La Primavera è l’emblema del neoplatonismo di Botticelli. L’opera va letta da destra verso sinistra descrivendo i personaggi in ordine di apparizione. E’ uno dei dipinti più misteriosi della storia dell’arte per il significato che non è chiaro; i personaggi, infatti, non hanno alcun nesso tra di loro. L’opera prende il nome dal terzo personaggio leggendo da destra, cioè la donna vestita di fiori, personificazione della Primavera.
Il primo personaggio è Zefiro, il vento caldo primaverile che sta per prendere Flora, riconoscibile dal fiore che porta in bocca; accanto a Flora c’è la Primavera, che può essere considerata la figlia di Zefiro e Flora o la stessa Flora che si trasforma in Primavera. Al centro della composizione, leggermente più arretrata rispetto agli altri personaggi, in una nicchia composta dai rami degli aranci si trova
Venere, e Cupido sopra di lei intento nello scagliare una freccia sulle Tre Grazie che stanno danzando la carola dell’Amore; l’ultimo personaggio è Mercurio, colto nell’atto di dissipare le nuvole agitando il caduceo. Tutti i personaggi possono essere legati concettualmente alla figura di Venere; Zefiro, Flora e la Primavera come frutto del loro amore, oppure le Tre Grazie, che nel Rinascimento e nel neoplatonismo in particolare rappresentano i tre livelli dell’amore (saper dare, saper ricevere e saper restituire). Mercurio, invece, che non può essere messo in relazione a Venere, potrebbe essere un riferimento ai Medici in quanto commercianti e banchieri.
Secondo un’altra ipotesi, dato che Lorenzo il Magnifico tornando a Firenze riportò l’uso delle sfilate carnevalesche, il dipinto potrebbe rappresentare la primavera culturale ed artistica portata dai Medici a Firenze. Il dipinto potrebbe anche rappresentare la favola dell’Asino d’oro di Apollonio che contiene tutti i personaggi mitologici dell’opera.
Tra le tante altre ipotesi una afferma che potrebbe non esserci un tema specifico e che i personaggi non debbano quindi avere un nesso tra di loro. Il dipinto non ha una struttura prospettica, e l’unica idea di distanza ci è data dalla Venere, leggermente arretrata rispetto agli altri personaggi. Tutti i personaggi sono chiari e trasparenti, e si staccano nettamente dai colori scuri del prati e degli aranci, inoltre sembrano non poggiare i piedi sul prato.
[Modificato da Maxi71 10/02/2004 0.30]