LETTERA AGLI EFESINI

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claudio.41
00mercoledì 4 ottobre 2006 20:12
Prima di tentare un analisi della lettera di Paolo agli Efesini, è bene dare uno sguardo ad Atti 20:17-36 ed al conseguente "messaggio di Paolo agli anziani di Efeso".

Questo il testo :

"Atti 20:17-36
Discorso di Paolo agli anziani di Efeso


17 Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della chiesa. 18 Quando giunsero da lui, disse loro:
«Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi, 19 servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; 20 e come non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunziate e insegnate in pubblico e nelle vostre case, 21 e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo.
22 Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno. 23 So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. 24 Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine [con gioia] la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.
25 E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia. 26 Perciò io dichiaro quest'oggi di essere puro del sangue di tutti; 27 perché non mi sono tirato indietro dall'annunziarvi tutto il consiglio di Dio. 28 Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue. 29 Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; 30 e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. 31 Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.
32 E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati. 33 Non ho desiderato né l'argento, né l'oro, né i vestiti di nessuno. 34 Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me. 35 In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere"».
36 Quand'ebbe dette queste cose, si pose in ginocchio e pregò con tutti loro
".




Quante volte l'ho letto e ne sono rimasto commosso, ed ho pregato che il Signore mi mettesse nella condizione di poter io pure, nei miei limiti, coscienziosamente affermare ciò che San Paolo affermò, che, cioè, egli non si era tirato indietro dall'annunciare tutto (TUTTO) il consiglio (la volontà) di DIO (verso 27) ; e non aveva desiderato l'argento, nè l'oro, ne i vestiti di alcuno. Il soggetto è così ricco che è preferibile che tu ed io , mio lettore, spendiamo un pò di tempo su di esso. Non possiamo paragonarci ad un tanto apostolo, ma tutti dobbiamo essere leali e onesti, sia nei rapporti con Gesù Cristo, sia tra gli uni e gli altri, anzi verso tutti gli uomini.

Chi è da DIO, chi è della verità, perchè tanto vale dire che è da DIO chi è della verità, perchè nessuno può essere da DIO e non essere della verità, quel tale è comandato di ascoltare la Sua voce, la voce di Gesù Cristo.

Al soggetto:
"Mandò a chiamare gli anziani della chiesa di Efeso".

Gli anziani (vescovi -- verso 28) . Vi erano , dunque, in quella chiesa, più anziani , più vescovi.

Questo ci apre una luce sul governo delle chiese di quel tempo, come si ricava anche dalle epistole pastorali dello stesso Apostolo. Ci sono anziani di presidenza e anziani che ministrano nella Parola. Quando leggiamo che Timoteo ebbe imposto le mani al collegio degli anziani, si intende, della chiesa locale.

Paolo mandò a chiamare. Ciò non deve far pensare ad una organizzazione come siamo abituati a considerare l'organizzazione, come se in culti appositi siano stati nominati alcuni a presiedere, altri a governare. La Chiesa non è una organizzazione, ma un organismo; cioè essa funziona non per accordi premeditati e diretti dagli uomini, ma per un lavoro spontaneo, diretto dal Capo alle membra. Le membra del corpo umano, se in buona salute , ubbidiscono ai comandi dei centri organici senza che vi sia premeditazione. Le parti paralizzate non ubbidiscono. Così è nella chiesa : quelli che davvero sono uniti in Gesù ubbidiscono senza che ci sia bisogno di dire a ciascun membro ciò che esso sia e quale sia la sua funzione. Dico questo per evitare i due estremi : o che si dipende da accordi umani, spesso a base di preferenze umane e simpatie, o si cade nell'errore opposto, di non dipendere da nessuno, sotto la facile scusa che dipendiamo dal Signore, e quindi ciascuno è indipendente.

Vi è un organizzazione che la fa lo Spirito Santo, perchè Egli sa come fare incontrare e sa come far riconoscere quelli che Egli vuole usare. Essendoci libertà nello Spirito , la sottomissione degli uni agli altri è regolata non da comitati permanenti a cui sono, di anno in anno, o a termini più lunghi, affidati compiti speciali, ma dallo Spirito Santo che muove a far riverire ciò che è da DIO, da chiunque esso venga ed in qualunque tempo.

Paolo non era stato nominato apostolo per dichiarazione di membri di chiesa o di chiese. Non c'erano state votazioni per dire chi erano apostoli e chi altro. Quelli che sono guidati dal Signore non hanno bisogno di costringimenti esteriori e documenti, e quelli che non sono guidati dal Signore non riconoscono i doni nelle chiese. Si tenga chiaro questo, che nel regno dello Spirito, il Signore governa la Chiesa dall'Alto, usando chi e come vuole.

Gli anziani di Efeso non avevano bisogno di documenti per sapere che Paolo era apostolo. Non erano impiegati da comitati per cui potessero temere di essere rimossi. Questo, ed altri miserabili provvedimenti vennero pian piano nelle chiese, quando si pensò a provvedere a disordini; ma i disordini ci furono e ci sono in ogni tempo, con questa differenza : che i disordini che sorgono dove l'uomo non ha organizzato turbano solo quelli che non conoscono la guida dello Spirito, laddove sia intervenuta organizzazione , spesso i migliori elementi che sarebbero in grado di rimediare a tali disordini, vengono trascurati, dato che si procede per voti, per numeri e non per dettato dello Spirito Santo.

Ciò che scrivo ha valore solo per quelli che hanno orecchio per udire, e volere udire , secondo DIO; per altri non valgono, e non mancano ragioni che sembrano incrollabili secondo l'uomo, ma cadono al soffio vitale dello Spirito Santo.


San Paolo, per autorità da DIO e non dagli uomini, chiamò gli anziani della Chiesa, ed essi ubbidirono, non perchè San Paolo avesse autorità di rimuoverli dal loro ufficio, ma perchè, Signoreggiati dal Signore, ubbidivano a come il Signore li comandava, a mezzo di chi li comandava. Solo tale comando e solo tale ubbidienza sono dall'Alto : cioè, Paolo, guidato dallo Spirito Santo, li chiamò ed essi, pure guidati dallo Spirito, ubbidirono. Era l'autortà dello Spirito ed ubbidienza per lo Spirito. Certo che c'erano in quel tempo, come in ogni tempo, di quelli che non riconoscevano i servi del Signore. Ciò non si può rimediare.

Come di Gesù, così per la Chiesa di Lui. Ci furono pochi che Lo riconobbero e Lo chiamarono Signore ; molti non Lo riconobbero. Chi ode Lui ode anche i servi; e chi non ode Lui non ascolta nemmeno i servi.

Quindi, le organizzazioni accarezzano la vanità umana e creano partiti, in cui finisce col signoreggiare chi è più adatto ad affascinare masse di popolo. ma ci basti, veniamo al continuo del soggetto :

"e quando furono venuti a lui , egli disse loro...."

Leggiamole attentamente le parole dell'apostolo, poichè sono da un uomo che aveva sofferto molto ed era stato leale alla missione affidatagli, e sono dette in un tempo ed in una occasione che erano come un separarsi lui dagli altri, lui per proseguire in ciò che DIO gli aveva affidato, ed essi per rimanere nel posto dove lo Spirito Santo li aveva messi. Tali messaggi sono come il riassunto di un lungo passato e somigliano alle parole dei moribondi, quando si accorgono che devono rimanere poco tempo in questa vita. Ascoltiamo.........
claudio.41
00giovedì 5 ottobre 2006 09:03
«Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi, 19 servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei;" (verso 19)


Un ricordo al passato era necessario per farlo venire alle raccomandazioni che aveva in cuore di amministrare. Beato chi può, come Paolo appoggiarsi alla testimonianza di quelli a cui parla.

"Voi sapete". Ciò è vero in tutto ciò che ascoltiamo, se ascoltiamo.
C'è un legame tra quello che udiamo e ciò che noi stessi sappiamo.
Il sapere anticipato porta ad udire con attenzione, ciò si applica anche alla predicazione evangelica ed agli ammaestramenti.

