LILA - Testo audizione alla Camera su situazione carceri di oggi

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lunapiena74
00venerdì 24 settembre 2010 16:26
Il diritto alla salute è un Diritto umano. E vale per tutti, anche per i detenuti
Relazione della Lega Italiana per Lotta contro l'Aids – LILA per Audizione alla Camera del 23 settembre 2010 sulla situazione degli istituti penitenziari , II Commissione (Giustizia).

Il sistema carcerario italiano è al collasso, il sovraffollamento è a livelli ormai insostenibili. Gliistituti penitenziari, che dovrebbero servire alla rieducazione e al reinserimento sociale, produconosolo disperazione e suicidi. A nulla è servita neppure la ben nota mozione della CommissioneEuropea, dove si sottolinea l'inosservanza dei principi umani fondamentali da parte dell’Italia. Tuttociò produce gravi ripercussioni sulla salute dei detenuti e degli operatori delle carceri, soprattutto intema di patologie gravi, tra le quali l’infezione da Hiv.

La tutela dei diritti umani, soprattutto delle popolazioni più vulnerabili, è stato il tema principaledell’ultima Conferenza mondiale sull'Aids, che si è svolta a Vienna a luglio. L’impegno dellenazioni a contrastare il propagarsi dell’epidemia di Hiv, come è stato più volte ribadito in numerosesessioni dedicate, passa anche per l'attuazione di precise politiche di prevenzione e di riduzione deldanno nelle carceri. La fornitura di strumenti quali i preservativi e le siringhe sterili è fondamentale,come sancito in numerosi documenti ufficiali della Commissione europea, dell'Organizzazionemondiale della Sanità e dell'Onu (Unaids e Unodc). Tanto più, aggiungiamo noi, nella situazioneitaliana, dove il sovraffollamento è dovuto anche se non soprattutto all'incarcerazione sistematica dipersone tossicodipendenti, che avrebbero bisogno più di essere curate che internate.

La Lila aveva espresso la propria preoccupazione su questo problema ancor prima della Conferenzamondiale, inviando a gennaio una lettera al ministro della Salute Ferruccio Fazio, per chiedere cheanche in Italia siano messe in atto tali strategie negli istituti penitenziari. Strategie che riguardano ildiritto alla salute di tutti i detenuti, che già hanno dato ottimi e documentati risultati dove sono stateavviate e implementate, a cominciare da Spagna e Svizzera (sono circa 60 i Paesi nel mondo chehanno tali programmi, compreso l'Iran), e perciò sostenute dagli organismi internazionali, ma chedifficilmente trovano cittadinanza nel dibattito politico italiano sul carcere.

Insomma il clima è sempre più esasperante, con celle che contengono il doppio e il triplo deidetenuti previsti, con una situazione igienico sanitaria estrema, mentre mancano le cose essenziali,dalla carta igienica all’acqua calda. Le persone sieropositive sono quelle che pagano maggiormentequesta situazione, per loro, oltre alla carenza di cure, dovuta anche alla mancanza di personalepenitenziario che le accompagni in ospedale, esiste il rischio di contrarre alcune malattie che per lepersone con Hiv diventano letali, ricordiamo solo poco tempo fa la morte di una detenuta nellasezione femminile del carcere di Rebibbia per una banale varicella. E non pochi, nella drammaticalista dei decessi che si registrano ogni anno nelle carceri italiane, erano detenuti sieropositivi(almeno sei in sei mesi, in aprile ci furono due decessi di persone con Hiv nel giro di quattrogiorni!).

Quante siano le persone sieropositive detenute non lo sappiamo. Studi recenti, l'ultimo a curadell'Istituto superiore di Sanità, parlano di una prevalenza del 7,5 per cento, è un dato molto alto,ma ciò non pare smuovere alcuna coscienza politica. Negli anni Novanta oltre la metà dei detenutisi sottoponeva al test Hiv, oggi questa percentuale è drammaticamente crollata fino a meno di unterzo. La Lila non accetta ipotesi sciagurate quale l'obbligatorietà del test, che può essere avanzatasolo da chi ignori i principi costituzionali e i pericoli (per la salute pubblica) diun tale approccio,che tutti gli organismi internazionali sconsigliano, ma non può non sottolineare anche questacarenza in ambito di prevenzione.

