LETTERA AI GALATI

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claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:37
CROCIFISSI IN CRISTO GESU'




La lettera ai Galati, secondo me è la più "bella" di tutte quelle scritte da Paolo.

Per me, in nessuna delle altre lettere traspare la grandezza di quello che Gesù ha fatto per noi.

Egli, non solo ha reso possibile la nostra riconciliazione col Pader, ma ci ha LIBERATI!

Meditando e approfondendo l'epistola in questione, si può tranquillamente affermare che "IL PURO EVANGELO E' LEGGE DI LIBERTA'. DIO HA MESSO NEL CUORE LE SUE LEGGI E GLI ATTI ESTERIORI E FORZATI NON SERVONO A NULLA".



L'epistola, fin dai primi versi mette sull'avviso che NON C'E' UN VANGELO DIVERSO DA QUELLO PREDICATO DA PAOLO, E CHE NOI POSSIAMO LEGGERE DATO CHE DIO SI E' COMPIACIUTO DI FARLO METTERE PER ISCRITTO.

Anzi, Paolo ammonisce che "se anche noi o un angelo dal Cielo vi annunzia un altro vangelo sia anatema! ".

Pesiamo bene le parole : A-NA-TE-MA! Cioè, MALEDETTO!

Attenzione quindi a fidarsi di coloro che predicano cose diverse da quelle che sono scritte, ricordando che "OGNI Scrittura è ispirata da Dio" e che nella Bibbia, (al contrario di quello che molti dicono , togliendo l'Onnipotenza a Dio per "aggiustarsi" le cose, cercando di conformarle alla dottrina della loro chiesa) non c'è spazio per "l'errore" dell'uomo.

Cioè, molti dicono che Dio "NON PUO'" fare in modo che l'uomo, seppur ispirato , non abbia scritto nella Bibbia delle cose che Dio intendeva dire in altro modo.

ASSURDO!!! se si dice che Dio è ONNIPOTENTE.


L'argomento vero dell'epistola ai Galati è affrontato a partire dal capitolo 2.

Non appena tocchiamo il corpo della lettera, troviamo in abbondanza l'espressione "in Cristo" , o l'equivalente "con Cristo". Leggiamo Galati 2:15-20.



"Noi Giudei di nascita, non stranieri peccatori, sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato. Ma se nel cercare di essere giustificati in Cristo, siamo anche noi trovati peccatori, vuol dire che Cristo è un servitore del peccato? No di certo! Infatti se riedifico quello che ho demolito, mi dimostro trasgressore. Quanto a me, per mezzo della legge, sono morto alla legge affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me".


In questi versi della Scrittura, non si parla soltanto e nuovamente, della relazione del credente con Cristo, ma l'argomento (che sarà il pensiero dominante della lettera), in nessun altro libro della Bibbia è trattato con uguale completezza e profondità.

Quà si trovano espressioni come "mediante la fede di Cristo" e "sono stato crocifisso con Cristo" , ma una frase che colpisce più di ogni altra è : ".....NON SONO PIU' IO CHE VIVO, MA CRISTO VIVE IN ME".

Questa è la chiave dell'interpretazione della lettera ai Galati: essere crocifissi con Cristo Gesù, ma viventi a Dio.

Cosa che andremo ad analizzare in quanto di MASSIMA importanza.
claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:38


Abbiamo visto la potente frase di Paolo:

"SONO STATO CROCIFISSO CON CRISTO , NON SONO PIU' IO CHE VIVO, MA CRISTO VIVE IN ME".

Quando Cristo era sulla croce, in realtà c'eravamo anche noi, coloro che si appropriano per fede del Sacrificio espiatorio di Gesù.

Le sofferenze le ha subite Lui, ma il posto sulla croce avrebbe dovuto essere il mio e il tuo.
Gesù è andato sulla croce al NOSTRO posto, Lui era là sanguinante per ME e per TE. Quella sarebbe stata la giusta punizione di Dio per la nostra natura peccatrice, ma TUTTO il nostro peccato è stato PAGATO dall'Agnello sacrificale di Dio, Gesù Cristo.

Paolo ebbe la rivelazione della propria crocifissione ma, al posto di sè stesso, vide che la REALTA' della crocifissione era caduta su Gesù. E' un po come se noi avessimo un grande debito e gli ufficiali stiano per arrestarci, quando all'improvviso arriva un magnate e salda per noi la somma ottenendo per NOI, la ricevuta con scritto : PAGATO!
Questo è quello che Gesù Cristo ha fatto per noi.

Quando il Padre guarda un credente e trova la sua vita non perfetta in rapporto alla Giustizia divina, Gesù Cristo mostra i fori delle proprie mani ricevuti sulla croce e dice : "IO ho pagato per quel Tuo figlio" . Immediatamente noi siamo GIUSTI agli occhi di Dio, perchè il debito è stato interamente saldato. Quanto dovremmo essere grati a Gesù.

In qualità di credenti noi siamo morti alla Legge che ci condannava; siamo IN Cristo e di conseguenza, "viventi a Dio e morti al mondo" ( cfr 6:14) , alla vita egocentrica ed al potere della carne (cfr. 5:24).


"Ma quanto a me, non sia mai che io mi glori d'altro se non della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo per me, è stato crocifisso ed io sono stato crocifisso per il mondo" (Galati 6:14)

"E quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze" (5:14).

Ci sono 4 aspetti della crocifissione , e possiamo parlare di una quadruplice crocifissione del credente:


1 Egli muore alla legge, intesa sia come giustificante che come accusatrice.

2 Egli muore alla seduzione ed alla signoria del mondo e di tutte le sue attrazioni

3 Egli muore alla carne ed alle sue passioni e concupiscenze

4 Egli muore a sè stesso affinchè Cristo possa vivere in lui.

I Galati erano tentati di fare sforzi umani per MERITARSI di essere trovati giusti davanti a Dio, per cui l'apostolo Paolo fu costretto a tuonare le parole di Galati 3 : 20-21.

"Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me. Io non annullo la grazia di Dio; perché se la giustizia si ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente" .


Per l'uomo è molto difficile accettare pienamente la GRAZIA di Dio e, in genere, qualcosa vuole fare egli stesso . I credenti della chiesa della Galazia CERCAVANO di FARE , oltre a dire di credere, le opere della Legge e Paolo fu costretto a chiamarli : "INSENSATI" (3 : 1-4).

Al verso 10 del capitolo 3 della lettera in questione , andò più a fondo dicendo queste parole che dovrebbero far riflettere tutti coloro che ai nostri giorni chiedono e impongono la "Decima" o qualunque altra opera della Legge, (che ha ben 613 precetti e non solo 10 come molti credono).

Ascoltiamo paolo:

"Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a TUTTE le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede. Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse». Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito Santo promesso"

Come si vede da queste parole, finchè l'uomo non cede alla COMPLETA GRAZIA, cessando di fare sforzi umani per ottenere un qualche merito, non può ricevere nemmeno lo Spirito Santo.


...continua...
claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:39
Sembrerebbe, leggendo questi versi, che Paolo dicesse che le "opere" non sono importanti, ma così non è.

Quello che intende l'apostolo ( e che è la vera dottrina cristiana) è che le opere sono importanti e sono naturale risultato di chi è In Cristo, ma sono fatte , dal Cristiano che "non cammina più secondo la carne" quasi senza accorgersene e mai, sono fatte pensando ad una sorta di merito davanti a Dio.