Vi è una preparazione negli uditori che viene dallo Spirito Santo. Infatti, quando testimoniamo di Gesù, il "qualcuno" ha già avuto una segreta preparazione nel suo spirito per ascoltare, altrimenti non ascolterebbe.

Il poter fare appello all'uditore stesso, come a dire che dipendiamo dalla sua coscienza , è uno dei metodi più adatti a raggiungere le anime disposte ad essere raggiunte. In questo abbiamo esempio dal Maestro perfetto, che fece appello agli uditori perchè si disponessero ad ascoltare ciò che ancora non sapevano. E' il messaggio su ciò che è ignoto, poggiandosi, partendo, da ciò che è noto . "Voi sapete...".

Nel discorso di Paolo il "voi sapete" si riferisce alla conoscenza che essi avevano di una vita consacrata nel servizio al Signore, da parte dell'apostolo, vita di fedeltà, con umiltà e lacrime, e prove, e che lui era stato fatto segno ad insidie ed attacchi da parte di altri ed era rimasto fedele e costante.

Dopo questo, Paolo viene più da vicino a dire come si era comportato nel ministero e comincia a dire che non si era "tirato indietro di annunciare e di insegnare in pubblico e per le case, le cose che erano giovevoli".

Tale affermazione fa capire che non è compito facile o leggero annunciare ed insegnare, in pubblico e in privato, cioè, avvicinare uno per uno quelli a cui non basta l'ammaestramento generale in pubblico, perchè c'è un qualche cosa che non è per tutti e che deve essere udita a quattr'occhi.

Aveva annunciato cose che sono giovevoli perchè non tutto è giovevole, almeno in ogni tempo, almeno non per tutti, perchè vi sono tempi e tempi, ed il servo del Signore deve dare cibo a suo tempo e si intende nella misura che è data dallo Spirito Santo, ricordando che Gesù ammestrò secondo che potevano udire (capire).

"Cose giovevoli" perchè ci sono verità che non si possono negare, ma non sono giovevoli, almeno non giovevoli in un dato tempo , in dati ambienti.

Contìnua : "e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo".

Conversione a DIO ---- fede nel nostro Signore Gesù Cristo.

Non c'è conversione a DIO senza fede, e la fede è per grazia e la grazia viene da Gesù Cristo.

Ci si domanda perchè tanto solenne esordio, dato che parlava ad uomini che lui conosceva e da cui era conosciuto? Risposta : coloro che hanno servito il Signore a lungo ,ed hanno sofferto, conoscono anche le insidie diaboliche, le quali cercano di confondere anche i più santi. Le parole di Paolo, come in un altra occasione le parole di Pietro, rivelano pericoli a cui sono esposti Chiese e servi e che quindi è necessario insistere in modo incisivo su alcune linee, affinchè le anime siano preparate. Ciò sull' esempio di LUI che dichiarò cose a venire, affinchè quando fossero avvenute i discepoli non sarebbero scandalizzati. Perciò tale esordio, prima di venire a quello che chiamerei "il centro del messaggio".
Uno sguardo al passato, ed ora vi è un futuro per l'apostolo e per quelli che ascoltano, e vogliamo ascoltare anche noi. Prosegue:

"Ed ecco che ora, legato dallo Spirito, vado a Gerusalemme, senza sapere le cose che là mi accadranno. So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni" (verso 22-23)
Nulla di particolareggiato e definito, ma un avviso confermato da città a città di quello che mi aspetta e verso cui devo muovere deciso perchè sono prigioniero di Cristo , legato dallo Spirito Santo.

Procediamo lentamente. non si pensi che non è necessario sottilizzare, ma si riconosca piuttosto che alcuni di noi abbiamo letto alcune affermazioni con leggerezza, laddove esse furono prununciate tra le lacrime ed hanno l'impronta della Realtà.
Se vogliamo davvero prosperare nel regno dello Spirito è imperativo che udiamo anche i gemiti ed i sospiri nascosti nelle parole.

Continuaiamo........
claudio.41
00giovedì 5 ottobre 2006 20:45
"Legato dallo Spirito".

Cioè, lo Spirito santo lo aveva imprigionato, benchè anche prima Paolo fosse "prigioniero" di Gesù, ma in un occasione solenne e di immense conseguenze le catene, i legami, furono ribaditi allo spirito di Paolo con una forza tale da non poter dubitarne o poter liberarsene, anche volendo.

Non ci si intoppi a queste parole, perchè c'è un tale procedere del Signore sui Suoi servi che già in linee generali si sono dedicati a Lui, che quando è necessario che si riconsegnino allo stesso Signore, per qualche atto particolare che Lui vuole far fare loro, sono come "obbligati" ad eseguire il "mandato" , anche se doloroso per loro stessi.
Si leggano meditando, i profeti e si vedrà come spesse volte il Signore ha dovuto comandare loro con "Mano forte", tale era il mandato richiesto.

La reazione alla insistente testimonianza dello Spirito Santo, allo spirito di Paolo che, cioè, lo attendevano catene e tribolazioni, fu per l'apostolo una decisione nella quale rimase fermo.

"Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine [con gioia] la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio".

Affinchè adempiesse il mandato del Signore, era necessario che l'apostolo non dasse importanza alla propria vita. Non si pesni che ciò sia facile . Ci sono beni che si possono lasciare o abbandonare solo in vista di beni maggiori. Solo quando si è arrivati a tanto si decide fra un bene ed un altro. Non si immagini che i servi del Signore non amino la vita, o che non sentano le tentazioni come gli altri uomini, perchè anche un Elia era uomo "sottoposto alle nostre stesse passioni" . Uno della tempra di San Paolo amava la vita e sapeva come usarla, ma era di fronte a un dilemma : o finire il suo corso e sacrificare più di prima la sua vita o non compiere il corso. Il corso era il restare fermo nella linea tracciata dal Direttore ; il ministero era di presentare Gesù.

Paolo, gli altri apostoli , erano incentrati in Gesù Cristo, perchè da LUI avevano ricevuto il ministerio. Da Lui, Signore Gesù, DIO divenuto uomo nel mistero della pietà.

Questi due caposaldi del ministero li aveva direttamente avuti dal Signore, in mod da sapere che era sotto un comando assoluto, per ritrattare il Personaggio che lo aveva imprigionato, ed a cui, egli, Paolo, aveva deciso di essere fedele e leale.
claudio.41
00sabato 9 febbraio 2008 13:21
"Testimoniare del Vangelo della grazia di Dio".

Si noti che il ministero gli era stato affidato ( a Paolo) personalmente dal Signore, il Capo della Chiesa, e doveva far risaltare , porre in chiara evidenza, "la grazia di Dio", insistere su tale favore : "Grazia".

Paolo dovè spesso ricordare ciò che del resto lui ben sapeva, che "la grazia ci basta" , parole che sono di incoraggiamento ad accettare tutto per amore della Grazia, e, nota o lettore, che nel passato non abbiamo considerato come avremmo dovuto che cosa sia e quanto al di sopra di ogni descrizione umana e di ogni umana gratitudine sia, il bene ricevuto da Dio.

"Di Dio" . Domandiamoci , perchè nominare anche Dio , come se non bastassero le parole "Evangelo, Gesù"? Colui che manda i servi è Gesù, il Capo della Chiesa, ma essi, mandati da Uno devono proclamare Tre. Le Tre manifestazioni , uffici ,della Deità.
"Chi manderò? Chi andrà per noi?" (Isaia capo 6).
Mandato da Uno va per rappresentare Tre; solo così l'Evangelo è completo e la predicazione fedele.
L'apostolo continua :
"E ora, ecco, io so che voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno, non vedrete più la mia faccia" (Verso 25).
Queste non sono espressioni di un uomo che voglia impietosire o darsi importanza. Sono avvisi di uno che dice : ascoltate bene, perchè io non sarò più con voi. In quel senso limitato che si deve ammettere nel paragone che facciamo tra servi e Il Padrone, ma pure, in modo serio, dobbiamo ricordare le parole di Gesù quando disse che ancora per poco tempo la luce era con loro.

