L'Alba: analisi dell'Eresia Amarniana

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roberta.maat
00mercoledì 6 agosto 2008 17:22
Inserisco qui questa discussione soltanto per un fatto di cronologia.

Vorrei tentare, infatti, di "spogliare" il periodo amarniano, della sua connotazione teologica.

Una operazione non facile per mille motivi.
Fatta la dovuta premessa che lo studio delle antiche civiltà necessariamente ci porta alla dimensione del Mito ed ad esaminare gli eventi sempre con riferimento alla "parte forte" del pensiero di un popolo che,in assenza di filosofia, è la Religione, vorrei cercare di
capire quanto della vita di una civiltà evoluta possa essere valutato accantonando il trascendens a favore dell'immanens.

Mi spiego meglio, o tento di farlo,facendo per prima cosa una domanda a voi : esiste uno studioso che abbia tentato questa estrapolazione ?
A prima vista uno studio in questi termini potrebbe sembrare superficiale perchè non tiene conto del contesto globale, ma quanto invece potrebbe offrire in termini di comprensione il conoscere le pulsioni materiali,sociali e politiche tentando di "guardare con occhio laico" ?

Tutti i testi letti da me, ovviamente non fanno questa operazione di impoverimento e magari offrono un quadro delle realtà sociali in egitto e nei paesi viciniori sempre però garantendo l'aderenza alla
situazione religiosa del momento.

La rivoluzione di Amarna potrebbe essere più chiara se tentassimo anche di approfondire, dico approfondire, il contesto scarno politico ?

Forse non ho espresso bene il mio pensiero ma questo è il massimo che sono riuscita ad esprimere e mi auguro che abbiate voglia di chiarirmi le idee.
Hotepibre
00mercoledì 6 agosto 2008 18:19
Perbacco, mi inviti a nozze... se ho ben capito tu vuoi sfrondare la religione dalla sua patina filosofica (che poi questo è secondo me la religione, un sottoinsieme -matematicamente parlando- dell'insieme più grande che chiamiamo filosofia) per individuarne i contorni dappirma "umani" e poi "politici".
Perchè, in sostanza, prima si giunge a QUELLA religione e non ad un'altra e cosa "nasconda" sotto un profilo più prettamente strategico-politico...

Se è questo il tuo obiettivo, direi che NO, nessun autore che io conosca ha lavorato esclusivamente in tal senso e aggiungo che l'argomento mi attira non poco! Potrebbe essere stimolante ed interessante guardare la "religione atoniana" da altre prospettive.

roberta.maat
00mercoledì 6 agosto 2008 18:24
Hotep, ti ringrazio, davvero vorrei uno studio "nudo" di quel periodo, non mi va più di sentir parlare di divinità eresie e fanatismi religiosi. Meglio vorrei sentire anche altro.
Vuoi tentare questa strada ?
pizia.
00giovedì 7 agosto 2008 22:20
Tutt'altro, che io sappia tutti hanno iniziato la trattazione sempre dal problema teologico... buona fortuna!
roberta.maat
00venerdì 8 agosto 2008 09:03

Tutt'altro, che io sappia tutti hanno iniziato la trattazione sempre dal problema teologico... buona fortuna!



Vedi Pizia...io penso che il problema teologico rappresenti l'involucro del problema politico, quindi una sovrastruttura che l'individuo pensante ha imparato a costruire "mattone su mattone",dapprima per spiegare ciò che apparentemente non può avere spiegazioni e successivamente per motivare e giustificare le proprie azioni e quelle dei suoi simili.
Dovremmo essere noi,dopo secoli di analisi, a dipanare questa matassa liberando la dignità o l'indegnità umana dalle gabbie.

Ci stiamo occupando di una civiltà evoluta e non posso credere che il pensiero e le azioni dell'uomo,dopo i millenni dell'evoluzione, debbano essere studiati solo con l'agevolazione della conoscenza dell'aspetto teologico della loro vita.

Nella rivoluzione Amarniana, a mio parere, il pensiero politico dovette essere un motore potente e a noi non basta sapere che fosse costruito su ciù che ancora non si chiamava "filosofia" ma già era un
sentiero battuto da lungo tempo.

-francis-
00venerdì 8 agosto 2008 12:05
Io credo che agli albori l'uomo fosse consapevole di una entità superiore che guidasse le sue gesta e i suoi pensieri.
Le manifestazioni della natura per lui erano espressioni di questa entità: la pioggia, il sole, la notte, etc.
I pesci nei fiumi erano mandati da quello che, per semplicità, chiamerò Dio, così come la selvaggina e tutto quello che serviva all'uomo per vivere.
Poi, piano piano, la mente si è evoluta, ha scoperto il fuoco e, chissà, forse ha pensato che quella scoperta non era opera di Dio ma di lui stesso, ed avrà iniziato a pensare che poteva iniziare per lui una vita non più soggetta ad una entità invisibile, ma determinata dalla propria volontà.
Gli stregoni di un tempo, che guidavano la vita spirituale dell'uomo, si sono poi tramutati in sacerdoti... ed oggi nel clero.
Saltando all'antico Egitto questo clero, come ben sappiamo, ha prevalso sulla regalità del faraone, mettendolo in secondo piano agli occhi del popolino e togliendogli la prerogativa propria di un regnante.
Credo che Akhenaten abbia voluto toglierere a questa casta (oltre al potere temporale) anche la possibilità di fare da tramite fra il popolo e il Dio: solo lui, a questo punto, era deputato a questa incombenza...
roberta.maat
00sabato 9 agosto 2008 16:53

Credo che Akhenaten abbia voluto toglierere a questa casta (oltre al potere temporale) anche la possibilità di fare da tramite fra il popolo e il Dio: solo lui, a questo punto, era deputato a questa incombenza...



