LA PRIMAVERA - BOTTICELLI

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Maxi71
00martedì 10 febbraio 2004 00:29


La Primavera è l’emblema del neoplatonismo di Botticelli. L’opera va letta da destra verso sinistra descrivendo i personaggi in ordine di apparizione. E’ uno dei dipinti più misteriosi della storia dell’arte per il significato che non è chiaro; i personaggi, infatti, non hanno alcun nesso tra di loro. L’opera prende il nome dal terzo personaggio leggendo da destra, cioè la donna vestita di fiori, personificazione della Primavera.
Il primo personaggio è Zefiro, il vento caldo primaverile che sta per prendere Flora, riconoscibile dal fiore che porta in bocca; accanto a Flora c’è la Primavera, che può essere considerata la figlia di Zefiro e Flora o la stessa Flora che si trasforma in Primavera. Al centro della composizione, leggermente più arretrata rispetto agli altri personaggi, in una nicchia composta dai rami degli aranci si trova

Venere, e Cupido sopra di lei intento nello scagliare una freccia sulle Tre Grazie che stanno danzando la carola dell’Amore; l’ultimo personaggio è Mercurio, colto nell’atto di dissipare le nuvole agitando il caduceo. Tutti i personaggi possono essere legati concettualmente alla figura di Venere; Zefiro, Flora e la Primavera come frutto del loro amore, oppure le Tre Grazie, che nel Rinascimento e nel neoplatonismo in particolare rappresentano i tre livelli dell’amore (saper dare, saper ricevere e saper restituire). Mercurio, invece, che non può essere messo in relazione a Venere, potrebbe essere un riferimento ai Medici in quanto commercianti e banchieri.
Secondo un’altra ipotesi, dato che Lorenzo il Magnifico tornando a Firenze riportò l’uso delle sfilate carnevalesche, il dipinto potrebbe rappresentare la primavera culturale ed artistica portata dai Medici a Firenze. Il dipinto potrebbe anche rappresentare la favola dell’Asino d’oro di Apollonio che contiene tutti i personaggi mitologici dell’opera.
Tra le tante altre ipotesi una afferma che potrebbe non esserci un tema specifico e che i personaggi non debbano quindi avere un nesso tra di loro. Il dipinto non ha una struttura prospettica, e l’unica idea di distanza ci è data dalla Venere, leggermente arretrata rispetto agli altri personaggi. Tutti i personaggi sono chiari e trasparenti, e si staccano nettamente dai colori scuri del prati e degli aranci, inoltre sembrano non poggiare i piedi sul prato.



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[Modificato da Maxi71 10/02/2004 0.30]

"Palantir"
00martedì 10 febbraio 2004 01:44
metto il link della discussione sul Botticelli, per vedere altre opere[SM=x131372]


clicca QUI
Myriamgold
00mercoledì 11 febbraio 2004 18:58
ma sono ipotesi
perchè Botticelli non ha lasciato nulla di scritto di suo pugno per spiegare il suo quadro?
peccato! chi, se non l'autore avrebbe potuto chiarirne l'origine
[SM=x131352] [SM=x131403]

Maxi71
00giovedì 12 febbraio 2004 17:33
già Myriam, sono solo ipotesi... peccato che il Botticelli non abbia lasciato nulla di scritto!!!
Myriamgold
00venerdì 13 febbraio 2004 17:15
eh, magari gli è venuta all'orecchio la frase: "una foto vale più di mille parole" e ha pensato che un quadro ne valesse ancora di più....mannaggia!!!!
[SM=x131352] [SM=x131403]

Maxi71
00lunedì 16 febbraio 2004 19:23
Re:

Scritto da: Myriamgold 13/02/2004 17.15
eh, magari gli è venuta all'orecchio la frase: "una foto vale più di mille parole" e ha pensato che un quadro ne valesse ancora di più....mannaggia!!!!
[SM=x131352] [SM=x131403]




Myriam, ma per caso Botticelli lavorava per la "KODAK" [SM=x131423] [SM=g27828] [SM=x131366]
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