Gesù è Uno solo ed i servi molti, ma è vero che ogni servo ha un ministero speciale e bisogna riceverlo quando ci è dato; ed è anche vero che mentre abbiamo tempo, abbiamo la luce, bisogna camminare nella luce e non dire che l'accetteremo poi, qualche altra volta, perchè il servo non è padrone di fabbricare messaggi e ripetere ciò in cui sarà stato ispirato, perchè la parola uscita di bocca non appartiene nemmeno a chi l'ha pronunciata.

La parola dell'apostolo, detta ad anziani, quindi ad uomini approvati , è esortazione a raccogliere e gelosamente custodire come tesori, queste ultime esortazioni sue. E così noi dovremmo agire, e così dovremmo riverire ogni messaggio , come se noi fossimo all'ultimo istante della vita, o il messaggiero non dovessimo vederlo mai più. E, se anche vedendolo, mai più con lo stesso messaggio. Ogni momento è solenne, specie gli avvisi , in certi tempi, da certi uomini.__
Perciò.....Perciò che?

"Perciò io dichiaro quest'oggi di essere puro del sangue di tutti".
Nientemeno! Qualcuno poteva replicare, ma nessuno replicò : ma noi non ti accusiamo di nulla, specie di tanto, che tu debba rispondere del nostro sangue. Ma si tratta di sapere che significa "puro dal sangue di tutti".

Netto, puro, dell'anima di tutti. In questo luogo la parola indica non solo la persona, ma ogni possibile rovina che possa venire alle persone. Tornano alla mente gli ammonimenti del Signore al profeta Ezechiele, capo 3 versi 17 e 18. Leggiamoli :
"Figlio d'uomo, io ti ho stabilito come sentinella per la casa d'Israele; quando tu udrai dalla mia bocca una parola, tu li avvertirai da parte mia. Quando io dirò all'empio: "Certo morirai!" se tu NON l'avverti, e non parli per avvertire quell'empio di abbandonare la sua via malvagia, e salvargli così la vita, quell'empio morirà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano."

Il nostro scopo non è di commentare le parole di Ezechiele, e tanto vi sarebbe da commentare, ma di usarle come illustrazione alle parole di San Paolo, che lui si diceva puro dal sangue di tutti quelli ai quali parlava. E si tenga ben chiaro che egli parlava ad anziani, nè si obietti che ad Ezechiele fu parlato di "empii", laddove quelli erano anziani. A parte che ci sono nelle chiese tanti che prendono il Nome di Dio invano , quindi sono empi, è chiaro che gli anziani stessi, benchè non empi, se non avvertono e predicano agli altri, sono responsabili. E' chiaro che la legge dello Spirito è più eseigente di quella del Sinai. Perciò grande è la responsabilità dei servi di Gesù Cristo.
Ezechiele doveva parlare e ammonire. Nè parlare solo nè ammonire solo. Il Consiglio di Dio va annunciato con autorità. Non predica, senza il chiaro esposto del Consiglio di Dio, e nè il Consiglio di Dio senza autorità , perchè il Signore dà per lo Spirito Santo "Consiglio , con Forza" (Isaia 11).


L'apostolo aveva ubbidito la guida dello Spirito Santo; perciò protesta e si dichiara puro dal sangue di tutti quelli che lo avevano ascoltato. Non aveva parlato in modo equivoco, debole o non chiaro, ma aveva dato messaggi precisi, ripetendoli, mescolandoli alle esortazioni, moniti seri e spesso rimproveri. Ministero difficile e arduo, specie quando si tratta di confermare quelli che da tanto sono nelle chiese, percè solo coloro che sono convertiti di quella conversione definitiva che è un volgere le spalle al sè stesso,__conversione di cui Gesù parlò a Pietro__, solo allora si riceve e si può eseguire il delicato ministero di confermare, fortificare i fratelli.

"Puro dal sangue di tutti". E perchè era tanto sicuro? Ecco : "Perchè io non mi sono tirato indietro dall'annuciare tutto il Consiglio di Dio". Meditare.

La parola "Consiglio", significa "Volontà". Nessuno può proclamare tale Consiglio se non lo conosce bene lui stesso, e nessuno può darla intera, non addolcita o esagerata, se non è, momento per momento sotto il controllo assoluto dello Spirito Santo, perchè si è tentati di aggiungere o di togliere, o di non dare l'enfasi dove lo Spirito Santo vuole darla.

La protesta di Paolo si riferiva al fatto che lui non aveva deviato mai dal vedere e fare vedere il piano ultimo, conclusione, che si propone il Signore. Ed il piano lo si potrebbe riassumere in poche parole, sempre dello stesso apostolo in Romani 10:4 - "Perchè il termine della Legge è Cristo, in giustizia per ogni credente".

Non possiamo capire chiara la protesta dell'apostolo e l'uso della parola "consiglio" , parola che in effetti è "Volontà" , piano finale di Dio , senza dire qualche cosa su Romani 10:4. Chi ha fretta faccia a meno di leggere.

Il soggetto è vitale e non possiamo avere fretta, quando anche noi affermiamo di aver ricevuto qualche cosa da Colui che ordinò gli apostoli, ed anche noi vogliamo ubbidire ed essere puri del sangue di quelli a cui Egli comanda di ministrare, con la parola e con lo scritto.

Il fine della Legge, di ogni legge, di ogni sforzo nostro, termine di tutto, in tutti, è Il Signore Gesù Cristo. Nulla vale se non ci porta a Lui, se non ci fa rimanere soli a soli con Lui, e piano piano divenire come Lui. Sappia questo chi si erge a consigliere, predicatore ad altri : se il suo ministero attrae le perosne a Gesù Cristo, o a chi, o a che. Sia questo lo scopo finale costante del servo di Lui, se a Lui vuole essere fedele e leale, dando cibo adatto secondo il tempo, diretto non da uomini che gli impongono ciò che deve e come deve dire, ma dal Signore stesso.

Ed a questo punto ci domandiamo se possiamo avere formule e credi nella Chiesa di Gesù Cristo, se, cioè, possiamo noi definire, limitare la Parola di Dio : se dobbiamo insistere su alcune linee scritturali, ignorandone altre ; se possiamo accettare i moniti di quelli che vengono a dirci che dobbiamo prdicare quei versi o altri. Uno scottante tema. Iddio ci aiuti a trattarlo, senza pregiudizio , o parzialità, ma altresì , senza timore umano.
claudio.41
00lunedì 11 febbraio 2008 14:14
"Perchè io non mi sono tirato indietro dall'annunciare tutto il Consiglio di Dio".

Poche volte come in questo scritto ho sentito e sento tanto il bisogno di chiedere al Signore che mi dia di scrivere senza pregiudizio e parzialità, e di invocare la Sua Grazia per chi legge , di mettersi anche lui davanti al Signore, per esaminare questi scritti , senza pregiudizio e parzialità, come se ne dovessi dare conto io, e lui ,allo stesso Sovrano davanti al Quale dobbiamo comparire uno per uno, ciascuno solo, e ciascuno come membro di un corpo.

Le parole del verso 27 hanno più estensione di quanto appare a prima vista. Infatti esse sono variamente tradotte, e tutte le versioni sono esatte, ciascuna additando un lato dell'unica verità. Alcune versioni hanno "Perchè io non si sono guardato, serbato, tenuto indietro dall'annunciarvi tutta la volontà di Dio, a voi".

Consiglio è "Volontà".

Altre versioni , ed anche queste sono accurate , hanno : "Perchè io non ho avuto paura di dire a voi tutto il piano di Dio per voi". Il che dice che c'è uno spavento nel toccare alcune linee scabrose, perchè portano a disturbi e a fare partiti religiosi.

Come che sia, tutte le varie traduzioni hanno la chiara conclusione che non è facile servire il Signore, non è facile confermare i fratelli e parlare francamente, unendo carità a verità, ma è necessario se dobbiamo essere leali verso Colui dal quale abbiamo ricevuto il ministero, se lo abbiamo ricevuto e non ce lo siamo preso da noi stessi. Non solo richiede coraggio, ma sapienza con intendimento, per sapere che, e come dire.