Questo pensiero eleva Akhenaton alla posisione di mistico e facilmente lo identifica con l'eretico.......io non vorrei continuare su questa falsariga, piuttosto vorrei cercare di capire se la sua vita fu l'espressione di un metodo, facilmente comprensibile dai suoi contemporanei,teso al raggiungimento di un disegno politico o se fu invece l'espressione di una spiritualità vera frutto di elaborazione del pensiero teologico.

Mi rendo conto che esistono più elementi a favore della seconda tesi ma continuo a pensare che si potrebbe astrarre dal contesto e,quasi come una esercitazione matematica, procedere all'esame di tutte le variabili meno una, per valutare poi se la figura di Akhenaton sia stata una necessità storica o un "evento" imponderabile.
pizia.
00domenica 10 agosto 2008 01:17
Dunque se ho capito bene non vuoi parlare di teologia solare.
Bisogna trasformare tutto in lucida tattica.
Già dai tempi di Amenhotep III (o dal suo predecessore?) si sentì l'esigenza di porre un freno allo strapotere della casta sacerdotale della capitale: avevano superato il limite e andavano ridimensionati.
E con i potenti religiosi anche tutti i vari funzionari, che erano diventati una schiera potente.
Se si fossero coalizzati avrebbero potuto porre fine all'istituto fatraonico ed imporre un loro governo alternativo, uno stato militare oppure un'oligarchia.
Il re non dormiva sonni tranquilli.
Il modello della monarchia appartenuto all'Antico Regno dava maggiori garanzie di sopravvivenza?
Tornare ad essere l'unico in contatto col divino poteva essere il rimedio contro la degenerazione del sistema?
Esisteva una percezione della realtà storica di eventi accaduti un millenio prima?
roberta.maat
00domenica 10 agosto 2008 10:52

Pizia:

......Esisteva una percezione della realtà storica di eventi accaduti un millenio prima?



La percezione storica.......questa è già una bella domanda ma io ritengo che la risposta sia necessariamente un sì.
Questo popolo è figlio di una civiltà millenaria e porta con sè il ricordo di realtà che non possono essere inquadrate esclusivamente come Miti.
Non sappiamo o crediamo di non sapere quale fosse realmente la memoria del passato ma è certo che una parte almeno dei "pensanti" avesse gli elementi per valutare gli eventi.
I Miti passano tra le generazioni per trasmissione orale, il più delle volte, ma il succedersi degli avvenimenti, sia pure in chiave teologica e spesso rimaneggiato, è stato trasmesso ai posteri nella forma della pietra o del papiro a testimoniare l'esigenza di sottolineare ricordando insieme all'esigenza della propaganda.

Nelle epoche successive abbiamo conosciuto la figura dello "storico" che, seppure in ambiti territoriali diversi, si è dato cura di stendere cronache, più o meno attendibili, con lo scopo di raccontare
e capire.
Storici egiziani non se ne conoscono ma è superficiale, secondo me, credere che l'uomo del Nilo non abbia mai intrapreso questa strada pur sentendo, quasi in modo maniacale, l'esigenza di annotare tutto.

Mi chiedo se la chiave di lettura di questa civiltà possa arricchirsi anche di un altro aspetto o se dobbiamo "rassegnarci" all'idea che dai Greci viene la codificazione del pensiero politico perchè furono i primi ad aver avvertito questo aspetto del pensiero.
pizia.
00lunedì 11 agosto 2008 14:26
Re:
roberta.maat, 10/08/2008 10.52:


Pizia:

......Esisteva una percezione della realtà storica di eventi accaduti un millenio prima?



La percezione storica.......questa è già una bella domanda ma io ritengo che la risposta sia necessariamente un sì.



E allora quanto distorta?
Siamo in grado di capirlo e di aporre alcune correzioni?


roberta.maat
00lunedì 11 agosto 2008 18:07
Cara Pizia, purtroppo già nella tua nuova domanda si capisce che si avverte, anche da parte nostra che studiamo per diletto, che qualcosa di quello che impariamo giornalmente non è corretto e, nella migliore delle ipotesi, incompleto.
Siamo forse in grado di capire ma le correzioni non sono in nostro potere. Due secoli di egittologia e centinaia di egittologi archeologi,filologi hanno dato l'impronta a questo studio probabilmente dando il meglio dal punto di vista delle conoscenze così come si sono influenzati a vicenda.
Non so darti una risposta ma solo riproporti il mio desiderio di atomizzare un periodo e studiarne l'aspetto politico.
Fino a questo punto dell'indagine riesco solo ad identificare l'operato di Akhenaton come una repressione della spinta oligarchica che avrebbe concepito il clero di Amon......ma l'una o l'altra forma di governo avrebbe potuto essere recepita e valutata dal popolo ?
E il concetto di Monarchia e quello di Oligarchia sono solo due espressioni di una unica idea del potere ? Quanto la scelta di una forma o dell'altra può essere incisiva sugli aspetti sociali del paese ? E poi quanto di una scelta o dell'altra può avere avuto in considerazione una politica estera ? [SM=x822741]
L'autorità in un paese deve rappresentare una forma di governo e non mi piace pensare che i mutamenti siano solo il frutto delle spinte di interessi personali. [SM=g999100]



pizia.
00venerdì 15 agosto 2008 00:58
Siccome sembra che già il padre di Akhenaton avesse iniziato la deviazione teologica a favore di un ritorno alla supremazia solare, è possibile che Amenhotep III avesse conoscenza attendibile della storia dell'Antico Regno, quando il re e lui soltanto poteva garantire il contatto con la divinità?
Ma in fondo che sia stato il padre o il figlio poco importa, sembra strano comunque ch e sullo scorcio della XVIII dinastia qualcuno avesse conoscenza della situazione sociale relativa a mille anni prima.