Molti pastori , prima di battezzare un cristiano, fanno accettare di dare la decima alla chiesa.

Nel Nuovo Patto si è chiamati a dare a seconda di quello che si prospera e la decima non è più un obbligo. L'ideale del Cristiano maturo, non è dare la decima parte del ricavato e tenere per se la novantesima parte, ma considerarsi , non, proprietario dei soldi guadagnati, ma semplicemente "amministratore" e, per questo , essere pronto a dare nel Suo Nome, tutto quello che Lui, volta volta, vuole che diamo, sapendo che "e' LUI che prepara per noi le opere e ce le mette davanti affinchè le pratichiamo" e che " chi dona al povero , non sarà MAI nel bisogno" , e ricordando ed avendo piena fiducia nelle parole di Gesù : "date e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, scossa , traboccante" . Naturalmente, molti si sentono "a posto" a causa del fatto che "danno la decima", ma Dio guarda il cuore , ossia, l'intento del credente.





Tornando alla lettera ai Galati, il significato pieno dell'insegnamento in 4 punti che abbiamo visto più sopra (post precedente), può esser capito solamente analizzando attentamente il linguaggio preciso, le variazioni di voce, di modo e di tempo del verbo e la grande varietà di preposizioni. Iniziando da queste ultime, leggiamo i versi 19 e 20 del capitolo 2:

"poichè per mezzo della Legge io sono morto alla Legge per vivere a Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non sono più io che vivo , ma è Cristo che vive in me; e la vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figliolo di Dio il quale m'ha amato , e ha dato sè stesso per me".

Come vedimao abbiamo 7 preposizioni : "per mezzo - alla - a - con - in - nella - per ".

Notiamo anche la variazione dei verbi usati in questi versi e in quelli considerati in precedenza : "sono morto" o "morii" , "sono stato crocifisso" , "il mondo è stato crocifisso" , "hanno crocifisso la carne" .

non si può fare a meno di notare l'uso della forma attiva, anzichè di quella passiva, dell'ultimo verbo, e non senza motivo. Infatti, la nostra crocifissione con Cristo appartiene all'opera passata , completa e perfetta della croce (quindi, passiva, perchè è stata già compiuta da Gesù per noi) , ma in parte essa è attuale, pratica, annientatrice di un nemico potente (quindi, attiva, perchè ne prendiamo parte individualmente, in un opera di costante e consapevole separazione dal mondo e dalle sue concupiscenze).

Per ciò che riguarda la Legge, noi non dobbiamo fare nulla come credenti, se non accettare l'adempimento dell'opera di Gesù Cristo compiuta attraverso la Sua morte e l'ottenimento, da parte Sua, della nostra giustificazione, mediante la Sua ubbidienza al Padre.

L'intera transazione appartiene al passato, proprio come la remissione di un debito o il pagamento di un riscatto. Io, mediante la stessa Legge che ha portato Gesù Cristo sulla croce per assolvere e dare sicurezza al credente, sono morto in Gesù (ricordiamo che eravamo CON Lui sulla croce, per FEDE) alla Legge accusatrice.

Allo stesso modo , con la Sua morte, il mondo è stato per sempre reso mio nemico , perchè prima lo è stato di Cristo.

Essere IN Cristo significa che il mondo con le sue passioni, non è più la sfera della mia vera vita, amore e soddisfazione. Anche questa è un azione passata, ma può divenire una realtà pratica man mano che mi identifico sempre più a Colui che ha operato questa transazione per me.

Per quanto riguarda la carne, con le sue concupiscenze, non si tratta forse di un morire quotidiano al quale acconsento come ad un fatto presente, che implica un mio impegno sempre attuale?



La fede per mezzo della quale sono stato reso uno con cristo, che ha portato sulla croce il peccato al posto mio, non implica alcuna partecipazione alla Sua agonia vicaria. Egli ha sofferto per me, Lui Giusto per gli ingiusti, per condurmi a Dio. Io non ho sofferto con Lui sulla croce, nè ho condiviso in alcun modo questa morte vicaria, salvo che Egli è stato il mio sostituto affinchè potessi scampare al giudizio.

Egli portò i miei peccati affinchè io potessi deporli e , dal momento della mia piena accettazione di Cristo come Salvatore, Sostituto e Sicurezza, il mio debito è stato pagato e il mio giudizio cancellato.

Non è così però, per la crocifissione della carne. Si tratta di qualcosa alla quale io ACCONSENTO come ad un esperienza presente e quotidiana. Essa non riguarda la giustificazione -- che Gesù ha acquistato per me e che io ho, in seguito, accettato senza partecipare al processo-- ma la santificazione, che viene operata in me dallo Spirito Santo che dimora nel mio cuore (dopo aver ricevuto il Battesimo, da Gesù, con lo Spirito Santo), alla quale io devo collaborare, completando la mia salvezza con timore e tremore, sapendo che è Dio che compie in me il volere e l'agire (anche quì non c'è nostro merito, inquanto le forze per combattere le concupiscenze, le fornisce Lui). Questa è la mortificazione delle membra che sono sulla terra a cui si riferiscono Romani 8:13 e Colossesi 3:5.

"....perchè se vivete secondo la carne, voi morrete; ma se mediante lo Spirito mortificate gli atti del corpo, voi vivrete" (Romani 8:13)

"Fate dunque morire le vostre membra che son sulla terra" (Colossesi 3:5)


Non ci illudiamo, seguire Cristo, costa.

..continua..
claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:39
"Mortificare" non significa considerare morto, ma "rendere" morto.
E' una morte quotidiana, pratica e a volte dolorosa che mediante la "forza" dataci dallo Spirito Santo, infliggiamo in un certo senso a noi stessi , non in senso "meritorio" ma per libera scelta, per poterci identificare con Cristo.

La lettera ai Galati incontra il credente laddove lo avevano lasciato la lettera ai Romani e le epistole ai Corinzi. Quella ai Galati, è l'epistola della "novità di vita".

In Romani abbiamo visto il credente espiare in Cristo (cioè, Lui ha espiato per noi che accettiamo l'espiazione sostitutiva, per fede), il castigo della Legge, soddisfare ciò che la Legge richiedeva, morire, essere sepolto e poi resuscitare mediante la potenza dello Spirito Santo, pronto a vivere per Dio.

In Corinzi lo abbiamo visto ricevere il soffio e la dimora dello Spirito Santo , trovare in Lui il proprio elemento, la fonte e il "segreto" di una vita continua e di un unione permanente, personale e indissolubile con Cristo.

Ora, in Galati, viene aperto davanti ai nostri occhi un cammino di vita completo che corrisponde al sentiero che Gesù Cristo risorto seguì tra il sepolcro e l'Ascensione. Questo cammino in "novità di vita" durò quaranta giorni che rappresentano l'intera vita del credente dopo che egli è "risorto" a nuova vita con Cristo ed ha ricevuto lo Spirito Santo, la cui dimora rende possibile un tale percorso con il Signore.

Per questa ragione in questa lettera come in nessun altra , si trovano i tre nemici della vita cristiana schierati davanti a noi, contro la croce di Cristo.