A chi voglia ribattere che negli anni Novanta la percentuale di persone con Hiv in carcere era del 10per cento (dato del Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria), rispondiamo che allora nonc'era l'affollamento di oggi: il calo ci sarebbe in termini relativi, ma non assoluti, visto che il 10 percento di 20mila non è il 7,5 per cento di 70mila, ovvero l'ammontare della popolazione carceraria dioggi.

Intanto ci sono persone detenute che stanno molto male, che non solo vivono con l'Hiv ma hannogià sviluppato l'Aids, e che spesso hanno altre gravi patologie correlate quali tumori ed epatiti. Lalegge aveva previsto l'incompatibilità tra Aids e detenzione, ma ormai più di quindici anni fa è stataresa inutile (strumentalizzando i reati della cosiddetta “banda dell'Aids”) e mai più presa inconsiderazione. E tutt'ora un detenuto in Aids deve attendere la firma di un magistrato e non di unmedico affinché possa evitare di morire in una cella malsana e affollata. Ma anche per chi hal'infezione da HIV la situazione è difficile. Molti penitenziari, nonostante il DPCM 1 aprile 2008 siastato pubblicato due anni fa, non sono in grado di garantire cure e assistenza adeguati a una personacon HIV come previsto. Cambi e sospensioni di terapie antiretrovirali sono all'ordine del giorno,nonostante sia risaputo che questo ha un impatto molto negativo sull'efficacia della cura esoprattutto sula salute della persona trattata, e in molte carceri non vi sono medici infettivologiperché fortissimi sono i ritardi e le resistenze al trasferimento del Sistema sanitario penitenziario alSistema sanitario nazionale, e non vengono stipulate le convenzioni con i reparti di Malattieinfettive.

La prevenzione in carcere di Hiv e altre patologie trasmissibili (tubercolosi, epatiti) tramite condome aghi sterili non è fantascienza, e l'evidenza della sua efficacia è ampiamente documentata. Cosìcome è nota l'importanza di controlli specialistici e la disponibilità di terapie antiretrovirali. Anchel'Italia, dove la maggioranza delle persone detenute è tossicodipendente, deve prendere atto di taleevidenza, procedendo almeno con una valutazione della reale dimensione del problema sanitario incarcere, in riferimento all'Hiv/Aids e non solo. Anche in Italia le persone detenute devono avereaccesso alla medesima assistenza sanitaria cui hanno diritto tutti gli altri cittadini.