Certamente il re era un personaggio istrutito, dunque se esisteva una fonte, orale, scritta o disegnata comunque egli poteva attingervi, ma proprio sulle fonti nutro dubbi.
Generalmente necessitano di un'interpretazione che tenga nella dovuta considerazione vari aspetti e non credo che i nostri potessero avere nemmeno la conoscenza delle prime dinastie che abbiamo noi, sebbene siamo più distanti nel tempo.

Però Amenhotep III, suo figlio e alcuni nobili vicini alle posizioni di potere erano certamente intelligenti a sufficienza per elaborare a loro volta un modello di monarchia assoluta, strettamente legata a giustificazioni religiose, che, per queste sue caratteristiche, si sarebbe potuto rivelare molto simile al modello di Sneferu e discendenti prossimi.
roberta.maat
00venerdì 15 agosto 2008 12:43

Però Amenhotep III, suo figlio e alcuni nobili vicini alle posizioni di potere erano certamente intelligenti a sufficienza per elaborare a loro volta un modello di monarchia assoluta, strettamente legata a giustificazioni religiose, che, per queste sue caratteristiche, si sarebbe potuto rivelare molto simile al modello di Sneferu e discendenti prossimi.



Quindi tu escludi che nei "santuari" del potere potessero trovarsi memorie di un passato politico sul quale costruire modelli di governo.
Eppure la vita di Kemet non è stata sempre tranquilla, invasioni e pericoli esterni sono sempre stati contrastati e non certo solo per gli impegni militari. Io credo che questo paese, non solo il suo capo, avesse da tempo una coscienza di sè quindi il concetto di Stato
era conosciuto. Per questo uno studio del sociale è sicuramente previsto dal faraone e dal suo entourage, con lo scopo di offrire al popolo la situazione migliore che favoriscala coesione indispensabile alla sopravvivenza dello stato.
Abbiamo concluso che il mezzo migliore fosse la religione ma non sappiamo quanto di "machiavellico" ci sia in questo.
pizia.
00sabato 16 agosto 2008 10:25

avesse da tempo una coscienza di sè quindi il concetto di Stato
era conosciuto.


Ok per la coscienza di sé, anche la conoscenza del concetto di stato, ma la storia per loro era ancora semplice cronaca, non analisi.
Non credo possedessero una storia critica fra il loro documenti, ma solo elenchi, lunghissimi interminabili elenchi.

Ciò non toglie che di fare critica fossero capaci, ma le loro fonti erano limitate al presente, al passato prossimo, e a quel poco di storia che potevano aver conservato nella memoria.
Inoltre, bisogna considerare le fonti orali, per loro ben più importanti di quelle scritte, le quali, per propria caratteristica intrinseca hanno la possibilità di essere cambiate ogni volta che vengono raccontate.

A volte capita anche a quelle scritte, quando vengono ricopiate da stranieri, da fanatici, tradotte, censurate, ecc.

Comunque immagino che potesse bastare ad elaborare un nuovo concetto di monarchia religiosa come l'evento amarniano.
antonio crasto
00sabato 16 agosto 2008 11:44
Cara Roberta,
intervengo solamente ora in questa discussione, perché, oltre a essere molto impegnato, non ho capito bene cosa intendi per “spogliare” il periodo amarniano dalla sua connotazione teologica.
Mi sembra di capire che tu voglia analizzare se esiste la possibilità che la “rivoluzione” di Akhenaton, ispirata più o meno dal padre e dai nonni, non sia stata originata dal desiderio di opporsi al clero di Amon, ma piuttosto dettata da motivi politici, in senso lato.
Mi trovo in grande difficoltà perché l’essenza stessa del sovrano egizio prevede uno stretto legame tra politica e religione. In altre parole lo stato egizio, pur non concedendo il massimo potere ai sacerdoti, prevede da parte del faraone il pieno rispetto del Maat e della religione.
Forse più che di religione si dovrebbe parlare di centri sacerdotali di Waset / Tebe e Iwn / Helopolis e ovviamente del potere politico del rispettivo clero.

Tu conosci il mio pensiero, ma per chi non ha ancora letto il mio saggio provo a presentarne una sintesi.

Con la XVIII dinastia crebbe l’importanza politica di Waset / Tebe e quella religiosa del clero di Amen. Io non credo che il clero di Ra del centro religioso di Iwn / Helipolis sia stato coinvolto nella conquista del Basso Egitto da parte degli Hyksos, ma è certo che questa situazione dovette togliere a Ra e al suo clero un po’ d’importanza. La divinità solare di Iwn non si dimostrò in grado di salvare l’Egitto dalla dominazione straniera, mentre la divinità solare di Waset risultò ispiratrice della rivalsa dei principi e sovrani della XVII dinastia e pertanto potè godere dei benefici economici e politici che costoro elargirono al suo clero come segno di ringraziamento.
La situazione si esasperò, a mio parere, in due particolari momenti della XVIII dinastia, durante i regni del faraone donna Hatshepsut e quello di Amenhotep III.
Entrambi dovettero ricorrere all’idea di essere stati generati direttamente dal dio Amen, che si sarebbe sostituito momentaneamente, durante il concepimento, al proprio padre. Questo sotterfugio politico fu sicuramente ispirato, nel primo caso, per avallare il diritto al trono del primogenito / femmina di Thutmose I e, nel secondo caso, per superare delle probabili (a mio parere) problematiche di successione a Thutmose IV.
Il clero di Amon fu ricompensato con benefici economici e con l’acquisizione di potere politico, ma tutto sommato la cosa rimase nell’ambito della famiglia reale, essendo impensabile che i capi del clero potessero essere estranei alla casa reale e potessero contrapporsi al potere politico del faraone.