Il nemico numero uno è il "mondo" con tutte le sue attrazioni .
Molti cristiani carnali sono sotto dominio delle cose mondane e non riescono a farne a meno e, se vengono loro a mancare , essi si diperano e questo perchè "non hanno lo sguardo alle cose di sopra". Essi vengono a "patti" con le "autorità" del mondo per un proprio tornaconto personale ed anche se dicono di no, sarebbero disposti a rinnegare Cristo essendo messi davanti a una scelta.

Come possiamo combattere il mondo?

"....Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede" (1 Giov. 5:4)

Gesù stesso ha vinto il mondo e ci invita a stare di buon animo.

"Vi ho detto queste cose affinchè abbiate pace in Me. Nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo" (Giov .16:33)

Se un Cristiano non ha "tribolazione" dal "mondo" ed anzi, è amato da esso , significa che si crede Cristiano, ma non lo è, o, almeno, non lo è ancora.

I Veri Cristiani, come il loro Maestro e Signore, saranno perseguitati dagli appartenenti al "mondo", questo lo ha detto Cristo e non si può "cancellare".

Gesù disse : "Se foste del mondo il mondo stesso vi amarebbe".
I cristiani che ricevono onori e gloria dal mondo , dalla politica, dai governi, non hanno "il marchio di Cristo" , benchè di Cristo parlino ed abbiano "l'aspetto" della pietà.

Non dimentichiamo che satana tentando Gesù, nel deserto, Gli mostrò tutti (TUTTI) i "regni del mondo" dicendo che gli appartenevano e che erano sotto la sua "guida". GESU' NON SMENTI'.
Chi ha orecchie per udire oda!


Il secondo nemico che minaccia la nostra vita spirituale è la "carne", con le sue passioni e concupiscenze che guarreggiano contro l'anima e le sue aspirazioni sante rese desiderate dallo Spirito Santo.

Quì siamo nuovamente "crocifissi con Cristo".

Prendiamo il nostro posto sulla croce e acconsentiamo ad essere inchiodati su di essa volontariamente. Lasciamoci mettera alla prova mediante la quale il nostro vecchio uomo , muore.

Le mani sono forate affinchè la nostra opera non possa più essere effettuata attraverso l'energia della carne .

I piedi sono trafitti affinchè non camminiamo più secondo la carne.

La fronte è straziata dalle spine perchè la nostra testa non sia più innalzata con diademi umani e caduche corone d'alloro.

Il costato è trafitto affinchè il cuore possa abbandonare la propria animosità ed i propri affetti carnali per occuparsi , IN PRIMO LUOGO, di Dio.

Questo è un processo doloroso, non neghiamolo. E' la volontaria e quotidiana crocifissione delle passioni e delle concupiscenze della carne. Soltanto in questo modo si sconfigge il secondo nemico, mediante la croce che noi prendiamo quotidianamente per seguire Cristo.


Resta un altro nemico che è il più subdolo. "la vita egocentrica".

In un solo avversario c'è un intero esercito di nemici: la fiducia in sè stessi che impedisce di confidare esclusivamente in Gesù; l'affidamento sulle proprie risorse, che ci allontana dall'unico vero Aiuto.
L'amore per sè stessi che rende il nostro vantaggio personale, un oggetto di culto;
Il proprio orgoglio, che ci assorbe nella nostra presunta superiorità; la nostra gloria, la nostra sapienza, che mette in disparte quella di Dio.

Come agire con la vita egocentrica? Dobbiamo imparare che l'UNICA speranza, ancora una volta è quella di essere "crocifissi con Cristo". Sulla croce la Sua vita, fu data per altri. Egli diede Sè stesso per noi e ci dice : "chi vuol venire dietro a Me, rinunci a sè stesso", non alle varie forme di indulgenza verso il proprio io, ma a sè stesso. Molto di quello che definiamo rinnegamento di noi stessi, in realtà non lo è per nulla. Recidiamo alcuni rami dei nostri egoismi ottenendo come unico effetto, quello di far deviare la linga in altri rami, ma "la scure deve essere posta alla radice": questo significa rinunciare a sè stessi : IL GRANDE , ARROGANTE E GIGANTESCO "IO" DEVE ESSERE ABBASSATO NEL PROSTRATO E UMILE "ME"

Non resta che ulteriore nemico "il diavolo". Della sua sconfitta si parla nella lettera agli Efesini, per la ragione ovvio che questa vittoria è connessa non solo con la morte di cristo, ma anche con la Sua ascensione in Cielo . Nella lettera ai galati, Paolo ha preferito parlare dei nemici della vita santa, la cui sconfitta è associata in modo particolare alla croce.

Io sono crocifisso con cristo e quindi sono morto alla Legge; sono crocifisso al mondo, ho crocifisso la carne e il mio io è inchiodato alla croce affinchè io sia non più "attivo", ma "passivo" ; il "me" nel quale Gesù dimora ed opera.

"NON SONO PIU IO CHE VIVO , MA CRISTO VIVE IN ME".
claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:40


Prima di parlare della "LIBERTA'" che abbiamo in Cristo, voglio raccontare un episodio di anni fà.

Noi, in Cristo, siamo liberi dal LEGALISMO RELIGIOSO. In Cristo, non ci sono più "giorni, ore, riti, preghiere", da fare perchè la VIA è sempre aperta per andare al Padre, in semplicità, come noi vogliamo.

"E Gesù disse ai giudei che Gli avevano creduto: se voi perseverate nella Mia parola sarete davvero Miei discepoli, e conoscerete la Verità e la Verità vi renderà LIBERI" (Giovanni 8:31)

Lo Spirito Santo ci illumini e ci guidi nell'affrontare un tema tanto necessario ed altresì tanto difficile.
Non meraviglia che quelli a cui Gesù rivolse la promessa "la verità vi rendera liberi", si risentirono. Molti, anche oggi, si risentono.
Immaginavano di essere già liberi. Gesù non li contraddisse ricordando loro che erano sotto un governo straniero, non solo per via di quel Suo metodo di andare al soggetto principale, evitando ciò che è secondario, ma perchè la mancanza di libertà politica non esclude la vera libertà, che è quella dello spirito e dell'anima. Avevano creduto, intendo dire cominciato a credere, ed erano perciò invitati a continuare a credere, a dimorare nella Parola, nelle parole di Gesù, per conoscere la verità e quindi essere liberi.

Mi domando se io che scrivo e voi che leggete siamo veramente LIBERI. Investighiamoci alla luce del Signore prima di rispondere, perchè noi, solo dopo prove e disinganni, cominciamo --- appena appena cominciamo-- a conoscere noi stessi.


Mi permetto un ricordo per dire quando è facile essere annebbiati e non vedere chiaro e non intendere.
Proseguendo tratteremo della libertà che Paolo cerca di far capire ai credenti Galati.

Il ricordo personale:

Risale ad anni fà quando ero nelle chiese.

In un certo luogo alcuni mi avvisarono che un tale, nostro fratello, era falso profeta. Non era accusa, ma avviso ed in ciò era daccordo l'attuale conduttore di quel gruppo.

Non avevo motivo di dubitare della buona fede degli informatori. Venne l'uomo, un contadino dal viso abbronzato, dai capelli bianchi. Era lui che aveva testimoniato di Gesù, anni prima, ai conduttori di quel gruppo.
L'uomo disse che era venuto per chiedere perdono, lui, a quelli a cui aveva testimoniato un tempo.