Questo ministero di cui è tipo il discorso di Paolo agli anziani avverte che sono proprio i conduttori che hanno più bisogno di essere ammaestrati e di non farsi indipendenti. Allora vi fu un Paolo, ed altri apostoli per gli anziani; ma, Colui che non si è lasciato senza testimoni in nessun tempo, ha avuto e sempre avrà uomini adatti per ciò a cui Lui li ha chiamati, e preparati , spezzo a mezzo di lacrime e travagli.

Conoscere dunque, il Consiglio di Dio, o più chiaramente , la Volontà, in linea generale e particolare, cioè, adattandola volta per volta a casi singoli . Da un gruppo a un altro, anzi, da individuo a individuo, da pecora a pecora, sono condizioni particolari che richiedono cure particolari.

Volontà di Dio come già è stato accennato è, in questo caso, lo scopo di Lui, per voi ; nel caso in esame era per gli anziani di Efeso. Il dire di Paolo che non si era tirato indietro, o più energicamente, non aveva avuto paura , dichiara che ci sono tentazioni che spaventano anche un apostolo dal dichiarare alcune linee e correggere alcuni casi.

Insisto : "piano di Dio per voi", cioè, alla statura a cui siete arrivati. Paolo, indirettamente dice agli anziani di essere anche essi coraggiosi con carità, illuminazione ed intendimento, cioè, conoscere anche essi la statura e la capacità ricettiva del popolo a cui ministrano.

Ed ora mi si permetta venire più da vicino a casa nostra, cioè, ai nostri tempi, ed ai vari gruppi in mezzo ai quali lavoriamo.

Ogni movimento religioso ebbe origine ( parlo dei movimenti genuini) , nacque per dare enfasi a qualche parte della verità che era stata trascurata, o del tutto sconosciuta. Così sorse quel movimento che potremmo chiamare "Giustificazione per fede", movimento che fu da Dio, e non deve essere inteso ad oscurare la verità che le opere sono prova della fede, anzi, la confermano e la fortificano. Chi crede opera; e chi opera , cresce nella fede, ed afferma a sè stesso che ha davvero creduto, perchè ognuno ha, di tempo in tempo, bisogno di sapere anche lui come si trova nei rapporti col Cielo.

Sarebbe un errore predicare solo la giustificazione per fede, senza dire che siamo predestinati a buone opere le quali il Signore ha preparate affinchè le facciamo (Efesini 2:8-10). Sarebbe errore parlare solo della Grazia senza menzionare la fede, la quale è come la mano che prende i favori dall'Alto. La grazia deve incontrare la mano che prende e che si appropria, altrimenti essa non ha effetto.

Come sarebbe errore parlare di grazia e fede, e non curarsi di operare, perchè in tale caso si diverrebbe oziosi e sterili. Dando importanza ad un aspetto della Verità non bisogna trascurare altre parti, sia pure semplicemente accennandovi quando in date occasioni si è guidati ad insistere di più su linee trascurate, ma farlo in modo da far capire che le altre linee sono anch'esse essenziali.

Potrei moltiplicare gli esempi. In ogni setta ci sono stati uomini che hanno voluto vedere e insistere in un aspetto solo, ed hanno provocato altri alla stessa esagerazione. Chi ha anche una superficiale conoscenza della storia della Chiesa, ricorderà con orrore le guerre religiose e le discordie nelle stesse famiglie, turbando anche i legami più intimi e sacri.

I movimenti religiosi col tempo hanno formulato dei "credi", elencando i punti che essi hanno creduto essenziali. Ma nessun Credo può raccogliere tutta la Parola di Dio, tutt'alpiù ne accenna una parte. Inoltre, la Parola è di lunga distesa, cioè, lo stesso verso Biblico dice più e più a misura che cresciamo nel Signore.

Il "Credo" fatto dagli uomini, benchè fatto con buona intenzione, limita il progresso spirituale. C'è di più. Lo scopo del Consiglio di Dio ha per mira di portarci al Figliolo , che è stato costituito erede di ogni cosa.
Il centro dell'Universo è Gesù Cristo , a cui fù dato , ed è dato ogni potere in terra e in Cielo.
In Cielo , per beneficiare la terra ; sulla terra, per portare al Cielo.
claudio.41
00lunedì 11 febbraio 2008 18:18
Coloro che hanno il senso alle cose spirituali non hanno bisogno che si insista nel dire che è penoso , non dico solo contendere, ma anche di accennare a disturbi ed altro, nelle varie chiese. A volte si è costretti ad occuparcene per stretto dovere , perchè è vero che pure chi scrive non deve tirarsi indietro dall'annunciare tutto il consiglio , volontà di Dio, piano di Lui per i Suoi. Grazie a Dio ci sono umili che accettano l'ammaestramento e le correzioni. Del resto, io che scrivo ho tanto bisogno di essere ammestrato , anche a mezzo di un bambino, perchè l'uomo di Dio deve imparare sempre e da tutti, purchè vengano "nel Nome del Signore", e non di chissà chi, o cosa.

Ci sono quelli che riveriscono giorni speciali ; dovunque vanno non hanno altro messaggio che giorni e giorni. Altri che si occupano sempre dell'al di là, di pene , di punizioni e rigore e di altro, non hanno altro messaggio che quello. Altri ancora si occupano solamente di gerarchie chiesastiche e non hanno altro messaggio che quello , e confondono con un volume di citazioni di concili e testi , contornati da citazioni bibliche, proprio quei versi che sono o sembrano adatti alla loro tesi. E non dicono altro.
Sono pronti ad invadere radunanze che stanno a volte appena crescendo, e turbare i semplici. Ora, come agire con essi?

Iddio ci dia sapienza e prudenza, perchè di tali non ci libereremo mai. C'è un modo solo , se colui che "presiede" si fa guidare dallo Spirito Santo che non viene mai meno. Chi manca di sapienza la chieda a Dio.
Chi presiede deve essere lui stesso libero da parzialità e pregiudizio, perchè se lui è settario, cederà alla facile tentazione di scendere ad argomenti che non giovano. Facciamo un esempio pratico, e chi vuole legga, chi no , ne faccia a meno.

Ecco, si presenta qualcuno con un verso alla mano, e dice : "Dovete predicare questo". Il verso vi è, e molte volte significa proprio , ammettiamolo, quello che il tale gli da come significato. Ecco __ dirà lui__bisogna predicare questo (notate che lui dice "questo" , ma non vi dirà : bisogna predicare Gesù Cristo, Signore) . Il "Questo" divide ; Gesù unisce. Ma egli è interessato al "questo" , ed eccolo col suo Credo , ohimè, spesso mosso da zelo impetuoso, e spesso rappresentante di alcuni, eccolo a dirvi con la Bibbia aperta : "Dovete predicare questo".
Chi presiede faccia leggere quel verso senza impedirlo o contraddirlo subito. Poi (io suggerisco , ma del resto OGNUNO SIA GUIDATO DIRETTAMENTE DALL'ALTO) , chi presiede dirà che quel verso dice proprio ciò che il visitatore afferma, ma poi pregherà il visitatore di leggere lui stesso qualche altro verso, e ciò senza commentare. E, poichè il pastore dell'adunanza deve badare a che il gregge affidatagli non si scandalizzi, se crede, potrà dire :
"Benedetto colui che viene nel Nome del Signore", dando enfasi al "Nome del Signore" , per dire che si accetta chiunque viene, da dovunque viene , purchè sia nel Nome. Vi è potenza in quel Nome, per cui il visitatore onesto viene incoraggiato, e si sente a casa sua; ma vi è forza di scoraggiare , se non viene nel Nome del Signore , ma in qualche altro nome. Se il visitatore viene in qualche altro nome, e non in quello del Signore, nel giro di breve tempo si mostrerà per quello che è , e da quale spirito è animato.

Personalmente, se mi trovassi davanti a un popolo che ha ricevuto l'Evangelo da anni, io pregherei il visitatore di leggerci il capo sei della lettera agli Ebrei, dando enfasi alle parole seguenti , parole che contengono, se meditate , il TUTTO di quello che ruota attorno alle dottrine e "credi" chiesastici :

"Perciò, lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno..." .