Fatta questa necessaria premessa, possiamo tentare di analizzare il periodo amarniano.

Io ritengo che l’approccio finora tentato sia errato e non giustifichi la così detta rivoluzione atoniana. Si è finora cercato di giustificare il comportamento di Akhenaton col desiderio di opporsi al clero di Amen, per togliergli lo strapotere politico che aveva raggiunto. Per far questo il faraone “eretico” avrebbe creato il culto dell’Aton e avrebbe considerato se stesso unico intermediario della nuova divinità.
A mio parere questa visione politico-religiosa presenta molte lacune:

- non si considera che in una monarchia assoluta il sovrano avrebbe potuto semplicemente togliere o ridurre al clero di Amen i benefici economici e il potere politico acquisito;
- non si considera che l’Aton è semplicemente il disco solare, l’entità fisica della teofania solare, Ra;
- non si giustifica la nuova capitale e la sua realizzazione in tutta fretta;
- non si giustifica la creazione della nuova reggia di Malgata, nella parte occidentale di Waset / Tebe, quella dedicata alle necropoli e ai templi dei milioni di anni;
- si dimentica che il faraone era effettivamente l’unico intermediario col dio creatore e che pertanto Akhenaton avrebbe semplicemente esaltato questa caratteristica peculiare del sovrano;
- si dimentica che l’accanimento verso Amen e il suo clero fu concentrato alla fine del regno di Akhenaton, quasi sicuramente dopo la morte del padre.

La mia interpretazione considera la possibilità che il tutto sia stato ispirato da una gravissima emergenza sanitaria (forse peste) e dalle pessime condizioni di salute di Amenhotep III. In poche parole la divinità solare Amen si sarebbe dimostrata impotente e non avrebbe accolto le preghiere del faraone. Amenhotep III si vide così costretto a riportare in auge la vecchia teofania solare Ra e a ricorrere per guarire persino alle intercessioni della dea straniera Ishtar.
Dopo la celebrazione del suo primo giubileo (forse anticipato al 27° anno di regno) Amenhotep III avrebbe deciso di nominare coreggente Amenhotep IV e di tentare l’intercessione di Ra.
Con l’aggravarsi della pestilenza fu deciso poi di separare fisicamente i due coreggenti e dare così una maggiore possibilità di sopravvivenza alla dinastia.
Il culto del disco solare consentì una costruzione veloce della nuova capitale, Akhetaton, la quale fu edificata per ragioni sanitarie in un luogo fino ad allora desertico.
Akhenaton si chiuse così in una lunga quarantena, dedicandosi alla venerazione di Aton-Ra e sperando di poter superare l’emergenza sanitaria.

Fine della 1° puntata.
-francis-
00sabato 16 agosto 2008 11:51
Molto interessante quello che scrivi, Antonio.
In effetti avevo già sentito parlare della pestilenza, ed il fatto che Akhenaten avesse fatto erigere delle stele nelle quali vi aveva fatto incidere che non sarebbe mai uscito da quei confini potrebbe testimoniare la quarantena alla quale il faraone ed il suo seguito si erano sottoposti.
Questa pestilenza, fra l'altro, viene anche citata nelle lettere di Amarna, quelle dei Grandi Re...
roberta.maat
00sabato 16 agosto 2008 13:03
Grazie ad Antonio per il lungo intervento, anche a Pizia e a Francis !
Abbiamo aggiunto un altro tassello importante che almeno giustifica la fuga da Tebe e la ricerca di un luogo puro.
Ora sono in ritardo non posso dilungarmi ma stasera commenterò più accuratemente tutte le vostre graditissime risposte.
roberta.maat
00sabato 16 agosto 2008 17:26

Antonio :Cara Roberta,
intervengo solamente ora in questa discussione, perché, oltre a essere molto impegnato, non ho capito bene cosa intendi per “spogliare” il periodo amarniano dalla sua connotazione teologica.
Mi sembra di capire che tu voglia analizzare se esiste la possibilità che la “rivoluzione” di Akhenaton, ispirata più o meno dal padre e dai nonni, non sia stata originata dal desiderio di opporsi al clero di Amon, ma piuttosto dettata da motivi politici, in senso lato.



Allora, opporsi al clero di Amon necessita di un chiarimento....

questo desiderio è una rivolta monarchica contro un potere che la minaccia ? Se è semplicemente questo la rivoluzione Atoniana è svuotata di significato perchè nasconderebbe solo una lotta di potere e non mi sembra che un "castello teologico" possa essere inventato al fine di riaffermare l'autorità. Solo nel caso in cui la Grande Casa avesse voluto dare un segnale comprensibile al popolo creando più adepti possibili, potremmo accettare....altrimenti si deve pensare che sarebbe bastata una azione di forza.....e non abbiamo testimonianza di guerre civili.
D'altra parte se invece fosse un desiderio maturato dopo una profonda convinsione filosofica acquisita con gli studi ai quali Amenhotep III
avviò suo figlio, dovremmo trovare testimonianze di reazione da parte del clero che invece tace e convive col nuovo pensiero teologico.