L'aspetto benevolo, il fare innocente mi colpirono, ma subito ricordai che il nemico si presenta in veste di pecora , con falsa mansuetudine. Pur essendo esercitato ad esaminare le cose sotto vari aspetti, restai perplesso. Venne l'incontro, e il ricordo mi fa piangere. Oh Signore, quante ingiustizie nel Tuo Nome.

Lo vedo ancora, dopo anni, quel circolo di persone "Si deve umiliare, deve chiedere perdono", dicevano.

Perchè, chiesi io, "è venuto ad annunciare qualche strana dottrina?"

"no, in quanto a questo no", fu la risposta del gruppo.

"Ha commesso qualche scandalo? Gira le case sparlando di altri? Ha contratto debiti con qualcuno di voi?"

"No, no" fu la risposta.

"Ma..ma..dunque, che?", chiesi.

" Durante una riunione di culto ha profetizzato per quarto, quando Paolo dice : < i profeti parlino in due o tre> e poi dice sempre :Gloria, Gloria, e parla in lingue e mentre il pastore predica, lui sta in ginocchio e prega , inoltre molte volte non viene al culto della Domenica ma se ne sta a casa sua a pregare e a parlare di Gesù ad altri vecchi come lui", dissero i legalisti.


Lui che ripeteva : "vi domando perdono"-
Che scena! Io piangevo. Erano loro che si dovevano umilare.

Meraviglia! l'uomo non mostrò alcuna gioia nella confusione altrui . Ciò che dissi a quel gruppo non è il caso di ripetere.

Uscito da quel luogo quel santo vecchio mi si avvicinò e mi chiese che gli dessi tutti i rimproveri che meritava. "Dimmi qualche cosa", insisteva, Ed io : "Oh, mio fratello, prega tu per me".

In seguito fui informato che possedeva un piccolo campo del cui ricavato faceva parte ai poveri, povero lui stesso , e che la Domeniva imbandiva tavola per alcuni vecchi soli, senza casa e senza cibo e che gli parlava di Gesù, dicendo loro che Egli li amava e che avrebbe preparato un posto anche per loro.

Quell'uomo non accusò mai nessuno. Era stato abbandonato da quelli a cui aveva testimoniato delle cose del Cielo e che ora lo deridevano sparlandogli alle spalle.

Viveva come in un altro mondo, intento solo a tremare per sè stesso e a glorificare il Signore.

"prega per me", gli dissi ancora , ed oggi mi pento di non avergli chesto, a lui, vecchio, di posarmi le mani sul capo e benedirmi --- lui, apostolo di semplicità e d'innocenza.
claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:41

Veniamo ora ad analizzare la parte della lettera in cui S. Paolo cerca, con tutte le sue forze di "raddrizzare" i credenti della Galazia che , "evangelizzati" da altri, stavano pian piano tornando sotto la Legge e vediamo se anche la maggior parte di noi, anche oggi, non siamo (pur non sapendolo e nemmeno credendolo), sotto una sorta di legge.


Galati 2:21
"Io non annullo la grazia di Dio; perché se la giustizia si ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente".

Paolo inizia dicendo che , per chi crede di essere anche in parte "giustificato" da quello che fà o non fà, ossia dalle "opere", per quel tale Cristo è morto INUTILMENTE. Cioè, quel tale NON è sotto la Grazia.


Galati 3:1-14

"O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso? Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede? Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne? Avete sofferto tante cose invano? Se pure è proprio invano. Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede?
Così anche Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia. Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli d'Abraamo. La Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato gli stranieri per fede, preannunziò ad Abraamo questa buona notizia: «In te saranno benedette tutte le nazioni». In tal modo, coloro che hanno la fede sono benedetti con il credente Abraamo. Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede. Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse». Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso
".

L'apostolo deve essere per forza di cose, più duro. Paolo era molto liberale nelle cose secondarie della dottrina, ma irremovibile quando si tratta della "Base" della salvezza. Così dice ai Galati che , addirittura chi si basa sulle opere della Legge è SOTTO MALEDIZIONE. Questa cosa dovrebbe far riflettere molti di noi, e più avanti analizzeremo il perchè.

Ascoltiamo ancora Paolo:

Galati 4:1-7

"Io dico: finché l'erede è minorenne, non differisce in nulla dal servo, benché sia padrone di tutto; ma è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre». Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio".

Quì l'apostolo punta il dito sul fatto che, se ci atteniamo alle opere della Legge, allora non siamo nella condizione di FIGLI, ma in quella di SERVI, ma Dio Padre ha mandato il Suo Figliolo, Gesù Cristo, proprio per "inchiodare al legno della croce" il documento della Legge affinchè essa non ci condannasse più e noi fossimo LIBERI e ricevessimo l'adozione a figlioli, anzichè essere servi.


Galati 4:21-31

"Ditemi, voi che volete essere sotto la legge, non prestate ascolto alla legge? Infatti sta scritto che Abraamo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno dalla donna libera; ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa. Queste cose hanno un senso allegorico; poiché queste donne sono due patti; uno, del monte Sinai, genera per la schiavitù, ed è Agar. Infatti Agar è il monte Sinai in Arabia e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente, che è schiava con i suoi figli. Ma la Gerusalemme di lassù è libera, ed è nostra madre. Infatti sta scritto:
«Rallègrati, sterile, che non partorivi!
Prorompi in grida, tu che non avevi provato le doglie del parto!
Poiché i figli dell'abbandonata saranno più numerosi
di quelli di colei che aveva marito».
Ora, fratelli, come Isacco, voi siete figli della promessa. E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo Spirito, così succede anche ora. Ma che dice la Scrittura? Caccia via la schiava e suo figlio; perché il figlio della schiava non sarà erede con il figlio della donna libera. 31 Perciò, fratelli, noi non siamo figli della schiava, ma della donna libera
".

Paolo cerca di far capire che il cristiano "carnale" che si autogiustifica eseguendo "opere", riti, etc, non è figliolo di Dio e per questo non sarà nemmeno EREDE.

In Ezechiele 20:11 e 20:25 , il Signore fa dire al profeta che già ad Israele aveva dovuto dare una "legge non buona e dei precetti per i quali non potevano vivere" (verso 25), ("la Legge di Mosè"), perchè si erano ribellati alla "legge dello Spirito e di libertà sotto il quale era Abrahamo" :
"E diedi loro le mie leggi e feci conoscere loro i miei precetti, per i quali l'uomo che li mette in pratica vivrà, a loro diedi i miei Sabati perchè servissero di segno tra me e loro, perchè conoscessero che Io sono il Signore che li santifico" (Verso 11-12). (a tale proposito meditare QUI , per chi vuole approfondire)


Galati 5:1
"Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù"

Vedremo che tipo di schiavitù, e se anche oggi, molti sono sotto questo tipo di "tutore".
claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:42

Abbiamo visto che paolo difendeva a spada tratta il fatto che Cristo ci ha liberato dalla Legge e , addirittura arriva a dire che "è maledetto chi si attiene alle opere della Legge".

Ora, molti odierni cristiani dicono di non essere più sotto la Legge di Mosè. Ma sanno quello che dicono?

Nella Legge era obbligatorio pregare a "determinate ore".