Sarà opportuno ricordare ciò che la stessa lettera lamenta, che i lettori, uditori, hanno bisogno di cibo sodo per non rimanere sempre bambini. Intendiamoci, non che il già imparato deva essere dimenticato o mai accennato ; qualche accenno ci vuole , ma in modo da non perdere di vista lo scopo finale del consiglio di Dio , che è di portarci a Gesù , e farci rimanere con Lui. Si faccia notare che i principii elementari di cui nei versi riportati, sono soggetti elevati e seri; quelli che la maggioranza di noi abbiamo creduto i più seri. E, benchè tanto seri , sono però considerati semplici principi elementari, tanto vasto è il regno dello Spirito.

Se chi presiede è lui stesso libero da pregiudizi e parzialità , e ripieno di quella carità che edifica, egli dirà che è bene avere ricordato quei tali versi, ma che non si può imporre a nessuno che debbano essere predicati, perchè Colui che dirige è lo Spirito Santo e che, essendo nella libertà dello Spirito ognuno sia guidato da Esso, senza imporre ad altri. Ma , e quì è il coraggio dell'uomo di Dio, ma teniamo presente che tutta la Parola e il Consiglio , piano di Dio, è di innalzare Gesù Cristo Signore. Se il visitatore , da qualunque parte venga ,vuole innalzare Gesù Cristo, noi lo accogliamo e diciamo : "Benedetto colui che viene nel Nome del Signore".
claudio.41
00lunedì 11 febbraio 2008 21:30
A questo punto, e non prima, l'apostolo fa appello personale agli anziani circa i doveri a cui sono stati chiamati . Continua (verso 28) __
"Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue."

L'esortazione è simile , benchè non nelle stesse parole a ciò che un altro apostolo scrisse : "pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge" (1 Pietro 5:2-3). ( Da notare le parole di Pietro : "Gregge di Dio che è TRA di voi". Non tutti sono pecore del Signore, nelle chiese!)

L'insistenza degli apostoli non è a caso, ma perchè ricordiamo che il Signore Gesù il più del tempo del Suo ministero lo spese con i discepoli, lavorando bene i pochi, affinchè i pochi servano i molti.

Torniamo al discorso di Paolo. L'esame accurato delle parole porta a capire non solo l'importanza del soggetto, ma i particolari, che a volte sfuggono. C'è una connessione tra "badare", perseverare, perchè la parola : "badate a voi stessi" significa come un vegliare continuo, e non una volta per sempre. Badare, vegliare sul gregge, in modo da imitare il Sommo Pastore che ha dato la vita per le pecore. Cioè, a prezzo di sangue!

Il "voi stessi" viene prima. Nessuno infatti può servire Gesù Cristo se lui stesso non è dimorante in Lui, perchè quello che si fa per altri è come una distesa della persona di Lui, in noi. Un dimorare costante, ed avere di continuo la Sua Parola in noi e, per capirci meglio , avere Lui, che è Parola incarnata, che parla di continuo , a noi, in noi.

Dopo la guardia su noi stessi c'è il monito di badare a tutto il gregge. Si badi bene , "a tutto" , cioè, non escludere nessuno, mai facendosi influenzare da parzialità e pregiudizi. Non solo "tutto" come un corpo , ma ogni singolo membro del gregge.

Badare all'assieme ed ai particolari, perchè vi è il messaggio e la cura per il corpo unito, e messaggio e cura per ciascun individuo . Ricordiamo le parole del Sommo Pastore che Lui conosce le pecore, non solo come la Sua gregge, ma, ciascuna pecora individualmente, perchè ognuna di esse ha un nome, cioè, speciale carattere e qualificazioni.

Lo stesso rimedio non può applicarsi a tutti ugualmente, anche nella misura. Solo chi davvero conosce sè stesso, alla scuola di Colui che è Luce, solo quel tale è portato a conoscere, amare e compatire gli altri. Nella moltiplicazione dei pani e dei pesci, nel deserto, è ricordato che TUTTI presero cibo in abbondanza, ed è specificato non il numero complessivo, ma DISTINTO : che furono saziati gli uomini, le donne, i bambini.
claudio.41
00martedì 12 febbraio 2008 14:30
"Lo Spirito santo vi ha costituiti vescovi".

"Costituiti" , posti , messi fermi, come da mano potente, affinchè rimangano dove e come sono stati messi..... E questo al fine di "pascere la Chiesa di Dio" . Due titoli nello stesso verso "gregge" e "Chiesa di Dio" , come ad avere sempre chiaro che questo gruppo che viene ministrato è chiamato alla più alta vocazione nell'Universo, di essere Chiesa di Dio (di DIO!) . Ed affinchè gli anziani ricordino di Chi sono e Chi servono , e perchè Lo servono, vengono le altre parole "la quale Egli ha aquistata col proprio Sangue".



"Pascere" fa ricordare ciò che Gesù Cristo disse a Pietro , affinchè il discepolo fosse atto e volenteroso a pascere. Gli domandò per ben tre volte se Lo amava. La prima lo interrogò su amore di paragone a quello di altri . Le altre due volte domandò se Lo amava di quell'amore assoluto che non è basato su confronto umano. Considerare questo : vi sono oggetti che valgono più di altri, eppure osservati in sè stessi non hanno gran valore . Un oggetto può essere il migliore in un dato luogo, e non essere nemmeno ben osservato se da solo. C'è valore relativo e assoluto . Ciò che importa al Signore è il valore assoluto, senza che ci paragoniamo ad altri. Le parole : "mi ami, mi ami, mi ami", hanno due significati : l'amore che guarda il termine ultimo, e l'amore che investe gli affetti ed è ricco nelle espressioni ed emozioni.
Con Dio occorre l'uno e l'altro. L'amore che guarda lontano, al termine ultimo e si stende in noi e ci possiede in tutti gli affetti ed emozioni.

Non si dimentichi questo, ricordando che Gesù Cristo volle i discepoli vicini e li lodò, perchè avevano perseverato nelle di Lui tentazioni.
Colui che ha creato il cuore e gli affetti , vuole il nostro cuore ed i nostri affetti, affinchè siamo di Lui, spirito, anima e corpo.

Alla risposta di Simon Pietro che lui, Simone, amava ed amava ed amava, risposta che fece appello a Gesù stesso ("Signore mio, Tu lo sai...") , il Signore gli dette la commissione dicendogli "pasci..pasci...pasci.." Parola ricca che significa anche "prendi cura avveduta e delicata".


La forte esortazione dell'apostolo Paolo era comandata da due circostanze speciali, una prossima ed una remota, ma non tanto remota. Paolo non sarebbe più stato con loro, quindi era necessaria una raccomandazione seria ed energica. E ce n'è bisogno di tale raccomandazione. Le parole di quelli che udiamo per l'ultima volta, come le frasi dei moribondi , si scolpiscono nelle anime sensibili.

Possiamo comprendere meglio il discorso di Gesù ai discepoli nell'ultima sera che fu con loro, prima che Lo arrestassero, e le di Lui ultime parole prima dell'Ascensione. E ricordiamo ciò che un altro apostolo ha lasciato scritto, voglio dire ciò che Pietro raccomandò , come si legge nel capo primo della sua prima lettera.

Paolo li vedeva per l'ultima volta. Vi sono conoscenze che diventano realtà in alcune crisi solenni della vita, ed allora si vede quanta sia la differenza tra il semplice conoscere ed il realizzare. Vi sono moribondi per cui non c'è speranza di guarigione, ma ancora respirano . Nel momento che hanno dato l'ultimo respiro una conoscenza nuova ci assale. Conoscevamo ; ora realizziamo. Perciò certe espressioni si scolpiscono nella mente e nel cuore.

Ma c'èra un altra ragione, leggiamo :

" Perchè io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli".