Io ritengo che l’approccio finora tentato sia errato e non giustifichi la così detta rivoluzione atoniana. Si è finora cercato di giustificare il comportamento di Akhenaton col desiderio di opporsi al clero di Amen, per togliergli lo strapotere politico che aveva raggiunto. Per far questo il faraone “eretico” avrebbe creato il culto dell’Aton e avrebbe considerato se stesso unico intermediario della nuova divinità.



Infatti hai ragione......io non ho detto questo !


La mia interpretazione considera la possibilità che il tutto sia stato ispirato da una gravissima emergenza sanitaria (forse peste) e dalle pessime condizioni di salute di Amenhotep III. In poche parole la divinità solare Amen si sarebbe dimostrata impotente e non avrebbe accolto le preghiere del faraone. Amenhotep III si vide così costretto a riportare in auge la vecchia teofania solare Ra e a ricorrere per guarire persino alle intercessioni della dea straniera Ishtar.



Un elemento sicuramente importante.


Con l’aggravarsi della pestilenza fu deciso poi di separare fisicamente i due coreggenti e dare così una maggiore possibilità di sopravvivenza alla dinastia.
Il culto del disco solare consentì una costruzione veloce della nuova capitale, Akhetaton, la quale fu edificata per ragioni sanitarie in un luogo fino ad allora desertico.
Akhenaton si chiuse così in una lunga quarantena, dedicandosi alla venerazione di Aton-Ra e sperando di poter superare l’emergenza sanitaria



Qui mi sorge una curiosità ! Questa coreggenza che fonte ha ? Chiedo scusa ma non lo so.Il progetto di Akhetaton è frutto di Amenhotep ? Se
è così Akhenaton ho solo concretizzato l'idea del padre ?
Questa immagine della quarantena mi fà pensare che Antonio non abbia in grande considerazione il faraone di cui parliamo. Avrebbe potuto fuggire e salvarsi da solo altrove....no ?

Vorrei un commento della situazione esterna al paese e sono sicura che Antonio l'ha studiata a fondo.





Neferneferuaton
00sabato 16 agosto 2008 18:01
Scusate se intervengo in questa interessante discussione.
una cosa che non mi è chiara è: la coreggenza di padre e figlio è cosa certa? ed è cosa certa che avessero il medesimo intendimento religioso? Sull'Aton intendo.
Perchè asserire che la fondazione di Akhet Aton sia dovuta ad una catastrofe naturale come una pestilenza? Invece che al volere del faraone di costruire una città ideale (non so tipo sabbioneta voluta fin nei minimi particolari secondo preciso progetto)luogo di adorazione perfetto per l'Aton?
pizia.
00domenica 17 agosto 2008 08:46
Re:
antonio crasto, 16/08/2008 11.44:


A mio parere questa visione politico-religiosa presenta molte lacune:

- non si considera che in una monarchia assoluta il sovrano avrebbe potuto semplicemente togliere o ridurre al clero di Amen i benefici economici e il potere politico acquisito;
- non si considera che l’Aton è semplicemente il disco [SM=g1361799] solare, l’entità fisica della teofania solare, Ra;
- non si giustifica la nuova capitale e la sua realizzazione in tutta fretta;
- non si giustifica la creazione della nuova reggia di Malgata, nella parte occidentale di Waset / Tebe, quella dedicata alle necropoli e ai templi dei milioni di anni;



A me non sembra che la teoria diciamo “tradizionale” trascuri gli aspetti che tu hai elencato Antonio.
- La monarchia in effetti era assoluta e infatti il sovrano ha reagito levando e riducendo benefici e potere al clero di Amon; in ogni caso questo è un dato di fatto, non mi risulta che nessuno studioso, per quanto alternativo possa essere, abbia mai asserito che il potere del gruppo sacerdotale di Waset sia stato confermato o accresciuto.
Al limite si può contestare il fatto che il sovrano non si sia fermato lì, ma abbia costruito tutta quell’impalcatura teologica che in questo topic Roberta voleva dimenticare.
- Sull’Aton, disco solare, come la manifestazione di Ra più evidente e tradizionale, non ho mai trovato alcun autore discorde, anzi, mi sembra che tutti quelli che ho letto, anche se pochi, concordassero pienamente su questo punto, soffermandosi abbondantemente sulle sottili implicazioni del ricorrente richiamo a Ra (ma stiamo di nuovo parlando di teologia, scusa Roberta);
- La nuova capitale e la fretta sono temi davvero poco giustificati;
- Anche le motivazioni della costruzione della nuova reggia di Malqata sono spesso poco incisive.


pizia.
00domenica 17 agosto 2008 09:01
Re:
antonio crasto, 16/08/2008 11.44:



- si dimentica che il faraone era effettivamente l’unico intermediario col dio creatore e che pertanto Akhenaton avrebbe semplicemente esaltato questa caratteristica peculiare del sovrano;
- si dimentica che l’accanimento verso Amen e il suo clero fu concentrato alla fine del regno di Akhenaton, quasi sicuramente dopo la morte del padre.



- Sul faraone come unico intermediario credo non ci possano essere dubbi, il timore era che col tempo venisse dimenticato questo dogma fondamentale della religione egizia, o forse dovrei dire della politica egizia, in questo caso è davvero evidente che sia politica. Ma come tutte le cose che diventano di uso normale, prima o poi finiscono per tramutarsi in diritto acquisito: questa evenienza fu da sempre la spada di Damocle che pendeva sulla testa di tutti i re, un circolo vizioso avvolto a spirale sempre più stretto, fino all’annullamento del potere centrale, necessita per essere interrotto di atti di forza o di eventi imponderabili, comunque di qualcosa che ripristini lo stato iniziale.
Spenderei qualche parola in più: “il Signore da e il Signore toglie”, finché tutto rimane così ognuno percepisce la sua stretta dipendenza dal Signore, ma quando il Signore garantisce a vita un beneficio, già si leva un potere; quando poi per motivi di vario genere il beneficio comincia a diventare ereditario, a non tornare cioè nelle mani del concessionario alla fine del contratto, è proprio finita, viene perduto per sempre.
Allora il Signore deve riprendere il potere con la forza, oppure un evento esterno può aiutarlo in questo senso.
Il beneficio in questo caso è la possibilità di dialogare con la divinità: il re comincia a faresi sostituire qualche volta, poi spesso, poi sempre, poi quando vuole farlo non può più.