Era obbligatorio "riverire giorni".

Era obbligatorio "eseguire rituali riparatori", etc.

Molti cristiani innocenti per ignoranza delle Scritture (da notare che Dio per bocca di un Suo profeta dice : "Il Mio popolo perisce per mancanza di conoscenza") danno credito a "messaggi dal cielo" che dicono di fare proprio quello a cui Paolo combatteva contro.

Messaggi del genere dovrebbero far riflettere:


"Vedi, figlia mia, il mio Cuore ricoperto di spine, trafitto in ogni momento delle bestemmie e delle ingratitudini degli uomini ingrati. Tu, almeno, cerca di consolarmi dicendo a tutti che prometto di assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza della loro anima se per cinque mesi, il primo sabato si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno un rosario, e mi terranno compagnia per quindici minuti in meditazione dei quindici misteri del rosario in spirito di riparazione"




"15 febbraio 1926 Il Bambino Gesù disse a Lucia: Hai rivelato al mondo ciò che la Madre del Cielo ti ha chiesto? E' vero che molte anime mi ricevono ogni primo sabato, in onore della Madonna e dei quindici misteri del rosario, ma pochi arrivano sino alla fine, e quelle che perseverano lo fanno per ricevere le grazie che vi sono legate. Le anime che fanno i primi cinque sabati con fervore e con l'intento di fare riparazione al Cuore di tua Madre del Cielo, mi piacciono più di quelle che ne fanno quindici nell'indifferenza. (Lucia chiede se ci si può confessare in un giorno diverso dal sabato) Sì, la confessione può essere fatta anche al di là degli otto giorni, sempre che le anime si trovino in stato di grazia il primo sabato quando mi ricevono e sempre che in questa confessione anteriore esse abbiano l'intenzione di compiere una riparazione per il Sacro Cuore di Maria"

.

Oltre a questo tipo di messaggi CONTRADDICENTI APPIENO la Scrittura e RINNEGANTI la Libertà dataci da Cristo, ci sono anche molte altre cose.

Il giorno fisso del culto ( o messa); l'obbligatorietà di andare al "tempio" ("Io ti dico in verità che nè su questo monte, nè a Gerusalemme si adorerà il Padre...")


Pratiche come la "Decima" che vari pastori accettano ( e non solo, in molti casi obbligano come punto di fede per essere battezzati).

Preghiere obbligatorie ripetute.

E via dicendo. TUTTE pratiche della LEGGE che CRISTO HA CANCELLATO . E CHI LE COMPIE SENTENDOLE COME DOVERE E' "SOTTO MALEDIZIONE".

La Scrittura parla chiaro.


Analizziamo la Decima, che tante chiese protestanti usano:

La parola "decima", non ha più senso, né trova posto nel Nuovo Testamento di Gesù Cristo: per essere più espliciti va detto, ripetuto, ribadito e riaffermato che la decima è una tassa che veniva pagata perché Dio era il PADRONE della terra e l'uomo ne era l'affittuario.
Dio voleva (ed era giusto così) che Gli venisse riconosciuta LA PROPRIETA'.

Con Gesù il rapporto cambia completamente.
Noi credenti in Lui diventiamo FIGLI (Giovanni 1:12) e PADRONI: "tutto è vostro" (1 Corinzi 3:22)
A chi dovremmo riconoscere la proprietà? A noi stessi?

Ecco perché non si parla mai di decima nel N.T. se non in senso dispregiativo (il fariseo), ma sempre di contributo (la vedova) o di offerte.

In Marco 12:41 leggiamo che Gesù non si pose a sedere davanti alla cassa delle decime ma delle OFFERTE "E postosi a sedere dirimpetto alla cassa delle offerte, stava guardando come la gente gettava danaro nella cassa; e molti ricchi ne gettavano assai."

È davanti alle LIBERE offerte che si vede il donatore...
La decima fa conoscere a tutti ciò che sta nella mano destra e poi lo si vuole dalla mano sinistra... Non così il CRISTIANO che dà senza far sapere alla destra ciò che viene dato con la sinistra (Matteo 6:3). Se accettiamo o ammettiamo o facciamo sopravvivere la decima, accettiamo di nuovo che è Dio il solo padrone e non anche noi.
Gesù è allora venuto invano!

Lui è venuto a comunicarci una proprietà e noi, con la decima, gliela contestiamo, se non addirittura gliela rifiutiamo. Lui vuole farci "figli" e noi gli diciamo: "preferiamo pagare da decima dei servi"

È lo stesso sentimento che aveva IL FIGLIO della parabola del figliuol prodigo: "trattami come uno dei tuoi servi." (Luca 15:19)
La risposta del Padre è assai nota: "Presto, portate qua la veste più bella e rivestitelo, e mettetegli un anello al dito e dei calzari a’ piedi; e menate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, e mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato."

Non mettiamoci a contestare una figliolanza...
Lui voleva farci diventare figli e... non ci riuscirà mai se noi ragioniamo in termini di decima.


Tre passi dimostrano come la DECIMA è stata SOSTITUITA da sovvenzioni di denaro che non sono più il calcolo matematico di determinati introiti, ma il frutto di un intimo ed esclusivo rapporto di SERVIZIO spirituale (la diaconìa!):
- Atti 11:29 "E i discepoli determinarono di mandare a ciascuno secondo le sue facoltà , una sovvenzione ai fratelli che abitavano in Giudea"


- 2 Corinzi 9:12 "Poiché l'adempimento (in greco: "diaconìa") di questo servizio sacro non solo supplisce ai bisogni dei santi, ma più ancora produce abbondanza di ringraziamenti a Dio; perché a causa della prova di questa sovvenzione glorificano Iddio per l'ubbidienza all'Evangelo di Cristo che voi confessate, e per la liberalità con cui partecipate ai bisogni loro e di tutti."


- Ebrei 6:10 "...poiché Dio non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e l'amore che avete mostrato verso il suo nome coi servizi che avete reso e che rendete tuttora ai santi."

La Chiesa va liberata dai "giudaizzanti".
I credenti non devono pagare la decima, perché non sono sotto il Vecchio Testamento, ma sotto il Nuovo Testamento di Gesù Cristo: essi non sono "servi", affittuari della terra che appartiene a Dio, ma "figliolanza" di Dio, padrona della terra, "perché ogni cosa è vostra: e Paolo, e Apollo, e Cefa, e il mondo, e la vita, e la morte, e le cose presenti, e le cose future, tutto è vostro; e voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio." (1 Corinzi 3:21-23)
Nessun padrone paga l’affitto a se stesso!

Non disturba ripetere ancora che Dio non vuole la decima: vuole tutto, perché lo chiede ai suoi figli non ai suoi schiavi.
Il padrone della vigna ricevette dai suoi due figli, due risposte differenti, non escluse nessuno dei due dalla proprietà della vigna: ne mise però in evidenza la fedeltà e l'attaccamento. (Matteo 21:28; Luca 15:11)

L’adozione come figlioli di Dio, funziona anche come comunione dei beni di Dio con quelli dell’uomo: è l’unione dei cinque pani e dei due pesci con la benedizione delle ricchezze di Dio...
Contribuire con tutto il proprio patrimonio è la condizione di chi "serve" il Signore con tutto il proprio cuore: "...ma quando giunse la pienezza de’ tempi, Iddio mandò il suo Figliuolo, nato di donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione di figliuoli." (Galati 4:4-5)

Non si regge in piedi neppure il discorso di superare la decima, perché i figli non fanno concorrenza ai servi, per cui i servi danno malvolentieri la decima, mentre i figli danno volentieri di più…
I figli devono acquisire la mentalità di figli, cosa che i servi non potranno fare mai: i figli non devono dimostrare al padre di saper pagare, ma di saper mandare avanti un patrimonio che altresì andrebbe in rovina.

