L'isolamento da social-network nuoce «gravemente» alla salute

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Frida07
00sabato 21 febbraio 2009 09:50

LO SOSTIENE UN DISCUSSO STUDIO BRITANNICO

E, oltretutto, pare che coloro che vi aderiscono, spesso, abitino vicino ma si vedano sempre meno «dal vero»

MILANO - Tumori, ictus, problemi cardiaci e persino la demenza. Meglio scollegarsi subito: chi sta usando Facebook o sta mandando messaggi con Twitter o si sta costruendo un avatar su Second Life è avvertito: il social networking online fa male alla salute. Un po' esagerati? In effetti sembra anche a noi, ma di tutto questo si dice convinto lo psicologo Aric Sigman in un articolo pubblicato su Biologist, il giornale dell’Institute of Biology inglese. Secondo l’esperto, la perdita di contatti reali e di relazioni interpersonali «dal vivo» ha effetti biologici sul nostro organismo. In primo luogo può alterare il modo in cui i geni lavorano, poi può interferire con le risposte immunitarie, i livelli di ormoni, la funzionalità delle arterie e infine può influenzare le performances mentali. Ergo: aumenta il rischio di malattie serie.

ISOLAMENTO - I siti di social networking , secondo Sigman, creati per stimolare l’interazione fra le persone, in realtà hanno contribuito a isolarle. «Non ci sono prove – ha detto l’esperto - che dimostrino un effetto positivo dei social network sulla capacità di socializzare, ma esistono prove che invece ne fanno emergere un lato negativo, almeno per la salute». Secondo la nuova ricerca il numero di ore che le persone (in questo caso i cittadini britannici) trascorrono interagendo faccia a faccia con gli altri si è ridotto drasticamente dal 1987, parallelamente alla diffusione dei mezzi elettronici. E in meno di vent’anni è triplicato il numero di individui che affermano di non avere nessuno con cui discutere di problemi importanti.

MONDO VIRTUALE - Non solo il mondo virtuale mina la salute ma, aggiunge Sigman, impoverisce i rapporti sociali e la capacità delle persone di leggere il linguaggio del corpo. Un panorama davvero preoccupante. Ma non tutti sono d’accordo. Analizzando nei dettagli il lavoro, c’è chi sottolinea il fatto che in realtà si tratta di una ricerca «compilativa», con tanto di citazioni, ma diversa dai classici lavori scientifici pubblicati normalmente da riviste del calibro di Nature o Scienze. Il dibattito è aperto, ma a questo punto vale anche la pena di citare un’altra ricerca, appena presentata al meeting annuale dell’American Association for the Advancenment of Science appena conclusosi a Chicago. Ricerca che aveva l’obiettivo di esaminare le tracce digitali lasciate dalle persone che usano diversi sistemi di comunicazione, dal cellulare alle mail fino appunto ai social network, e che ha scoperto come i ragazzi che comunicano attraverso la rete in realtà abitino nella stessa area geografica.

I TEENAGER - «I teenager- ha commentato Noshir Contractor esperto di scienze comportamentali alla Northwestern University di Chicago – tendono a diventare amici degli amici, non di persone che non fanno già parte del loro gruppo. E noi abbiamo dimostrato che la tecnologia non cambia i nostri network sociali».




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