- L’accanimento verso Amon venne alla luce verso la fine del regno di Akhenaton, questo è vero, ma non credo che si dimentichi ciò, forse viene spiegato in una maniera che alcuni possono non ritenere sufficientemente probante, e in effetti, come dici all’inizio della frase che ho citato, tale è a tuo parere una lacuna della spiegazione tradizionale, mentre secondo altri può bastare.

Tutto ciò non toglie che possa essere intervenuta un’emergenza sanitaria, proprio come un’epidemia, cioè un evento esterno che abbia giocato a favore del nuovo sovrano, o che gli abbia presentato un’occasione di riforma.

Graham Philips, nel suo libro “I misteri delle civiltà perdute” (peccato per il titolo!), ha avanzato quest’ipotesi, se pur formulata in una maniera un po’… particolare, dando spiegazione di tanti eventi riguardanti il periodo amarniano in maniera che mi è sempre sembrata ragionevole e verosimile.


antonio crasto
00domenica 17 agosto 2008 10:49
Sulla coreggenza fra Amenhotep III e IV si sono espressi valenti Egittologi, riportando idee differenti.
La prova di una coreggenza è normalmente trovata nella sequenza dei cartigli di due. Nel caso di Akhenaton, testimonianze archeologiche sembrano confermare dodici anni di coreggenza, in pratica dal primo giubileo di Amenhotep III.
Un po’ di confusione è stata generata da alcune lettere (tavolette) del re dei Mitanni, Tushratta, che sembrano parlare dell’incoronazione di Amenhotep IV, dopo la morte del padre.
Queste incomprensioni possono essere connesse all’incapacità da parte dei Mitanni di capire la coreggenza o possono suggerire una cerimonia di conferma dell’incoronazione dopo la morte di Amenhotep III.
Rimane il fatto che i due sovrani sono rappresentati insieme e sembra impossibile che si potesse rappresentare come vivo un faraone morto.

Esiste anche la possibilità che Amenhotep III fosse gravemente malato e che, senza abdicare, abbia lasciato il regno nelle mani del solo Amenhotep IV, se pur con la supervisione della regina madre Tiya e del nonno Huya (per me Ay).

Un’eventuale piena coreggenza dei due sovrani, metterebbe sicuramente in secondo piano i primi dodici anni di regno di Akhenaton e lascerebbe pensare a una responsabilità delle decisioni da parte del padre.

La quarantena ad Akhetaton e la nuova religiosità non sottovaluta minimamente il giovane sovrano. Un faraone doveva avere un altissimo senso dello Stato e anche il tentativo di salvare la dinastia deve essere valutato con la massima considerazione.
Per quel poco che conosco, io ritengo Akhenaton un grande faraone, che dovette combattere contro mille avversità.
Ben altro giudizio si dovrebbe esprimere nel caso in cui, per salvare se stesso e la dinastia, Akhenaton fosse fuggito lontano dal suo popolo in gravi difficoltà. Con un tale comportamento la sua anima non sarebbe stata sicuramente giustificata e avrebbe perso la vita eterna.

La situazione degli stati asiatici e del Mediterraneo orientale può cogliersi nelle molte lettere diplomatiche del periodo (un’esauriente sintesi si può leggere in uno dei libri di Cimmino). E’ evidente una situazione di crisi dello Stato egiziano, crisi che sarebbe incomprensibile nel caso di semplice rivoluzione religiosa contro lo strapotere del clero di Amen.

Quella che però risulta più importante è la situazione descritta dal re di Cipro. La sua terra era devastata da un’emergenza sanitaria e tutti i suoi uomini stavano morendo. Non vi era più nessuno in grado di estrarre il rame dalle miniere dell’isola.

In merito alla complicità politica fra i due Amenhotep, in caso di coreggenza, si può considerare che, nei primi anni di regno di Amenhotep IV, fu edificato a Karnak un grande tempio all’Aton. Non è pensabile che un coreggente, per altro abbastanza giovane, abbia potuto prendere da solo una tale decisione, senza l’avallo del re titolare.
Io sono propenso a credere che Amenhotep III sia stato il vero ispiratore della “rivoluzione religiosa” e che questo suo comportamento gli sia costata la “scomunica” da parte del clero di Amen, custode della Valle dei Re. Egli non fu sepolto nella Valle principale quasi sicuramente per il veto del clero, veto che dovette scatenare l’ira di Akhenaton e la sua azione sacrilega contro Amen.

Ci sono molti indizi che, a mio parere, fanno ritenere la costruzione della nuova capitale una necessità politica, piuttosto che un’esigenza prettamente religiosa.
In un momento di crisi dello Stato, perché sarebbe stato necessario spostarsi da Tebe e impegnare molte delle energie disponibili per costruire di sana pianta una nuova capitale? Si sarebbe potuto costruire nuovi templi solari a Tebe e togliere il potere d’autorità al clero di Amen. Si sarebbe potuto spostare la capitale a Iwn / Shema / Hermontis o costruire una nuova città ideale vicino a Tebe e non perdere così i contatti con la parte amministrativa della vecchia capitale.
Perché spostarsi nel Medio Egitto e giurare di non attraversare mai i confini della nuova capitale?
Dobbiamo ricordare ancora che recenti scoperte hanno evidenziato sia la presenza di focolai fossili di peste bubbonica nell’area di Akhetaton sia soprattutto condizioni di vita decisamente anomali. Uno studio dei corpi della popolazione del periodo ha infatti evidenziato gravi problemi di salute, malnutrizione generalizzata e morti decisamente premature rispetto alla media del periodo (la fotografia di una grave pestilenza).