Occorre allora unire le risorse senza contarle. Il patrimonio è lo stesso. I credenti sono figli che hanno tutto, perché hanno un Padre a cui chiedere. Figuriamoci se il Padre rivuole la decima di ciò che Lui ha dato.
Nei figli deve però sorgere spontanea la gratitudine, che li spingerebbe ad impiegare tutti i loro averi se il Padre ne dovesse aver bisogno.
Dio mette alla prova i suoi figli anche in questo! "Chi ha pietà del povero, presta all’Eterno, che gli contraccambierà l’opera buona" (Proverbi 19:17)

"Siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l’uno dell’altro. E siccome abbiamo dei doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo secondo la proporzione della nostra fede; e di ministero, attendiamo al ministero; se d’insegnamento, all’insegnare; se di esortazione, all’esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere pietose, le faccia con allegrezza." (Romani 12:8)

Le offerte comunque non sono obbligatorie e neppure indispensabili come afferma l’apostolo Paolo in un passo, cui non viene mai data importanza nelle chiese: "affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare" (1 Corinzi 16:2)
L’impegno richiesto dall’apostolo Paolo era specifico e il suo consiglio è valido ancora oggi: "Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli" (1 Corinzi 16:2).

Occorre però essere motivati e sapere perché e per chi mettere da parte quei soldi!

La distinzione fra offerte e collette, non cambia di molto la sostanza della libera contribuzione del credente, fatta a cuore "allegro": se il Signore, che vede nel profondo dei disegni dei pensieri dei sentimenti, nota dolore o tristezza nel donatore, il primo a contristarsene è proprio Lui. Dio ama il donatore allegro, per cui "dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza perché Iddio ama un donatore allegro." (2 Corinzi 9:7)

Dio non ha bisogno di soldi!

Ha solo bisogno di cuori generosi, come è generoso Lui!
Ha però bisogno di amministratori onesti e di credenti allegri.

La prassi: molti pastori accettano il pagamento della decima, come un fatto normale, per l’Opera del Signore e così rimettono i credenti sotto il Vecchio Testamento, dopo averli evangelizzati e convertiti sottomettendoli al Nuovo Testamento di Gesù Cristo: essi sono pastori attaccati ai sistemi delle chiese storiche, che non hanno più olio nuovo e non conoscono più cosa significhi la dipendenza dallo Spirito Santo! Dopo aver predicato (forse!) la libertà in Cristo come figliuoli di Dio, predicano le regole riservate ai "servi"!

Nelle loro chiese, viene lentamente offuscato e allontanato l’Evangelo della Grazia, per affermare un Vangelo diverso, ma più consono agli scopi della chiesa: l’Evangelo della Legge. Così facendo i pastori diventano prezzolati mestieranti della parola e sono stipendiati "assassini" della fede altrui, così come sta scritto: "Poiché la promessa d’esser erede del mondo non fu fatta ad Abramo o alla sua progenie in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede. Perché, se quelli che sono della legge sono eredi, la fede è resa vana, e la promessa è annullata". (Romani 4:13-14)

Nel Nuovo Testamento si ricava che, come la decima, neppure le offerte sono obbligatorie e neppure indispensabili, come afferma l’apostolo Paolo in un passo, cui non viene mai data importanza nelle chiese: "affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare" (1 Corinzi 16:2).

Di ciò non se ne parla mai! In pratica ciò viene negato da quasi tutti i pastori, che tirano acqua al loro mulino, rimettendo intere comunità sotto la legge invece che sotto la grazia.
Anche i pastori più aperti e maggiormente "ripieni di Spirito Santo", quando si tratta di soldi, dicono: "abbiamo sempre fatto così!", oppure "i soldi vanno all’opera del Signore, per l’avanzamento del Suo Regno!" La verità è che il regno di Dio invece avanza quando le anime vengono strappate a Satana e portate a Cristo!

Il culto di Mammona
L’esempio di una grande Chiesa è diventato l’incubo di molte chiese meno rinomate: il denaro e il culto del denaro hanno sostituito Cristo e il culto a Cristo.
Potete chiedete tutto a questa grande Chiesa, pagando s’intende, ma non le chiedete soldi! Lei prende, non dà! Eppure, nella sua fame di denaro, la grande Chiesa è stata più onesta e fedele di certi pastori di chiese meno conosciute: NON HA MAI CHIESTO LA DECIMA A NESSUNO, perché sapeva che Il Nuovo Testamento di Gesù Cristo non è il Vecchio Testamento degli Ebrei! È ben altra cosa!. Dalla teoria però, si è passati ad un'altra pratica "suppletiva": tale Chiesa commercia, fa politica, possiede, vende e compra, sempre per ingrandirsi sempre di più! Non importa a quale prezzo e neppure a quali condizioni: il fine giustifica i mezzi. Per completezza del discorso, si perdoni quanto segue.
La sua fine segnerà la fine... dei suoi commerci (Apocalisse 18:10, 16, 19)
Chiese e conventi ricchi e preti e frati altrettanto ricchi, ma con l’accortezza rigidissima di dover sembrare poveri! I sandali ai piedi e l’abito sono obbligatori: non importa poi se, per esempio, dieci frati abbiano a disposizione cento stanze libere e i preti ammucchino soldi per i loro interessi privati!
Ciò nelle chiese che DAVVERO si dicono di Cristo non deve succedere mai! Quando succede, si grida giustamente allo scandalo, perché i soldi di Dio non si toccano! Ne dispone Dio, secondo le necessità che Lui indica! La trasgressione dei "servi" si vede anche quando questi maneggiano denaro!
La cupidigia della grande Chiesa arriva a chiedere denaro non solo ai fedeli (non tramite la decima però!) ma anche alle istituzioni civili, che hanno soldi, non dei fedeli, ma... dei contribuenti!
L’ultimo scandalo in Italia è l’otto per mille, non per il contributo che è senz’altro accettato e lecito, perché è la scelta dei fedeli, ma per la spartizione dei resti, cioè dei voti non espressi, dove questa Chiesa divide con lo Stato i soldi di coloro che non effettuano alcuna scelta!
Questa opzione è stata giustamente rifiutata da altre chiese. Allo stato ciò che gli appartiene e alla chiesa ciò che le viene espressamente attribuito dai suoi fedeli.

claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:43
OCCORRE MANTENERE PURA LA DOTTRINA DI CRISTO
Nessuna Chiesa è immune dal pericolo di far entrare nella propria dottrina qualcosa di estraneo oppure di "cedere" alla tentazione di sfruttare l'Evangelo per scopi diversi per i quali è stato dato.
Bramosia di ricchezza, desiderio di successo, voglia di potere, culto della propria personalità, ricerca del piacere, aspirazione delle cose del mondo ed altre carnalità spingono i credenti e i pastori a volere di più e di meglio del semplice sostegno di Cristo.
Eppure Gesù aveva avvertito di evitare accuratamente i lieviti ESTRANEI all'Evangelo per evitare di corromperne la Parola e di sminuirne la potenza.
Il pericolo poteva venire anche da un eccesso di pietà, superiore alla pietà stessa di Dio. Questi sono i SEI LIEVITI DA EVITARE:

