzo dormire m’hai fatto la fattura e vuo’ ch’io moro Vado in chiesa e non riesco a entrare prendo acqua santa e esco fuori. Vado a letto e non riesco a dormire mi hai fatto la fattura e vuoi che muoia.
malanima, 20/05/2011 07.05: La grandezza di questo pezzo non è facile da cogliere, per cui non è molto noto, ma testo e musica hanno delle vere finezze per buongustai. Graziella:
malanima, 20/05/2011 07.36: Leggete tra le righe di questa storia, è bellissima! "Omnia munda mundis": Ovvero, la storia di un uomo, che pur tradito nel profondo, rimane persuaso del fatto che il suo vero amore, cresciuto sul suo cuore, Rundinella, mai potrebbe tradirlo o abbandonarlo per sempre, così, concentrato sulla sua convinzione, fa appello-preghiera di un veloce ritorno dell'amata, ovunque sia andata e, sapendo che in nessun luogo potrà trovare vero amore e protezione, come la casa che ha lasciato, inoltre, con la rassicurazione anticipata che troverà sempre la porta, di casa, come quella del suo cuore aperta. L'uomo, un puro, nemmeno vede l'evidente e cruda realtà del fatto: È stato tradito da Rundinella ma anche, in aggiunta, dal migliore amico suo, che gli ha rubato la donna, scappando con lei. ...la preghiera d'amore senegalese è cantata da Youssou'n'dour. il verso chiave: - Torna, ll'amice mie sanno ca tuorne, tutte se so''nfurmate e a tutte dico: "'Int'a 'sti juorne.." uno sultante, era 'o cchiù bbuon'amico, nun l'aggio visto e nun è cchiù venuto, fosse partuto? questa porzioncella, dal vostro nevio: - Torna, mia rondinella, che tutti gli amici son persuasi del tuo ritorno prossimo, loro che si sono preoccupati e informati (sull'accaduto) e a tutti ho risposto la stessa cosa: "Sarà per i prossimi giorni...in questi giorni..." strano che uno solamente, peraltro, anche il mio amico del cuore, non s'è più visto e nemmeno è più venuto a trovarmi e consolarmi, come certo mi sarei aspettato, che sia partito e non so nulla?