L’unica spiegazione plausibile sembra, a mio giudizio, quella della ricerca di un luogo incontaminato e il desiderio di tornare alla prima epifania solare, Aton-Ra.
roberta.maat
00lunedì 18 agosto 2008 13:08

- Pizia :......La monarchia in effetti era assoluta e infatti il sovrano ha reagito levando e riducendo benefici e potere al clero di Amon; in ogni caso questo è un dato di fatto, non mi risulta che nessuno studioso, per quanto alternativo possa essere, abbia mai asserito che il potere del gruppo sacerdotale di Waset sia stato confermato o accresciuto.
Al limite si può contestare il fatto che il sovrano non si sia fermato lì, ma abbia costruito tutta quell’impalcatura teologica che in questo topic Roberta voleva dimenticare.



No Pizia ,non mi sono spiegata come avrei voluto,io non volevo dimenticare tutta l'impalcatura teologica che è di tutta evidenza.
Semmai tentavo di capire quanto l'impalcatura avesse di "utile indispensabile" o di "naturale conseguenza di un pensiero".
Mi sembra di capire che invece siete tutti dell'idea che tornare all'Aton-Ra, successivamente Atonismo, sia stato un escamotage per tagliare le gambe al Clero.
Sul fatto della creazione di una nuova capitale non mi stupisco gran chè visto che non conosciamo con precisione la situazione della vecchia, già il padre stabilì le sue dimore grandiose altrove, mi pare. Il centro di potere non era Karnak, che per le mie conoscenze forse non complete, è e resta il luogo dei culti.
Facile pensare che culto e governo fossero una sola cosa, ma il concetto di amministrazione era ben presente e costituiva un impegno mai ignorato.

Il quadro della "rivoluzione" è complesso ed è proprio l'esame di tutti i particolari che mi premeva sollecitare. Mi sembrava infatti che molti elementi di questo quadro non fossero sufficentemente sviscerati per cercare, in assenza di fonti certe, di capire meglio.
Per esempio....e questo lo chiedo ancora a voi, quanto i conflitti degli altri paesi hanno influito ?
Antonio cita il re di Tiro, ma lì si tratta di situazioni interne al suo regno che non può produrre più rame.
Cosa sta accadendo agli altri ?
Perchè vicino l'area di Menfi c'è un grande campo degli Ittiti, con le sue delegazioni ?
Il popolo soffre una epidemia di pestilenza, il paese tutto si avvia verso un declino........ecco la soluzione......un rinnovato culto del sole, un faraone adorante unico intermediario e una splendida città lontana e pulita........mah !

Scriviamo, fiumi di parole, e ognuna che aggiungiamo mi appassiona di più a questo brevissimo lasso di tempo.

antonio crasto
00lunedì 18 agosto 2008 18:19
Re:
[QUOTE:85065525=roberta.maat, 18/08/2008 13.08
...
Mi sembra di capire che invece siete tutti dell'idea che tornare all'Aton-Ra, successivamente Atonismo, sia stato un escamotage per tagliare le gambe al Clero.




No Roberta. Forse non mi sono spiegato bene.
Io ritengo che il problema non fu economico, ma prettamente religioso.
L’Egitto stava subendo una catastrofe sanitaria e Amen non rispondeva come si sarebbe voluto. Sembrò forse naturale tornare all’antica epifania solare, Ra, e cercare maggior fortuna chiedendo la sua intercessione.

Senza voler offendere la sensibilità religiosa di nessuno, sarebbe come se, in piena pestilenza, il Papa decidesse di ritornare al culto primordiale, venerando essenzialmente Dio, nelle sue tre espressioni di padre, figlio e spirito santo, senza passare per intermediari, madonne e santi.

E’ per altro possibile che il clero di Amen di Karnak fosse inizialmente d’accordo col ritorno al culto di Aton-Ra e che la sua opposizione si sia manifestata solamente dopo l’esasperazione voluta da Akhenaton e dalla famiglia reale.
Forse la situazione divenne insostenibile dopo una serie di reciproche accuse e sotto la spinta dell’esercito, che dovrebbe aver visto nel clero di Amen l’unica possibilità di liberarsi del faraone “eretico”, decisamente nullo da un punto di vista militare.



Neferneferuaton
00lunedì 18 agosto 2008 20:44
Questa cosa che Akhenaton fosse "nullo" dal punto di vista militare è dovuta ovviamente all'assenza di campagne militari?
antonio crasto
00lunedì 18 agosto 2008 22:23
L’aspetto militare è quello che è maggiormente incomprensibile.
Conosciamo molte lettere di sovrani di stati alleati dell’Egitto, nelle quali viene presentata la grave situazione in Asia e viene chiesto ad Akhenaton un aiuto militare.
Sembra proprio che l’Egitto non potè onorare i suoi impegni internazionali.

Questa situazione ha messo in crisi gli Egittologi, i quali si sono chiesti il perché di un abbandono degli alleati e una rinuncia a difendere i territori asiatici.
Non bisogna dimenticarsi che fra gli alleati, che avevano bisogno di aiuto c’erano i Mitanni, quel Tushratta, padre di Tadu Heba, sposa di Amenhotep III e di Akhenaton.