1) lievito di Erode (Marco 8:15) potere, politica, diplomazia e malvagità, lussuria e potere assoluto.
Ovviamente il lievito non è quello del re Erode autore della strage degli innocenti (Matteo 2:19), ma è quello di Erode, il tetrarca (Marco 14:1), colui cioè che fece uccidere Giovanni il Battista, che aveva sposato sua cognata Erodiada, moglie di Filippo suo fratello. Gesù definì Erode "una volpe"! (Luca 13:31)
L’epoca storica è ben individuata nell’Evangelo: "Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, essendo Ponzio Pilato governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Hanna e Caiàfa," (Luca 3:1-2)
Potere e politica vanno a braccetto, come Erode e Pilato (Luca 23:6-12).
Lo spirito lievitante di Erode è quello di chi è desideroso di vedere Gesù, di parlare a Lui, da pari a pari, e di "vedergli fare qualche miracolo" (Luca 23:8): Erode è colui che rivolge a Gesù "molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla." (Luca 23:9)
Gesù non ha nulla da dire ai superbi. La decima (così come altri "riti") rende superbi, perché rende l'uomo "a posto" con la sua coscienza. Egli ha pagato il debito che aveva nei confronti di Dio, e lo ha fatto con tanto sacrificio: sulla bilancia del debito, il pagatore di decima ci mette in conto, come un vanto, lo sforzo di essere riuscito a dare la decima, nonostante le sue necessità. La verità è che la grazia che ci ha fatto Gesù Cristo non può essere pesata ed inutilmente potrà essere messa su un piatto della bilancia: esso rimarrà giù e fermo, qualunque cosa potremmo racimolare sull'altro piatto. Anche se daremo tutto l'oro del mondo, la grazia di Gesù Cristo sarà sempre più pesante.

2) lievito dei farisei: religione, rito e liturgia.
Gesù Cristo è SEMPRE DISPOSTO A SPIEGARCI, ma noi dobbiamo almeno sforzarci di capire: solo allora saremo Suoi discepoli, fedeli e saldi nella Verità, come i discepoli di duemila anni fa che "allora capirono che non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, MA DALLA DOTTRINA dei farisei e dei sadducei" (Matteo 16:12).

"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché nettate l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza..." (Matteo 23:25 e ss)
E' triste dover ammettere che c'è gente che vuole un cristianesimo esteriore, come "un sepolcro imbiancato"(Matteo 23: 27). Costoro non capiscono, poiché NON VOGLIONO capire, perché sono attaccati alle tradizioni, al loro modo di pensare, sono incapaci di camminare col Signore come fece Enoc e tutti gli uomini di Dio, sono dei credenti di una fede sterile, sono chiusi ad ogni ulteriore rivelazione spirituale da parte dello Spirito Santo! Essi accettano una fede a misura d'uomo, e non a misura di Dio! Essi innalzano la loro testimonianza, LA LORO DECIMA, al di sopra del Dio che testimoniano! Ma Dio resiste ai superbi ed abbassa chiunque si innalza... (Matteo 23:12)

Dobbiamo meravigliarci allora che i Giudei non capivano Gesù, quando Lui asseriva di non contare più sulle capacità e possibilità umane, ma di contare su di Lui? Oggi le chiese vogliono essere ricche e i pastori e i preti vogliono essere ricolmi di benedizioni mondane: siamo ben lungi dal "Non prendete nulla per viaggio: né bastone, né sacca, né pane, né danaro, e non abbiate tunica di ricambio." (Luca 9:3)
La decima mette al sicuro gli "operai" del Signore da ogni necessità e permette loro di avere le loro congrua "mercede" e la loro sfavillante "mercedes". Gli scandali americani dei predicatori della decima hanno rivelato inquietanti risvolti...


3) lievito dei sadducei (Matteo 16:6, 16:11) ateismo scientifico e... religioso. I Sadducei erano quelli "i quali dicono che non v’è risurrezione" (Matteo 22:23). In campo religioso i moderni sadducei sono i testimoni di Geova, i buddisti e altri che non credono nell'esistenza dell'aldilà e nella resurrezione di Cristo. Il pagamento della decima dimostrerebbe che Cristo non provvede e che bisogna ripristinare l'uso veterotestamentario per sopperire a tale mancanza. Non venga in mente di escludere a priori tale sentimento, anche se dovessimo negarlo perfino a noi stessi venti volte al giorno.


4) lievito dell'ipocrisia (Luca 12:1)
Siamo negli ultimi giorni e lo SPIRITO DI SEDUZIONE è all'opera più che mai: tale spirito si nasconde nel rispetto dei comandamenti di Dio a scapito della legge dell'amore di Cristo. Si ha il coraggio di andare davanti a Dio "senza" la fede nel "sangue dell'Agnello", ma con le buone opere.
Il lievito dell'ipocrisia è il lievito più difficile da riconoscere: si nasconde bene e fa lievitare la pasta solo di pochissimo tanto da far affermare che non c'è! E' difficile distinguere quanto ci sia di ipocrisia nell'opera della Caritas, o degli aiuti umanitari o... nel pagamento mensile della decima!
"Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, irreligiosi, senz’affezione naturale, mancatori di fede, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, temerari, gonfi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza. Anche costoro schiva! Poiché del numero di costoro son quelli che s’insinuano nelle case e cattivano donnicciuole cariche di peccati, agitate da varie cupidigie, che imparano sempre e non possono mai pervenire alla conoscenza della verità... mentre i malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti." (2 Timoteo 3:1-7,13)
Quando si paga la decima, o comunque, quando si fa qualcosa di "visibile", siamo lontani mille miglia dal principio biblico della libera e segreta contribuzione. Il buon samaritano inorridirebbe...


5) lievito vecchio costituito dalla legge del Vecchio Testamento, dai cibi da evitare, dal rispetto del sabato, dalla circoncisione difesa da Pietro, ecc.
Un fondamento teologico della vera dottrina cristiana evangelica è che Gesù Cristo ha maggiore autorità della legge mosaica: Egli non annullò la legge, ma la rese perfetta, facendosene il vero ed unico "interprete autorizzato", essendo Egli Dio stesso, in quanto Figlio di Dio, Verità, Via e Vita.