"dopo la mia partenza" . Che dicono tali parole? Dicono che vi è qualche cosa che impedisce per un tempo le apostasie, ma che esse si scatenano appena qualche cosa è tolta di mezzo. Il male, i malvagi, non hanno il coraggio di farsi avanti in certi tempi. Purtroppo alcuni di noi , anche quì tra noi, abbiamo fatto tali esperienze (se ricordate) che appena un conduttore si allontana, sorgono come per incanto degli zelanti ed audaci "predicatori" che prima non si mostravano.
claudio.41
00martedì 12 febbraio 2008 20:32
"Perchè io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli".


Queste le parole, ma l'accento di concentrato dolore dell'apostolo, lo possiamo immaginare.

Prima di proseguire, rispondo ad una possibile obiezione della domanda : "Come è che Dio molte volte agisce, o non agisce, come se non sapesse nulla?"
Io espongo fatti, ma non il perchè Iddio ha permesso, e permette tante cose. Solo, contentiamoci di ripetere che vi è armonia nell'Universo, la quale ora non vediamo, tranne che per fede, ma che essa ci sarà chiara nella pienezza della Luce. Al soggetto:

"Lupi rapaci". Rapaci, è anche nel senso di "opprimenti", come mettendo pesi.

"il gregge" . Il Signore sà con quali e quante lacrime è stato raccolto ; persone che, in maggioranza sono ancora agnelli; che non conoscono la Voce del Pastore, e quindi, facilmente ingannati. Su tali si avventano senza scrupolo i lupi rapaci, opprimenti, e non risparmieranno. Ricordo un vecchio che lavorava più con lacrime che con parole, il quale usava dire che laddove costa molto edificare e raccogliere, è opera facile disperdere e distruggere..... L'apostolo non si fermò ad accennare a quelli che sarebbero venuti da fuori, ma, lo immagino abbassando il capo o come aggirando lo sguardo sugli uditori, continuò __ l'accento, la voce, era dal profondo del cuore__ : "E anche tra voi stessi...".

"Tra voi stessi" , come a dire : non vi ingannino le apparenze...tra voi stessi...sorgeranno alla mia partenza; tra voi stessi sorgeranno uomini....

Non c'è qualifica; non li chiama lupi rapaci e nè malvagi . Il linguaggio è sobrio e misurato....ma uomini...cioè, uomini non toccati dalla Grazia di Dio, benchè siano apparsi agli altri come se fossero arresi al Signore. Tali sorgeranno e riveleranno ciò che era nascosto nei cuori, cioè, uno spirito di fare seguaci a sè stessi . Oggi li voglion fare alle proprie chiese.

"Essi insegneranno cose perverse" .
"Perverse", cioè, storte , alterando la Verità, torcendo il Consiglio di Dio. Ciò è facile usando solo la lettera o usando alcuni versi, trascurandone altri o interpretandoli non in armonia al piano di Dio, che è di portare a Gesù .
Vi sono tanti modi di argomentare e argomentare, usando le stesse Scritture. I lupi rapaci sono ingordi e non hanno pietà nemmeno dei più piccoli del gregge, e i pervertitori della Parola mirano a farsi i loro gruppi (a farli alla propria chiesa), a tirarsi dietro i discepoli.

Vi è, domanderà il lettore, qualche metodo per conoscere o cominciare a conoscere e scoprire i lupi e i pervertitori della Parola? Vi è . Il lupo , se non può subito divorare le pecore , cercherà almeno di disperderle, di mettere sfiducia nel pastore che le guida, così faciliterà ad altro tempo le sue brame; il pervertitore della Parola si conosce dal fatto che cerca di fare proseliti ad una chiesa , ad un capo umano, e non a Cristo.

Ricordiamo il giudizio di Salomone circa le due donne sventurate, cioè chi di esse fosse la madre del bambino vivo. E fu colei che preferì privarsene , purchè il piccolo rimanesse vivo ( 1 re 3:16-28) . I santi di Lui sono disposti a perdere pur di veder vivere il gregge.

Scrivo per i ben intenzionati; gli altri , se pure leggeranno ,non si arrenderanno . Non si arresero a Gesù, e chi siamo noi , povere canne rotte, e lucignoli fumanti! Scrivo perchè Iddio apra gli occhi di quelli che vogliono fare la di Lui volontà e sono in pericolo di essere , o rimanere confusi.

Quì, come altrove, è chiaro che la prova della Verità a distinguerla dall'inganno , è di provare gli spiriti per vedere se sono da Dio o no . E sono da Dio quando si vede Gesù in carne (1 Giovanni 4:1-2), cioè, nell'operato e parola, si vede il Figliolo dell'Uomo che non cercò la sua gloria, ma sempre e solo la gloria di Colui che Lo ha mandato. E così i servi vivono per innalzare Lui, e non sè stessi o chiese ; Lui seguono, e dal Padre attendono approvazione.

Ah, ci sono i modi di distinguere il vero dal falso. Iddio apra i nostri occhi. Amen.
claudio.41
00martedì 12 febbraio 2008 21:03
Chi ama , teme, e Paolo che amava Gesù Cristo, e quindi aveva sacra la missione ricevuta, temeva che le anime affidategli fossero sempre in grave pericolo. Perciò, rivolgendo lo sguardo lacrimoso, con accento e parole scandite, chiare e profonde, continuò :

"Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime".

Esaminiamo non solo le parole, ma noi stessi attraverso le parole :
se amiamo davvero il Signore e le pecore ed agnelli di Lui. Esaminiamoci, e forse qualcuno, toccato nella coscienza dirà : "Signore, manda un altro". Dirà come disse Pietro : "Signore, allontanati da me, che sono uomo peccatore" .

La parola "allontanati" significa : "separati, metti un distacco tra me e Te, perchè io sono indegno". Così dirà o penserà almeno, il vero servo di Gesù Cristo, quando andrà scoprendo l'altura del sacrificio di Lui e come alcuni uomini Lo hanno davvero servito.

Procediamo:

"Vegliate" . Le parole sembrano l'eco di quello che Gesù disse ai discepoli, stanchi e addormentati , cioè, che dovevano vegliare e pregare, perchè lo spirito è pronto, ma la carne, la nostra umanità è debole. Vegliate ; e per vegliare ricordate che le raccomandazioni vengono da uno che ha vegliato anche lui.
E' bene avere presenti i sacrifici di coloro che hanno lavorato per noi, e non immaginare che ad essi sia stata una impresa facile. Leggiamo le vite degli uomini di Dio, e ammiriamo come alcuni di essi poterono tanto soffrire . Sentiamo ribrezzo a leggere, laddove essi ebbero gioia nel soffrire. Sembra che fossero creature di altro stampo di noi, come se non avessero carne e sangue, non fossero soggetti alle stesse passioni come noi, e anche come se non avessero avuto legittime aspirazioni come gli altri uomini. Ricordate, considerate.

A ciò serve anche la comunione dei santi, e il conoscere , oltre che la Grande Vita del Personaggio unico, anche quando ci viene dato, le storie dei santi, degli uomini di Dio, perchè essi furono come noi imperfetti, ma vinsero perchè decisero di essere fedeli a Gesù Cristo, e non ebbero cara la propria vita, fino al punto che la esposero alla morte e ciò fecero sull'esempio del Sommo Pastore , che ha dato la vita per le pecore , e ora vive al Trono, per intercedere. "Vegliare , ricordando" . Che?

Che per tre anni, lungo tempo, giorno e notte, cioè mai scusandomi che fosse notte , e senza luce, non ho cessato; non mi sono concesso riposo ; non mi sono fermato di ammonire, cioè, ho usato, dove necessario, un linguaggio severo, ammonire, con lacrime. Con lacrime.

Permettetemi di inserire ciò che lessi anni fà, ma che si è ripetuto diverse volte anche tra noi. Un tale, gonfio e tronfio delle scuole e col diploma in tasca, aveva predicato un elaborato sermone sul destino degli empi ; un vecchio gli domandò se egli, il predicatore, credesse davvero a quello che aveva predicato con tanto calore.
"Come", replicò l'altro sorpreso, risentendosi della domanda __"come, non ho io predicato chiaro e secondo la Scrittura? In che senso ho sbagliato?"
Oh, non domando se sia Scritturale, ma solo se tu credi , davvero,a ciò che hai annunciato agli altri , disse il vecchio.