www.confinionline.it/ShowRassegna.aspx?Prog=20374

Shardana@
00sabato 25 settembre 2010 13:32
Liberare i detenuti dalle carceri…..i tuoi propositi Lunapiena sono nobilissimi e li condivido pienamente, sopratutto perché questo argomento per una serie di motivi mi sta particolarmente a cuore, ma credo che non lo siano altrettanto per i nostri politici e in particolare per quelli della Lega.
Le motivazioni che spingono i nostri politici verso l’amnistia o il processo breve (che in pratica è un’altra amnistia veloce) più che ideologiche sono pratiche:
vogliono evitare al premier le varie condanne: in primis quella per la corruzione di Mills,
nella quale il processo è fissato per il 27 gennaio in quanto è ancora in primo grado per via della sospensione dovuta al Lodo Alfano, e quelli importanti della Procura di Palermo e del Gip di Firenze che ha riesumato da poco le carte delle stragi del 96, visto che oltretutto già nella richiesta di archiviazione ai suoi tempi cioè nel 1998, i magistrati Flerie, Che lazzi, Nicolosi e Piero Grasso della Procura antimafia descrivevano molto bene i rapporti tra stato e mafia e in particolare del ruolo di mandanti occulti del nostro presidente del consiglio e il suo senatore.
Per salvare il culo di Berlusconi dai tribunali, si sta massacrando l’intero sistema giudiziario del paese e soprattutto si sta offendendo il diritto alla giustizia non solo di quei poveracci malati di Aids che tengono nelle carceri come parafulmini, ma anche di tutti gli italiani.
Con la caramella dell’ amnistia o dei processi brevi si polverizzeranno migliaia di processi che riguardano la Pubblica amministrazione, i crac finanziari, le morti sul lavoro, si manderà al macero l’attività della Corte dei Conti con un danno erariale ingente perché la norma verrà estesa anche ai reati contabili, ci sarà un’impunità generalizzata che contribuirà a far crescere un sentimento di sfiducia verso lo Stato.
Con la scusante politica di voler garantire una giustizia in tempi rapidi (la norma prevede il giudizio entro 6 anni) ci sarà una sorta di clemenza di Stato verso i reati come falso in bilancio, truffa, mafia riciclaggio, corruzione, con i politici che la faranno franca ancora una volta grazie al decadere di accuse di cui si macchiano continuamente.
I detenuti mia cara Lunapiena sono solo il capro espiatorio di un disegno politico per garantire ai suoi boiardi e gregari la continuità, come disse l’illustre filosofo Tacito più uno stato è corrotto e più emana leggi, oltre a quelle menzionate in calce anche quelle fatte a fatte ad personam (tipo: la legge sulle rogatorie internazionali, la legge Cirami sul legittimo sospetto, il condono fiscale, la legge sulla tassa sulle successioni e sulle donazioni, la legge Gasparri e il decreto salva Rete 4, ecc ecc). Lo sa anche il più minchione che il popolo rappresenta solo un nome, uno scudo, una copertura dei partiti, più specificatamente degli elite di furbastri che hanno realizzato un sistema per gestire a loro piacimento la società ed impongono quel sistema a tutti con la forza e con il manganello come facevano i peggiori squadristi che gli italiani oggi hanno dimenticato.
Il problema di questo regime assolutista non è solo di questo governo, ma di tutto lo stato “Itagliano”, che si proclama liberale, ma che in realtà è una delle peggiori dittature che la storia dell’uomo abbia mai registrato, cioè una dittatura mafiosa ( i cosiddetti mandanti a volto coperto) travestita da democrazia che ci prende tutti per il culo consensualmente, accusando dei propri crimini una volta i comunisti, gli islamici o un altra gli anarchici, che di sicuro non sono estranei alla violenza ma la usano in un altro modo, non sparano mai nel mucchio come “loro”, non lo fanno mai nascondendo la mano, ma sparano al bersaglio simbolico del potere, e si assumono sempre la responsabilità del loro gesto,. ne consegue che tutte le stragi avvenute in Italia negli ultimi decenni, siano opera di individui che ne hanno usurpato solo il nome ma che non apparteneva certamente a loro. Ai detenuti Lunapiena basterebbe vedere rispettato l’ Art.3 della Costituzione dove si afferma che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali", anzichè subire lo smacco della legge Lodo Alfano, oppure vedendo emanata in Parlamento l’ abrogazione della legge elettorale n. 270 del 21 dicembre 2005, perché solo se ci opponiamo alla mediocrità e alla violenza di chi ci sta rappresentando, all’opposizione, al governo e fuori dal parlamento, abbiamo almeno la speranza di cambiare, consapevole del fatto che i coraggiosi muoiono solo una volta mentre i vigliacchi muoiono tutta la vita.
So che a scrivere queste cose si possono avere dei dispiaceri, ma io di dispiaceri in vita mia ne ho avuti tanti, perciò averne uno in più o uno in meno non mi fa nessuno effetto, se non altro avrò la presunzione di aver parlato anche a nome di quelle persone detenute nelle carceri che in questo momento sono impossibilitate ad esprimere il loro parere.
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