"Non c'è più nessuna condanna per quelli che sono in Gesù Cristo, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte." (Romani 8: 2)

Dalla legge mosaica Gesù prese spunto per innestare la Sua legge, più perfetta e più gradita a Dio: Egli non venne per abolire la legge, ma per confermarla (Romani 3:31), inquadrandola però in un'ottica nuova costituita dalla "giustificazione per fede" (Romani 5:1). Se le chiese Evangeliche vogliono ancora il requisito di "riformate", devono riconoscere che Lutero aveva ragione nel ribellarsi contro le indulgenze...
Con Cristo vennero "esautorate" (cioè svuotate di significato) tante tradizioni ebraiche, indiscusse e intoccabili, che con Lui e col cristianesimo non avevano più ragione di esistere:
- l'offerta sacrificale e la macellazione sacra (Ebrei 9);
- la legge del sabato (Colossesi 2:16, Matteo 12:8);
- la circoncisione "perpetua" (Col. 3:11, Romani 2:29);
- la pasqua ebraica "perpetua", la festa delle capanne, la festa del Kippur (1 Corinzi 5:7)
- la festa degli azzimi e il pane azzimo (1 Corinzi 5:8)
- cibi proibiti (Marco 7:7-18)
- la purificazione prima di entrare al tempio (Ebrei 9:14)
- il tempio di Gerusalemme (1 Corinzi 3:16);
- l'altare (Ebrei 13:10);
- Il sacerdozio levitico (1 Pietro 2:9);
- l'interdizione perpetua (Matteo 12:31);
- il calendario ebraico;
- il giubileo;
- l'anno sabbatico; (Galati 4:9-10)
- l'arca dell'alleanza; (Ebrei 11:4)
- il tabernacolo (Ebrei 9:11)
- il battesimo di sola acqua (Giovanni 3:5)
- il digiuno del tammuz;
- la festa del nissan;
- i sacrifici solenni; (Ebrei 9:11)
- i sacrifici in generale (Matteo 12:7)
- l'offerta di primizie; (Ebrei 9:9)
- l'efod e i paramenti sacri (Ebrei 10:19)
- l'incenso e gli aromi sacri (le preghiere sono l'odor soave)
- la lavanda dei piedi ( l'umiltà non è un rito)
- il velo alle donne; (I Corinzi 11:15 "la chioma le è data a guisa di velo")
- il vestito lungo dei sacerdoti; (Marco 12: 38-40; Matteo 23:1 e seg. e parall.)
e la decima (Gesù vuole che tutto sia consacrato a Lui)
Tali riti, feste e tradizioni furono abbandonati con grande sofferenza e non senza generare attriti e discussioni, anche fortissime, tra opposte fazioni. Con il progressivo isolamento e la scomparsa del giudeo-cristianesimo dei primi secoli dopo Cristo, si fece strada la fede più autentica in un Gesù Cristo Salvatore e Vivente Figlio del Dio Vivente.
Rimaneva però sempre il pericolo di un riflusso, di un ritorno alla solennità della liturgia (che gli ortodossi chiamano "divina liturgia"!) e alla necessità di una forma rituale prestabilita o di una tradizione consolidata. Ogni qualvolta purtroppo che Gesù diventa un modo di credere, senza un modo di essere, allora diventa religione e formalismo inutile, perché privo di potenza spirituale.

Il riflusso giudaizzante lo troviamo oggi nei "sabatisti", nei legalisti dalle mille sfaccettature. A loro piace fare il minestrone mischiando l'Evangelo di Gesù Cristo e la legge di Mosè, la Santa cena e il pane azzimo, la libertà dei credenti e il velo alle donne, ecc. Di "minestroni" così se ne potrebbero citare tanti.


6) lievito di malizia e di malvagità (1 Corinzi 5:8).

"Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con vanità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini, gli elementi del mondo, e non secondo Cristo;... Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti, quali: Non toccare, non assaggiare, non maneggiare (cose tutte destinate a perire con l'uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini?
Quelle cose hanno, è vero, riputazione di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà, e di austerità nel trattare il corpo; ma non hanno alcun valore e servono solo a soddisfare la carne
." (Colossesi 2:8, 20-22)

Il politeismo idolatrico degli antichi romani si è perpetuato profeticamente nell’idolatria del Sacro Romano Impero Cattolico tuttora presente: il pane viene sostituito con l’ostia ed offerto all’ADORAZIONE dei fedeli.

Il rigurgito giudaizzante delle Chiese Evangeliche non permette mai di abbassare la guardia: la decima è un precetto e come tale è da rifiutare categoricamente, come tutti i precetti. La legge di Cristo passa attraverso la fede e non attraverso i precetti. Nessuno deve imporre un digiuno se ciò non dipende dall'intima richiesta fatta in preghiera a Gesù Cristo. Nessuno deve dare regole sulla libera contribuzione alla chiesa: nessuno è autorizzato a farlo, perché nessun passo neotestamentario può essere citato a riguardo. Chi lo fa, sia pure in buona fede, è malvagio.




Abbiamo dato uno sguardo alla "decima" , ricordiamo però che come essa TUTTI "gli obblighi rituali" sono LEGGE e pertanto, da evitare.


claudio.41
00mercoledì 28 marzo 2007 12:44
Come abbiamo visto ci sono 6 tipi di "LIEVITO" a cui stare attenti se DAVVERO vogliamo essere Cristiani di Cristo, salvati per Grazia, LIBERI per il Sangue di Gesù.

L'apostolo Paolo si è battuto fino all'ultimo per far conoscere la LIBERTA' che c'è IN CRISTO e in ultimo, è rimasto SOLO.

Nel mio piccolo , anche io mi batterò fino all'ultimo con l'enorme schiera di Giudaizzanti che IMPONGONO regole sotto pena di SCOMUNICA, togliendo OGNI DIRITTO dell'essere umano, per cui Gesù Cristo ha pagato con il proprio Sangue.

Poco importa se anche io, come del resto tutti coloro che sono stati prima di me e che saranno dopo, resterò solo.

L'importante è che la Verità non sia tenuta nascosta.





"conoscerete la Verità, e la Verità vi renderà LIBERI" (Gesù Cristo)


"Io non annullo la Grazia di Dio; perchè se la giustizia si ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente" (S.Paolo, ai Galati)


"Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perchè è scritto : ""maledetto chiunque non si attiene a TUTTE le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica"" (S.Paolo , ai Galati)


"Anzi, proprio a causa di intrusi, FALSI FRATELLI infiltratisi di nascosto per spiare la LIBERTA' che abbiamo in Cristo Gesù, con l'intenzione di renderci schiavi, noi non abbiamo ceduto alle imposizioni di costoro neppure per un attimo, affinchè la verità del Vangelo rimanesse salda tra di voi" (S.Paolo ai Galati)


"Cristo ci ha LIBERATI perchè fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù" (S.Paolo ai Galti)


"Egli (Gesù) ha CANCELLATO il documento (la legge) a noi ostile, i cui COMANDAMENTI ci condannavano, e l'ha TOLTO DI MEZZO, inchiodandolo alla croce" (S.Paolo ai Colossesi)


"ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo DIVERSO da quello che vi abbiamo annunciato, sia ANATEMA"
(S. Paolo ai Galati)



"Chi ha orecchie per udire oda" (Gesù)





Fine
giuseppe6
00sabato 13 ottobre 2007 22:59
[SM=x795136] Bellissimo studio ! [SM=x795136] gloria a Dio !
=omegabible=
00domenica 14 ottobre 2007 08:30
Re
Verità in carità.!!!!
Sia lode a LUI. [SM=x795130] [SM=x795131]



omega [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836]
saulo59
00martedì 3 giugno 2008 19:13
Mi sono innamorato di questa spiegazione dei galati [SM=x795130]
Grazie Signore [SM=x795143]
claudio.41
00domenica 24 ottobre 2010 11:51
Pattybolzano
00domenica 16 febbraio 2014 22:41
[SM=x795136]
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