La spiegazione che vede il faraone eretico intento solamente a venerare l’Aton mi sembra troppo semplicistica e non realistica. Anche senza il faraone le truppe egizie avrebbero potuto infatti affrontare la grave situazione militare.
Ritengo più vicina alla realtà l’idea che la grave emergenza sanitaria dovette bloccare la reazione militare dell’Egitto e che pertanto Akhenaton dovette, malgrado tutto, rinunciare a difendere i principi alleati.

Una testimonianza di una epidemia di peste nel mondo militare egizio, ci viene proprio dagli scritti degli Ittiti. Costoro dopo aver imperversato impunemente durante il regno di Akhenaton, e aver ridimensionato le loro mire di conquista durante il regno di Tutankhamon, attaccarono alcune posizioni egizie dopo la morte del principe ittita,inviato in Egitto per sposare la vedova di Tut.
I militari egizi fatti prigionieri portarono la peste nel regno degli Ittiti, peste che fra gli altri portò alla morte lo stesso loro re.
C’è ovviamente una differenza di qualche decina di anni, ma bisogna considerare che in quel periodo le epidemie imperversavano per molti anni, senza che si potesse fare molto.
roberta.maat
00martedì 19 agosto 2008 12:21

Una testimonianza di una epidemia di peste nel mondo militare egizio, ci viene proprio dagli scritti degli Ittiti. Costoro dopo aver imperversato impunemente durante il regno di Akhenaton, e aver ridimensionato le loro mire di conquista durante il regno di Tutankhamon, attaccarono alcune posizioni egizie dopo la morte del principe ittita,inviato in Egitto per sposare la vedova di Tut.
I militari egizi fatti prigionieri portarono la peste nel regno degli Ittiti, peste che fra gli altri portò alla morte lo stesso loro re.
C’è ovviamente una differenza di qualche decina di anni, ma bisogna considerare che in quel periodo le epidemie imperversavano per molti anni, senza che si potesse fare molto.



Esiste testimonianza della presenza Ittita in Egitto, con tanto di area riservata alle delegazioni, già dall'epoca di Amenothep III, forse anche precedente ma non posso in questo momento verificare non avendo il testo a disposizione.

A proposito della vedova di Tut, io dissento ormai quasi convinta che non sia lei a chiedere un principe bensì Meritaton, quando ancora i rapporti con gli Ittiti non erano precipitati.
La peste, se dilagò, e questo pare confermato, ammorbò tutti i popoli e non mi sembra ci sia modo di stabilire con certezza il suo focolaio.
Rimedi non ce ne erano è vero, poterono solo subire ed aspettare che si spegnesse.
Teie
00martedì 19 agosto 2008 14:21
Antonio Crasto ha scritto il 17/08/2008 10.49
"""Ci sono molti indizi che, a mio parere, fanno ritenere la costruzione della nuova capitale una necessità politica, piuttosto che un’esigenza prettamente religiosa.
...............

L’unica spiegazione plausibile sembra, a mio giudizio, quella della ricerca di un luogo incontaminato e il desiderio di tornare alla prima epifania solare, Aton-Ra."""


Non sono contraddittorie queste due frasi?

Teie
roberta.maat
00martedì 19 agosto 2008 16:49

Teie :Non sono contraddittorie queste due frasi?



Probabilmente Antonio ritiene di non poter scindere religione-politica
pertanto giustifica la rivoluzione con una panacea teologica.
Però aspettiamo la sua risposta.


Antonio :......La spiegazione che vede il faraone eretico intento solamente a venerare l’Aton mi sembra troppo semplicistica e non realistica. Anche senza il faraone le truppe egizie avrebbero potuto infatti affrontare la grave situazione militare.



Questa per me non è chiara......come può un esercito senza direttive inventare la difesa del suo paese ?

antonio crasto
00martedì 19 agosto 2008 19:16
Teje,
in Egitto è difficile separare politica e religione.
Mi sono sicuramente espresso male.
Io intendo dire che il ritorno a Ra (Aton-Ra) deve essere visto principalmente come scelta politica. Amenhotep III e IV avevano constatato il perdurare della grave crisi sanitaria e della grave malattia del vecchio re e avevano concluso che forse erano inutili o non sufficienti le loro preghiere ad Amen e era necessario tornare alla vecchia epifania (forse Ra era più potente di Amen e comunque valeva la pena tentare).
Il ritorno a Ra era dunque una scelta politica per salvare il vecchio re e l’Egitto.
La nuova venerazione di Ra poteva aver luogo a Waset / Tebe, edificando nuovi templi come quello realizzato a Karnak, ma a mio parere gli Egizi dovettero ipotizzare che la malattia poteva esser vinta isolandosi, mettendosi in quarantena, per cui presero la decisione di spostare la reggia del coreggente e costruire una nuova capitale in un luogo incontaminato.
Una separazione dei re e della casa reale aumentava tra l’altro la probabilità di salvare la dinastia (forse avevano realizzato che la malattia si propagava per contagio diretto).

Roberta,
pur ipotizzando un faraone dedito solamente alla venerazione dell’Aton, mi sembra irrealistico ipotizzare un esercito inattivo. Anche senza la presenza fisica del faraone l’esercito disponeva di un generale in capo, che avrebbe potuto applicare gli ordini del faraone.
Io intendo dire che la mancata reazione agli attacchi dei territori in Asia e l’umiliante abbandono degli alleati dovettero essere causati da una decimazione dei ranghi dell’esercito e dall’impossibilità pratica di mandare rinforzi in Asia.
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