Il predicatore affermava in tono risentito che aveva annunciato la verità; e l'inesorabile vecchio ribatteva sull'unica domanda, se lui credesse o no.
Alla fine, vedendo che l'altro non aveva altra affermazione che l'appello alla verità teologica, il vecchio disse , e il tono era solenne : Non è vero che tu credi al destino degli empi, perchè se davvero lo credessi avresti predicato piangendo!


Noi leggiamo senza , forse, apprezzare come dovremmo , il libro del profeta Giona, rimandeno con una strana impressione circa il profeta mormoratore. L'impressione è giusta fino ad un punto, perchè dobbiamo riconoscere che è Giona che testimonia contro sè stesso, e la testimonianza dà enfasi alla Pietà e Misericordia del Signore, quando disse a Giona, con parole alle quali il profeta non replicò, ma che accolse come un tesoro nel cuore . Le parole : "Il SIGNORE disse: «Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; e io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?» (Giona 4:10-11).

Gesù , nel pronunciare la sentenza su Gerusalemme, pianse sopra di lei.
claudio.41
00giovedì 14 febbraio 2008 12:12
"E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati".

Sembra di leggere l'ultimo capitolo della lettera agli Efesini, cioè alla stessa chiesa ai cui anziani stava parlando ora dicendo che non gli avrebbe rivisti più.

Come dire, dopo tante raccomandazioni , che c'è un termine oltre il quale nessun predicatore può e deve andare; perciò il rimettere tutto quello che è stato detto, e quello che non si è riusciti a dire, a Colui che è il compimento di ogni cosa in tutti. Nessun messaggero può dire tutto. Elihu, l'ultimo che parlò a Giobbe, alla fine del discorso dovè mettere Giobbe faccia a faccia col Signore, ed è così di ogni vero servo di Lui ; benchè mosso da Lui a parlare, alla fine deve consegnare il messaggio e le persone a cui ha parlato, al Signore. Come dire : ora vi metto alla presenza diretta di Lui ; parli Lui, ascoltate Lui direttamente.

A questo porta il vero ministero : dopo l'aver detto : "Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo" (a parlare di quello che Gesù , fà e ha fatto) , alla fine il vero servo di Lui deve arrivare a dire : "Ecco l'Agnello di Dio" ( cioè ,additare Lui, affinchè le persone vadano a Lui direttamente!).

Giovanni Battista finì, e i due discepoli, figura e primo nucleo della Chiesa, udito il Battista seguirono Gesù (Giovanni 1:29-37).

Paolo ha parlato ed ora comincia a concludere, dice agli uditori che li raccomanda a Dio .
Vi pongo, in modo definitivo, come prendendoli in braccio e posandoli ai piedi di Lui, perchè quello è il posto , ed a ciò è stato eletto : di portare lui le anime a Dio, quale amico Suo, presentarle, e lasciarle a Lui, e fare come è implicitamente insegnato nelle parole, mai troppo commentate del battista, che l'amico porta la sposa allo Sposo, poi si ritira.

Nel chiamarci amici, non si deve escludere che noi stessi possiamo essere parte della vera Chiesa__Sposa__ ma diciamo che ogni vero servo di Gesù Cristo, essendo lui stesso stato presentato prima al Signore, ora diventa presentatore di altri; e come lui, il servo, ha dovuto rimanere faccia a faccia col Signore, così deve , pieno di santa gelosia per la gloria del Signore, lui stesso ritirarsi e dire : "Ecco, ora vi consegno a Lui, io non posso altro".

Vi affido, vi pongo avanti a Lui , ed aggiunge :"E alla Parola della Sua Grazia". Sembra inutile ma non è, perchè noi siamo così fatti, che ci accontentiamo di teorie, e di rado scendiamo al concreto, ed ai particolari, laddove nel campo dello spirito, bisogna afferrare la verità nell'assieme e nei particolari. C'è la luce che illumina un pò lontano, ma occorre una lampada al piede , perchè c'è pericolo di vedere solo ciò che è vicino o solo ciò che è lontano (Salmo 119:105).

Così l'apostolo, dopo aver detto che li consegna a Dio, al Signore, aggiunge "e alla parola della Sua Grazia". Cioè, non dimenticate che Iddio parla , ed ha parlato. "Della Sua GRAZIA", che cioè dovete di continuo , dipendere da grazia su grazia, perchè la vita dei santi è una catena di grazie mai ininterrotta, allo stesso modo che non si può sospendere il respiro e rimanere in vita.
Egli parla sempre , benchè spesso noi non Lo udiamo. Non è superfluo ripetere che "Parola" è un espressione vasta. Vi è Parola scritta, e la indica lo Spirito Santo, non noi ; vi è Parola rivelata, volta per volta, e anch'essa è rivelata dallo Spirito Santo, e vi è Parola fatta carne, di cui le altre sono accessori, cioè Gesù Cristo, speranza di gloria.
claudio.41
00venerdì 15 febbraio 2008 12:04
"Vi consegno a Dio" , al Signore , e badate che per rimanere nella Sua mano, dovete dipendere dalla grazia e udire di continuo Lui che vi parla, affinchè dimoriate in Lui, e le di Lui parole dimorino in voi. Cioè, Lui sia in voi, e le di Lui parole siano in voi. Dimorare in Gesù e nella Parola, perchè Egli sostiene tutto con la parola della Sua potenza. Non vi è Dio senza la Parola, nè la Parola staccata da Dio. Udire, meditare, vivere nella Sua Parola, e allora, non prima, si diviene Suoi discepoli.

E, domandiamoci : perchè questo definitivo consegnare, dopo anni di ammaestramento ad essi ? Leggiamo : "Il quale può edificarvi e darvi l'eredità di tutti i santificati". Meditare lentamente.

"Il quale" __ Alcune traduzioni hanno "la quale" __ e si riferiscono alla Parola. Io apprezzo tutte e due le traduzioni , sia quella a Lui direttamente, sia l'altra che si riferisce alla Parola di Lui. Lui e la Parola si identificano, come leggiamo in Apocalisse 19, dove la veste tinta di sangue è Parola di Dio, ed anche Lui stesso. La Parola è potente. Ricordiamo quello che Gabriele disse a Maria , che , cioè le parole del Signore hanno potere di effettuare ciò che dicono. La Parola porta con sè potere di esecuzione.

Egli, la Sua Parola è potente di continuare ad edificarvi. "Continuare".
Dunque, vi era ancora bisogno del lavoro di grazia in loro benchè in Dio tutto è compiuto. Vi era e c'è bisogno , perchè il tutto compiuto in Lui è in continuo svolgimento in noi, e fino a che il Signore ci lascia in questi corpi mortali, siamo destinati ad un continuo crescere, perchè un fermarci significherebbe andare indietro. "Edificarvi" è il lavoro di cui è cenno in un altra parte della Scrittura che fa pensare alla costruzione, perchè l'edificio non è completo. Si rilegga Efesini 4:11-13 e si mediti, perchè troppo leggermente udiamo ripetere certe espressioni, una delle quali è "Corpo di Cristo" ; Regno di Dio ed altre ed altre .
Continuare ad edificarvi.

"E darvi l'eredità con tutti i santificati". Ma, dunque , non l'ha ancora data la benedetta eredità? L'ha data , come diritto , potenzialmente , ma in atto non è ancora posseduta. La Chiesa è destinata al regno di Dio . Il lavoro della Chiesa è diretto a portare l'eredità a ricevere il Regno ; questo comincia mentre siamo in questi corpi.
Meditare Ebrei 12:18-29 aiuta. Da stazione a stazione, da altura ad altura, che è lo stesso che dire da crocifissione a crocifissione per essere come Giobbe, ridotti in polvere, siamo portati a vedere faccia a faccia il Signore, e udire, e allora riceviamo il Regno e diveniamo adatti al più alto ministero , che è di intercedere (Ebrei 7:25) ; e per quanto è dato, si riceve fin da questa terra il Regno che è eredità.

