L'intrepido

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verdoux47
00mercoledì 11 settembre 2013 09:52
di Gianni Amelio




“Da tempo mi tormentava un’idea, ma avevo paura di farne un romanzo, perché è un’idea troppo difficile e non ci sono preparato, anche se è estremamente seducente e la amo. Quest’idea è raffigurare un uomo assolutamente buono. Niente, secondo me, può essere più difficile di questo, al giorno d’oggi soprattutto.” (Fëdor Dostoevskij).

Non so se Gianni Amelio sia riuscito col suo intrepido ad emulare le gesta del principe Myskin, certo che la sconfitta di Antonio Pane non è totale e la sua resa alla flexsecurity merita l'onore delle armi ed è bastevole a non farmi rammaricare di non essere danese.

Non ci ho visto tutto il Chaplin che si dice in questo film, se non nel procedere per episodi separati e narrativamente autosufficienti, ma volendo fare accostamenti ci stanno pure au hazard Balthasar o ladri di biciclette, ma io ci ho visto soprattutto Amelio, che tutto sommato, come Kaurismaki e Guediguian che lo hanno di poco preceduto, si arrende ad una visione ottimista della vita e del futuro non convinzione, ma perché è l'ultima carta rimasta da giocare.

Film forse un po' troppo lineare nella sua ripetitività, ha qualche momento di stanca che trovo ampiamente compensato dai momenti di grande cinema e di commozione, per me è un film ottimo.
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