Nella seconda epistola di Pietro, al capo 1 verso 19 si legge :

"Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori".
Il linguaggio dice che lui, Pietro, aveva raggiunto l'altura a cui dirigeva i lettori. "Abbiamo" (tutti, compreso lui, Pietro) __ "farete" (loro, i lettori) __ "nei vostri cuori"__ A Pietro la stella mattutina era già sorta nel cuore (la Stella mattutina è Gesù __Apocalisse 22:16) ed era stato promosso dall'uso della parola profetica (la Scrittura) ad udire Lui direttamente.

Vi è la stella mattutina che deve sorgere nei cuori , affinchè si possa davvero attendere la grande Stella Mattutina , ed essere attratti ad essa. Vi è il Regno , l'eredità da ricevere, e si comincia quì, nel pellegrinaggio terreno. Vale ripetere e ripetere che, come l'Agnello fu immolato prima della fondazione del mondo, e la Crocifissione fu l'epilogo della umiliazione , così per la Chiesa di Cristo, destinata al Regno, il Cielo, l'eredità, comincia ora in spirito. Come non vi fu l'Agnello immolato a Gerusalemme senza che prima, avanti i tempi, non fosse stato immolato in spirito, così non vi sarà regno, eredità per la Chiesa, se non si comincia ora, mentre si è in questi corpi. Nessuno si illuda che gli eventi siano come tanti atti magici, che si passi in un momento da uno stato di attrazioni carnali, perchè si è stati perdonati , allo stato di essere nel Regno, ed avere l'eredità, se non si è desiderato, e cominciato ora, mentre siamo in questa vita. Gli anziani di Efeso dovevano capire questa verità, intenderla bene essi stessi, per poter illuminare la gregge ad essi affidata.
Era necessario che l'apostolo gli ammaestrasse? Era necessario.

O anziani, o anziani, o Cristiani maturi, siamo un po più umili che non siamo stati fin ora, perchè abbiamo molto da imparare e in che arrenderci ancora. "Tra i santificati".

«L'Eterno è venuto dal Sinai (ha cominciato dal Sinai, ma non rimase in Siani) e si è levato su di loro da Seir, è apparso nel suo splendore dal monte Paran, è giunto da mezzo delle miriadi dei santi" (Deutereonomio 33:2) . Da altura d altura, da esperienza ad esperienza , viaggiarono, per dire così, coi santi. Così i santificati , santificantisi , cioè divenendo santi e più santi. Bisogna intendersi sulla parola "santi" . Gesù è nostra santificazione, ed è tutto ; ma il tutto di Lui deve penetrare in noi . La parola, quì come in Ebrei 10:14 significa santi che vengono santificati.
Opera compiuta in e da Lui, ma in processo continuo nella Chiesa.
Santi per fede, accettando l'opera compiuta dal Salvatore, ma, altresì, facendoci lavorare verso la perfezione. Chi è santo sia più santo. Il messaggio a quegli anziani , e a noi, era ed è : "voi avete bisogno di Lui, della Sua grazia, della Sua Parola . A Lui vi consegno".



Fine.




Ed ora siamo, spero, meglio in grado di tentare un analisi della lettera agli Efesini.
claudio.41
00venerdì 15 febbraio 2008 20:01
ASCESI IN CRISTO GESU'



Il primo verso dell'epistola contiene l'espressione "ai fedeli in Cristo Gesù", mentre il terzo ci fornisce la chiave di questa lettera di Paolo, con una breve frase che comprende la somma di tutto il suo insegnamento : "...il quale ci ha benedetti di ogni benezione spirituale nei luoghi celesti, in Cristo".

Questa lettera ci eleva all'apice, al "terzo cielo" del privilegio Cristiano , ed è particolarmente ricca di riferimenti all'espressione che stiamo analizzando , "In Cristo Gesù".
In essa troviamo almeno dieci utilizzazioni diverse, separate o combinate delle parole "In Cristo", o "In Lui" applicati alla condizione del credente.
Queste espressioni dimostrano che chi è nato di nuovo possiede già sulla terra le benedizioni celesti, oltre alla promessa dei privilegi futuri.

In questa lettera , l'apostolo ribadisce che noi siamo "In Cristo" :

"Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono in Efeso e ai fedeli in Cristo Gesù. " (Efesini 1:1)


Siamo Eletti :
"In Lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a Lui, avendoci predestinati nel suo amore" (Efesini 1:4)


Siamo Predestinati ad essere adottati come figli :
" avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà" (Efesini 1:5)


Siamo accettati da Dio
"alla lode della gloria della Sua grazia, per la quale egli ci ha resi graditi a Sè, in Colui che è l'amato" (Efesini 1:6 _ vers.Diodati)


Abbiamo ricevuto la redenzione e il perdono :
"In Lui abbiamo la redenzione mediante il Suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della Sua grazia" (Efesini 1:7)


Siamo vivificati:
"Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati" (Efesini 2:1)


Siamo risuscitati:
"e ci ha risuscitati con Lui e con Lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della Sua grazia, mediante la bontà che Egli ha avuta per noi in Cristo Gesù" (Efesini2:6)


Abbiamo ricevuto un sigillo e un eredità:
"In Lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in Lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria" . (Efesini 1:13-14 __da questi versi si vede l'ESSENZIALITA' del chiedere con insistenza lo Spirito Santo)


Queste sono le dieci benedizioni che Dio ci dona e ci ha donato nel presente; ma ne abbiamo anche una futura : la certezza che un giorno saremo riuniti in Cristo con tutti i santi, alla Sua venuta, se siamo (come spiegato negli scritti precedenti) desiderosi di divenire di fatto, "santi e più santi".




La verità particolare che ci viene presentata in questa epistola è quindi la natura celeste e la pienezza divina presenti nella sfera della nuova vita in Cristo. Quando siamo In Cristo per fede, la vita alla quale veniamo introdotti non è terrena, ma essenzialmente celeste.
Essa non deve essere confusa con le gioie e i privilegi che sono di questo mondo, per quanto possano essere puri o legittimi. In Cristo siamo elevati al di sopra del livello di ciò che è terreno, persino di quello della comunione fraterna. I nostri legami umani e le relazioni con il popolo di Dio sono preziosi, ma quello che lo Spirito desidera è superiore agli stessi rapporti tra i discepoli. Eleviamoci con il pensiero , sopra la Chiesa sulla terra, con le sue assemblee di santi e di coloro in via di santificazione, di ordinamenti, e di tutto quello che le concerne ; scopriremo , allora, di essere UNO con Cristo e UNO in Cristo. Egli è in cielo e noi sulla terra, tuttavia la nostra vita in Cristo è celeste perchè è "In Lui" , che è nel cielo.

La parola "luoghi" utilizzata dai vari traduttori può essere fuorviante per certi versi, perchè noi non ci troviamo letteralmente in posti celesti, ma terreni. Nonostante questo però, per quanto possiamo, dovremmo avere stati d'animo , coltivare sentimenti e realizzare esperienze dal carattere celeste. La differenza non consiste semplicemente in una distinzione verbale.

Una devota donna che un giorno visitai per portarle le mie condoglianze a causa delle dipartita di sua madre anziana e consacrata al Signore, mi disse con un sorriso : "Per quarant'anni mia madre , con la mente è vissuta in cielo".

Mentre siamo nel corpo, quì sulla terra, possiamo e dovremmo avere la mente e il cuore in cielo; abbiamo il privilegio di vivere ad un livello superiore, celestiale. Questa è la grande opportunità verso la quale lo Spirito Santo rivolge i nostri occhi .

Come tutti i santi in Cristo Gesù, siamo tutti uno in Lui. Questo pensiero della nostra unità in Cristo, và di pari passo con quello del prezioso privilegio che possediamo in Lui.
Il tema dell'unità in Cristo, particolarmente magnificato tra le beatitudini della vita celeste, nella lettera agli Efesini è trattato più che nel resto del Nuovo Testamento, e sono utilizzate diverse immagini per rappresentarlo.
Per prima cosa , volgeremo lo sguardo agli insegnamenti relativi alla "unità dei santi In Cristo Gesù".





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